Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
NUOVA LETTERA

Argentina, papa Francesco contro la legge sull’aborto

Sabato 5 dicembre la Conferenza episcopale argentina ha reso nota una lettera chirografa indirizzata dal Santo Padre a dei suoi ex studenti, in cui Bergoglio ribadisce la difesa della vita nascente. La nuova missiva rincuora laici e vescovi nella battaglia contro il progetto di legge voluto da Fernandez e lobby abortiste.

Vita e bioetica 07_12_2020

Papa Francesco scende in campo per la vita del concepito, insieme ai vescovi argentini (vedi anche qui). Ora nel Paese e in tutta l’America Latina sarà più difficile per le lobby abortiste, e i governi che vogliono assecondare il genocidio degli innocenti, approvare determinate leggi. Dopo la marea azzurra di cittadini pro vita che nei giorni scorsi ha invaso ogni capoluogo degli stati in Argentina e dopo che l’1 dicembre sono iniziate le audizioni (previste fino al 10) al Congresso dei deputati di Buenos Aires sul testo di legge del Governo a favore dell’aborto, nel pomeriggio di sabato 5 dicembre (già domenica 6 in Italia), la Conferenza episcopale argentina ha reso nota una lettera chirografa del Santo Padre Francesco che ribadisce la difesa senza eccezioni della vita nascente e del sostegno alle mamme in difficoltà. Una notizia che potrebbe avere un impatto favorevole non solo nel dibattito e nelle votazioni del Parlamento argentino ma anche in altri Paesi, come il Costarica, la Colombia e il Messico.

Andiamo con ordine. Il progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto in Argentina prevede la liberalizzazione sino alla 14^ settimana ma lo consente di fatto sino al nono mese se sussistono problemi psicologici o economici o se la nascita è ritenuta causa di “interferenze con i progetti di vita”. Martedì 1 dicembre, durante la prima sessione di audizioni e discussioni al Congresso, il ministro della salute Ginés González García aveva detto: “Qui non ci sono due vite come dicono alcuni, qui è chiaramente una vita e l’altra è un fenomeno (...). Se non fosse così, ci troveremmo di fronte al più grande genocidio universale, che è ciò che accade in più della metà del mondo civilizzato, molto più della metà”. A queste dichiarazioni, in cui la vita del concepito viene liquidata come un “fenomeno” (biologico), in barba ad ogni prova scientifica, sono seguite varie richieste di dimissioni del ministro da parte di deputati e di decine di migliaia di cittadini, attraverso una petizione.

Tra gli altri auditi in Parlamento, come già accaduto due anni orsono, i “Curas villeros”, sacerdoti amatissimi dal popolo delle favelas argentine che, per bocca del loro coordinatore (don) Pepe Di Paola, hanno avanzato critiche fortissime contro la proposta di legge e Fernandez, chiedendo esplicitamente di sapere “a chi” il presidente “ha promesso la legalizzazione dell’aborto”.

Ebbene, il 5 dicembre è arrivata appunto la lettera di papa Francesco diffusa dai vescovi argentini, secondo la volontà dello stesso pontefice. Il 25 novembre, come già riferito dalla Nuova Bussola, lo stesso Francesco aveva già inviato una lettera molto chiara contro l’aborto ad un gruppo di mamme di un quartiere povero di Buenos Aires. Stavolta il Papa ha quindi voluto dare ufficialità al suo messaggio, rivolto di fatto all’intero Paese. Nella lettera del 5 dicembre, formalmente inviata ai suoi (ex) studenti e compagni di scuola, papa Francesco ha risposto a una domanda che molti cattolici gli avevano posto: “Perché il Papa non invia il suo parere sull’aborto in Argentina? (…) rispondo come sempre ho fatto (…). L’aborto non è una questione principalmente religiosa, ma umana, una questione di etica umana prima che di ogni confessione religiosa. E vi suggerisco di porvi due domande: 1) È giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema? 2) È giusto assumere un sicario per risolvere un problema?”.

Segue una critica alle distorsioni dei mass media. Secondo il Papa, “i cattolici, dall’Episcopato ai fedeli di una parrocchia, hanno il diritto di sapere cosa dice veramente il Papa (…) e non cosa gli fanno dire i media (…). Si parla della mia relazione (vicinanza, amicizia) con la signora de Kirchner. L’ultima volta che ho avuto contatti con i due ex Presidenti (lei e l’ingegnere Macri) è stato quando erano in carica. Dopo di che non ho più avuto contatti con loro (…). Alcune cose in Argentina mi preoccupano”, ha scritto Bergoglio.

Nulla di nuovo, sotto il profilo dei contenuti, ma il solo fatto di ribadire la posizione a difesa della vita nascente nel contesto argentino, in questo particolare momento storico, può fare la differenza, se non nel voto dei prossimi giorni alla Camera (dove la coalizione di Governo e la Sinistra hanno una solida maggioranza) in quello al Senato, che sarà chiamato a esprimersi sul testo tra Natale e la ripresa dei lavori parlamentari a gennaio 2021.

Il prossimo 8 dicembre, per volontà dell’episcopato argentino, tutti i fedeli sono invitati a una giornata di preghiera, con la recita di un’orazione di san Giovanni Paolo II alla Beata Vergine Maria, perché la Madonna salvi i bimbi concepiti ed eviti la piaga dell’aborto al Paese. La lettera di papa Francesco e la riaffermata forza del messaggio in difesa della vita del bambino concepito non potrà che rincuorare molti episcopati e laici che nel resto dell’America Latina stanno combattendo la buona battaglia in difesa della dignità umana, cercando di fermare coloro che desiderano imporre l’aborto proprio in questi giorni di dicembre, nei quali celebriamo l’Immacolata Concezione e il Bambin Gesù. Non sembra una pura coincidenza che si voglia legalizzare la strage degli innocenti proprio nei giorni di Natale.