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Giovedi, 28 marzo 2024 - Misteri luminosi - San Castore di Tarso ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Quanto pochi sono oggi coloro che guardano nella giusta direzione; quasi tutti guardano nella direzione sbagliata, come fossero strabici. Guarda certamente nella giusta direzione colui che riconosce la sua iniquità, proprio come l'ha commessa, e la confessa subito, a puntino, con esattezza, come è avvenuta. Alza dunque i tuoi occhi nella giusta direzione e non in quella sbagliata; non vergognarti, non aver timore!

Novena a Maria Ausiliatrice di don Bosco

QUARTO GIORNO: Confessione frequente.

V. Deus, in adiutorium meum intende.

R. Domine, ad adiuvandum me festina.

V. Gloria Patri et Filio etc.

R. Sicut erat etc.

V. Maria, Auxilium Christianorum,

R. Ora pro nobis.

1. Una delle più grandi misericordie di Gesù Cristo è il Sacramento della confessione. Guai per noi se Gesù avesse detto: «Io vi fo dono del battesimo, vi cancello il peccato originale ed attuale se lo avete, vi costituisco eredi del mio regno; ma pretendo che vi conserviate innocenti sino alla fine della vita. Se mai qualcuno avesse l'ardimento di macchiarsi di grave colpa, sappia che per lui non vi sarà più speranza di salute.» Gesù avrebbe potuto parlare così, e tuttavia grande sarebbe stata la sua misericordia per averci data la grazia del santo battesimo. Ma conoscendo la nostra debolezza e sapendo che dopo il battesimo molti avrebbero gravemente peccato, stabilì un altro Sacramento, pel cui mezzo potessimo ricuperare la sua divina grazia, il diritto e la speranza del Paradiso. Diede pertanto ai suoi ministri la potestà di perdonare in suo nome i peccati: quorum remiseritis peccata remittuntur eis, e ordinò di perdonare non solamente sette volte, come gli domandava s. Pietro, ma fino a settanta volte sette: usque ad septuagies septies, cioè a dire tutte le volte che il peccatore pentito avesse confessate le sue colpe.

Per volere di Gesù Cristo la confessione è adunque il secondo mezzo di riconciliazione con Dio; è la seconda tavola dopo il naufragio. Chiunque dopo il battesimo ha commesso un peccato mortale non ha più altro scampo che il confessare, cioè dire con pentimento tutte le sue colpe ad un sacerdote approvato, e ricevere da lui l'assoluzione. In tutti i tempi la confessione segreta dei peccati fu praticata; in tutti i tempi essa fu giudicata necessaria per ottenere il perdono da Dio. Nel quinto secolo della Chiesa s. Agostino esorta i fedeli a fare per tempo penitenza dei loro peccati, e ne dà la ragione colle seguenti parole: Perchè se alcuno viene all'estremo della vita non sa se potrà riceverla ancora, ed ignora se potrà ancora a Dio e al sacerdote confessare i suoi peccati. - Nel terzo secolo s. Cipriano raccomanda parimente ai peccatori di confessare i propri delitti mentre sono in vita, mentre la loro confessione può essere ricevuta, mentre può ottenersi la penitenza e il perdono per mezzo dei sacerdoti. Poco prima Origene paragonava il peccatore a colui che ha nello stomaco una forte indigestione, e dice che se non vuole essere soffocato deve mettere fuori il suo peccato confessandolo al medico spirituale, cioè al sacerdote. - Per queste ragioni la Chiesa radunata nel concilio di Trento condannò come eretici quelli che negano la divina istituzione, e la necessità della confessione. Quindi ricchi e poveri, servi e padroni, re, monarchi, imperatori, sacerdoti, vescovi, i medesimi sommi pontefici, tutti devono piegare la fronte innanzi ad un sacerdote per ottenere il perdono delle colpe che avessero commesse dopo il battesimo.

2. La confessione non ha solo il vantaggio di ridonarci la grazia di Dio quando l'avessimo perduta, ma di accrescerla qualora vi ci accostassimo con soli peccati veniali. Essa ci arreca ancora altre utilità: impedisce che il vizio prenda radici nel nostro cuore; diminuisce i peccati, dandoci la forza di evitarne molti e gravi e leggeri; rende ognor più bella l'anima nostra agli occhi di Dio. Laonde s. Bernardo ci esorta con queste parole: Ama la confessione, se desideri comparir bello al divino cospetto: ama confessionem si affectas decorem. Colla confessione ci ottiene ancora una perfetta pace di soscienza. Per mezzo della confessione si ricevono dei saggi consigli da un fedele amico dell'anima, maggior fortezza nel combattere e debellare il demonio, maggior confidenza pel dì della morte, maggiori meriti pei cielo.

In vista di tanti spirituali vantaggi ogni cristiano deve darsi grande premura per accostarsi sovente a questo Sacramento, poichè per godere degli accennati beni non basta accostarvisi una sola volta all'anno, o di rado. Se uno si lavasse solamente una o due volte all'anno oh! quanto diverrebbe brutta e deforme la sua faccia! Se una sola o due volte all'anno egli pulisse i suoi abiti spanderebbe certamente una puzza orrenda. Non altrimenti accade all'anima di colui, il quale si accosti di rado alla confessione. Perciò, o lettor mio, procuriamo di accostarvici in tutte le solennità di nostro Signore, e della Beata Vergine, e meglio ancora ogni quindici giorni, od una volta al mese come raccomandano tutti i catechismi, oppure ogni otto giorni, secondo che consigliava s. Filippo Neri. - Dirà taluno: Io vorrei confessarmi spesso, ma i miei affari me lo impediscono. Questa è una scusa vana; è un inganno del demonio. È scusa vana, perchè a fine di accostarti alla confessione tu potresti scegliere i giorni festivi, nei quali gli affari temporali devono necessariamente essere messi da parte. Ciò posto, è impossibile che un cristiano non possa di quando in quando trovare almeno un'ora nella festa per compiere un atto di sì grande vantaggio. È ancora un inganno del demonio, perchè il primo, il più importante, anzi l'unico affare è quello di salvarti. Oh! grida il Signore: che cosa giova all’uomo se guadagnasse ben anche tutto il mondo, se poi viene a perdere l'anima sua?

3. Il demonio nemico di tutte le opere sante, quando non riesce ad allontanarci dalla confessione si adopera che ci accostiamo senza le dovute disposizioni, e così ne ricaviamo poco e nessun vantaggio. Perciò, o divoto cristiano, metti in pratica i due seguenti avvisi, che io stimo della massima importanza.

1. In ogni tua confessione pensa che quella potrebbe essere l'ultima della vita. Credimi, o lettore, un gran numero di cristiani si confessano ma, siconfessano male. Santa Teresa a questo riguardo ebbe una terribile visione. Dio le fece vedere la moltitudine di anime che presentavansi al divin tribunale per essere giudicate, e vidi, essa dice, che quelle anime cadevano nell'inferno come d'inverno la neve cade sul dorso delle montagne. Spaventata ne dimandai la cagione; e Dio rispose che quelle se ne andavano alla perdizione non per essersi rifiutate di confessarsi, ma per essersi confessate male. Perciò confessati nel corso della vita come se fossi al punto di morte, cioè dolorosamente e sinceramente, procurando di mettere in pratica i proponimenti che fai nella tua confessione.

2. Nel fare l'esame dà sempre uno sguardo alla vita passata, e qualora trovassi qualche imbroglio di coscienza o ti venisse qualche timore sulle confessioni già fatte, confidalo tosto al confessore. Non differire di volta in volta, perchè ti metteresti in pericolo di fare confessioni sacrileghe, o per lo meno con grave danno dell'anima tua.

Coraggio adunque, divoto di Maria, osserva quanto ti dissi, e quando ti accosti a questo Sacramento di misericordia, ricordati di pregar Maria che ti ottenga un vero dolore delle tue colpe, ed un fermo proponimento di fuggire sempre e dovunque il peccato e le occasioni di peccare. Così facendo tu ti renderai ognora più caro a questa Regina del cielo, e acquisterai in ogni tua confessione un accrescimento di grazia in terra, un aumento di gloria pel cielo.

Pratica. - Mi preparerò a fare una buona confessione in onore di Maria, e se il confessore ne vedesse il bisogno farò anche la confessione generale.

Esempio.
Maria Ausiliatrice fa sentir dapertutto i dolci effetti della sua potenza e del suo materno amore. Il 26 Luglio dell'anno 1868 una persona scriveva dall'Austria la seguente relazione.

Pochi giorni or sono oppressa dallo spavento io invocava il soccorso di Maria Ausiliatrice a favore del mio genero, ed ora non so con quali espressioni poterla ringraziare. L'infermo dopo seria malattia era all'estremo della vita. Con somma esemplarità ricevette i santi Sacramenti e mostrava la rassegnazione e la fortezza del vero cristiano agonizzante. Ma io, mia figlia, e tutti quelli della famiglia eravamo atterriti al pensiero della perdita di lui. In questo terribile frangente incominciammo una novena in onore di Maria Ausiliatrice, unica nostra speranza. Al giorno 18 incominciammo la memorabile novena ed io misi al collo dell'infermo la prodigiosa medaglia di Maria Ausiliatrice. Maraviglia a dirsi! Il giorno stesso l'ammalato acquistò tanto aumento di forze con tale diminuzione di male, che i medici lo giudicarono fuori di pericolo. Oggi (26 luglio) il malato parla, ride, celia ed ha già potuto risforarsi con bibite e commestibili di varii generi. Sia adunque ora e sempre da tutti ed in ogni luogo benedetto, esaltato, invocato il nome di Maria Ausiliatrice.

Al fatto surriferito aggiungiamo questo altro avvenuto in Huete nella Spagna il 29 maggio 1867. Una povera madre aveva un piccolo figliuolo di sette anni, il quale da tre mesi aveva perduto intieramente la vista in conseguenza del vaiolo. Tentate inutilmente tutte le prove, più nulla sperando dai rimedii umani, ella ripone tutta la sua fiducia nella protezione di Maria Ausiliatrice. Conducendo a mano il piccolo cieco ella si porta quel giorno in chiesa. Fatta ivi la sua confessione, si prostra piangendo ai piedi dell'immagine di Maria, e dice al fanciullo: «Figlio, raccomandati alla Madonna del soccorso, e digli che ti guarisca e li renda la vista.»

Il fanciullino obbediente all'invito della madre si diede a pregare con queste parole: Vergine Ausiliatrice, guariscimi i miei occhietti.» Appena ebbe proferite queste parole gridò «Mamma, mamma, io veggo l'immagine della santa Vergine: oh! come è bella; io veggo anche te, e vedo le mie manine. La grazia era fatta, la madre fuori di sè per la gioia prorompe in singulti, con lei tutte le persone l'accompagnano; e ad alta voce ringrazia la sua Liberatrice, e ne annunzia dapertutto la bontà e la potenza.

Fonte: Don Bosco Santo