Lo strano caso della scritta apparsa sul braccio di una suora morta.

Nei giorni scorsi tutti i media, telegiornali compresi, hanno riferito lo strano caso di una scritta, raffigurante la parola maria, apparsa sul braccio di una suora novantasettenne morta all’ospedale di Bassano del Grappa il 13 maggio scorso.

Fatto singolare poi è che la religiosa, Suor Giuseppina dell’Ordine di S. Anna, non solo è tornata al Padre il giorno dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima ma è anche nata il 13 ottobre 1917, giorno in cui è avvenuta la prima.

Nonostante l’Ordinario del luogo avesse emanato la direttiva di mantenere il riserbo sulla faccenda, il chiacchiericcio ha attirato l’attenzione della Procura di Vicenza che ha attivato subito un’indagine dei Carabinieri di Bassano, i quali hanno anche scattato delle foto, poi rese pubbliche.

Le consorelle della defunta suora, che durante le esequie ne hanno testimoniato la fede e la santità di vita nonché la forte devozione mariana, hanno affermato con assoluta certezza che tale scritta è comparsa dopo il decesso e quindi hanno dato per certo che l’evento sia da attribuirsi alla S. Vergine, la quale avrebbe lasciato un segno di predilezione sulla sua devota. (cfr. Guarda con me)

Va chiarito che il medico legale dell’Ospedale ha definito tale fenomeno una discromia, ovvero un’alterazione del colore della pelle, sulle cui cause non si è però espresso.

Poiché l’episodio ha avuto molta risonanza ed è stato giudicato un miracolo, vogliamo analizzare alcuni elementi di tale prodigio alla luce del buon senso e della nostra fede cattolica, alla quale  apparteneva anche la suora.

 

La prima considerazione che sorge spontanea è sul fatto in sé: la Madre di Dio avrebbe manifestato la sua predilezione verso la suora solo dopo la sua morte, marchiando il proprio nome sul braccio della defunta. E come mai avrebbe usato una modalità che evoca una ben nota e nefasta memoria?

S. Paolo, nella lettera agli Ebrei, afferma: “Ricordatevi che Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine”. Come mai la Madre di Gesù, che per analogia dovrebbe anche Lei tenere sempre gli stessi comportamenti, avrebbe introdotto questa bizzarria mai riscontrata sui resti mortali di nessun altro Santo?

Poi, la S. Vergine non sapeva che  di lì a un giorno tale segno, insieme alla salma, sarebbe stato rinchiuso in un sepolcro e che parlando dei sepolcri proprio Gesù ha affermato “…dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume”? (Mt 23,17)

Vi è anche chi, convinto dell’origine divina del fenomeno, ha ben ricordato in un’intervista come le piaghe sul corpo di Padre Pio scomparvero dopo la sua morte, ma non ne ha tratto le conseguenze, restando fermo nel suo giudizio.

E invece tale scomparsa non fu casuale e non è ininfluente, infatti le stigmate ricevute da Gesù,  durante sessant’anni della vita del Frate di Pietralcina, furono uno strumento di santificazione personale, di condivisione della Passione di Cristo e di offerta per la salvezza dei peccatori.

Il corpo altro non è che l’involucro in cui sta racchiusa l’anima, che se ne distacca quando ritorna al Padre, infatti è solamente il mezzo con cui  serviamo Dio nel tempo che ci è concesso per vivere sulla terra.

Alla Resurrezione dei morti ogni anima si ricongiungerà al corpo che aveva precedentemente, ma esso non assomiglierà più a come era, perché rivivrà in forma trasfigurata e glorificata.

 

Nel frattempo diverrà putrido anche il braccio della suora, come è avvenuto per le spoglie mortali di tutti i defunti e anche della quasi totalità dei Santi. Apposta dopo un certo numero di anni si fa la ricognizione.

E non sembra casuale che fu trovato consunto anche il corpo di S. Pio, nonostante sia stato un mistico di eccezionale spiritualità, infatti la gloria non è del corpo bensì dell’anima che l’ha abitato, la quale, fino al momento della Resurrezione, davanti a nostro Signore e alla Sua Chiesa avrà sempre la prevalenza su di esso.

 

Per quanto considerato, parrebbe proprio che la strana scritta non abbia un senso che possa essere razionalmente attribuibile ad un intervento divino ma sia, piuttosto, il frutto di una singolare casualità o, diversamente, addebitabile ad altri motivi da valutarsi da parte dell’autorità competente.

L’entusiastica e frettolosa conclusione tratta, cioé che l’evento straordinario accaduto sulla salma della suora sia sicuramente dovuto ad un intervento mariano, porta ad altre considerazioni.

Difatti nella nostra società si sta sempre più consolidando la pretesa di tangibilità del divino, di spettacolarizzazione del sacro e di umanizzazione  del Mistero.

Tali fenomeni sociologici non sono nuovi nella storia della religione cattolica, ma oggi, per la gran risonanza che i media danno ad ogni avvenimento attinente al sacro che esuli dall’ordinario, unitamente all’analfabetismo religioso – emerso anche da recenti indagini condotte in vari ambiti cristiani – si assiste quasi ad una rincorsa di vicende, visioni, fenomeni e profezie sempre più irrazionali e discostanti dalla vera fede.

 

Per saper distinguere ciò che proviene da Dio da ciò che non ne ha attinenza non resta che rivolgersi alla virtù cardinale della Prudenza e invocare il dono della Scienza, traendo frutto dalla lettura delle Sacre Scritture e degli atti del Magistero e seguendo gli insegnamenti dei Padri e dei Dottori della Chiesa, che hanno definito i cardini della nostra fede.

 

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