“Se Dio vuole”, Falcone ospite a San Tommaso Moro

Il regista esordiente nella parrocchia di San Lorenzo con il film ispirato a don Fabio Rosini. «Abbiamo raccontato un prete diverso dagli stereotipi»

Il regista esordiente nella parrocchia di San Lorenzo: proiettato il film ispirato a don Fabio Rosini. «Abbiamo raccontato un prete diverso dall’immagine stereotipata»

Risate, commozione, divertimento, riflessione. Questi i sentimenti, apparentemente contrastanti, che si sono vissuti nella serata di giovedì 19 novembre nella parrocchia San Tommaso Moro in occasione della proiezione di “Se Dio vuole”. Un film che ha visto per la prima volta dietro la macchina da presa lo sceneggiatore Edoardo Falcone, vincitore del David di Donatello e del Nastro d’Argento come migliore regista esordiente.

La pellicola – che vede come protagonisti Marco Giallini e Alessandro Gassmann – è stata proiettata nell’ambito del cineforum “I grandi registi italiani”, una delle tante iniziative rivolta all’intera comunità parrocchiale, in particolare ai giovani e agli universitari per la familiarità con i temi trattati nel film: il contrasto tra alta borghesia e ceto basso, tra scienza e fede, tra il chirurgo che si crede Dio e il sacerdote che lo prende per mano e, senza lunghi sermoni o catechesi, semplicemente con il suo esempio, lo porta a riscoprire la sua umanità e a riconoscerla nelle persone che lo circondano.

Vale la pena ricordare in breve la trama. Tommaso (Marco Giallini), cardiochirurgo cinico e ateo convinto, è sposato con Carla (Laura Morante). Hanno due figli: Bianca (Ilaria Spada), interessata solo alla moda, e Andrea (Enrico Oetiker), studente di Medicina fino a quando non incontra don Pietro Pellegrini (Alessandro Gassmann), parroco di periferia, e decide di entrare in seminario e diventare sacerdote. Una doccia fredda per Tommaso, che avrebbe preferito un figlio gay piuttosto che prete. Avvicina con l’inganno don Pietro, pensando di scoprire i suoi “scheletri nell’armadio” e convincere il figlio a cambiare idea, ma la realtà gli riserverà delle soprese.

Alla proiezione del film, oltre al regista Falcone, già co-sceneggiatore delle commedie Nessuno mi può giudicare, Stai lontana da me, Ti ricordi di me?, erano presenti il produttore Mario Gianani e Giampaolo Letta, produttore cinematografico e vicepresidente e amministratore delegato di Medusa Film. «Volevamo raccontare un prete diverso dall’immagine classica e stereotipata che si ha del sacerdote – ha detto Falcone -. E parlare di un tema poco trattato nel cinema, soprattutto nella commedia: quello della spiritualità. Anni fa ho incontrato don Fabio Rosini e sono rimasto colpito dal suo approccio nello spiegare il Vangelo. Quando abbiamo scritto la sceneggiatura mi sono ricordato di lui». Una commedia schietta, rivolta a tutta la famiglia, che vuole abbattere ogni pregiudizio e portare lo spettatore a porsi delle domande. A partire dal finale che viene lasciato aperto.

«Abbiamo girato due finali – ha detto Falcone – ma poi abbiamo deciso di lasciare al pubblico l’interpretazione migliore. Vogliamo che chi vede il film faccia le sue riflessioni». Da monsignor Andrea Celli, parroco di San Tommaso Moro, un plauso al regista che ha «girato un film che riaccredita la figura del sacerdote, che non chiede nulla in cambio ma è sempre disponibile con tutti». Gianani e Letta, rispondendo alle domande dei tanti giovani presenti in sala, hanno parlato anche dell’importanza dei cosiddetti “cinepanettoni” nel panorama cinematografico italiano anche per gli incassi ai botteghini con i quali si possono sostenere registi emergenti.

20 novembre 2015