MaM
Messaggio del 25 giugno 2018:Cari figli! Questo è il giorno che mi ha dato il Signore per ringraziarLo per ciascuno di voi, per coloro che si sono convertiti e che hanno accettato i miei messaggi e si sono incamminati sulla via della conversione e della santità. Figlioli, gioite, perché Dio è misericordioso e vi ama tutti con il Suo amore immenso e vi guida verso la via della salvezza tramite la mia venuta qui. Io vi amo tutti e vi do mio Figlio affinché Lui vi doni la pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Camilla Bravi

15 ottobre 1947. Santa Comunione. Voce interiore.

Gesù era triste e piangeva. Mi strinse a sé dolcemente. Gli chiesi il perché del suo pianto e mi rispose: «Perché il Comunismo dilaga. Questi comunisti lavorano perché vogliono abbattere il governo e salire loro, abbattere la mia Religione. Fanno strage della mia Chiesa ovunque essi sono al potere. Anche qui in Italia cercano di salire al potere per abbattere il Papa. Ti amo tanto! Tu sei la vittima da me designata per questi tempi. Sei contenta che Io intensifichi le tue sofferenze per salvare anime?».

Risposi: «Gesù, sono tua: fa' di me quello che Tu vuoi. Mi basta che Tu mi dia la tua grazia. Lo vedi che mi offro di cuore». Egli continuò: «Ebbene: tu soffrirai tanto, avrai agonie morali e spirituali, ma ti prometto che ti concederò l'umiltà di cuore che tanto desideri. Questa grazia è la Madonna che te l'ottiene, come tutte le altre. Vivi e sta' nascosta nel suo bell'intimo, cioè vivi nel suo spirito, unita a Lei, nascosta in Lei come Io sono stato nascosto nel suo seno. Ella ama, adora, prega, ottiene, ripara per te, implora e supplisce per te e per le persone a te care. Io sono una volontà sola con la sua volontà perché essa è fusa con la mia; e tu nascosta in Lei sei anche nascosta in Me, perché Io sono vivente nel suo Cuore. Non temere di affidarti a Lei perché è in Lei, nel suo intimo, che Io mi comunicherò a te. Ella ti donerà le sue virtù e mi formerà in te».

Gli chiesi: «Quando verranno i castighi?».

Ed Egli: «Imminenti vuol dire che sono vicinissimi e possono venire tutti i giorni: è certo che non c'è più d'aspettare come quando te li ho predetti, né venticinque anni, né venti, né quindici e né dieci. Verranno questi primi anni che seguono. Essi però saranno mitigati di molto per l'intercessione della Madonna».

Io interruppi Gesù e chiesi ancora: «Verranno alla fine del cinquanta?». E glielo chiesi per curiosità perché avevo sentito dire che una veggente aveva appreso dalla Madonna che sarebbero venuti nel cinquanta. E siccome Gesù stava zitto e non sentivo la sua voce interiore, glielo chiesi tre volte. Alla fine mi parve che Gesù annuisse col capo e rispondesse di sì, ma mi rimase il dubbio.

Gesù continuò: «Aiutami a mitigare la collera del mio Padre Celeste; cerca di mortificarti e morire a te stessa, e fa' un'ora di silenzio al giorno, per abbattere il comunismo».

Poi m'abbracciò la Madonna, e anch'Essa piangeva. E mi disse: «Come t'ha detto Gesù, i castighi sono imminenti. Abbandonati a Me e nasconditi in Me. Il demonio è geloso e cercherà di nuocerti, ma Io illuminerò il tuo Padre spirituale perché possa discernere in te l'opera di Dio e quella del maligno. Invocami spesso con questa giaculatoria: Virgo fidelis, ora pro nobis (Vergine fedele, prega per noi), perché ti conceda fedeltà alla grazia e forza nella lotta contro il tuo difetto predominante». E mi promise l'umiltà di cuore.

Le rammentai la mia grande miseria ed Ella: «Per quanto sia grande la tua miseria, al confronto della nostra Misericordia è come una goccia d'acqua che scompare nell'oceano del nostro Amore, assorbita e distrutta dalla pienezza d'Amore; e a te non rimane che l'oceano dei nostri meriti. Ecco che cosa guadagna un'anima che soffre, prega e si dona a Noi».

17 ottobre 1947. Voci interiori.

Sempre nella Comunione, Gesù mi disse: «L'interno di Maria è il mio Paradiso. Io, il Padre, lo Spirito Santo, abbiamo sfoggiato in Lei tutta la nostra Sapienza, Potenza, Bontà, tutto il nostro indivisibile e infinito Amore, e l'abbiamo arricchita di doni, privilegi, virtù, grazie, donando a Lei per grazia, ciò che vi è in Noi per natura. Ella è il Tabernacolo della Divinità, conosce tutti i segreti di Dio, è tesoriera e dispensatrice dei tesori di Dio, e il suo bell'interno è il tesoro di Dio. Ella, pur essendo nostra creatura, è tutta divina per grazia, per le sue relazioni di Figlia, Madre, Sposa nella Santissima Trinità. È tutta bella, immacolata, piena di grazia e la sua volontà è fusa con quella di Dio; il suo spirito, il suo Amore, i suoi desideri sono quelli di Dio. Ella vuole, ama, desidera quello che vuole, ama e desidera Dio».

Io, discendendo nel suo seno immacolato e verginale, ho provato le delizie del Padre mio, perché la Santissima Trinità l'aveva preparata degna abitazione per ricevere il Verbo, il Figlio di Dio. Ed Io, Gesù, prendendo carne in Lei, ho trovato il mio Paradiso sulla terra».

«Nessuno può conoscere bene le bellezze, grandezze, ricchezze divine nascoste in Lei, Madre mia diletta; ma in questi anni che seguono farò conoscere al mondo questo bell'interno di Maria, e le anime verranno a Me tramite Maria».

«Nasconditi in Lei, perché Io verrò a cercarti in Lei, come il fidanzato va a trovare l'amata in casa della madre sua. Ella conosce i miei gusti e ti preparerà la dote per farti santa».

Questi lumi li ho avuti press'a poco così altre volte, ma ora sono sperimentali perché mi fanno conoscere chi è Maria Santissima. Gesù mi ha già introdotta nel suo bell'interno ad abitare in Lei, e m'ha promesso che mi farà conoscere sempre più le grandezze di Maria, per mezzo dello Spirito Santo, Amore sostanziale.

20 ottobre 1947. Voce di Maria.

Ieri stetti tutto il giorno in unione intima con Gesù e Maria, alla loro presenza sensibile; stetti racchiusa nell'interno di Maria, ossia nello spirito del suo Cuore. Sentivo dolcemente in me la sua azione; teneva come assorte le potenze dell'anima mia in Lei, e mi spiegava la sua fede, l'umiltà e la carità profonda nel mistero del Verbo Incarnato in Lei. Ed io offrivo con Lei a Gesù tutti i sentimenti e l'Amore ch'Ella provava mentre Gesù era nascosto in Lei, perché mi concedesse tutte le virtù che mi debbono santificare.

Ella, stringendomi fra le sue braccia, mi disse: «Nasconditi sempre più nel mio Cuore, nel mio spirito; questo è il bell'interno in cui tu devi vivere per trovare la forza per vincere il demonio che cercherà di farti soffrire tanto nell'anima, e anche nel corpo. Nell'anima: vere agonie morali e spirituali, perché lui vorrà farti credere che sei sua, che ti ha indotto a peccare con le sue tentazioni e che per te non ci sarà più salvezza. Questo sembrerà a te realtà, ma Io ti dico, anche a nome di mio Figlio Verità Eterna, che ciò non sarà. Io non permetterò che egli riesca a farti peccare e a nuocere alla tua anima; e anche nel tuo corpo, egli potrà solo ciò che il buon Dio gli permetterà. Questa prova ti umilierà molto, ma tu darai a Me e a Gesù tante anime e tanta gloria».

Io istintivamente mi rifugiavo in Lei, ma Essa continuò: «Non temere, fidati di Me e non pensare a ciò che potrà un giorno succederti, perché Io sarò con te e t'aiuterò sempre».

Poi Gesù mi disse: «Fidati di Me e della Madonna. Noi non ti abbandoneremo anche se a te sembrerà d'essere abbandonata. Credi tu ch'Io possa permettere una prova che possa nuocere alla tua anima? No, questo non sarà mai. Il maligno tenterà di convincerti che tu hai peccato e che Noi t'abbiamo abbandonata. No, questo non lo permetterò».

Mentre Gesù e Maria mi parlavano, mi venne questo pensiero: non dire, né scrivere sul diario queste cose, così, se non si avvereranno, il Direttore spirituale non ti crederà isterica; caso mai, se un giorno o l'altro dovessero succederti, sei sempre a tempo a dirglielo allora.

Ma Gesù mi prevenne dicendomi: «Scrivi sul tuo diario tutto ciò che senti, così il tuo Direttore spirituale potrà conoscerti meglio e regolarsi nella tua direzione. Questo tuo atto di umiltà mi darà gloria, ed Io darò a te il merito dell'ubbidienza, anche se tutto ciò che senti non si avverasse e fosse tutto frutto della tua fantasia. Quello che mi piace in un'anima è la sincerità e semplicità col suo Padre spirituale, e l'ubbidienza a lui, anche se ti umiliasse e ti dicesse che sei un'isterica o di non scrivere più nulla. Solo così il demonio non potrà nuocerti».

15 novembre 1947. Voce interiore.

Resistevo, ma Gesù m'attirò a sé e mi diede, come tante altre volte, la conoscenza del mio nulla e il dolore dei miei peccati. Avevo gran desiderio ch'Egli soffrisse in me e mi concedesse la santa umiltà del cuore, e mi purificasse per portargli anime.

Mi esortò a fare sacrifici per le anime e per mitigare i castighi, e a stare unita a Maria Santissima. Mi venne il desiderio di chiedergli se la Madonna era proprio apparsa alle Ghiaie, ma, pensando che fosse una curiosità, tacqui. Egli continuò: «Desideri sapere se la Madonna è veramente apparsa alle Ghiaie. Tanti non credono, ma Ella farà sentire il suo Cuore di Madre, e tutti toccheranno con mano che, nel castigo, saranno stati salvati da Lei. Allora tutti crederanno che è veramente apparsa, e folle di popolo partiranno dalla Diocesi e si recheranno in processione a ringraziarla e lodarla». (Ciò finora non si è verificato per approvazione esplicita dell’Autorità Ecclesiastica, ma per spontanea devozione popolare).

Gesù aggiunse: «E anche tu, prima di morire, la vedrai con gli occhi del corpo». Anche la Vergine mi disse che Lei era veramente apparsa e che, durante il castigo, tutti si convinceranno che Loro prediligono la terra bergamasca perché, sebbene corrotta nei costumi, la maggior parte pecca per ignoranza e freddezza, mentre in tante altre Diocesi d'Italia v'è meno fede, e tanti odiano Dio, il Papa e la sua religione. Ella pure mi disse che, prima di morire, la vedrò anch'io.

10 dicembre 1947. Voci interiori.

«Sarò veramente crocifisso in te; passerai la prova che ti ho già predetto: il demonio strazierà il tuo spirito. Per la tua disposizione d'animo, che accetta di fare la mia volontà, anche se ciò ti umilierà, Io te ne darò il merito anche se in te non si avverasse nulla o Io ritirassi il calice amaro senza fartelo bere».

«A volte Io m'accontento dell'accettazione dell'anima, per conformare la tua volontà alla mia. La tua disposizione d'animo, che è pronta ad accettare ciò che Io ti chiedo, mi salva anime, anche se in te non si compisse nulla di ciò che senti».

«Sono Io che ti governo, anche se può entrare qualche cosa di tua immaginazione. Non avvilirti e non sindacare se si effettuano o no, o solo in parte, le cose che senti nelle tue voci interiori. Sii semplice, amami minuto per minuto nel presente. Presto o tardi, Io mostrerò al tuo Direttore che sono Io che ti governo con il mio Spirito. Egli saprà discernere ciò che c'è di mio, e ciò che è frutto di tua fantasia. Tu mi hai detto che, nonostante il tuo gran desiderio di vedere la Madonna, rinunceresti a questa gioia, se questa tua rinuncia potesse far conoscere, ed amare, a tante anime la Vergine e Me. Te ne do il merito, ma ti prometto che la Madonna la vedrai egualmente. La fiamma che brucia il tuo cuore è il mio Amore che ti dono per Maria Santissima».

10 febbraio 1948.

Gesù nella Comunione m'assorbiva col Padre e lo Spirito Santo. Sentivo che la Santissima Trinità m'assorbiva in sé, senza immagini o voci interiori. Era una cosa misteriosa che non so descrivere, un'unione di pura fede. Capivo solamente che Dio viveva in me, e mi sentivo sprofondata nel mio nulla, calma, silenziosa, beata di riposarmi in Lui e di amarlo con l'Amore di Maria e di Gesù in me.

Luglio 1948.

Più volte mio marito e diverse persone mi esortavano ad andare alle Ghiaie di Bonate per chiedere la grazia della mia guarigione, poiché essendo l'artrite deformante e inguaribile, se avessi ottenuto la grazia, i medici avrebbero ammesso il miracolo e ciò confermava che la Madonna era veramente apparsa.

Io, che m'ero offerta vittima di sofferenza a Gesù, non volevo saperne, preferivo la mia infermità, anzi offrivo volentieri il mio dolore anche per il trionfo dell'apparizione alle Ghiaie. Ma un giorno, mentre stavo copiando una relazione che riguardava l'apparizione, mi venne forte il desiderio di farmi portare sul posto dell'apparizione. La Madonna m'aveva detto più volte che prima di morire l'avrei vista anch'io: chissà se m'avrebbe guarita. Fu così che, mentre Gesù mi parlava del suo Amore e mi rendeva tutta bella, Lo interruppi e Gli dissi: «Io credo che è apparsa la Madonna alle Ghiaie. Se ti chiedo di guarirmi, è per la gloria della Madonna. Tu sai che preferisco soffrire; fammi guarire per pochi mesi e dopo dammi un'altra malattia. Sai pure che desidero vedere la Madonna, ma se mi dai l'umiltà e l'amore al disprezzo, preferisco, perché la Madonna posso vederla in Paradiso, e l'umiltà mi è necessaria per andarci».

«Ma siccome temo che questo mio desiderio, da me scambiato per un'ispirazione della Madonna, sia tentazione sottile del demonio per turbarmi se non riceverò la grazia (poiché mentre la chiedevo alla Vergine mi sembrava mi dicesse di sì, però m'era rimasto il dubbio), sentii forte l'impulso di non dire a nessuno queste cose, meno ancora al Padre Spirituale perché non è necessario dire tutto a lui; perciò, ti chiedo, o Gesù, se devo recarmi alle Ghiaie». Ed Egli: «Fatti pure portare, ma resta indifferente». Anche il Direttore mi disse come Gesù: «Andate pure, ma restate indifferente».

Mi preparai con una novena, ma tutte le volte che facevo la preghiera, le chiedevo se mi guariva, e sempre mi sembrava mi rispondesse di sì, ma rimanevo nel dubbio perché non sentivo la sua voce che mi lasciava la pace, ma rimanevo ansiosa. Temendo illusione e tentazione del nemico, la pregai di cuore che se rimanevo delusa, non permettesse che il demonio mi turbasse o mi avvilisse (Preziosa indicazione spirituale: Camilla distingue la voce soprannaturale vera dal frutto della pace: v. Gal 5, 22).

Il 14 agosto mi feci portare alle Ghiaie e dissi alla Madonna: «Sono qui, son contenta d'essere venuta, anche se non mi fai la grazia, così vedo il luogo della tua apparizione. Sono la tua pallina; se è uno scherzo della mia fantasia o del demonio, glorificati della mia umiliazione». Mi misi in preghiera, ma ebbi aridità profonda; non un attimo di fervore ma apatia e indifferenza completa; non avevo neppur più il desiderio di chiederle la guarigione. E mentre mi sforzavo per pregare, era tanto profonda l'aridità, che chiedevo, se mi avesse guarita, di farmi ammalare dopo poco tempo d'altra malattia.

Tornai a casa delusa, ma con una pace profonda, e dormii tranquilla tutta la notte, ciò che non m'era mai capitato.

Però, al mattino, mentre mi preparavo alla Comunione, il demonio tentò di turbarmi così: «Hai visto che sei un'isterica? Ora la prova l'hai avuta, e chiara. Le tue voci t'hanno ingannata; tutto è frutto di tua fantasia; è tutto da scartare anche ciò che hai scritto sui tuoi diari riguardo alle tue voci interiori. Devi ormai convincerti che non devi scrivere più nulla».

Al momento non compresi ch'era una tentazione del demonio; pensai che ero un'isterica e che non dovevo scrivere più nulla. L'avvilimento stava per affiorare. Appena ricevuto Gesù nel mio cuore, sentii forte e sicura la sua voce: «Devi dire tutto al tuo Direttore e mettere in fuga il demonio che tenta di avvicinarti per turbarti».

Allora confidai al Direttore la mia delusione aspettando che mi dicesse: «Cosa volete di più? Ora avete la prova che siete un'illusa». Invece mi rispose: «La vostra delusione non ha nulla a che vedere col Diario; continuate a scrivere tutto come sempre e state tranquilla». Ubbidii e continuai a scrivere tutto.

17 febbraio 1949. Voci interiori.

Durante il ringraziamento della Comunione, piangevo ai piedi di Gesù, schiacciata sotto il peso della mia miseria, e io Lo supplicavo che mi concedesse un po' di forza per riuscire a vincermi, a tacere. E gli dicevo: « O Gesù, sono ventiquattro anni che lotto e prego per riuscire a vincermi, ma quasi sempre mi giustifico o scatto. Se tu non compi il miracolo, non mi sarà possibile guarire. Quanti difetti in me, quante mancanze! Quanti peccati mortali prima, nella mia vita mondana! Quanti veniali e imperfezioni, anche dopo convertita, nonostante tante tue grazie straordinarie. Io non riesco a capire come fai a volere tanto bene a questa miserabile, a questa cloaca d'immondezza, a questo aborto d'inferno. Veramente merito il tuo sdegno, ma Tu sei tanto buono, vedi il mio dolore che è sincero, abbi pietà di me, perdona, sostituisciti a me, ipnotizza la mia volontà, te l'ho donata, fa' che riesca a tacere».

Gesù m'attirò a Sé e asciugava le mie lacrime mentre così mi parlava: «Ricordi quando, ventiquattro anni or sono, t'ho convertita? Quel giorno tu ti donasti a Me con dedizione completa e Mi pregasti sempre così: "O Signore, prenditi la mia volontà. Te la dono oggi per sempre. Io sono troppo misera e potrei ancora servirmene, mio malgrado, per offenderTi. Tu che sei il mio grande amore e mi ami d'amore infinito, Tu che sei il padrone di tutte le cose, anche del tempo, se questa mia volontà dovessi riprenderla solo un attimo per offenderti deliberatamente, dimenticando il mio dono, non lasciarmi il tempo di usarla, fammi morire prima". E Io allora ti risposi: "In verità in verità ti dico che m'impossesso della tua volontà, che non permetterò mai che tu possa perdermi col peccato grave, che piuttosto ti farò morire prima. E in verità ti dico pure che ti lascerò in vita perché tu cresca sempre nel mio Amore e ti possa santificare, perché anche non progredire in Amore vuol dire, non fermarsi, ma andare indietro". Oggi ti ripeto le stesse parole di allora; in verità in verità ti dico che ti lascio in vita perché voglio farti santa. Io veglio su di te.

Quest'anno prossimo è l'Anno Santo e ricorre il venticinquesimo della tua conversione, e ti prometto che ti donerò a poco a poco l'umiltà di cuore che tanto desideri. Io conosco le mie creature; conosco ciò che dipende dal carattere, dalla malattia, dal tuo orgoglio, e a volte m'accontento dei tuoi sforzi e desideri. Non ti ho forse, in questi due anni, liberata dal turbamento e dall'avvilimento nelle tue cadute? Per il tuo orgoglio però è bene che Io ti lasci sperimentare la tua debolezza. Io non t'abbandonerò mai, te lo prometto, neppure quando tu soffrirai tanto perché ti sembrerà d'essere diventata l'oggetto della mia maledizione e di essere perduta per sempre. Ricorda allora quello che Io t'ho giurato e promesso, e confida sempre nel mio Amore».

La Madonna m'abbracciò e mi disse: «Non temere, Io veglio su di te, e quando sarai nella prova e ti crederai perduta e abbandonata, sarò Io che ogni tanto verrò a illuminarti, consolarti e fortificarti per sostenerti». Provai tutto il giorno il dolore dei miei peccati.

17 febbraio 1949. Voci interiori.

Unita a Gesù crocifisso, meditavo la sua dolorosa Passione e mi domandavo perché Gesù, che poteva salvarci con una sola goccia del suo Sangue, abbia preferito soffrire tanto. E concludevo tra me: ma se l'ha scelto Colui che ha fatto tutte le cose bene, certo è bene così, anche se io non lo comprendo.

Gesù, sempre buono, m'istruì con le sue ispirazioni: «Quando Io, Verbo Eterno, seconda Persona della Santissima Trinità, presi carne nel seno immacolato di Maria, scesi sulla terra per salvare l'uomo, per riscattarlo, e mi offrii al Padre mio per soddisfare la divina Giustizia. Mi addossai tutti i peccati degli uomini, e anche i mali cagionati da essi, ossia il dolore e la morte, tanto da essermi fatto peccato per amor dell'uomo (2 Cor S, 2), e d'essere diventato l'oggetto di maledizione (Gal 3, 13) presso il Padre celeste, Io, suo Figlio, l'Agnello immacolato, perché in quel momento Io rappresentavo presso di Lui l'umanità peccatrice e soddisfacevo per essa. Essendo l'Uomo Dio, potevo soddisfare anche con una sola mia parola o con una goccia sola del mio Sangue divino, ma scelsi il dolore perché ai mali estremi, portati sulla terra dal peccato e continuati nell'umanità peccatrice, cioè l'odio, l'egoismo, la lussuria, la menzogna, la vendetta, la cupidigia... Io portassi un rimedio estremo, cioè il mio amore misericordioso, la mia purezza, dolcezza, umiltà, giustizia e verità infinite. Volli soffrire sulle mie Carni Immacolate tanto dolore, anche per santificare il dolore, affinché tutti coloro che avrebbero sofferto per mio Amore, per i miei meriti infiniti potessero meditare il dolore e santificarsi, ed Io in essi, miei membri, potessi continuare a salvare e santificare le anime, ed essere la loro forza e consolazione, e associarli con Me nella mia passione, desideroso di arricchirli di tutti i miei meriti».

«Ho scelto il dolore anche per provare il mio grande e infinito Amore, perché non c'è amore più grande di colui che dà la vita per salvare la persona amata. Per avere la certezza di un amore sincero, puro, forte bisogna che esso sia provato nel dolore».

«Lo sposo, la sposa, l'amico ama d'amore sincero quando ama la persona amata anche se caduta in povertà o in malattia, ed è contento di continuare a dividerne la sorte».

«Anche tra i pagani tu puoi trovare di questo amore, ma sappi che anche questo è un raggio del mio Amore infinito che Io ho donato a tutte le mie creature e ho infuso nell'anima dell'uomo, mediante la coscienza naturale. E quando l'uomo, anche pagano, compie un'opera buona, egli riverbera quel raggio del mio Amore che Io ho donato a tutti gli uomini».

«Il cristiano invece, quando compie un'opera buona, non solo riverbera il mio Amore, ma partecipa come membro della mia Chiesa ai meriti miei, poiché per la grazia santificante che possiede (se non è in peccato grave, ma che può sempre riacquistare con i Sacramenti o il dolore perfetto), partecipa alla mia vita divina che lo rende figlio adottivo di Dio ed erede del mio Regno, il Paradiso».

«Se Io non avessi con l'esempio scelto di soffrire per salvare l'uomo, qualche essere ignorante o superbo avrebbe potuto dubitare del mio Amore, ma Io ho voluto dare, nell'umiliazione e nella sofferenza più atroce, tutto il mio Sangue e la mia vita perché l'uomo avesse la prova del mio grande Amore. La dolorosa passione e morte mia è stata la consumazione del mio sacrificio e della prova del mio Amore, che Io ho perpetuato sino alla fine dei secoli nell'Eucaristia, lasciando in cibo tutto Me stesso all'uomo».

«La prova più grande ed infinita del mio Amore per l'uomo, incomprensibile al mondo intero, è stata la mia Incarnazione, perché in essa mi sono esinanito, annichilito, annientato, nascondendo sotto la natura umana la mia Divinità. Ho assunto la natura umana unendola alla divina nell'unica Persona del Verbo, del Figlio di Dio. E per riscattare l'uomo dal peccato, non solo mi sono fatto Uomo, ma mi sono fatto vile, schiavo, perché ho voluto e desiderato morire umiliato e vilipeso fra due ladroni sulla croce. Comprendi ora, o mia cara, perché ho scelto il dolore?».

Come ho ringraziato il Signore con gioia, pensando che il suo dolore santifica il mio, e che mi ha scelta vittima con Lui per la salvezza delle anime!

Maggio 1949.

Nella Comunione spirituale, Gesù mi disse: «Adorami oggi nel mio Cuore vivente in Maria, come te l'ho mostrato più volte. Tu a volte pensi non sarebbe più esatto dire: Maria vivente nel Cuor di Gesù. Ora ti spiego perché si dice: Gesù vivente in Maria. Perché è il mio Cuore che dona a Lei l'amore e tutti i suoi sentimenti. È il suo Cuore che riceve dal Mio».

«Il mio Cuore è stato formato in Maria Santissima per opera dello Spirito Santo; e come Essa nell'Incarnazione mi ha dato il suo sangue immacolato, e il mio Sangue è sangue di Maria, come Essa, essendo madre di Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo, è diventata la vera Madre anche di Dio per partecipazione del Verbo Figlio di Dio che in Lei assunse Carne, la Vergine è perciò la Madre vera di Dio, perché Madre di Gesù Cristo vero Dio. Il mio Cuore è vivente nel suo Cuore, perché ha fatto sempre la volontà di Dio quand'era in terra, e la fa in Cielo in modo perfettissimo».

«Perciò tu puoi chiamarlo: Cuore della divina Volontà. L'essenza del Cuore di Maria è la Volontà divina. Perciò in Cielo comanda e ottiene tutto ciò che vuole Dio. Di nessun altro cuore s'è servito Iddio come di quello di Maria, e in esso Egli ha versato tutto il suo infinito Amore, tanto grande da renderla Figlia del Padre, Madre del Figlio, sposa dello Spirito Santo».

«Il Cuore di Maria conosce tutti i segreti di Dio, perché è unito al Cuore del suo Figlio Gesù. Maria partecipa per grazia e possiede gli attributi del mio Cuore: la bontà, la grandezza, la potenza e la sapienza del Sacro Cuore di Gesù, Verbo Incarnato in Lei. Il Cuore di Maria è il forziere che racchiude i gioielli, cioè le grazie di Dio, per versarle sul mondo. È il tabernacolo in cui l'eterna Sapienza vuole essere adorata dagli Angeli e dagli uomini. È specchio di Dio che riverbera la Divinità; è dolce calamita che attira le anime nel Cuore di Gesù, e che conquista o disperde i miei nemici».

«Dio ha voluto sin dall'eternità ch'Ella diventasse la Madre sua, per trasfondere nel suo Cuore materno l'Amore suo infinito verso le sue creature. Maria ama teneramente tutta l'umanità, specialmente i figli della Chiesa di cui Ella ha partorito il Capo, Gesù; ed esercita ancora il suo Amore verso di loro, figli suoi adottivi. Ella intercede, placa, disarma la Giustizia divina. E questo amore materno in Lei, è Dio che glielo dona continuamente per associarla in tutto a Sé nell'opera di salvezza delle anime, come la volle Corredentrice nella Redenzione del genere umano, costituendola nostra Madre ai piedi della Croce. Ella sempre e ancor oggi scende sulla terra, protesa verso i figli e il mondo, per illuminarli, soccorrerli, salvarli, portarli a Gesù».

Egli continuò: «Il mio Cuore è inseparabilmente unito al Cuore della Madre mia. Unica è la fiamma d'Amore dei nostri due Cuori: il mio Amore infinito alimenta il suo Cuore. Due Cuori uniti nell'unica fiamma d'Amore del Figlio, così che dei nostri due Cuori formiamo un sol cuore e una sola volontà: la Volontà di Dio. Hai compreso perché si dice: Cuor di Gesù vivente in Maria? Come staccare Maria e il suo Cuore dal Mio, se Essa è legata con legami così profondi con la Santissima Trinità, col Figlio di Dio e suo Figlio Gesù, da esserne tutta assorbita, immedesimata, divinizzata? Comprendi le grandezze del Cuor di Maria? Amalo tanto questo suo Cuore, perché amandolo tu ami anche il Mio. Se tu sei nel mio Cuore, sei anche nel Suo. Se sei nel suo Cuore, sei anche nel Mio. Amala, falla conoscere ed amare, così consolerai il mio Cuore».