La storia
Una scuola estiva in ospedale
Così si realizza il sogno di Giulia
Progetto pilota in Italia: coinvolti 40 insegnanti volontari
«L'idea nasce dall'esperienza di vita di nostra figlia - spiega Antonio Gabrieli, papà di Giulia -. Da lei abbiamo capito l'importanza che la scuola riveste durante la malattia. Nell'estate del 2010, Giulia era in ospedale per curarsi. Diceva: "Ora capisco davvero quanto la scuola mi manca". Questo non è un progetto alla memoria di qualcuno, ma a favore di tutti quei giovani che, come Giulia, si trovano ad affrontare una situazione particolare. La scuola permette a bambini e ragazzi di continuare a studiare e li tiene agganciati con il loro mondo che, a quest'età, è soprattutto la scuola». Il progetto si è concretizzato con la collaborazione dell'Ufficio scolastico provinciale, della Scuola in Ospedale, dell'Università di Bergamo, del Cremit (Centro di ricerca sull'educazione ai media, all'informazione e alla tecnologia) della Cattolica di Milano e dell'azienda ospedaliera. «L'attività didattica - dice il direttore generale del Papa Giovanni, Carlo Nicora - ha ripercussioni sull'autostima dei pazienti e sulla loro fiducia verso il futuro: ha una valenza terapeutica fondamentale per i piccoli e i giovani costretti a degenze medio-lunghe. La nostra idea - aggiunge Nicora - è creare qui un modello di scuola estiva, da replicare anche in altri territori». E Patrizia Graziani, dirigente dell'Ufficio scolastico, si augura «che quest'idea possa essere valorizzata dal ministero e diventi un'esperienza da copiare».
Le attività scolastiche, iniziate in via sperimentale nei reparti di pediatria, gastroenterologia pediatrica e chirurgia pediatrica, vengono proposte tutti i pomeriggi di luglio e agosto in un'aula della Torre 2 del Papa Giovanni oppure nelle camere dei pazienti. Insieme ai docenti, gli studenti fanno i compiti delle vacanze, possono recuperare o approfondire gli argomenti affrontati nel corso dell'anno scolastico, studiare l'inglese, vedere film e fare giochi matematici o allenamenti didattici in vista della classe successiva. Durante il corso di formazione (svolto ad aprile e maggio), gli insegnanti hanno imparato a conciliare il percorso didattico con le esigenze mediche degli studenti, il loro stato psico-fisico e le dinamiche familiari. In questi mesi l'attività didattica (che sarà sospesa soltanto durante la settimana di Ferragosto) verrà monitorata anche con questionari e focus group dal Cremit, che a ottobre tirerà le somme sulla ricerca. «Se emergeranno criticità - dice il direttore del Cremit, Pier Cesare Rivoltella - ci lavoreremo, per migliorare. L'obiettivo è dare sostanza a quest'esperienza e provare ad ancorarla sul terreno delle evidenze scientifiche».
Oltre alla scuola in corsia, l'estate al Papa Giovanni è resa più serena anche da laboratori e giochi organizzati dai volontari delle associazioni «Abio» e «Amici delle Pediatria»: per esempio, nelle prossime undici settimane, i piccoli assisteranno a spettacoli di magia e lavoreranno la carta, il legno, la plastica, la stoffa e il cartone per dare vita a vari oggetti. «Questo non vuol dire dare ai piccoli pazienti un diversivo - spiega la presidente degli "Amici della pediatria", Milena Lazzaroni - ma significa donare un valore diverso al tempo che trascorrono in ospedale».