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L’aborto spontaneo, una prova anche per i bambini

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Edifa - pubblicato il 28/10/20

Perdere un figlio in utero ha delle conseguenze per i genitori, ma anche per i fratellini. È quindi importante prestare loro un'attenzione particolare mentre attraversano questa prova.

di Stéphanie Combe

Tutti i lutti possono avere delle conseguenze sulla vita dei bambini che si confrontano con la morte. Il lutto perinatale non fa eccezione a questa regola per i figli più grandi che hanno perso un fratellino o una sorellina prima della nascita. Corrine Charroy, psicologa clinica, ha studiato le conseguenze dell’aborto spontaneo sui fratelli, sia quelli nati che quelli non ancora nati. Si tratta di conseguenze negative che possono essere evitate, prestando attenzione ad eventuali segni di sofferenza nei bambini.

Avete già incontrato bambini inquieti a seguito di un aborto spontaneo?

La sua incidenza mi sembra più o meno grande a seconda dell’ordine di nascita dei fratelli e soprattutto se la madre ha fatto il lutto o meno del bebè defunto. Succede inoltre che i bambini nati dopo degli aborti spontanei soffrano di disturbi comportamentali: agitazione, rabbia, enuresi, disturbi del sonno…

A cosa devono prestare attenzione i genitori?

Non c’è motivo di preoccuparsi se il bambino non mostra alcun disturbo particolare. Attenzione però al senso di colpa che il figlio più grande, ancora bambino, può sviluppare se non era favorevole a questa nuova nascita. Forse si è sentito abbandonato dalla madre e ha vissuto un’angoscia di separazione e nutrito sentimenti ostili. Quando si verifica un decesso, egli può credere di esserne responsabile, se è vicino all’età del pensiero magico. Spetta ai genitori raggiungerlo nelle sue emozioni e aiutarlo a verbalizzare: “Sei forse stato geloso ed è normale, non incolparti, non è per colpa tua che il bambino è morto, né per colpa della mamma”.

Un altro bambino può arrivare molto rapidamente dopo un aborto spontaneo. Ci sono delle conseguenze per lui?

Questo è il problema del bambino sostitutivo. Dopo un aborto spontaneo, non è raro che una nuova gravidanza arrivi molto rapidamente, come se la donna volesse dimostrare a sé stessa che è viva. Ma in seguito può sentirsi colpevole e credere di aver tradito il bambino precedente. Al contrario, può accadere che il figlio successivo venga risparmiato, come tra parentesi, ma che a quello dopo ancora, la madre esca dal disorientamento e inizi il lutto che non aveva fatto in precedenza.

Come reagire allora?

È fondamentale che il bebè scomparso ritrovi il suo posto. A volte per alleviare i problemi basta semplicemente parlare di questo fratellino o di questa sorellina che non si ha avuto la possibilità di conoscere. Ognuno prende il suo posto, ed è così anche per il bebè scomparso. Ogni figlio è unico, nessuno può sostituire o prendere il posto di qualcun altro.

Non è traumatico per un bambino pensare che un bebè sia morto nel grembo materno?

Gli incubi rivelano questa angoscia della morte legata al grembo materno. È bene spiegare loro, con parole adeguate alla loro età, che non è lo stesso grembo o utero che accoglie tutti i figli della madre, ma che una mucosa si rinnova ad ogni gravidanza, come una nuova piccola culla.

E se manifestasse dei segni di sofferenza?

In caso di disturbi alimentari, somatici o del sonno, un lavoro terapeutico può aiutare il bambino a parlare di questo evento. I genitori possono chiedere: “Forse mi sbaglio, ma ho la sensazione che…”.

Può darsi che non sarà in grado di rispondere sì o no, ma avrà fatto l’esperienza di essere stato ascoltato e di avere potuto esprimere delle parole su ciò che prova, senza sentirsi giudicato o colpevole. La terapia non fa altro che aiutare il piccolo paziente a nominare ciò che lo preoccupa, e in questo modo cominciare a liberarsene”.

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