Sinisa Mihajlovic/ La fede e il legame con Medjugorje: “in pellegrinaggio piangeva”

- Marta Duò

Sinisa Mihajlović nella sua vita ha avuto un forte legame non solo con il calcio ma anche con la fede, e in particolare con Medjugorje dopo un pellegrinaggio nel 2008...

Sinisa Mihajlovic ultime notizie Sinisa Mihajlovic (Lapresse)

Sinisa Mihajlović, la viglia Viktorijaal polso sempre il braccialetto di Medjugorje”

Sinisa Mihajlović, ex calciatore e allenatore di origine serba, è morto venerdì 16 dicembre 2022 a soli 53 anni di età. La causa della sua morte è una leucemia aggressiva che lo aveva colpito da marzo 2019. La sua vita non è stata caratterizzata soltanto dal calcio, ma anche dalla fede. Profondo e particolare il suo legame con Medjugorje. Una morte che la famiglia ha definito “ingiusta e prematura” nel comunicato con cui ha ufficializzato la notizia.

Di Sinisa Mihajlović si ricorda la profonda fede che lo ha sempre caratterizzato e che la figlia Viktorija aveva rilasciato nel 2020 a Famiglia Cristiana, spiegando che aveva sempre vissuto il suo credo “in maniera molto discreta e riservata. Lui è ortodosso, non è un praticante assiduo però è profondamente credente – aveva raccontato – prega soprattutto la sera prima di andare a dormire e al polso ha sempre il braccialetto di Medjugorje”. Proprio con Medjugorje Sinisa Mihajlović aveva intessuto un rapporto speciale, a partire dal giorno in cui “ci andò da solo nel 2008 quando allenava per la prima volta il Bologna”. La figlia Viktorija aveva svelato che “mi ha detto che è stato un viaggio indimenticabile. Quando era lì piangeva senza un motivo apparente, era emozionatissimo anche se non riusciva a capirne il motivo. Mi ha detto di aver vissuto un’esperienza spirituale fortissima e per questo volevamo tornare tutti insieme”, ma l’avvento della pandemia aveva reso irrealizzabile questo desiderio.

Sinisa Mihajlović, tra fede e pellegrinaggio a Medjugorje: “esperienza toccante”

Il mondo del calcio piange Sinisa Mihajlović, morto all’età di 53 anni dopo aver combattuto a lungo contro la leucemia che lo aveva aggredito nel 2019. Nell’ottobre 2020, i tifosi si erano recati in pellegrinaggio sul colle della Guardia per chiedere alla Madonna di san Luca la pronta guarigione dell’ex calciatore. Un’iniziativa che la moglie di Sinisa Mihajlović, Arianna Rapaccioni, aveva vissuto in prima persona con grande commozione. Come aveva infatti raccontato la figlia Viktorija a Famiglia Cristiana, nel 2020, la madre “si è molto commossa durante quel pellegrinaggio, ha voluto ‘mimetizzarsi’ tra la gente per stare insieme a loro e condividere questo momento di preghiera dedicato a papà. È stata una bellissima esperienza, molto toccante”.

Sinisa Mihajlović è sempre stato sorretto dalla fede, e così tutta la sua famiglia che ora sta affrontando l’immenso dolore della sua morte. Nel 2020, la figlia Viktorija aveva ricordato che lo shock più grande era stato “incontrarlo dopo il primo ciclo, durissimo, di chemioterapia. L’avevo lasciato che stava bene, a parte il dolore alla gamba che lo faceva zoppicare, e l’ho ritrovato con dieci chili in meno, senza capelli, pallido”. Eppure, anche in quel frangente, “mio padre era rimasto un combattente”.





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