Milano, 10 giugno 2015 - 07:51

Medjugorje, quelle «apparizioni»
che dividono i cattolici
e conquistano milioni di fedeli

In attesa della decisione del Vaticano alla consegna della relazione di Ruini sull’indagine sui «veggenti» consegnata a Bergoglio e poi trasmessa al Sant’Uffizio

di Michele Farina

La statua della Madonna a Medjugorje (Reuters) La statua della Madonna a Medjugorje (Reuters)
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L’artigiano Salem Hajdarovac, 61 anni, devoto musulmano di Zavodovici nella Bosnia centrale, ha lavorato giorno e notte per intarsiare il «trono» di legno massiccio da cui il 6 giugno papa Francesco ha celebrato messa a Sarajevo. Da decenni Salem intaglia souvenir soprattutto per i pellegrini di Medjugorje, che sorge 110 chilometri a sud-ovest della capitale bosniaca. Lì «in mezzo alle colline» (il nome del villaggio, che si pronuncia «megiugorie»), 200 metri sul livello del mare, in 50 mila hanno sperato (invano) che il Papa passasse. Danijela Susac, che abita nel luogo oggi più visitato e forse più controverso dei Balcani, ha raccontato all’agenzia Ap che il Vaticano «non dovrebbe affrettare il suo pronunciamento sulle apparizionidella Gospa».

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Medjugorje, 34 anni di apparizioni fra folle di fedeli vip e sconosciuti

Apparizioni che dividono i cattolici e invece mettono d’accordo i bosniaci di ogni confessione, come l’artigiano musulmano Salem. In croato Gospa vuol dire Signora. È la parola usata dai sei veggenti di Medjugorje per indicare la Madonna. «Una Madonna chiacchierona», la definì anni fa lo scrittore cattolico Vittorio Messori. «La Vergine delle 17 e 45» l’hanno soprannominata altri. Ogni giorno, alla stessa ora (per chi ci crede) un’apparizione. La prima: 24 giugno 1981. Trentaquattro anni fa, un altro mondo intorno: l’estate delle nozze di Carlo e Diana e della tragedia di Vermicino, l’anno del primo pc, mentre la Grecia entrava nell’Europa unita e la Jugoslavia non era ancora ex.

Quella piana brulla nel cuore pietroso dell’Erzegovina è diventata meta di pellegrinaggio per circa 40 milioni di fedeli. Arrivano in pullman, o atterrano all’aeroporto della vicina Mostar. Molti dagli Stati Uniti e dall’Italia. Un fenomeno che non ha eguali nella storia recente. Tutti sulla collina di Podbrdo (che significa mento), teatro della prima apparizione, raggiungibile con venti minuti di camminata o grazie a una strada asfaltata che porta alla statua della Madonna. Ma il centro della devozione mariana è la chiesa sottostante, nella cui sagrestia si sono moltiplicati i cosiddetti «incontri». Dai 5 ai 6 minuti, il più lungo 2 ore. A differenza di Fatima e Lourdes, riportò Messori sul Corriere vent’anni fa ricordando la sua visita a Medjugorje nel luglio 1981, «qui abbiamo una sequela interminata di fenomeni e di parole».

I sei ragazzi avevano dai 6 ai 16 anni quando parlarono della prima apparizione celeste ai frati francescani, che nel 1953 «in mezzo ai monti» avevano costruito la grande chiesa di San Giacomo. Nel frattempo quei ragazzi (Vicka, Jakov, Mirjana, Ivanka, Marija e Ivan) sono diventati adulti veggenti, alcuni sono andati a vivere lontano (chi in Brianza, chi in America). Non importa dove si trovino, affermano di continuare a parlare con la Madonna. Per il trentesimo anniversario della prima visione il cinquantenne Ivan Dragicevic, che ha sposato Miss Massachusetts 1990 e vive tra Boston e i Balcani, raccontò al settimanale Oggi di vedere la Gospa ogni giorno, con le stesse sembianze della prima volta: «Una ragazza nel fiore degli anni». E il giorno di Natale accompagnata da San Giuseppe e da Gesù Bambino.

Su Medjugorje sono stati scritti libri su libri. Tra grandi fan (in Italia per esempio Radio Maria) e implacabili oppositori (in primis l’episcopato della vicina Mostar). In mezzo a un silenzio finora accorto se non imbarazzato della Santa Sede. La posizione più ufficiale della Chiesa risale alla Dichiarazione di Zara dell’aprile 1991, quando i vescovi dell’ex Jugoslavia si pronunciarono in questo modo: «Sulla base delle ricerche finora compiute, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni di natura soprannaturale».

Il Vaticano ha sempre «proibito» alle diocesi pellegrinaggi «ufficiali». Intanto la «Vergine delle sei meno un quarto», attirando un milione di fedeli all’anno, ha portato in quell’area povera e sperduta della Bosnia- Erzegovina anche un «miracolo economico» che non è sfuggito ai titolisti dei vari giornali. Tra gli alberghi, i ristoranti e le bancarelle, restano i veri custodi del mistero di Medjugorje: non tanto la diaspora dei sei veggenti, quanto gli undici frati francescani che accolgono i pellegrini alle pendici della collina dei miracoli. Quando i Turchi arrivano nel Sedicesimo Secolo, furono gli unici a non scappare come altri prelati. In seguito i francescani hanno contrastato i serbo-ortodossi, i partigiani di Tito, i vescovi di Mostar.
Adesso aspettano il verdetto del Papa che porta il nome del loro fondatore.
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