[ Rosario on line - Libri Cattolici - La mistica citta' di Dio ]

CAPITOLO 2

Maria santissima accompagna il nostro Salvatore nella predicazione e lo fa con grande sollecitudine; ha cura delle donne che lo seguono e in tutto procede con somma perfezione.

1044. Non sarebbe fuori luogo se io pretendessi di descrivere i miracoli e le opere eroiche di Cristo nostro redentore, perch� quasi a tutte cooper� in qualche modo la sua beatissima e santissima Madre. Ma io non posso intraprendere un lavoro cos� arduo e superiore alla capacit� umana: non per niente alla fine del suo Vangelo san Giovanni, dopo aver narrato tanti prodigi del suo Maestro, dice che se si fossero scritti tutti quelli da lui compiuti, sarebbero stati necessari libri cos� numerosi da non poter essere contenuti dal mondo intero. Se questa impresa parve davvero impossibile all'Evangelista, che cosa pu� presumere una donna ignorante e pi� inutile della polvere della terra? Quanto a ci� che fu necessario e conveniente, sovrabbondante e sufficiente per fondare e conservare la Chiesa, lo hanno scritto tutti e quattro gli evangelisti e non � necessario ripeterlo in questa Storia, bench� per tesserla e per non tacere tante opere della grande Regina che essi non narrarono se ne debbano accennare alcune di Cristo. Credo infatti che tenerle scritte e ricordarle mi sar� di consolazione e profitto. Quello che gli evangelisti non raccontarono, e che io non ho ordine di riportare, � riservato alla visione beatifica, dove ai santi sar� manifestato con speciale godimento nel Signore e dove essi loderanno Dio per opere cos� magnifiche.

1045. Da Cana di Galilea Cristo nostro salvatore prese la strada per Cafarnao, citt� grande e popolosa presso il mare di Tiberiade; si ferm� l� per pochi giorni, perch� era vicina la Pasqua ed egli andava a Gerusalemme per celebrarla. Da allora in poi la sua Madre santissima, abbandonata la casa di Nazaret, lo accompagn� nella predicazione. Ella lo segu� sempre fino alla croce, salvo in alcune circostanze, come quando il Signore sal� sul Tabor o quando si occup� di alcune conversioni particolari, come quella della samaritana, o le volte in cui la divina Signora restava con alcune persone per terminare di ammaestrarle. Subito, per�, ella ritornava da suo Figlio, seguendo il sole di giustizia fino al suo tramonto. In questi pellegrinaggi la Regina del cielo camminava a piedi, come sua Maest�. E se nei viaggi Cristo stesso si stanc�, come consta dal Vangelo, quale sar� stata la stanchezza della purissima Signora? Quali fatiche avr� sopportato in tanti spostamenti e in tutti i tempi? Con quanto rigore la Madre della misericordia tratt� il suo delicatissimo corpo! Anche solo in questo ella fatic� per noi a tal punto che tutti i mortali insieme non potranno mai ricambiare adeguatamente. Alcune volte - per disposizione divina - arriv� a sentire tali dolori e svenimenti da dover essere sostenuta miracolosamente; altre volte il Maestro le comandava di riposarsi in qualche luogo per un po' di giorni; altre ancora le rendeva il corpo cos� leggero che poteva muoversi senza difficolt�, come in volo.

1046. La nostra Maestra aveva scritta nel cuore tutta la dottrina evangelica, eppure era tanto sollecita ed attenta nell'ascoltare l'insegnamento del suo Figlio santissimo da sembrare una nuova discepola. Ella aveva ordinato ai suoi santi angeli di avvisarla per non mancare mai alla predicazione, salvo quando era lontana. Sempre la gran Signora ascoltava in ginocchio quanto sua Maest� insegnava; cos� ella sola, con tutte le sue forze, gli dava la riverenza ed il culto dovuti. Inoltre, conosceva i moti dell'anima santissima del Figlio e sapeva che egli, mentre predicava, pregava interiormente il Padre affinch� il seme della sua santa parola cadesse in cugri buoni e desse frutti di vita eterna. Allo stesso modo la pietosissima Madre pregava a favore di quanti ascoltavano il Signore e dava loro, con ardentissimo amore e commozione, le stesse benedizioni. Con la sua profonda riverenza ed attenzione, muoveva ed istruiva tutti a tenere nel debito conto l'insegnamento e le parole del Salvatore del mondo. Conosceva similmente il cuore di quelli che erano presenti alla predicazione del suo Figlio santissimo e lo stato di grazia o di peccato, di vizi o di virt� in cui si trovavano. La variet� di condizione delle anime, nascosta alla capacit� umana, causava nella divina Madre diversi ed ammirabili effetti, tutti di altissima carit� e di altre virt�, perch� s'infiammava di zelo per l'onore del Signore e bramava che il frutto della sua redenzione e delle sue opere nelle anime non andasse perduto; finch� erano in peccato, il pericolo in cui esse si trovavano la induceva a domandare la loro salvezza con fervore incomparabile. Sentiva straziante ed intimo cordoglio perch� Dio non era conosciuto, adorato e servito da tutte le sue creature; tale dolore era uguale alla conoscenza delle ragioni di ci�, ragioni che ella penetrava al di sopra di ogni intelletto umano. Si affliggeva con inesplicabile amarezza per gli uomini che non accettavano la grazia e la virt� divina e per questo piangeva lacrime di sangue. Quello che pat� la nostra gran Regina in tali opere ed in tale sollecitudine sorpass� di gran lunga le pene che patirono tutti i martiri del mondo.

1047. Ella trattava con incomparabile sapienza e prudenza i discepoli del Redentore, avendo maggior venerazione e stima per quelli che furono scelti come apostoli. Di tutti aveva cura come madre e a tutto provvedeva come potentissima regina, procurando loro il sostentamento e le altre cose necessarie per la vita del corpo. Talvolta, quando non c'era altro modo di procurarlo, comandava agli angeli di trovare del cibo per loro e per alcune donne delle quali si occupava. Ma di questi prodigi non dava ai discepoli altra conoscenza se non quella indispensabile a confermarli nella piet� e nella fede. Per aiutarli e farli avanzare nella vita spirituale, la gran Signora si adoper� pi� di quanto possiamo comprendere, non solo con preghiere continue e fervorose, ma con l'esempio, il consiglio e gli avvertimenti che dava loro, nutrendoli quale prudentissima madre e maestra. Quando gli apostoli o i discepoli avevano qualche dubbio - poich� all'inizio ne ebbero molti - o subivano qualche occulta tentazione, subito ricorrevano alla gran Regina per essere ammaestrati e sollevati dall'incomparabile luce e carit� che risplendeva in lei. Con la dolcezza delle sue parole venivano adeguatamente consolati e ricreati, con la sua sapienza rimanevano istruiti e dotti, con la sua umilt� sottomessi, con la sua modestia composti e in quell'officina dello Spirito Santo e dei suoi doni trovavano tutti i beni. Per tutti questi benefici, per la vocazione dei discepoli, per la conversione di ogni anima, per la perseveranza dei giusti e per qualsiasi opera di virt� e di grazia, ella dava lode all'Altissimo; queste erano per lei occasioni di festa e perci� componeva nuovi cantici.

1048. San Matteo, san Marco e san Luca riferiscono che Cristo nostro redentore era accompagnato e servito anche da alcune donne della Galilea che egli aveva liberato dal demonio e da varie infermit�. Il Maestro della vita, infatti, non escluse le donne dalla sua sequela, cosicch� esse lo assisterono dal principio della sua predicazione. La sua divina sapienza dispose ci� anche allo scopo di far s� che la sua Madre santissima avesse la loro compagnia. La nostra Regina aveva speciale cura di queste donne sante e pie: le radunava e le ammaestrava, conducendole ad ascoltare i discorsi del suo Figlio santissimo. Ella era tanto illuminata circa la sapienza e la dottrina del Vangelo da poter insegnare loro il cammino della vita eterna; tuttavia, dissimulando in parte il suo gran segreto, si valeva sempre di ci� che tutti avevano udito dallo stesso suo Figlio per dare inizio alle esortazioni e ai discorsi da lei rivolti alle donne che in diversi luoghi le si avvicinavano prima o dopo aver ascoltato il Salvatore del mondo. Anche se non tutte lo seguivano, la santissima Vergine le lasciava istruite nella fede e nei misteri dei quali dovevano essere informate. Quelle che attir� alla conoscenza di Cristo e alla via della salvezza eterna e della perfezione evangelica furono innumerevoli, per quanto gli evangelisti non ne parlino, ma lo lascino solamente supporre dicendo che alcune donne seguivano Cristo nostro Signore. In mezzo ad esse la potentissima Signora compiva azioni mirabili: non solo a parole, ma anche con l'esempio insegnava loro ad esercitare la piet�, visitando infermi, poveri, carcerati, medicando con le sue stesse mani le piaghe dei malati, consolando gli afflitti e soccorrendo i bisognosi. Se si fossero dovute riferire tutte queste opere sarebbe stato necessario dedicare a ci� buona parte di questa Storia o farvi un'aggiunta.

1049. I numerosi e stupendi prodigi compiuti dalla gran Regina durante la predicazione del Salvatore non si trovano nel Vangelo n� in altri scritti ecclesiastici. Gli evangelisti riportarono solamente i miracoli del Signore utili alla fede della Chiesa, perch� occorreva che questa fosse gi� fondata e confermata in detta fede prima che si manifestassero le grandezze proprie della Madre di Dio. Secondo ci� che mi � stato fatto comprendere, � certo che ella non solo ottenne numerose conversioni miracolose, ma anche risuscit� morti, restitu� la vista a ciechi e guar� molti infermi. Questo fu conveniente per varie ragioni: in primo luogo, perch� ella fu coadiutrice della redenzione, opera per la quale l'Altissimo apr� i tesori della sua infinita onnipotenza e bont�, manifestandole mediante il Verbo incarnato e la sua degna Madre; in secondo luogo, perch� in questi prodigi il fatto che la stessa Madre fosse simile al Figlio e giungesse alla pienezza di tutte le grazie e dei meriti corrispondenti alla sua dignit� e al suo premio dava gloria ad entrambi. Infatti, con tale modo di agire, ella accreditava il Maestro della vita nel suo insegnamento e lo aiutava efficacemente nel suo ministero. Queste meraviglie di Maria santissima rimasero segrete per disposizione del Signore, su richiesta della prudentissima Regina; ella le compiva cos� nascostamente e con tanta sapienza da far s� che di tutto si desse lode al Redentore, nel nome e in virt� del quale ogni cosa era fatta. Allo stesso modo insegnava alle anime: non predicava in pubblico e tantomeno nei luoghi preposti per i maestri e i ministri della parola divina. La gran Signora, infatti, sapeva molto bene che un simile ministero non era per le donne, ma nelle conversazioni private compiva tali opere con celeste saggezza, efficacia e prudenza, ottenendo maggiori conversioni di tutti i predicatori del mondo.

1050. Quanto detto s'intender� meglio sapendo che ella conosceva i temperamenti, le inclinazioni, i costumi di tutti, ed il tempo, la disposizione e l'occasione pi� opportuna per condurli alla via della luce. A tutto ci� si aggiungevano le sue preghiere e la dolcezza dei suoi prudentissimi discorsi. Essendo tutti questi doni governati dalla carit� ardentissima con cui desiderava portare gli uomini al Signore, era conseguente che ne riscattasse ed ispirasse un'infinit� in maniera grandiosa. Infatti, niente di quanto chiedeva a Dio le veniva negato e non faceva alcunch� di inutile. Senza dubbio ella cooper� alla redenzione pi� di quanto possiamo conoscere in questa vita. La divina Signora procedeva sempre con rara mansuetudine, come una colomba candidissima, e con estrema pazienza, sopportando le imperfezioni e la grossolanit� dei nuovi fedeli e illuminando la loro ignoranza; erano infatti una grande moltitudine quelli che ricorrevano a lei risolvendosi a credere nel Redentore. In ogni circostanza serbava la sua magnificenza di gran regina, essendo insieme molto soave ed umile; solo ella pot� unire queste due perfezioni in sommo grado ad imitazione del Maestro divino. Entrambi trattavano tutti con tanta umanit� e perfettissimo amore che nessuno pot� avere la scusa di non essere stato istruito da tali maestri. Parlavano, vivevano e mangiavano con i discepoli e con le donne che li seguivano nella misura e con la prudenza necessarie, affinch� nessuno si meravigliasse o pensasse che il Salvatore non fosse vero uomo, figlio naturale di Maria santissima. Per questo sua Maest� accettava con tanta affabilit� gli inviti.

Insegnamento della Regina del cielo



1051. Figlia mia, � vero che nell'accompagnare e seguire il mio Figlio santissimo fino alla croce mi adoperai pi� di quanto pensino e sappiano i mortali, e che dopo non furono minori le mie sollecitudini, come intenderai quando dovrai scrivere la terza parte della mia Vita. Tuttavia, tra i disagi sopportati era incomparabile il godimento del mio spirito al vedere che il Verbo incarnato realizzava la salvezza degli uomini ed apriva il libro dei misteri nascosti della sua santissima divinit� ed umanit�, chiuso con i sette sigilli. Il genere umano non mi deve meno per quanto io mi rallegravo del bene di ciascuno che per la premura con la quale glielo procuravo, perch� tutto nasceva da uno stesso amore. In questo voglio che tu mi imiti, come frequentemente t'invito a fare. E bench� tu non oda con gli orecchi del corpo l'insegnamento di Cristo, n� la sua voce e predicazione, puoi imitarmi nella venerazione con cui io l'ascoltavo, perch� colui che parla al tuo cuore � lo stesso e identiche sono la verit� e la dottrina. Ti comando, dunque, quando riconoscerai la luce e la voce del tuo sposo e pastore, d'inginocchiarti con riverenza per prestarle attenzione, di adorarlo con rendimento di grazie e di scriverti le sue parole nel cuore. Se sarai in luogo pubblico, dove non potrai umiliarti esteriormente, lo farai interiormente; procura di obbedirgli in tutto, come se ti trovassi presente alla predicazione, giacch� come allora udirla col corpo senza metterne in pratica l'insegnamento non ti avrebbe reso beata, cos� al contrario sarai ora felice se opererai ci� che odi nello spirito, anche se tu non lo ascolti con gli orecchi del corpo. Grande � la tua obbligazione, perch� grande � verso di te la liberalissima piet� e misericordia dell'Altissimo e la mia. Non essere dura di cuore e non trovarti povera fra tante ricchezze della divina luce.

1052. Non soltanto devi ascoltare con venerazione la voce interiore del Signore, ma anche quella dei suoi ministri e predicatori: le loro voci sono l'eco di quella di Dio ed essi sono i canali per cui passa la sana dottrina della vita, scaturita dalla fonte perenne della verit�. Dio parla in loro: ascoltali con venerazione tale da non trovare o giudicare mai in essi difetto alcuno. Per te tutti devono essere saggi ed eloquenti ed in ciascuno devi ascoltare Cristo mio figlio. Stai molto attenta a non inciampare nell'insano ardire delle persone del mondo, che con vanit� e superbia assai riprovevole e odiosa agli occhi divini disprezzano i suoi ministri e predicatori perch� non parlano in modo da dare soddisfazione al loro gusto depravato. Siccome non vanno per ascoltare la parola di Dio, giudicano solo in base ai termini e allo stile, come se essa, proferita senza abbellimento e senza mescolanza di termini piacevoli all'udito infermo di quelli che l'ascoltano, non fosse sincera ed efficace. Non tenere in poco conto questo monito. Similmente, ti esorto a comportarti cos� davanti ai poveri come davanti ai ricchi, senza preferenza di persone. Questo infatti � un altro difetto comune tra i figli di Adamo, e il mio Figlio santissimo ed io lo condannammo mostrandoci ugualmente affabili verso tutti, anzi maggiormente verso coloro che erano disprezzati, afflitti e bisognosi. La sapienza umana non considera nelle persone l'essere o le virt�, ma l'apparenza; la prudenza del cielo invece guarda in tutti l'immagine di Dio. Non affannarti per evitare che il tuo prossimo sappia che tu soffri i difetti della natura - pena del primo peccato -, come le infermit�, la stanchezza, la fame ed altri disagi: talvolta celarli � segno di ipocrisia o superbia, e gli amici di Dio devono solamente temere il peccato e desiderare di morire piuttosto che commetterlo; tutti gli altri difetti non imbrattano la coscienza, n� � necessario nasconderli.
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