Sito non ufficiale dell'apparizione della Vergine della Rivelazione alla grotta delle Tre Fontane a Roma
Scritto del 4 luglio 1953
2° Sabato di Fatima. 4-7-53
[Dice Maria:]
“Ripeto quanto già ti dissi nell'ottobre 1947 e che non trovi più.
Sono apparsa a Roma, con quelle vesti e con quel libro, per questi motivi, che sono anche tre grandi verità, anzi quattro.
Perché Roma è Sede del Papato, e il Papa avrà tanto e sempre più a
soffrire, questo, e i futuri, per le forze d'Averno scagliate sempre
più contro la S. Chiesa e i suoi rappresentanti e Ministri. Ricordi
quel dettato del 20-11-43, che poi, per ordine celeste, dovesti
distruggere il 24-3-46, per por fine all'imprudenza pericolosa dei
Padri? In esso è predetto, dall'antica profezia di Isaia c.23 v.18,
quanto avverrà in un'ora di prevalenza infernale, ossia anticristiana,
comunista, cosi come ti fu detto il 21-12-45, sempre per bocca di
Gabriele, l'arcangelo degli annunzi, verso che epoca sarà la fine del
mondo, la purificazione del novello Tempio, tratta dall'antica profezia
di Daniele c.8 v.14. Ebbene ciò avverrà, ed Io qui mi metto a difesa,
per allontanare quei tempi e quelle azioni sacrileghe.
Sono vestita dei colori della tua Patria, che sono anche quelli delle
tre virtù teologali, perché virtù e patria sono troppo disamate,
trascurate, calpestate, ed Io vengo a ricordare, con questa mia veste
inusitata, per Me che vesto quasi sempre di bianco, che occorre tornare
all'amore alle
Virtù e alla Patria, al vero Amore.
Tengo in mano il libro
delle Rivelazioni perché troppo si legge di cose profane e nocive, ma
troppo si trascurano il Vangelo e le altre parole di Vita Eterna, ed Io
voglio, perché le anime vivano e si salvino, che si ritorni a quei
libri, canonici o rivelati agli eletti.
Indico la veste talare gettata al suolo, sporca, strappata con sopra la
croce infranta, per dirvi che sempre più e più estesamente nel mondo,
ciò si verificherà. Come ai primi tempi della Chiesa Cristiana i miei
figli: Sacerdoti e fedeli, furono trucidati, martirizzati, conculcati,
cosi in questi, e più nei tempi prossimi, Chiesa e Cattolici saranno
oppressi, uccisi. Ma dal loro martirio verrà il cemento, la calce per
ricementare la Chiesa urtata, sgretolata dai figli di Satana.
Ma occorre pregare, pregare molto. E perché la marea infernale non
dilaghi in questa Nazione, e in Roma soprattutto, e perché non trionfi
l'Inferno, la Bestia d'Abisso, la Babilonia infernale, e perché il
Dragone, che mi ha sempre odiato e mi odia e che, quando ero in terra,
mi perseguitò in molti modi, da quando divenni madre per opera di
Spirito Santo a quando ci fu la strage degli innocenti, a quando fui
calunniata, schernita, odiata perché Madre di Gesù, sino a quando
dovetti assistere, prima in spirito, poi corporalmente, alle atroci
pene del Figlio mio, non prevalga. Pregare, pregare, pregare!
Convertirsi, credere se increduli, tornare all'ovile se si è separati
da esso; purificarsi, se colpevoli di peccati immondi; ricostruirsi, se
demoliti dalle forze ed eresie del secolo: rinascere in Gesù che vi è
Redenzione e Vita e in Me che sono la Madre di tutti i cristiani, e
anche degli altri, che voglio miei.
Sono la Vergine della Rivelazione. Lo fui da quando ancor ero in seno a
mia madre, perché, essendo Immacolata, sempre tutto seppi e compresi,
anche le cose più oscure. Vorrei che la Rivelazione che t'è stata data
fosse nota al mondo, perché sarebbe rete di pesca miracolosa, luce
nelle tenebre di tanti cuori, sale, pane, vino di Vita eterna. E ho
infinito dolore perché la ostacolano, e piango perciò su chi impedisce
la diffusione dell'opera, e su te e chi muore in peccato per questa
privazione”.
“Così come portai il mio piede purissimo, il mio Io, perfetto in
santità per essere Immacolato e Sposato a Dio, generatore del Verbo di
Dio, nel tumulto ingiusto e scomposto dei gerosolimitani davanti al
Pretorio e per le vie della città e sul Calvario, così porto ora il mio
Io glorificato là dove più è forte il Comunismo che è, in tutto, la
ripetizione dell'ingiusto odio verso il Corpo materiale e mistico del
Figlio mio.
Ogni volta che, nei secoli, apparvi in qualche luogo, lo fu perché ivi
o regnava l'anarchia, o la massoneria, o la rivoluzione, o altri
castighi provocati dalle colpe degli uomini, o perché era necessario,
con un prodigio, ricondurre a giustizia parenti, ecclesiastici,
religiosi maschi e femmine,
che non erano più giusti.
Così a Caravaggio, a Pompei, a
Lourdes, a Fatima, e in molti altri luoghi italiani, europei e anche
d'altri continenti. E anche ora appaio là dove più è radicato il
Comunismo,
la spada più pungente infissa nel mio Cuore, quella che mi fa cadere
queste lacrime che tu ti affretti a raccogliere nel fazzoletto già
santo, ma che ora, per questo mio pianto che vi cade, diviene
santissimo.
Ma, ahimè! La gente traviata non muta. Si ripete esattamente la scena
del Venerdì Santo: tradimenti, bestemmie orrende, atti sacrileghi,
torture feroci, odio satanico, verso il Figlio e la Madre, nel
tentativo di uccidere, abbattere tutto per avere un effimero ma
spaventoso trionfo. Un protestante, giunto ad un punto di traviamento
diabolico, specie verso Me, si è convertito. Ma costoro no. Si son dati
a Satana, non ad una religione o eresia errate e riprovevoli, ed esso
li tiene ben serrati, e la conversione non avviene come per il
Cornacchiola, ma anzi sempre più la piovra orrenda che è il Comunismo,
veleno satanico, li stringe e avvelena e si estende a far sempre nuove
prede. Il comunismo: l'orca, non marina ma mondiale, che abbranca e
trascina al naufragio totale: di corpi, anime, nazioni, quanti
abbranca, cosï come porta a morte vite e vascelli, se li abbranca coi
suoi orrendi tentacoli l'orca, il polipo gigante, terrore dei mari.
Bartolo Longo, ateo e massone, si converti, morì da
santo per avermi trovata tra le immondezze. Ma questi no.
Nulla li riporta al Bene. Quanto dolore mi danno li.