Muore la veggente di Ghiaie, Maria le apparve 13 volte nella Fatima lombarda

Un pezzo di storia bergamasca ma anche italiana che se ne va. È scomparsa l’altra notte Adelaide Roncalli, la veggente delle apparizioni di Ghiaie di Bonate, la cosiddetta “Fatima italiana”. Aveva 77 anni. Giusto 70 anni fa, nel maggio del 1944, a soli 7 anni, sostenne di aver avuto 13 apparizioni di Maria e della Santa famiglia di Giuseppe Purcaro

Adelaide tenuta per mano da monsignor Luigi Cortesi

Adelaide tenuta per mano da monsignor Luigi Cortesi

Bergamo, 25 agosto 2014 - Un pezzo di storia bergamasca ma anche italiana che se ne va. È scomparsa l’altra notte Adelaide Roncalli, la veggente delle apparizioni di Ghiaie di Bonate, la cosiddetta “Fatima italiana”. Aveva 77 anni. Giusto 70 anni fa, nel maggio del 1944, a soli 7 anni, sostenne di aver avuto 13 apparizioni di Maria e della Santa famiglia, mobilitando a Ghiaie centinaia di migliaia di persone (stando a diverse fonti dell’epoca, molte più che a Fatima stessa, e per di più in piena guerra. La donna soffriva da mesi di una grave malattia che non le aveva dato più alcuna speranza. L’annuncio è stato dato ieri mattina, in parrocchiale a Ghiaie, dal parroco di Ghiaie, don Davide Galbiati. Adelaide Roncalli -che lascia il marito e due figli, viveva da anni a Milano dove aveva lavorato come infermiera al Policlinico. Vessata, trattata come un’ indemoniata, tacciata di essere “bugiarda, con un ‘anima anfrattuosa, nodo di vipere” da un eminente docente al seminario di Bergamo, monsignor Luigi Cortesi, nei suoi scritti, la Roncalli visse la sua fanciullezza spesso lontana dalla famiglia, in conventi di suore dove subì il 5 luglio del 1944 la famosa “visita alle pudenda”, o presso istitutrici private.

Al termine del “processo” dove fu interrogata più volte, dopo il decreto del vescovo di Bergamo, nel 1948, che non riconosceva elementi validi sulla “soprannaturalità” degli eventi del maggio 1944, la Roncalli tentò di farsi suora sacramentina, nel 1953, ma le fu impedito da curiali ed ecclesiastici romani. Nel 1959, non riuscì ad essere ricevuta in Vaticano da Papa Roncalli. E lo stesso San Giovanni XXIII scrisse nel 1960 che la veggente subiva anche i timori delle “minacce dell’inferno infertele da qualcuno”. Fece l’infermiera, si sposò ebbe una famiglia ma non dimenticò mai Ghiaie dove tornava spesso in privato in orario notturni, a pregare alla cappella. L’ultima volta fu vista a Ghiaie, lo scorso aprile, dove secondo alcuni fonti non confermate, si intrattennee a colloquio con l’attuale vescovo di Bergamo. Nel 1989 depositò presso un notaio di Milano una sua testimonianza scritta in cui ribadì la veridicità di quanto vide nel 1944. I funerali si svolgeranno mercoledì alle Ghiaie.