Santo Rosario on line

Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:La natura, tutto il creato, è una lettera d'amore scritta dal Creatore per te. Ma occorre saper leggere e ascoltare. Perché si può passare e vedere, ma si può passare e non vedere. Ciò dipende da te. Il pericolo continuo è che il tuo cuore diventi pietra, che diventiamo ciechi e sordomuti. Amare la natura fa parte del nostro amore per Dio. È attraverso la natura che il Signore ci educa e ci dona la prima rivelazione. Più tardi verrà la rivelazione attraverso la parola e, più tardi ancora, la rivelazione diretta, personale, del Natale. Non amare la natura significa non voler leggere la lettera che Dio ha scritto per te. San Francesco capi questo e riuscì ad esprimerlo in quel capolavoro d'amore, che è il Cantico delle creature. Ma la natura non è solo un modo con cui Dio si rivela a noi: è una realtà che Lo contiene. Sotto il suo velo si nasconde il mistero di Dio. "Laudato sii, mio Signore, per tutte le Tue creature!"

Commento al Vangelo della domenica di don Fabio Rosini

Vangelo Lc 4,21-30: Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.

In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.