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Protesta contro la visita di Benedetto XVI in Turchia
Spari davanti consolato italiano a Istanbul
«Se potessi ucciderei il Papa con le mie mani» ha detto il responsabile del gesto. Padre Lombardi: «Il viaggio si farà»
STRUMENTI
Nella foto l'attentatore di Istanbul, Ibrahim Ak (Afp)
Nella foto l'attentatore di Istanbul, Ibrahim Ak (Afp)
ISTANBUL
- Un uomo ha sparato alcuni colpi d'arma da fuoco in aria davanti al consolato italiano a Istanbul per protestare contro la visita di Benedetto XVI in Turchia. Sul posto era presente l'ambasciatore d'Italia in Turchia, Carlo Marsili. Lo ha reso noto lo stesso ambasciatore all'agenzia Ansa. «Maledetta Italia, sono musulmano» ha gridato lo sparatore alla guardia che lo ha arrestato. Lo ha raccontato Marsili, che ha potuto osservare la scena mentre giungeva con la sua auto di rappresentanza davanti al consolato.
«FELICE CHI PUO' DIRSI MUSULMANO» - L'autore della protesta si chiama Ibrahim Ak. «Felice chi può dirsi musulmano» ha urlato durante gli spari. Il grido dello sparatore è una parafrasi del famoso detto di Kemal Ataturk, «felice chi può dirsi turco», una parafrasi usata dai fondamentalisti turchi, anche in polemica col nazionalismo laico ataturkista. Sono stati gli agenti di sicurezza a fermare Ak, che aveva gettato la pistola, una Beretta calibro 6,75, nel giardino della residenza diplomatica italiana subito dopo gli spari. «È un atto individuale - ha dichiarato Ak ai giornalisti mentre veniva trasferito verso la vicina stazione di polizia - Se ci fosse la possibilità di farlo - ha continuato il giovane - ucciderei il Papa con le mie mani. Spero che il mio gesto inneschi altre proteste».
Padre Federico Lombardi,  direttore della sala stampa vaticana (foto Ansa)
Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana (foto Ansa)
«IL VIAGGIO SI FARA'»
-Benedetto XVI arriverà in Turchia il 28 novembre. Due mesi fa il Santo Padre aveva scatenato le proteste di tutto il mondo islamico per le dichiarazioni sulla religione musulmana e contro il profeta Maometto all’università di Ratisbona. Dalla Santa Sede arrivano intanto rassicurazioni sulla visita di Ratzinger in Turchia. «Mi sembra che ci siano già stati alcuni fatti simili, sono da considerare assolutamente marginali e minoritari, per cui abbiamo tutta la fiducia che il viaggio in Turchia si svolga con totale serenità e andiamo avanti in questo senso» ha detto padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. «Naturalmente sono sempre fatti che dispiacciono - prosegue il gesuita - ma non pensiamo che siano tali da dare preoccupazioni gravi e speriamo che il clima possa essere sereno per il viaggio». Una forte condanna di quanto accaduto a Istanbul arriva dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, contattato da Apcom. «L'attacco al consolato italiano a Istanbul è senza dubbio un gesto molto serio, da condannare in ogni caso. Così - ha detto Kasper - i musulmani provano che il Papa aveva ragione a Ratisbona sulla loro violenza».
02 novembre 2006

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