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Messaggio del 25 ottobre 1996:Cari figli! Oggi vi invito ad aprirvi a Dio Creatore perché vi cambi. Figlioli, voi mi siete cari, vi amo tutti e vi invito ad essermi più vicini; che il vostro amore per il mio Cuore Immacolato sia più fervente. Desidero rinnovarvi e condurvi col mio Cuore al Cuore di Gesù che ancora oggi soffre per voi e vi invita alla conversione ed al rinnovamento. Tramite voi desidero rinnovare il mondo. Comprendete, figlioli che oggi voi siete il sale della terra e la luce del mondo. Figlioli, vi invito e vi amo ed in un modo speciale vi supplico: convertitevi. Grazie per avere risposto alla mia chiamata!

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In vista del centenario della nascita di Karol Wojtyla, Benedetto XVI ha scritto un testo pubblicato dalla Conferenza Episcopale della Polonia. Vi si ricorda la «situazione drammatica» in cui versava la Chiesa quando fu eletto Giovanni Paolo II, che con la sua fede nella Divina Misericordia fu segno di speranza ed «elemento essenziale nel crollo dei poteri».
Ricardo Pareja Álvarez, 21enne con un tumore ai polmoni, per cui sta pregando il mondo, ricorda a tutti come vivere anche di fronte all'epidemia: «La preghiera mi dà grazia. Sono entrato in un'altra dimensione: vivere in intimità con Dio che mi può chiamare in ogni momento», così questa «via crucis mi dà felicità». Il vescovo ha parlato di lui, tramite cui «il Signore ha generato una comunione che sta convertendo molti». Perciò Ricardo ha confessato: «Un tumore vale la bellezza di quanto sto vivendo».
«Conobbi il professor Wojty?a e subito mi cambiò la tesi: “Lavora su Sartre per aiutare i marxisti a capire il loro errore antropologico e noi a prepararci ad affrontare la laicizzazione incalzante”. Aveva ragione perché sapeva leggere “storia” della persona umana alla luce dell’atto della creazione, del Principio, del logos. E parlava dicendo “si, si - No, no!”: sapeva che tutto ciò che è in sovrappiù proviene dal Maligno, dall’Antilogos, dall’Anticristo. Ci insegnava a porre domande sulla verità, rivelandoci la sua felicità. E non si vergognava di nulla perché tutto ciò che era in lui, virtù e difetti, lo orientavano a Dio. Da lui ho imparato che non si scherza impunemente con la verità e con il senso dell’uomo». A 100 anni dalla nascita il ricordo intimo di Giovanni Paolo II da parte del suo allievo Stanislaw Grygiel. E la sua eredità filosofica.
Il 18 maggio di cento anni fa nasceva a Wadowice, in Polonia, Karol Wojtyla. Anche in “vacanza” sui monti, da Papa, «continuava a essere un mistico e contemplativo», racconta alla Nuova Bussola monsignor Alberto Maria Careggio, organizzatore dei suoi soggiorni estivi in Valle d’Aosta. «Soffrì molto nel non vedere riconosciute le radici cristiane e previde profeticamente a quali conseguenze andasse incontro l’Europa che si faceva atea». E un giorno nel 1994, durante la guerra nell’ex Jugoslavia, patì «la sua piccola Passione», abbracciato a una grande croce, sotto la pioggia, per impetrare la pace.