03/08/2009, 00.00
NEPAL
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Kathmandù, minacce di morte per i sacerdoti cattolici

di Kalpit Parajuli
Molti presbiteri ricevono per telefono l’intimazione a lasciare il Paese o morire. Gli ignoti dicono di appartenere a un gruppo fondamentalista indù, sospettato di essere autore di omicidi e attentati. Avvisate la autorità, ma non risultano prese cautele.

Kathmandu (AsiaNews) – Molti preti cattolici in Nepal hanno ricevuto gravi minacce da ignoti, qualificatisi per indù fondamentalisti, spesso con l’invito a lasciare il Paese “al più presto possibile”.

Padre Pius Perumana, responsabile del Centro Pastorale Vianney a Godavari, racconta ad AsiaNews che nei giorni scorsi ignoti per telefono “mi hanno dato un mese di tempo per lasciare il Nepal, se non voglio subire gravi conseguenze. Non mi hanno chiesto denaro”.

Il sacerdote ha presentato denuncia, ma non risulta che le autorità abbiano adottato alcuna misura di protezione per il Centro pastorale. L’ignoto ha detto di appartenere all’Esercito per la difesa del Nepal, gruppo estremista indù guidato da R.K. Mainali, sospettato di essere responsabile dell’assassinio di padre John Prakash e della bomba alla Chiesa dell’Assunzione a Kahtmandu del 23 maggio per la quale è stata arrestata una donna membro del gruppo.

Il 20 luglio notte è toccato a frate Benjamin Pampackel, superiore della Scuola cattolica Don Bosco a Lubhu, ad appena 8 chilometri da Kathmandu. Ignoti gli hanno telefonato e hanno detto al guardiano notturno, che ha preso la chiamata, che chi serve i cristiani rischia la vita, terrorizzando il malcapitato.

Anche padre Lawrence Manivar, che lavora presso la Scuola S. Saverio, racconta ad AsiaNews che “uno sconosciuto, qualificatosi come membro dell’Esercito di difesa del Nepal, mi ha intimato per telefono di lasciare il Paese entro un mese, o di prepararmi a morire”. L’ignoto ha aggiunto che il suo gruppo vuole un Nepal induista e che tutti i cristiani devono andare via.

Chirendra Satyal dell’Ufficio stampa cattolico del Nepal, dice che si ignora chi siano gli autori delle minacce, ma invita a non sottovalutarle.

Padre George Padingarakudyil è il parroco della Chiesa dell’Assunzione, dove a maggio una bomba ha causato morti e feriti (nella foto). Dice che non ha ricevuto minacce, ma che dall’attentato la chiesa è sorvegliata da polizia armata. Dice che da allora “il numero dei fedeli assidui non è diminuito, né è venuta meno la loro fede. Molti hanno superato il trauma tramite la fede”.

Mons. Anthony Sharma, vescovo del Nepal, invita alla prudenza. Dice che lui non ha ricevuto minacce e che le autorità sono state avvisate di ogni episodio.

Ma la preoccupazione tra i fedeli rimane alta, anche perché si ha notizia che anche i protestanti hanno ricevuto minacce, al punto che essi hanno iniziato loro indagini per individuarne gli autori.

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