sabato 9 agosto 2014
Il decesso poche ore dopo la morte di suor Pascaline. Polemiche per le cure sperimentali sul missionario spagnolo trasferito a Madrid, ma non concesse dagli Usa ai Paesi africani. Si allarga lo stato di quarantena in Liberia.
LA SCHEDA Un virus micidiale
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Sono tristi le notizie che arrivano dall’ordine religioso ospedaliero di San Giovanni di Dio, i cui operatori sono da diversi mesi impegnati nella lotta contro il virus. Una missionaria congolese, Chantal Pascaline, è morta sabato nella capitale liberiana, Monrovia, dopo aver contratto il virus, e il confratello George Combey ha resistito solo poche ore di più, poiché è scomparso la notte scorsa. Dello stesso ordine religioso fa parte anche il prete spagnolo Miguel Pajares, primo malato infetto dal virus ad essere stato rimpatriato in Europa. Miguel Pajares, 75 anni, è arrivato in Spagna con un aereo sanitario militare insieme alla religiosa Juliana Bonoha, anche lei spagnola, che lavorava con lui in quest'ospedale della capitale liberiana, ma i test ai quali quest'ultima è stata sottoposta sono risultati fino ad oggi negativi. Miguel Pajares e Juliana Bonoha sono ora ricoverati sotto stretta sorveglianza all'ospedale Carlos III di Madrid. Le condizioni del sacerdote sono "stabili" e sarà sottoposto al trattamento sperimentale Zmapp finora applicato solo a due cittadini americani infettati in LIberia. Nei giorni scorsi, esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avevano rivolto un appello agli Stati Uniti affinché rendessero disponibile il siero nei Paesi africani colpiti dall'epidemia di ebola. Ma il presidente Barack Obamaha sottolineato che non ci sono informazioni sufficienti perdecidere se la cura sperimentale contro il virus sia efficace eha chiesto di concentrarsi sul contenimento dell'epidemia. La risposta ha creato molte polemiche a livelo internazionale.
L'Ordine di San Giovanni di Dio aveva chiesto a Madrid il trasferimento d'urgenza in Spagna anche di Pascaline e della suora guineana Paciencia Melgar, anche lei colpita da Ebola. Ma il governo spagnolo aveva fatto sapere che prevedeva l'evacuazione "solo degli spagnoli". Le due suore, come Juliana Bonoha, appartengono alla congregazione delle Missionarie dell'Immacolata concezione.  Una persona arrivata ieri in Canada di ritorno dalla Nigeria è stata invece posta in quarantena. Si stanno inoltre concentrando i timori rispetto alla Nigeria, il Paese più popolato del continente del continente africano, dove da sabato vige lo stato d’emergenza dopo che sono stati confermati altri due nuovi casi di contagio. Il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan, prevede uno stanziamento di 9 milioni di euro per combattere l’epidemia. E mentre la Guinea Conakry ha chiuso i confini con Sierra Leone e Liberia, è massima allerta nei porti e aeroporti indiani. La provincia di Lofa, nel nord della Liberia, è stata messa in quarantena a causa dell'epidemia di Ebola. È la terza provincia del Paese in cui viene imposta questa misura, come ha annunciato oggi la presidente Ellen Johnson Sirleaf. "La provincia di Lofa, nel Nord, è stata messa in quarantena dall'esercito. La decisione è stata presa dalla Task Force, la forza operativa di lotta contro Ebola. Da oggi nessuno potrà uscire o entrare nella provincia. Vogliamo proteggere la popolazione non ancora infettata" dall'epidemia, ha dichiarato Sirleaf in un messaggio diffuso dalla radio.
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