Testimonianza shock a Medjugorje: vittima per anni del padre | Poi accade qualcosa di straordinario

Un giovane di 22 anni, originario di Catania, ha rilasciato la sua toccante testimonianza in occasione dell’ultimo Festival dei Giovani a Medjugorje.

In una città del Sud Italia, una famiglia di evangelici è stata sconvolta da un evento completamente inaspettato. Una storia in cui la mano di Dio è più che mai evidente e ce la racconta il protagonista.

Testimonianza shock Medjugorje vittima padre
Antonio DI Tommaso – photo web source

Convertirsi al cattolicesimo non è mai cosa scontata. Nemmeno in Paesi come il nostro, dove la libertà religiosa dovrebbe essere un principio ormai assimilato. È a Medjugorje, terra di conversioni per definizioni, che la scorsa estate è risuonata l’incredibile storia di Antonio Di Tommaso.

Testimonianza choc a Medjugorje

Il 22enne catanese ha rilasciato la sua toccante testimonianza in occasione dell’ultimo Festival dei Giovani (1-6 agosto 2022). Antonio ha raccontato di essere cresciuto in una famiglia evangelica, in gran parte convertitasi al tempo dei suoi bisnonni.

I suoi genitori si sono fidanzati a soli 13 e 14 anni e sposati a 19 e 20: il loro fu un “amore a prima vista immenso che grazie a Dio, dura ancora oggi”. Purtroppo, il padre, “per colpa delle sue ferite intraprese delle brutte strade legate soprattutto alla sua tossicodipendenza”.

L’uomo, cocainomane, alcolista e ludopatico, ha usato violenza per anni contro i figli e la moglie, che, però, ha scelto di sopportarlo e di non abbandonarlo mai.

Domeniche da incubo…

Quando andavo alle elementari ricordo che i miei compagni di classe attendevano la domenica per poter stare con la famiglia, per me invece la domenica era il giorno che più temevo e aspettavo con una brutta ansia”, ha detto Antonio. Era proprio la domenica che lui, la madre e i fratelli subivano le peggiori vessazioni.

Incredibilmente, nei rari momenti in cui riusciva a stare lontano dalla droga, il padre di Antonio riusciva ad essere “il papà migliore del mondo ma “purtroppo”, ricorda il ragazzo, “i momenti brutti superavano quelli belli che venivano distrutti nella mia memoria”.

Costretto a pregare sotto il letto

La famiglia Di Tommaso, dilaniata dal dolore”, è poi “risorta grazie all’amore di Dio. Quando Antonio ha undici anni, arriva l’evento che cambierà la sua vita: una zia, rimasta cattolica, lo porta con sé a Medjugorje, proprio nel 30° anniversario delle apparizioni mariane.

Il giorno che Antonio vede per la prima volta la statua bianca della Madonna davanti alla parrocchia di San Giacomo, avverte subito che la sua vita cambierà per sempre. “Il cuore per miracolo mi disse: questa è tua mamma. Fu così che Maria divenne mia mamma”, ha detto il giovane catanese.

L’anno successivo, Antonio torna a Medjugorje e lì nasce in lui il desiderio di essere battezzato nella Chiesa Cattolica. Il padre ostacola ferocemente la decisione del ragazzo e inizia ad essere ancor più violento con lui.

Antonio è costretto a recitare il rosario, a “pregare sotto il letto” e ad andare messa di nascosto. Quando si reca in chiesa, dice al padre che sta uscendo con gli amici.

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Poi, dopo un anno di accesi contrasti, i genitori finalmente acconsentono al battesimo del figlio, che viene celebrato il giorno di Natale del 2013.

Quel rosario strappato di dosso

Alla fine del 2015, un nuovo inaspettato evento cambia nuovamente il destino della famiglia Di Tommaso. Il padre improvvisamente si pente di tutto il male fatto e ricomincia a frequentare la “vecchia comunità evangelica dove era cresciuto”. Il figlio notò quanto erano cambiati i suoi “occhi, la voce, la stessa espressione del viso”, tuttavia, quel momento di pace durò poco.

Il padre di Antonio aveva iniziato a frequentare persone che lo plagiavano, dicendogli “che io ero il diavolo perché frequentavo la Chiesa Cattolica e che avrei portato sciagure in tutta la famiglia”, ha raccontato il giovane durante la sua testimonianza a Medjugorje.

Iniziò così una nuova serie di vessazioni del padre contro il figlio, cui fu nuovamente proibito di professare la sua fede: “Ad esempio, portavo il rosario al collo e quando mi vedeva questo rosario ogni volta me lo strappava di dosso. Buttò via tutte le statuette che avevo comprato qui a Medjugorje”.

Dopo alcuni mesi, il padre di Antonio comprese definitivamente che “eravamo tutti figli dello stesso Dio” e smise di opprimere il figlio. La storia, però, non finisce qui.

Dio sa far fiorire il deserto in una sola notte

Qualche tempo dopo, Antonio torna a Medjugorje e, durante una Via Crucis per i tossicodipendenti, gli torna in mente il passato del padre: realizza quindi non averlo mai realmente perdonato. “Il mio cuore si squarciò”, ha confidato.

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In quello stesso pellegrinaggio, con quell’“enorme peso sul cuore”, Antonio si reca ad un’apparizione straordinaria al veggente Ivan e ascolta il messaggio della Madonna che dice: “cari figli, vi prego di perdonare come anche voi siete stati perdonati”. E lì Antonio comprende di “odiare l’uomo che mi aveva messo al mondo” e di doverlo perdonare.

Al ritorno a Catania, in aeroporto, i due si riabbracciano, chiedendosi perdono reciprocamente. In occasione dei 18 anni di Antonio, il padre gli scrive una lettera, in cui gli chiede ancora perdono.

Oggi la mia è una famiglia dove si respira l’amore di Dio. Pur non essendo della stessa Chiesa io e mio papà preghiamo insieme il nostro Dio”, ha detto ancora Antonio.

Il padre avrebbe voluto accompagnare il figlio a Medjugorje per offrire la propria testimonianza assieme a lui ma ha dovuto rinunciarvi per motivi di salute. “Mio papà adesso è il mio eroe e mi ha dimostrato come Dio possa far fiorire il deserto in una sola notte, perché per Lui niente, niente, niente è impossibile”, ha concluso.

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