MaM
Messaggio del 2 gennaio 2015:Cari figli, sono qui in mezzo a voi come Madre che vuole aiutarvi a conoscere la verità. Mentre vivevo la vostra vita sulla terra, io avevo la conoscenza della verità e con ciò un pezzetto di Paradiso sulla terra. Perciò per voi, miei figli, desidero la stessa cosa. Il Padre Celeste desidera cuori puri, colmi di conoscenza della verità. Desidera che amiate tutti coloro che incontrate, perché anch’io amo mio Figlio in tutti voi. Questo è l’inizio della conoscenza della verità. Vi vengono offerte molte false verità. Le supererete con un cuore purificato dal digiuno, dalla preghiera, dalla penitenza e dal Vangelo. Questa è l’unica verità ed è quella che mio Figlio vi ha lasciato. Non dovete esaminarla molto: vi è chiesto di amare e di dare, come ho fatto anch’io. Figli miei, se amate, il vostro cuore sarà una dimora per mio Figlio e per me, e le parole di mio Figlio saranno la guida della vostra vita. Figli miei, mi servirò di voi, apostoli dell’amore, per aiutare tutti i miei figli a conoscere la verità. Figli miei, io ho sempre pregato per la Chiesa di mio Figlio, perciò prego anche voi di fare lo stesso. Pregate affinché i vostri pastori risplendano dell’amore di mio Figlio. Vi ringrazio!

Notizie dai giornali cattolici



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Dopo la riconquista di Ramadi, l’esercito iracheno sta lanciando la sua offensiva a Mosul. Il premier Al Abadi ha promesso che il 2016 sarà “l’anno della vittoria finale”. Auspicio condiviso, sia pure con cautela, dal vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, monsignor Shlemon Warduni. La pace, però, ha puntualizzato il presule in un’intervista alla Radio Vaticana, dovrà essere fatta “per il bene degli iracheni” ma anche per quegli “sciocchi” che hanno lasciato il loro paese “e sono venuti qui a uccidere la gente”.
Salvato alla morte da un gruppo di cristiani quasi ottant’anni fa, mosso dalla gratitudine, George Weidenfeld sta aiutando i cristiani del Medio Oriente a fuggire dall’Isis. Weindenfeld è un ebreo sopravvissuto all’Olocausto, oggi 96enne, che nel 1938, dopo l’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista, riparò in Gran Bretagna, accolto dalla Fratellanza di Plymouth e dai Quaccheri, che gli offrirono cibo e ospitalità. Giunto oltremanica appena 18enne, con pochi scellini in tasca, ha saputo rifarsi una vita, diventando dopo pochi anni giornalista e commentatore radiofonico alla BBC. Ha poi fondato la casa editrice Weidenfeld and Nicholson e nel 1976 è stato nominato membro della Camera dei Lord.
Vangelo Gv 1,1-18: Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Qui entro in punta di piedi. Proprio non mi viene voglie di far battute. È il nodo alla gola che mi prende quando mi presentano i piccoli per il battesimo. Come ai matrimoni in quel momento regna un clima di sentimentalismo esasperato, un’overdose di tenerezza pari solo alla distrazione. Lì come una ferita sperimento la solitudine di Cristo che fuggiva dalle folle per ritirarsi da solo, a tu per tu con il Padre, unica radice di ogni compagnia vera. Guardo il piccolo e mi chiedo: “Che ne sarà di lui?”, della sua vita, del suo destino? “Che ne sarà di noi, di me?”. E il cuore batte al rallentatore, come se ogni palpito vibrasse di un’eco che non finisce mai.
Ho avuto modo di discutere con una ragazza algerina dei recenti attentati di Parigi; mi ha raccontato due dialoghi con i suoi familiari. All’indomani della strage di Charlie Hebdo e del supermercato ebraico ha chiesto ai genitori: È giusto? Sì, le hanno risposto, perché i nemici del Profeta devono pagare con la morte. Alla stessa domanda posta ai medesimi interlocutori dopo il 13 novembre, la risposta è stata: No, perché non è giusto colpire così, alla cieca. Gilles Kepel, che studia da anni il terrorismo di matrice islamica, ha avanzato l’ipotesi che i primi a considerare un errore gli attentati di Parigi, in cui, tra l’altro, si contano non poche vittime di fede islamica, siano stati proprio gli uomini del Califfato, almeno a giudicare dalle motivazioni generiche con cui ne hanno rivendicato la responsabilità. Tuttavia resta il fatto che un gruppo composito di assassini, alcuni dei quali ben addestrati, ha deciso di compiere un eccidio di questo tipo, colpendo, come si dice, nel mucchio.
La vita è un mistero infinitamente più grande dell’uomo. Dal momento in cui quelle due cellule di mamma e papà si uniscono nel grembo materno, sino a quando, ad ognuno, tocca l’ultimo respiro, la vita è un eccezionale miracolo che va oltre l’uomo. Non un diritto, ma il più grande dei doni. Può così l’uomo giocare al piccolo Frankestein, creando e disfando vite a suo piacimento, eppure non esistono diritti (fasulli) o qualità della vita (millantate) che reggono di fronte all’evidenza: la creazione non è dell’uomo, l’inizio e la fine di ogni vita non sono nelle sue mani.
«Negli ultimi due secoli la chiesa delle condanne aveva rinunciato alla via dell’annuncio per condannare tutto — la modernità borghese, il liberalismo, il capitalismo, il comunismo, la cultura dei diritti, eccetera». È un passaggio esemplare del pensiero di Alberto Melloni messo nero su bianco sul Corriere della Sera del 28 dicembre. Esemplare perché è solo l’ultimo degli interventi di intellettuali, teologi, vescovi che intendono dimostrare come nella Chiesa sia in atto una rivoluzione che taglia drasticamente con il passato: il pontificato di Francesco come la “nuova Chiesa” che finalmente si afferma pur tra mille resistenze. Da qui anche la necessità di inventarsi cospirazioni e nemici, così da poter legittimare qualsiasi balzo in avanti. Melloni stesso – vera guida della progressista “Scuola di Bologna” - è stato ai tempi del Sinodo fra i più attivi cacciatori di cospiratori.
A Madrid arrivano le Regine Maghe. Melchiorra e Gasparra sfileranno per le vie della capitale spagnola. Non è un anticipo di carnevale, bensì l’ultima trovata di Ahora Madrid, partito di area levantina che vuole introdurre le quote rosa anche nel famoso trio dei Re Magi. Dalla mascherata gender è scampato Baldassarre perché tradizione vuole che sia nero e quindi il politicamente corretto non poteva femminizzare anche costui. Gli asiatici e i caucasici invece posso anche darsi al transgender.
Matt Birk, campione di football che non ha esitato a definirsi cattolico e pro life davanti a tutta la Nazione fino al punto di rifiutare di incontrare il presidente Barak Obama per il suo supporto all’industria dell’aborto, sarà tra gli speaker della prossima March for Life di Washington. È già iniziato infatti il conto alla rovescia per la data del 22 gennaio quando centinaia di migliaia di persone marceranno per le vie di Washington Dc per chiedere il rispetto della vita umana e l’abolizione della sentenza che dal 1973 ha reso legale l’uccisione di 57 milioni di bambini non nati.
Kobe Bryant, una delle stelle del basket di tutti i tempi, che ha annunciato di recente il suo ritiro a fine della stagione, è il protagonista di un post su Church Pop che viene a proposito in occasione della festa della Sacra Famiglia. Perché? Molti non sanno che Bryant, nato a Philadelphia nel 1978, è cresciuto in una famiglia cattolica e che a sei anni la sua famiglia si è trasferita a un’ora da Roma, tanto che ancora oggi il campione Nba ha un’ottima padronanza dell’italiano.
Non solo Tombstones, Chockeslams e 619 (da leggere tassativamente “sixonenine”): la strada che conduce sul ring della WWE, la lega di wrestling più famosa al mondo, è attraversata di testimonianze di tafede. Oltre a (finti) calci, pugni, mosse di sottomissione (ovviamente è una lotta simulata, perché i lottatori in realtà sono bravi attori) e, purtroppo, sporadici incidenti mortali. Riservando ad altri autori più competenti di me ogni giudizio etico-morale sul Wrestling e, più in generale, su tutti gli sport da combattimento, mi accingo con questo breve articolo a tratteggiare un breve percorso di luce tra le fitte tenebre di questo mondo in cui la violenza, seppur in gran parte simulata, è elevata ad intrattenimento delle masse. La figura di Shawn Michaels non ha certo bisogno di presentazioni per gli appassionati: atleta simbolo della WWE nel ventennio 1990-2010, tra i suoi innumerevoli premi e riconoscimenti, spiccano le Royal Rumble del 1995 e 1996 e i quattro titoli di campione del mondo. In una sua intervista rilasciata al sito Christian Post, in occasione dell’uscita dell’ultimo libro di cui è autore (“Wrestling for My Life: The Legend, the Reality, and the Faith of a WWE Superstar”; epub Edition; 2014), l’ex wrestler racconta di come ha ritrovato la fede, dopo anni di errori e dipendenze.
Una confessione per essere “efficace” a quali “requisiti” deve rispondere? Nel volume “La Confessione. Sacramento della Misericordia”, a cura del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (edizioni San Paolo), abbiamo selezionato 5 “caratteristiche” che rendono unico ed efficace il sacramento della Riconciliazione.
Conquistare Roma, perché Roma è il mondo. Ma soprattutto, perché Roma è il centro della cattolicità. Quella Chiesa che, unica al mondo, ha portato a compimento l’universalità di Roma, e ne ha fatto uno strumento per il bene dell’uomo. Angela Pellicciari, storica del Risorgimento, ha appena dato alle stampe il volume “Una storia della Chiesa” (Cantagalli). Con rigore storico, riproducendo documenti che raramente vengono menzionati, ha messo in luce nel corso degli anni come il Risorgimento italiano sia stato soprattutto un movimento in chiave anti-cattolica. Un piano che aveva come scopo la sostituzione della verità teologica con la presunta libertà massonica. Storie che si sono dipanate in libri (tra gli altri) come “L’altro Risorgimento. Una guerra di religione dimenticata” (Piemme), “I panni sporchi dei Mille. L’invasione del Regno delle Due Sicilie” (Cantagalli), “Risorgimento anticattolico” (Piemme) e “I Papi e la Massoneria” (Ares). In una intervista con ACI Stampa, racconta perché, da sempre, l’attacco è stato mosso verso Roma. Ovvero verso la cattolicità. Un attacco che passa dall’attacco alla sovranità della Santa Sede.
Assistere e vivere, dalla propria città in ogni parte del mondo, il Giubileo straordinario della Misericordia con Papa Francesco, da oggi è possibile. Grazie all’Applicazione Ufficiale di questo Giubileo 2015-16, l’unica con il logo ufficiale, che SPES NOSTRA ONLUS (www.spesnostra.it) distribuirà in tutto il mondo. L’applicazione consentirà a tutti i fedeli di partecipare virtualmente, a questo grande evento cristiano dell’anno santo, con i collegamenti in live-straeaming che saranno trasmessi dal prossimo 8 dicembre 2015 fino alla sua conclusione, il 16 Novembre 2016. Non saranno solo eventi “live”, ma saranno disponibili in 5 lingue, tutte le informazioni ufficiali tra cui il programma e gli appuntamenti di principale spiritualità del Giubileo.
Omelie, udienze generali e speciali, documenti e viaggi pontifici. Discorsi preparati ed altri a braccio. Una nuova enciclica che è stata oggetto di acceso di dibattito dentro e fuori della Chiesa. E poi tante nuove interviste che confermano la sua verve comunicativa e la sua capacità di essere protagonista attivo dei mass media. L’anno che sta per concludersi legittima papa Francesco come il più autorevole leader religioso del mondo. Tra i pontefici dell’era moderna, si sta rivelando il più prolifico in fatto di scritti, discorsi e presenza mediatica. ZENIT ha quindi proposto una sintesi dei momenti salienti del terzo anno di pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Un 2015 che, ancora una volta, vede alla ribalta un personaggio che non sempre mette d’accordo tutti ma non smette mai di stupire.
La solennità del Natale, appena trascorsa, ha indotto papa Francesco a dedicare l’ultima Udienza Generale dell’anno al tema dell’infanzia. In questi giorni molte famiglie nel mondo espongono Gesù Bambino nel presepe, “portando avanti questa bella tradizione che risale a san Francesco d’Assisi e che mantiene vivo nei nostri cuori il mistero di Dio che si fa uomo”, ha sottolineato il Pontefice. Tra i santi che hanno coltivato la devozione a Gesù Bambino, il Papa ha citato Teresa di Lisieux che, non a caso, diventando monaca carmelitana, scelse di chiamarsi “Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo”.
Tra breve arriverà nelle sale cinematografiche il film The 33, che narra la vicenda dei trentatré minatori cileni rimasti intrappolati sottoterra cinque anni fa e salvati in extremis in diretta mondiale. La loro odissea, trasmessa in tempo reale, commosse il pianeta e papa Ratzinger, che inviò una sua benedizione speciale. Il film, della pluripremiata regista messicana Patricia Riggen, conta su un cast stellare: Antonio Banderas, Juliette Binoche, Lou Diamond Phillips, Josh Brolin, Gabriel Byrne. Ma come mai si è mossa Hollywood per una storia toccante, sì, ma tutto sommato uguale a tante altre?
Continua a crescere in Nigeria il bilancio delle vittime delle azioni terroristiche messe a segno dai jihadisti Boko Haram a partire dal giorno di Natale. L’ultima risale al 28 dicembre. Una donna si è fatta esplodere mescolandosi alle persone in coda all’ingresso di una moschea a Maiduguri, la capitale dello stato di Borno, uno degli Stati nord orientali della federazione, a maggioranza islamica, in cui i jihadisti lottano da anni per imporre la legge coranica.
Non c’è nulla come la presunta emergenza smog per mettere in rilievo la cialtronaggine dei politici e l’inconsistenza degli ecclesiastici.
Almeno 80 morti nel Borno, colpita anche una moschea. Mons. Doeme: “Non fanno distinzione tra musulmani e non musulmani”
Governo preme acceleratore su ddl Cirinnà e annuncia discussione in Senato il 26 gennaio. Possibile maggioranza trasversale PD-M5S per approvazione; i centristi auspicano un referendum abrogativo e un nuovo Family Day
Un ictus fulminante. Poi il buio. George Pickering III era stato dichiarato in stato di “morte cerebrale” e i medici stavano per “staccare la spina” dei macchinari che ancora lo tenevano in vita (Washington Post, 24 dicembre). Tutte le procedure erano state espletate: ottenuto il consenso dei familiari, l’ospedale Tomball regional medical centre di Houston, in Texas, aveva già allertato un centro di donazione di organi.
Vip e Tg lanciano la “moda” delle adozioni gay. Spot su spot animate spesso dalla demagogia della propaganda Lgbt.
Quest’anno a Madrid sfilerà un Re Magio donna contro le discriminazioni di genere: è questa l’ultima geniale trovata dei progressisti spagnoli. L’idea è dei consiglieri municipali di Ahora Madrid (il nuovo partito “orizzontale” vicino a Podemos, Izquierda Unida e al Partito Socialista Operaio, PSOE) che hanno stabilito che nei distretti capitolini di Puente de Vallecas e San Blas-Canillejas uno dei tre personaggi che sfilerà nella tradizionale cabalgata natalizia, dovrà essere necessariamente una donna per favorire anche durante il Natale quelle “quote rosa” così care alle femministe e al laicismo egualitario. Si tratterà dunque di una regina Melchiorra o di una regina Gasparra, visto che a interpretare Baldasarre sarà un giovane africano.
Dal 23 dicembre nessuna notizia di padre Dhiya Azziz, parroco in una delle aree controllate dallo Stato Islamico. Già lo scorso luglio era stato vittima di un sequestro
In questi ultimi giorni del 2015, intervenendo sui maggiori quotidiani nazionali, diversi sociologi si sono interrogati sulle cause di un fenomeno inquietante, invisibile a occhio nudo, ma che appare fra i più preoccupanti dell’anno trascorso. Come illustrato per primo dal demografo Gian Carlo Blangiardo, prima con un’anticipazione su Avvenire e poi con uno studio sulla newsletter specializzata Neodemos (clicca qui), in Italia nei primi otto mesi del 2015 ci sono stati 45.000 morti in più rispetto ai primi otto mesi del 2014. La proiezione sull’intero anno 2015 parla di 68.000 morti in più, un aumento dell’11,3% rispetto all’anno passato.
In occasione del Santo Natale il Penitenziere Maggiore, cardinale Mauro Piacenza, ha scritto una bella lettera ai confessori. Quest’anno la lettera ha un sapore particolare, visto che da pochi giorni siamo entrati nel Giubileo della Misericordia, un anno straordinario che mette al centro proprio il confessionale.
Troppe volte non apriamo la porta a Gesù, nel timore di fare ‘brutta figura’. Anche quando è Lui ciò che più desideriamo.
La nuova legge consentirà fino a due bambini per coppia. La svolta è dovuta più a ragioni di sviluppo economico che di tutela dei diritti umani
Forse alcuni si sono sorpresi vedendo un cartello che annunciava per il 22 dicembre 2015 una cerimonia di “Benedizione Mondiale dell’Utero”, da celebrarsi in occasione della luna nuova di dicembre (anche se la luna totalmente piena è prevista per il 25 dicembre, come segnalano i calendari astronomici). Alla Benedizione dell’utero che si è celebrata nell’agosto scorso sembra abbiano partecipato 100.000 donne in 130 Paesi. Di cosa si tratta? Ha qualcosa a che fare con i riti di fertilità di alcuni culti antichi o con la benedizione delle donne incinta che si fa nella Chiesa cattolica? Come vedremo, non è niente di tutto questo. Si tratta di una delle proposte spirituali presenti nel conglomerato del New Age. Una delle linee principali della spiritualità alternativa è quella femminista radicale, che divinizza la donna e legge tutto ciò che è femminile in chiave sacra.
Nel penitenziario di Opera, alle porte di Milano, tre uomini condannati per omicidio impastano le particole: «Sono il frutto della nostra redenzione».
Il messaggio del Pontefice ai partecipanti al 38° incontro europeo a Valencia, sul tema Il coraggio della misericordia.
Troppe volte non apriamo la porta a Gesù, nel timore di fare ‘brutta figura’. Anche quando è Lui ciò che più desideriamo.
Inizia oggi.
I deboli e i malriusciti devono perire: questo è il principio del nostro [il corsivo è dell’Autore] amore per gli uomini. E a tale scopo si deve anche essere loro d’aiuto./ Che cos’è più dannoso di qualsiasi vizio? – Agire pietosamente verso tutti i malriusciti e i deboli – il cristianesimo…». Così parlò Friedrich Nietzsche ne L’Anticristo. Sabato scorso sono tornato al paese, in montagna, per un funerale. Il funerale di Luca. Luca era una persona con sindrome di Down. Secondo il grande “filosofo del reale” rientrava fra “i deboli e i malriusciti”, nei confronti dei quali il cristianesimo sarebbe così perversamente incline alla pietà. Ma Luca non era affatto “debole”.
Il prossimo 2 febbraio presso il Parlamento francese si riuniranno gli Stati generali del femminismo mondiale per discutere di maternità surrogata. Un convegno aperto anche ad altre realtà non provenienti dal femminismo militante che si fregia dell’altisonante titolo di Assise per l’Abolizione universale della maternità surrogata. La regia dell’evento è affidata all’associazione tutta in rosa Corp (Collettivo per il rispetto della persona). L’evento si chiuderà con la presentazione della «Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata» che già ora può essere sottoscritta on line.
Cristiani senza chiese: in Indonesia sono sempre di più. Da sei anni quelli della Yasmin Church, nella città di Bogor, celebrano Avvento e Natale senza un luogo di culto in cui riunirsi. Nel 2010 l’amministrazione comunale ha infatti revocato il permesso di costruzione della loro chiesa e ha fermato i lavori cedendo alle pressioni dei fondamentalisti islamici. Come già lo scorso anno, dall’inizio dell’Avvento, per protesta, la comunità ha celebrato i servizi liturgici all’aperto, davanti al palazzo presidenziale della capitale Giacarta, sollecitando la partecipazione di tutte le confessioni cristiane del paese.
Fino a qualche tempo fa – ma sembra appena ieri – parlare di famiglia era cosa scontata. Ci si salutava in strada e non ci si diceva il banalissimo: «Tutto bene?», ma il cordialissim: «E la famiglia?». Appariva come naturale compimento il fatto che la domenica seguente al Natale fosse dedicata alla Santa Famiglia di Nazaret, così come in tante case non mancava la semplice raffigurazione di Giuseppe falegname al tavolo di lavoro, aiutato dal bambino ormai cresciuto, mentre Maria filava la lana o leggeva un libro di preghiere.
Caro direttore, ancora buon “vero” Santo Natale. Il “mondo” ha pervaso di “buonismo” vuoto e banale (fino ad essere stucchevole) le festività che ricordano, è bene non dimenticarlo, la venuta di Dio tra di noi. E la venuta di Dio pone un drammatico problema alla nostra libertà: dire sì oppure no a questo straordinario avvenimento. Si preferisce, invece, eludere questa domanda, preferendo un più comodo sentimentalismo, basato su un ipocrita “volemose bene”. ...
Il 27 dicembre 2015, festa della Santa Famiglia, Papa Francesco ha celebrato in San Pietro la Messa del Giubileo delle famiglie, ed è tornato sul tema della famiglia all’Angelus. Ha denunciato le «incomprensioni e difficoltà» che nel nostro tempo «indeboliscono» la famiglia, ma ha esortato a non perdere speranza e fiducia, accogliendo la luce che viene dalla casa di Nazareth.
Il primo gennaio di ogni anno la Chiesa cattolica festeggia Maria santissima Madre di Dio. Tra pochi giorni, il primo dell’anno del 2016, il Papa aprirà la Porta santa della basilica di Santa Maria maggiore. Qual è il senso della devozione mariana oggi? E quale rapporto esiste tra la .gura di Maria e il tema della misericordia, che papa Francesco ha voluto al cuore del Giubileo da poco iniziato? Abbiamo girato queste e altre domande a Vittorio Messori, giornalista e scrittore cattolico tra i più noti e tradotti nel mondo, che da poco ha dato alle stampe una nuova edizione di ipotesi su Maria (edizioni Ares), ampliata rispetto alla precedente del 2008, con l’aggiunta di 13 capitoli.
Durante l’Angelus, papa Francesco ricorda come il sangue del primo martire abbia determinato la conversione di San Paolo, conquistato dalla misericordia di Dio, dopo essere stato un persecutore della Chiesa
L’arcivescovo di Bangui ritiene che molte divisioni siano state “superate” e, in vista delle imminenti elezioni, lancia un appello per un paese unito e stabile
Riportiamo di seguito il testo integrale dell’omelia di monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, pronunciata durante la messa mattutina di Natale da lui presieduta in cattedrale.
L’annuncio del Natale, cioè dell’evento dell’incarnazione del figlio di Dio nella nostra carne mortale, nella fede e per la fede di Maria Santissima, è l’unico grande avvenimento che dà significato alla vita dell’uomo e alla storia del cosmo, come ci ha ricordato san Giovanni Paolo II in quello splendido documento oggi più attuale di quando fu emanato: la Redemptor Hominis.
Lc 2,41-52: Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
È necessario trovarsi in stato di grazia prima del Natale? L’ordo liturgico afferma che una celebrazione comunitaria della penitenza può risultare assai fruttuosa per i fedeli in questi giorni d’Avvento, in particolare nella settimana che precede il Natale. Cosa significa questo invito? È una direttiva del Vaticano trasmessa dalle Conferenze Episcopali degli altri Paesi?
Il Natale è una festa molto strana. Tutti si scambiano regali, ma in genere l’unico al quale molti non preparano nessun dono è il vero festeggiato. Natale è il compleanno di Gesù. Non solo: è l’evento che ha prodotto un riferimento cronologico al calendario, prima e dopo l’anno dell’Incarnazione. Stiamo infatti per completare il 2015° anno “dopo Cristo” del computo di Dionigi, che in effetti fu abbastanza preciso: gli si può solo imputare un errore giustificabilissimo di un anno in meno, non certo di sei o sette come sproloquiano molti esperti, esegeti inclusi.
Le Sezioni Unite della Cassazione sono il massimo organo giurisprudenziale del nostro Paese: quando sorge una questione importante e discussa di interpretazione di una legge, questo organo superiore viene chiamato a dire l'ultima parola sull'effettivo contenuto della norma, su ciò che l'ordinamento giuridico prevede, vieta e permette.
Un invito forte a tornare a guardare, senza paura, il Bambino Gesù raffigurato nel presepe e che è il segno “vivo” della misericordia di Dio: lo esplicita il Patriarca Francesco Moraglia nelmessaggio per il Natale 2015 che ha affidato alle pagine del settimanale diocesano Gente Veneta oggi in uscita. “Proprio il Bambino che giace, povero e accogliente, nel presepe - afferma mons. Moraglia - sta all’inizio di una storia che in questi 2000 anni ha generato i valori dell’accoglienza, dell’attenzione ai deboli, del perdono e della riconciliazione. Così anche chi non è credente o non è cristiano è portato a riconoscere che la cultura dell’accoglienza, della prossimità e della riconciliazione ha nel Bambino del presepe la sua radice più importante. Viene da chiedersi: perché chi è beneficiario o portatore di tale cultura dovrebbe temere il presepe?”.
Il cristianesimo costa troppo e nessuno lo vuole più comprare, è troppo faticoso vivere da cattolici e nessuno vuole più esserlo. Le esigenze della Chiesa impongono l’arresto della continua emorragia di fedeli che pare irreversibile. Come insegnano le regole del mercato s’impone l’aggiornamento di un prodotto diventato obsoleto: essere cattolici oggi è come pretendere di essere alla moda girando per strada con parrucconi settecenteschi. Nasce così una strategia di marketing all’insegna dell’innovazione: semplificare, aggiornare, bonificare la fede significa facilitarne l’ingresso nel circuito commerciale e renderla più invitante per i fedeli. Tuttavia per rilanciare la fede occorre prima svalutarla. Il cristianesimo costa troppo, è necessario diventi più economico, quindi occorre privarlo della sua aura sacra, renderlo non più faticosa conquista, ma preteso diritto di tutti e trasformarlo in un prodotto di facile accesso come si farebbe con qualsiasi altro prodotto di largo consumo.
E’ doloroso ammetterlo, ma sull’Italia spadroneggiano proprio tutti. Grazie alla sottomissione, più o meno zelante, delle nostre “classi dirigenti” (si fa per dire). Un paio di esempi. Obama mette nel mirino Putin (mentre non batte ciglio per mesi davanti ai massacri dell’Isis) ed ecco che noi veniamo costretti a porre alla Russia sanzioni economiche che ci costano un occhio della testa (in tempi di crisi). Sarkozy ha brutti sondaggi alla vigilia delle presidenziali, dunque s’inventa una sciagurata guerra alla Libia per abbattere Gheddafi (e risalire nei sondaggi) ed ecco che noi siamo arruolati, obtorto collo, in quell’impresa demenziale che destabilizza un Paese alle porte di casa e mette a rischio i nostri contratti petroliferi (che guarda caso fanno gola proprio alla Francia). Il danno e la beffa. Ma è soprattutto la Germania a farla da padrona. Direttamente o tramite quella succursale del governo tedesco che chiamano ipocritamente “Unione europea”.
C’è allerta massima in Indonesia per possibili attentati da parte di terroristi islamici il giorno di Natale. Le minacce di attacchi «imminenti» sarebbero «concrete». Per questo durante una riunione dei responsabili del paese, a cui ha partecipato anche il presidente Joko Widodo, è stato deciso di proteggere le chiese e i cristiani con misure eccezionali.
«Questo Natale sarà uguale ma finalmente diverso». Dopo tre anni di guerra civile tra cristiani e ribelli musulmani per la prima volta «la popolazione del Centrafrica intravede una via d’uscita reale». A raccontare a tempi.it l’Avvento vissuto da una popolazione martoriata è un giovane sacerdote: don Tanguy Herman Pounekrozou.
Da quattro anni a questa parte, ogni giorno che Dio manda in terra la Siria patisce decine di lutti per i combattimenti che attraversano il paese da una parte all’altra, in particolare per i bombardamenti sia dei governativi e dei loro alleati sia dei ribelli. Non ha fatto eccezione l’inizio della settimana di Natale: fra lunedì e martedì i governativi hanno causato una vittima e feriti a Barzeh, quartiere ribelle di Damasco nord; lo Stato islamico ha causato la morte di nove studentesse e il ferimento di altre venti bombardando una scuola di un quartiere di Der Ezzor nell’est del paese; aerei russi hanno bombardato nelle province di Idlib e di Homs causando vittime fra i combattenti e fra i civili e nella Ghouta orientale (est di Damasco); i governativi hanno continuato ad attaccare Palmyra per riprenderla dalle mani dell’Isis, Madamiyeh, sobborgo di Damasco e al-Madiq nella provincia di Latakia; nella provincia di Hasakeh un ragazzo e morto e molti altri sono rimasti feriti per l’esplosione di una mina dell’Isis.
Dopo Kunduz tocca a Helmand. Mentre Stati Uniti ed Europa discutono su come rallentare il ritiro degli ultimi 12 mila militari alleati presenti in Afghanistan i talebani allargano l’offensiva militare invernale al sud e dopo aver conquistato una trentina di distretti in tutto il Paese puntano a prendere il possesso della loro tradizionali roccaforti a Helmand. Oltre 100 soldati e poliziotti afghani sono morti negli ultimi giorni nei combattimenti con i talebani a Sangin e l’intera provincia è sul punto di cadere nelle mani degli insorti. Lo ha annunciato il vicegovernatore Mohammad Jan Rasoolyar in un appello rivolto al presidente Ashraf Ghani su Facebook. Un appello lanciato tramite il popolare social media poiché, ha precisato Rasoolyar, «non avevo altro modo di entrare in contatto con il presidente».
Sarà l’età, sarà la stanchezza per la lunga lotta, ma la tentazione dell’eremitaggio, confesso, ormai mi coglie sempre più spesso. Faccio una gran fatica, ogni giorno, ad aprire i giornali e le agenzie che mi arrivano, perché va sempre peggio, le brutte notizie mi soffocano e vorrei, come lo struzzo, nascondere la testa in un buco. Io stesso, per mestiere, devo farmi ripetitore di nefandezze, o scovare quelle sono sfuggite ai colleghi. Vorrei, insomma, andare in vacanza da me stesso. Ma non si può, Deus non vult. Perciò, permettetemi una volta tanto di comunicarvi una boccata d’ossigeno, come fa il sub che passa il boccaglio a chi non ha le bombole. Un paio di buone notizie, giusto per riprendere fiato prima di reimmergerci nei miasmi del «territorio del diavolo» (citazione da Flannery O’Connor, per i colti).
Servizio Pubblico, noto programma di Santoro, l’aveva intervistata una manciata di giorni fa. Si chiamava Dominique Velati, malata di tumore, con un’aspettativa tra uno e tre anni di vita. La 59enne di Borgomanero (No), da trent’anni nelle fila del Partito radicale, ha deciso con l’aiuto dell’Associazione Luca Coscioni di andare in Svizzera per farsi uccidere con l’eutanasia, sborsando tra l’altro anche la bella cifra di 12.700 euro. La vita non ha prezzo, così pare anche la morte.
Appena hanno capito cosa stesse per accadere non hanno esitato un attimo. Si sono precipitati davanti ai terroristi urlando loro: "Ammazzateci tutti, musulmani e cristiani, oppure lasciateli andare". È accaduto a bordo di un autobus nei pressi di El Wak, Kenya settentrionale, a pochi chilometri dal confine con la Somalia. Un drappello di uomini armati, appartenenti all'organizzazione islamista al Shabaab, ha tentato l'ennesima strage nei confronti di cristiani. A evitare il peggio, tuttavia, l'eroico gesto dei musulmani a bordo del veicolo.
La Massoneria ha mai provato a distruggere la religione in Italia? Hai mai agito per bloccare l’azione della Chiesa cattolica e affossarla? La risposta è positiva. Nel senso che la Massoneria sin dalla sua nascita ha provato a scalfire il potere ecclesiastico con azioni eversive che sono state arginate dai papi.
Oggi inizia la Novena a Santa Caterina Labourè.
Il vescovo di Ratisbona, Rudolf Voderholzer, ha criticato duramente la Conferenza Episcopale tedesca per un volantino, distribuito quale settimana fa, in cui si afferma che una forma di teoria del genere non estremistica è “basilarmente compatibile con la fede cattolica”.
Dalla la seconda serie de "I militi ignoti della fede", viaggio nei paesi dell’Europa orientale che riporta alla luce le storie di uomini perseguitati per la loro fede durante il regime sovietico e che Papa san Giovanni Paolo II definì appunto “I militi ignoti della fede”. Questa è la dodicesima puntata, trasmessa il 17 dicembre 2015 da TV2000
Operation Storm Heaven. È questo il nome dell’iniziativa portata avanti negli Stati Uniti dal Cardinale Raymond Leo Burke, cardinale diacono di Sant’Agata dei Goti, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta dall’8 novembre 2014 e, dal 26 settembre 2015, membro della Congregazione delle cause dei santi. Si tratta di una campagna nazionale del Rosario, organizzata dalla Catholic Action for Faith and Family, che si propone di riunire un milione di cattolici americani (ma che è estesa ai fedeli cattolici di tutto il mondo) per pregare il Santo Rosario il primo giorno di ogni mese, per tutto l’anno. Le intenzioni specifiche indicate dalla campagna, sotto la guida del cardinale Burke, sono unite a quelli personali di tutti i membri. Globalmente si prega affinchè “nella Chiesa brilli chiaramente la Luce della Verità”, perché “la pace regni nei cuori dei fedeli” e per le intenzioni private di coloro che partecipano alla campagna, pregando il Rosario in solidarietà con gli altri partecipanti di tutto il mondo.
"Cinque anni di carcere a chi festeggia il Natale". Il sultano del Brunei Hassanal Bolkian ha deciso che anche quest'anno, nel piccolo stato del Borneo, il 25 dicembre si dovrà rispettare la legge coranica: "Niente croci o addobbi sugli alberi". Se fuori dalla sua nazione Hassanal Bolkian ama i lussi occidentali e per questo è spesso a Londra, al rientro in patria il sovrano si rivela più intransigente sulla sua religione.
Presto il Canada potrebbe avere la legge sull’eutanasia più liberale del mondo. Lo scorso febbraio la Corte suprema del paese ha stabilito che i cittadini hanno diritto ad avere accesso a eutanasia e suicidio assistito e ha dato un anno di tempo al Parlamento per approvare una legge. Il precedente governo federale aveva incaricato una commissione di scrivere un rapporto, che ancora non è stato reso pubblico, mentre è appena stato diffuso il rapporto redatto da un gruppo di esperti provinciale-territoriale commissionato dall’Ontario insieme ad altri dieci territori e province.
In Nigeria i cristiani convivono da quasi dieci anni con l’idea di poter morire da un istante all’altro, a causa degli attacchi terroristici di Boko Haram, che negli anni scorsi hanno compiuto stragi soprattutto a Natale. Eppure «in questi giorni si respira un clima di grande gioia, perché attendiamo tutti il Signore che sta per nascere». A raccontare a tempi.it un paese ancora teso a vivere l’Avvento immedesimandosi con il fatto cristiano è padre Peter Kamai, rettore del seminario di Jos, nella diocesi nigeriana di Jalingo. «I segni della gioia – continua il sacerdote – sono ovunque, nelle chiese, nelle strade e nei mercati dove le persone si recano a comprare quel che serve ai festeggiamenti».
Reduce dal grande successo del musical Sister act, la religiosa ed artista afferma: “La musica e il teatro sono i mezzi più potenti e diretti per trasmettere ai giovani messaggi d’Amore”.
Il 19 e il 20 dicembre l’hotel Barone dei Sassj di Sesto San Giovanni ha ospitato il convegno internazionale “Il ruolo del waqf nella costruzione di società e organizzazione di volontariato in Europa” tra i cui sponsor figurano il Centro Islamico di Sesto San Giovanni, l’Islamic Research and Training Institute di Jedda in Arabia Saudita – membro dell’Islamic Development Bank - il Segretariato generale degli awqaf dello Stato del Kuwait.
Se quella era la libertà, perché mi sentivo morta? Oggi rispondo: perché venivo da una realtà mossa da interessi politici ed economici che speculava sulla sofferenza dell’altro.
Scienza e fede. Un tema emerso negli ultimi due secoli e, come sempre, caratterizzato da due tipi di estremismi: da una parte gruppi religiosi che hanno paura della scienza, la rifiutano a prescindere temendo che possa entrare in conflitto con la loro fede religiosa. Dall’altra gruppi anti-religiosi che ideologizzano la scienza diffondendo la convinzione che essa conduca necessariamente lontano da Dio.
«Per secoli i nostri fratelli nella fede hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo delle società mediorientali e ora, nel momento di maggior bisogno, sono stati abbandonati»
Il 21 dicembre 2015 Papa Francesco ha rivolto alla Curia Romana un ampio discorso per gli auguri natalizi, richiamando quanto aveva detto un anno fa sui vizi e le tentazioni ma proponendo quest'anno una parte positiva, un «catalogo delle virtù». I vizi denunciati nel 2014, ha precisato il Papa, ci sono ancora, e «richiedono prevenzione, vigilanza, cura e, purtroppo, in alcuni casi, interventi dolorosi e prolungati. Alcune di tali malattie si sono manifestate nel corso di questo anno, causando non poco dolore a tutto il corpo e ferendo tante anime, anche con lo scandalo». Nonostante gli scandali, «la riforma andrà avanti con determinazione, lucidità e risolutezza, perché Ecclesia semper reformanda».
«Il Natale è un ostacolo al progresso», «è una superstizione», «un relitto del passato». «Ma è veramente necessario continuare a elencare i motivi per lodare il Natale?», si domanda lo scrittore inglese
La nascita, la sindrome, l’operazione d’urgenza e l’incontro con il Papa. Così nostro figlio è entrato di schianto nella nostra vita, in quella degli amici e di chi non conoscevamo
Nissar Hussain ha appena ricominciato a camminare con l’aiuto di una stampella. Riesce anche a piegare il ginocchio di 30 gradi ed è felice, perché «se Dio non avesse fatto un miracolo ora sarei morto». Il 17 novembre due uomini l’hanno aggredito davanti a casa sua con mazze da baseball, non di comunissimo legno ma di cemento. Hanno cercato di colpirlo al volto «ma Dio, come se fossi una marionetta, ha preso la mia mano e l’ha sollevata». La telecamera davanti a casa sua ha ripreso tutto (qui il video, l’aggressione parte al minuto 4). Risultato: gamba e mano rotte, due operazioni e 11 giorni di ospedale. Hussain non si è stupito più di tanto perché è da 15 anni che viene insultato, minacciato, aggredito e perseguitato dalla comunità musulmana pakistana per essersi convertito al cristianesimo dall’islam. In Pakistan, purtroppo, è normale che un convertito rischi la vita, in quanto considerato «apostata e infedele». Hussain però non vive in Pakistan, ma in Inghilterra, dove è nato e cresciuto. La storia che questo padre di famiglia di 50 anni, sposato con sei figli, racconta a tempi.it è così incredibile da sembrare impossibile. Ma è vera e rivela il calvario che un uomo deve patire per esercitare la sua libertà religiosa nell’occidentalissimo Regno Unito, dove né la polizia né la Chiesa anglicana fanno nulla per proteggerla.
Un allenatore pregò Dio. Un altro cantava inni a Budda. Ma solo uno dei due fu punito, l’allenatore cristiano. Questo non è accaduto in uno stato asiatico, ma negli Stati Uniti. Ed è un altro esempio di come la professione aperta della fede cristiana diventi motivo di odio, intolleranza e discriminazione.
Nell’udienza generale dedicata al suo viaggio in Africa, papa Francesco ha ricordato l’incontro con una suora italiana a Bangui, di 81 anni, con una bambina che la chiamava “nonna”. La suora infermiera e ostetrica è in Africa da quando aveva 24 anni. Francesco si commuove e dice: «E come questa suora, ci sono tante suore, tanti preti, tanti religiosi che bruciano la vita per annunciare Gesù Cristo. È bello vedere questo». Sempre parlando a braccio, aggiunge: «Io mi rivolgo ai giovani: se tu pensi a cosa vuoi fare della tua vita, questo è il momento di chiedere al Signore che ti faccia sentire la Sua volontà. Ma non escludere, per favore, questa possibilità di diventare missionario, per portare l’amore, l’umanità, la fede in altri Paesi. La fede si predica prima con la testimonianza e poi con la parola. Lentamente».
Siamo ormai a due mesi dalla chiusura del Sinodo ordinario 2015 e i rumors che provengono dal Vaticano parlano di una prossima esortazione post-sinodale di Papa Francesco che dovrebbe uscire tra febbraio e marzo 2016. Nell’attesa di avere questo documento ripercorriamo il dibattito attraverso il corposo contributo offerto dal noto studioso cattolico americano George Weigel. L’articolo appare sul numero di gennaio 2016 della rivista First Thing. Di seguito evidenziamo alcuni passaggi importanti di questo intervento.
Tempo di Natale, tempo di allegria, di pace, ma anche, di questi tempi, tempo di battaglia. Perché a Natale si fa festa? Perché è successo un evento inimmaginabile: Dio si è incarnato. È sceso sulla terra perché era l’unico modo per salvarci. Tempo in cui tutta la creazione si rallegra. Tutte le cose tornano nuove e rivivono dopo la morte che ci aveva regalato il peccato. In Italia, grazie alla presenza di Roma e alla scelta fatta da Dio in favore di Roma, la nostra storia, come popolo, come nazione, ha sempre celebrato con grandissima solennità il Natale. Con fede e con cultura. Con canti. Canti popolari, musica sacra, dipinti, statue, presepi meravigliosi. Con poesie, con educazione dei bambini, con catechesi.
Il Burundi è a un passo dalla guerra. La situazione è talmente grave da aver indotto l’Unione Africana, per la prima volta da quando è nata nel 2002, a dirsi disposta ad applicare la regola che le consente, in violazione del principio internazionale di non ingerenza negli affari interni di un Paese, di intervenire militarmente in uno Stato membro, anche senza l’autorizzazione del governo di quello stato. Lo statuto dell’Ua lo prevede in caso di crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità.
Madonna della Rose
O Signora mia, o Madre mia Io mi offro interamente a Te,
e in prova del mio affetto filiale
Ti consacro in questo giorno (sera)
i miei occhi, le mie orecchie, la mia bocca il mio cuore, in un’unica parola tutto il mio essere!
Quindi se io sono tutto Tuo, o Madre di bontà,
sollevami, proteggimi e difendimi
come cosa e proprietà Tua.
Amen.


Salve, Regina....
"Sono Colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti; ora basta! Torna nell'Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Ubbidisci alla Chiesa, ubbidisci all'Autorità. Ubbidisci, e lascia subito questa via che tu hai intrapreso e cammina nella Chiesa che è la Verità e allora troverai pace e salvezza. Fuori della Chiesa, fondata da mio Figlio, c'è buio, c'è perdizione. Tornate, tornate alla fonte pura dell'Evangelo, che è la vera via della Fede e della santificazione, che è la via della conversione(...). La Vergine prosegue: "Il giuramento di un Dio è e rimane eterno e immutabile. I nove venerdì del Sacro Cuore, che la tua fedele sposa ti fece fare prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato(...)" La Vergine cara si degnò anche di rivelare a me, indegno peccatore, la Sua vita dal principio della Sua creazione in Dio fino al termine della Sua vita terrena con la gloriosa Assunzione corporea: "Il mio Corpo non marci, né poteva marcire. Mio Figlio e gli Angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso (...). Si preghi assai e si reciti il Rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l'unita dei Cristiani. Recitate il Rosario! Perché le Ave Maria che voi dite con Fede e Amore sono tante frecce d'oro che raggiungono il Cuore di Gesù. Pregate perché sia fatta l'unita di tutti i cristiani nella Chiesa fondata da mio Figlio, e si formi un solo Ovile e un solo Pastore, con la Santità del Padre (così la Vergine chiama il Papa).Io sono la calamìta della Trinità Divina, che attira le anime alla salvezza. Il male organizzato aumenterà nel mondo e negli eremi e nei conventi entrerà il carname del mondo. Siate fedeli ai Tre Punti Bianchi e troverete la salvezza nell'umiltà, nella pazienza, nella verità: l'Eucaristia, l'immacolata, cioè nei dogmi che la chiesa ha stabilito nei miei riguardi, e la Santità del Padre, Pietro, il Papa. la Chiesa sarà lasciata vedova per le persecuzioni. Ecco!"
Eva Mozes Kor, sopravvissuta ad Auschwitz, ha deciso di adottare Rainer Hoss, nipote del comandante del lager Rudolf Hoss. Quando aveva 10 anni Eva Mozes venne deportata dai nazisti ad Auschwitz dalla Romania, assieme alla sorella gemella (La Stampa, 16 dicembre). Fu liberata nel 1945 dall’esercito russo insieme ad altri duecento bambini sopravvissuti miracolosamente (news.wgcu.org, 18 novembre).
Una volta giunti a Siena intorno al 1250, ai monaci Serviti venne affidata dal vescovo la chiesa di San Clemente, situata sul poggio di Castel Montorio all’interno delle mura. Anche il Comune, nonostante la sua inclinazione ghibellina, donò materiali e laterizi per l’erigendo edificio e nel 1300 fu addirittura proclamata un’indulgenza per chi avesse contribuito alla costruzione.
L’assemblea plenaria del Parlamento europeo ha votato il “Rapporto annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2014 e la politica dell’Unione europea in materia”. L’eurodeputato popolare slovacco Miroslav Mikolasik ha proposto un emendamento contro la maternità surrogata che è passato. Il testo dell’emendamento afferma che il Parlamento «condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce; ritiene che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani» (paragrafo 114).
Il 22 dicembre 2005, Benedetto XVI rivolgeva uno storico discorso alla Curia Romana, nel quale offriva le “chiavi” della storia e della fede, per la corretta interpretazione del Concilio ecumenico Vaticano II. Cosa ha prodotto? Una parte della Chiesa cattolica lo ha condiviso, mentre l'altra ha continuato a percepire quell'avvenimento come una rottura con la Chiesa precedente. Il solco si è approfondito, quasi uno scisma di fatto.
La preghiera è così semplice che molti la lasciano la metà. Forse ci manca un po’ di senso dell’umorismo? Bisogna essere capaci di non essere troppo seri quando si dedicano dei minuti al raccoglimento, al silenzio, senza sforzo, per rivolgere la nostra attenzione affettuosa a Dio. Egli è lì, come me, anche se non sento nulla. Il Signore preferisce la nostra intenzione alla nostra attenzione, che spesso è carente. Vuole che rimaniamo tranquilli, in pace, in attesa di tutto ciò che è Lui, nella fede, nella speranza e nell’amore. Questo tempo dedicato a Dio aumenta un desiderio che si manifesta nell’aspirazione a raggiungere la libertà, l’amore. La preghiera risveglia il desiderio; la volontà di amare lo dispiega.
La panna montata della retorica occidentalista – tornata di tendenza dopo le stragi parigine – va assaporata in fretta, il più in fretta possibile. Altrimenti, come accade anche alla migliore delle panne montate, c’è il rischio che si smonti e venga a galla tutto il resto, che non è detto sia altrettanto attraente. Per esempio non lo è lo scoprire come nel Califfato di Al Baghdadi sia stata emessa una fatwa che pare autorizzi «i miliziani a uccidere sui territori amministrati i fanciulli down o nati con malformazioni fisiche e psichiche […] i miliziani avrebbero già trucidato con iniezioni letali o per soffocamento una quarantina di bambini di età compresa fra una settimana e tre mesi e nati con qualche handicap» (Il Giornale, 15.12.2015, p. 13).
Li fabbricano, li pagano profumatamente e, se qualcosa va storto, chiedono di abortirli. È la logica che emerge con sempre maggior evidenza dal mercato degli embrioni prodotti in laboratorio per l’utero in affitto. Dopo l’ultima denuncia sul New York Post da parte della quarantaduenne californiana Melissa Cook (il cui utero è stato affittato per circa 40 mila dollari) a cui il suo acquirente ha chiesto di abortire due dei tre figli in grembo, è seguito il caso analogo della ventiseienne Brittneyrose Torres.
Che proprio a Betlemme, la città dove è nato Gesù, il Natale venga celebrato in tono minore è un triste controsenso. Ma è la realtà. L’autorità palestinese infatti ha chiesto a tutta la Cisgiordania di cancellare le celebrazioni pubbliche del Natale, a causa delle violenze che da ottobre coinvolgono israeliani e palestinesi e che hanno portato alla morte di 147 persone, dopo che a ottobre è stata lanciata l’Intifada Al Aqsa per difendere la Spianata delle Moschee.
«La Madonnina riassume in sé le nostre radici e le nostre tradizioni». «Lei – e guarda raggiante all’insù – è la protettrice della nostra Lombardia». I virgolettati sono, rispettivamente, dell’assessore alla cultura Cristina Cappellini e del presidente della Regione Roberto Maroni. I quali, beatamente infischiandosene dell’aria di sfiga e depressione che circola nell’Italia delle polemiche sul presepe e i vatileaks, ieri mattina, mercoledì 16 dicembre, hanno presentato alla stampa il calco della statua dorata di Maria che sta in cima al Duomo di Milano e che il governatore ha voluto insediare a Palazzo Lombardia. In collaborazione con la Fabbrica del Duomo, l’arciprete monsignore Gianantonio Borgonovo e i fantastici artigiani napoletani che hanno realizzato la grande statua che campeggia accanto al presente vivente di Argenio e dei presepi (un po’ ovunque) in Regione Lombardia. Così, tanto per far rosicare i laicisti di certi nostri cari giornali.
Quando centinaia di case di cristiani e quattro chiese sono state bruciate nel villaggio di Shanti Nagar nel 1997, quando otto cristiani sono stati bruciati vivi, 40 case e una chiesa distrutte a Gojra nel 2009, quando più di 100 cristiani sono morti nell’attentato kamikaze alla chiesa di Tutti i santi di Peshawar nel 2013, quando una coppia di cristiani è stata bruciata viva in un forno a Kot Radha Kishn da islamisti nel 2014, quando 22 cristiani sono rimasti uccisi negli attentati a due chiese di Youhanabad nel 2015; dopo tutti questi casi di persecuzione in Pakistan, un imam si è recato in questi luoghi per piangere con i cristiani e aiutarli a ottenere giustizia. Si tratta di Maulana Abdul Khabir Azad (nella foto con padre Channan), Grande imam della quinta moschea più grande del mondo, la moschea Badshahi di Lahore, seconda città più importante del paese e capoluogo del Punjab, la provincia dove i cristiani sono più perseguitati. L’imam è impegnato da anni nella difesa dei cristiani ed è stato ripetutamente minacciato per questo suo impegno, del quale ha accettato di parlare in un’intervista a tempi.it.
Con la firma del decreto che riconosce un miracolo attribuito alla Beata Teresa di Calcutta, Papa Francesco nel giorno del suo compleanno ha confermato la canonizzazione di quella che tutti conoscono semplicemente come Madre Teresa. Ancora non si ha la certezza della data, ma molte ipotesi propendono per il 4 settembre 2016, non a caso durante il Giubileo della Misericordia.
Dio esiste e vive a Bruxelles è un film del regista belga Jaco Van Dormael. Il titolo originale è Il Nuovissimo Testamento. La pellicola, a breve disponibile anche nelle sale italiane, non è solo una rivisitazione blasfema della vita di Gesù in chiave post moderna – da qui la supposta novità dei racconti evangelici – ma anche un attacco diretto ai sentimenti religiosi di tutti i cristiani e alla stessa Chiesa cattolica. Lo scrivente non ha visto il film, però si fida della recensione che ne ha fatto il sito Gay.it, dato che non può essere sospettato di partigianeria nei confronti della fede cattolica. Eccone la trama...
“I Giovani Musulmani d'Italia sono sconcertati e indignati dinnanzi alle esternazioni del Parlamentare Khalid Chaouki, che associa "inquietanti influenze" estremiste alla nostra Associazione.” Così si apre il comunicato del 15 dicembre 2015, con tanto di numero di protocollo, emesso dalla Direzione Nazionale dell’associazione Giovani Musulmani d’Italia (GMI) dopo la pubblicazione da parte del quotidiano Libero di una intervista del 14 dicembre in cui il giovane deputato del PD alla domanda perché avesse lasciato la suddetta associazione risponde come segue: “Perché mi ci sentivo stretto. Erano appiattiti sulla dimensione religiosa e subivano inquietanti influenze da parte dell'estremismo. Non vede male chi insinua che Isis e terrorismo siano insufflati dai dittatori più spietati e dagli sceicchi, che puntando l'indice contro il demone occidentale mantengono le masse islamiche nella schiavitù e perpetuano i loro privilegi, impedendo un' evoluzione sociale, economica e dei diritti”.
Il Natale celebra Dio che si fa uomo. Anche se molti vorrebbero nasconderlo, al centro di questa festa c'è il mistero dell'incarnazione. C'è la passione di Dio per il destino dell'uomo. Di questo coinvolgimento di Dio nella storia siamo chiamati ad essere testimoni. Noi de La Nuova BQ lo siamo con il nostro lavoro di giornalisti: siamo chiamati a dare un giudizio alla luce del Vangelo sui fatti che accadono. Lo facciamo dentro la storia di ogni giorno, fianco a fianco con te. Ogni donazione, anche la più piccola, ci sostiene in questa impresa. Grazie fin d'ora per l'aiuto che potrai darci.
Il racconto straordinario di un esorcista di San Paolo sull'influenza dello spiritismo e delle superstizioni su una giovane futura madre.
Vangelo Lc 1,39-45: A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
n quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Ap­pena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bam­bino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orec­chi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Un "regalo" di Ratzinger ai suoi concittadini e non solo nel nuovo volume della Libreria Editrice Vaticana in distribuzione dal 18 gennaio .
La vita di Damiano Tommasi è una ridda di simboli che si collocano contro gli stereotipi. La sua folta chioma è il simbolo di una semplicità che contrasta con il cliché del calciatore ricoperto di tatuaggi e ingelatinato. La scelta di indossare la maglia numero 17 - per citare un altro esempio - è il simbolo di un legame che domina la scaramanzia. Non può essere scaramantico, del resto, chi ha fatto della fede cattolica un pilastro della propria vita. Un pilastro che nasce e cresce lontano dai riflettori puntati su un mondo, quello del calcio professionistico, che Tommasi ha frequentato e continua a frequentare. Dopo “una vita da mediano”, per dirla come Ligabue, tra le fila di Verona, Roma e della Nazionale italiana, questo 41enne dai modi gentili è infatti oggi presidente dell’Associazione Nazionale Calciatori. Ciò che rende Tommasi così affabile, tuttavia, è proprio l’aver mantenuto un legame saldo con il mondo da cui proviene. “La fede mi è stata trasmessa dalla mia famiglia e dal contesto sociale nel quale sono cresciuto, un paesino di montagna dove il ritmo delle settimane era dettato dalla liturgia”, spiega in un’intervista a ZENIT.
Lo scorso 9 dicembre, la Commissione Europea ha reso pubblica la propria decisione di registrare l’iniziativa dei cittadini europei Mum Dad & Kids. Ciò sta a significare che l’iniziativa potrebbe andare avanti con il contenuto e le forme che sono state proposte dallo stesso Comitato dei Cittadini, nella sua presentazione ufficiale del 15 Ottobre. È con “grande soddisfazione” che il Comitato dei Cittadini Mum Dad & Kids ha appreso questa decisione. “La Commissione Europea – si legge in un comunicato della sezione italiana dell’associazione - ha riconosciuto che le misure proposte per una definizione di matrimonio esclusivamente quale unione tra un uomo e una donna, e che la definizione di famiglia quale basata sul matrimonio e/o sulla discendenza rientrerebbero nelle competenze dell’Unione Europea e sarebbero compatibile con i suoi valori fondamentali”.
Per la seconda volta in quattro anni, il prossimo 20 dicembre i cittadini sloveni saranno chiamati a decidere, attraverso un referendum, sull’annullamento della legge che riconosce i matrimoni fra persone omossessuali nel Paese. La data, infatti, è stata fissata oggi dall’Assemblea Nazionale di Lubiana, che ha confermato la proposta della commissione parlamentare Affari Sociali per un referendum abrogativo della legge sulle nozze gay, da tenersi alla fine di dicembre.
Il Ministero per gli affari religiosi (più precisamente: l’Amministrazione statale per gli affari religiosi, Sara), ha comunicato sul suo sito che è in preparazione un summit a livello nazionale sulle religioni, in cui si metterà a tema una revisione dei regolamenti che governano il controllo sulle fedi. Molti cristiani interrogati da AsiaNews temono che esso porterà maggiore buio sulla vita delle comunità, costrette a soffocare in limiti sempre più pesanti.
Nella diocesi di Limburg, in Germania, si sta discutendo di un rituale speciale per benedire le coppie omosessuali. Secondo un reportage della Frankfurter Allgemeine Zeitung il rettore dell’Istituto dei gesuiti per Filosofia e Teologia, padre Ansgar Wucherpfennig, avrebbe dichiarato di aver già benedetto l’unione di coppie omosessuali, come anche altri preti avrebbero fatto; ma non con una cerimonia pubblica.
All’udienza generale del 16 dicembre 2015, papa Francesco ha proposto una catechesi sul tema dell'Anno Santo, al cui centro - ha ricordato - sta il sacramento della confessione, che il Giubileo invita tutti a riscoprire, anche perché solo dall'esperienza del perdono di Dio può scaturire una vera capacità di perdonare gli altri. Commentando l'apertura della Porta Santa a San Giovanni in Laterano, il Papa ha affermato che «il Giubileo è in tutto il mondo, non soltanto a Roma. Ho desiderato che questo segno della Porta Santa fosse presente in ogni Chiesa particolare, perché il Giubileo della Misericordia possa diventare un’esperienza condivisa da ogni persona».
A pochi giorni dal Natale un manifesto con l'immagine della Vergine Maria per le strade di Baghdad. Finalmente un segno di amicizia per ciò che resta della tribolata comunità caldea della capitale irachena? Purtroppo no. L'immagine sta lì a dare forza a un “invito” rivolto alle donne cristiane affinché si decidano una buona volta a indossare il velo. «Del resto non lo vedete? Lo portava anche Mariam, la madre di Gesù...». Non bastasse tutto il resto in questa vigilia dell'ennesimo Natale sofferente per i cristiani del Medio Oriente, sono rispuntati anche questi manifesti a Baghdad.
Don Fabio Rosini è un sacerdote che vive con passione la sua missione tra i giovani. Nel suo agire in Cristo, sono loro il punto di riferimento, partenza e fine di ogni sforzo quotidiano. Biblista affermato, opera nella Diocesi di Roma ed è molto conosciuto per aver ideato un progetto di catechesi sui Dieci Comandamenti, diffusosi poi a macchia d’olio in tutta Italia. È direttore del Servizio per le Vocazioni della Diocesi di Roma; sin dall’inizio, ossia nel 1993, gli incontri sui Dieci Comandamenti hanno avuto il fine primario di far conoscere ai giovani il volto di Gesù, aiutandoli a discernere la Volontà di Dio, e consentendogli di imparare a prendersi ‘la parte migliore’, intesa come la propria vocazione. In Terris lo ha incontrato a Roma, e gli ha posto qualche domanda viaggiando tra presente e futuro, tra la necessità di dare punti di riferimento e l’esigenza di costruire una Chiesa sempre più solida.
Affondano nel profondo della storia le radici dell’amicizia tra Ungheria e Polonia. Fin dal medioevo le due nazioni della Mitteleuropa si sono ritrovate gomito a gomito non solo per ragioni geografiche, ma anche per difendere insieme la propria sopravvivenza o un comune patrimonio di valori. I popoli ungherese e polacco hanno condiviso la stessa barricata a più riprese in periodi di tempo anche dilatati. Insieme si opposero alle scorribande turche, alle brame imperialiste dei prussiani, più di recente all’incedere dei sovietici.
Essere costruttori del mondo mostrandone la bellezza, sconfiggendo pregiudizzi. E’ la sfida di “Ti porterò con me - Storie di giovani e dei loro maestri di strada” spettacolo teatrale pensato dal preside “di periferia” Pierluigi Bartolomei e da un gruppo di professori della scuola professionale romana Elis. Lo spettacolo ispirato all’omonimo libro edito da Ares, sarà messo in scena al Teatro Italia il prossimo 18 dicembre. L’entrata sarà gratuita e su prenotazione ([email protected]), eventuali offerte saranno devolute alla Caritas.
Anteprima nazionale a Roma - 18 dicembre 2015 ore 20.30 -Teatro Italia. Spettacolo di storytelling con ingresso gratuito. Con il ricavato delle offerte sarà possibile aiutare alcune famiglie di migranti ospitate dalla Caritas di Roma.
Chi è «il sognatore»? Non un distratto cronico o un «estraniato», ma chi è radicato nella realtà con uno sguardo contemplativo: chi sa accogliere il sogno di Dio, incarnato anche nella nostra vita di tutti i giorni, comprendendo quell'infinita tenerezza così spesso ricordata da papa Francesco. È possibile intuire l'orizzonte della nostra storia d'amore con Dio? Sì, con il coraggio umile della preghiera e dell'ascolto, e cercando di seguire il sentiero tracciato dai santi. Dopo Mezz'ora di orazione e la profonda ricognizione sul senso del celibato apostolico contenuta in Come Gesù, Mauro Leonardi ci insegna a scoprire il «sogno» che Dio ha su ciascuno di noi: nel suo suggestivo itinerario, che analizza anche tre celebri film come Titanic, A Beautiful Mind e Biancaneve, riflette su alcuni episodi decisivi della vita di tre grandi «sognatori»: il patriarca Giuseppe, Giuseppe sposo di Maria e Josemaría Escrivá.
Durante la sua permanenza, Vicka ha avuto la sua quotidiana apparizione nella cappellina privata del gruppo di preghiera "Innamorati dell'Immacolata".
Vicka ha descritto così le cose più importanti del suo incontro con la Madonna:
Questa sera la Madonna è arrivata particolarmente gioiosa e felice e, all’inizio, ha salutato tutti con il suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi la Madonna ha invitato tutti a vivere la grazia che ci sta donando in questo tempo e a non perderla con le distrazioni che vengono dal mondo. Poi la Madonna ha aggiunto che con le sue grazie possiamo allontanare il male che è dentro di noi e intorno a noi per poter ospitare nel nostro cuore Gesù Bambino che viene.
Vicka ha poi raccomandato tutti i presenti, le famiglie, le diverse necessità e intenzioni.
La Madonna ha poi pregato per un periodo di tempo su tutti i presenti, in particolar modo sui malati e i bambini.
Poi la Madonna ha continuato a pregare benedicendo tutti gli oggetti, il luogo e il territorio.
Se n'è andata con il suo saluto materno: “Andate in pace, cari figli miei!”.
Primo giorno....
A Islamabad, capitale del Pakistan, non sono una novità le campagne di demolizione dei “katchi abadis”, gli slum della città. Nello scorso luglio sono state rase al suolo oltre cento baracche abusive in un’area denominata I-11, dove secondo le indicazioni del ministero dell’Interno si nascondevano in massa potenziali “terroristi” afghani. Già in quell’occasione Ammar Rashid, segretario del Partito Awami dei Lavoratori (Awp), ha protestato perché a suo dire il 95 per cento delle famiglie sgomberate dall’I-11 erano in realtà pashtun provenienti dal nord del paese e insediatisi lì oltre vent’anni prima. E adesso a quanto pare Rashid (e non solo lui) ha un motivo in più per denunciare l’abuso, perché la prossima serie di demolizioni pianificate dalle istituzioni locali non ha nemmeno la giustificazione della lotta all’estremismo, ma punta direttamente contro i cristiani in quanti tali.
Per fortuna il consiglio comunale di Albavilla, in provincia di Como, non la pensa come monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova. Il quale proprio nei giorni scorsi pensando al mondo musulmano ha spiegato che farebbe «passi indietro pur di mantenerci nella pace, nell’amicizia e nella fraternità. Non dobbiamo presentarci pretendendo qualsiasi cosa che magari la nostra tradizione e la nostra cultura vedrebbero come ovvie». In altre parole: se il presepe dà fastidio togliamolo di mezzo.
Si aprono le Porte Sante di tutto il mondo per dare inizio al Giubileo della Misericordia. Anche in Cina, dove il cristianesimo cattolico è ancora forzatamente diviso dal regime comunista e negli altri regimi marxisti dell'Asia orientale, dove la religione è ufficialmente libera, ma di fatto repressa.
In concomitanza all’apertura della Porta Santa del Giubileo, a Genova il Secolo XIX e alcuni centri islamici del capoluogo ligure hanno lanciato l’iniziativa “Moschee Aperte” per “promuovere lo scambio interculturale”. Gli organizzatori hanno annunciato che “il 13 e il 20 dicembre, le sale di preghiera della città apriranno le loro porte a tutti coloro che vorranno visitarle” e che “tutto si svolgerà in un clima informale tra chiacchiere, tè verde alla menta, pasticcini, focaccia e piatti preparati dalle comunità arabe”.
Sabato c’è stato a Roma all’Auditorium Antonianum il primo congresso nazionale del Comitato “Difendiamo i nostri figli”. Ha aperto la giornata il presidente Massimo Gandolfini che ha ricordato con gioia la manifestazione del 20 giugno scorso a piazza San Giovanni, convocata dal Comitato per riaffermare il diritto dei genitori ad educare i figli e fermare la “colonizzazione ideologica” della teoria Gender nelle scuole. L’incontro di sabato, a poco più di cinque mesi da quella bellissima piazza, è stato organizzato per valutare il lavoro svolto fino ad oggi nella difesa dei più piccoli e della famiglia, per definire le linee operative comuni per i prossimi mesi e per conoscere e incontrare i rappresentati dei Comitati Locali DFN (Difendiamo i nostri figli) nati sulla scia del Comitato Nazionale permanente.
A proposito di masturbazione a pag. 10 del manuale per i ragazzi “Le cinque lezioni” il docente e i genitori che lo leggono, trovano la testimonianza di “Marta 14 anni: non si parla mai di masturbazione delle ragazze. Invece anche noi lo facciamo. E non ci si dovrebbe vergognare. E ancora alla pagina 11: “Uno dei modi per conoscere il proprio corpo e provare piacere è masturbarsi. Significa toccarsi e accarezzarsi dove ti piace di più. Lo fanno sia i maschi che le femmine. Quanto spesso varia da persona a persona ma è anche assolutamente normale non avere voglia di farlo”. Se mai fosse sfuggito, ricordiamo che questi argomenti vengono trattati dai suddetti esperti con preadolescenti di 13 anni....
Sono almeno quattro i diretti interventi di Papa Francesco nel solo 2015 contro il gender, la teoria secondo la quale l’essere uomini e donne sarebbe una costruzione sociale e non derivata necessariamente dall’essere nati come maschi e femmine.
C’è tanto di papa Francesco, e della straordinarietà del suo ministero pastorale, in questo Giubileo della misericordia. Anzitutto, c’è l’ispirazione profetica, che lo ha spinto a decidere l’indizione di un Anno Santo senza rispettare la cadenza venticinquennale, senza parlarne con nessuno, senza neppure avvisare della cosa le autorità di Roma e dell’Italia. Straordinario, poi, per aver abbandonato l’esclusività romanocentrica dell’evento giubilare; non solo, ma è andato ad aprire la prima Porta Santa nel cuore dell’Africa nera, a Bangui, dimostrando così concretamente l’universalità del cattolicesimo. E, ancora più straordinario, è l’aver assegnato al Giubileo un tema determinato e, insieme, un obiettivo ugualmente preciso: far sì che la misericordia divenga l’emblema distintivo di un nuovo modo di essere e di comportarsi da cristiani.
«La nostra testimonianza, attraverso l’apertura della porta del “cristianesimo della misericordia” a tutti, è un segnale per dire: “Avvicinatevi e gustate l’amore di Cristo”»
Dall’aramaico giudaico al greco e poi al latino. Con tracce che risalgono addirittura all’antico Egitto. Non è solo una questione grammaticale, ma il segno che gli evangelisti parlano di una persona vera
Le genesi, la rete e le storie della Fondazione che raccoglie e distribuisce 75 mila tonnellate di cibo a oltre un milione e mezzo di poveri
La Corte di Cassazione ha condannato un ginecologo di Mantova al risarcimento in favore di una coppia che ha avuto una bambina con sindrome di Down “per violazione degli obblighi di informazione”. La storia risale al 2006, quando due coniugi, dopo aver dato alla luce una bambina con sindrome Trisomia 21 e non averla per questo riconosciuta, decidono di citare in giudizio il ginecologo che ha seguito la gravidanza perché non sarebbe andato oltre gli esami indispensabili che danno un indice di rischio sulle patologie.
Si tratta di Maria Elisabetta Hesselblad, fondatrice dell’Ordine del S.ss Salvatore di Santa Brigida, pioniera del dialogo ecumenico. Autorizzati i decreti di 12 Venerabili, di cui due laici.
La spiritualità della beata fondatrice delle Missionarie della Carità si intreccia con lo spirito del Natale ed è un esempio da seguire nell’Anno Santo della Misericordia
Al posto di Giuseppe e Maria hanno messo due giuseppi che si sono scambiati anche un bacio. L’asinello era impersonato da Matteo Salvini e il bue da Carlo Giovanardi. Roberto Cota, ex presidente della Regione, e Maurizio Marrone, capogruppo in Consiglio comunale di Fratelli d’Italia, sono finiti a far le pecorelle. I Re Magi portavano preservativi e gianduiotti. Gesù bambino infine era un bambolotto di colore adagiato in un canotto.
Finirà così: che verranno a prenderci mentre preghiamo con le candele accese al buio mentre le porte della chiesa sono sprangate. È una visione tropo pessimistica? Può darsi, ma almeno è giustificata. Se la vita di fede è in crisi non lo è meno il vissuto cristiano mostrato dai cattolici. Ne consegue che oggi a vergognarsi di Gesù Cristo sono ormai tanti, perché è più facile e sicuramente meno problematico quando hai a che fare con la polizia del pensiero che si è incaricata di punire, tramite il giornalismo militante, chi è troppo cristiano.
Pochi autori sono profetici come il buon vecchio Gilbert K. Chesterton. Ancora troppo pochi i suoi lettori quando – per trovare una idea luminosa oggi – ognuno si dovrebbe confrontare col vecchio brontolone. A più di cento anni di distanza le intuizioni sono ancora lucide, e certi testi, come quello che stiamo per recensire, è forse più che lucido: è rivoluzionario. Rivoluzionario come la verità. Rivoluzionario come un grido di libertà di fronte al tiranno dispotico. La forza di questo e di altri testi è di avere un linguaggio semplice e tuttavia non banale ma soprattutto di avere una ironia che rende possibile prendersi gli schiaffi che l’Autore ci dedica per svegliarci da un certo atteggiamento borghese, senza per questo avercela con lui. Insomma gli siamo grati due volte: la prima per la sveglia ricevuta, la seconda per le parole – parole semplici, schiette – che ci mette in bocca, una su tutte: libertà.
Nato a Canicattì (Agrigento) nel 1952, sacerdote salesiano dal 1979 e missionario dal 1981, monsignor Rosario Vella è dal 2007 vescovo di Ambanja, una delle 21 diocesi del Madagascar. In quest’intervista rilasciata a ZENIT ha offerto la sua testimonianza di figlio di don Bosco: un pastore dedito ai giovani e ai poveri, con una missione educativa che, prima ancora di dare cultura, intende formare le coscienze.
Al via da oggi, lunedì 14 dicembre, la Scuola di Leadership cristiana Giovani e forti… (per non morire)!. Il Rinnovamento nello Spirito Santo, dopo la fruttuosa esperienza del 2013 e 2014, ripropone all'indomani del V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze un’iniziativa formativa interamente dedicata e riservata a giovani neolaureati o specializzandi che vivono l'esperienza del RnS. Da lunedì 14 fino a domenica 20 dicembre si ritroveranno presso la Casa “Famiglia di Nazareth” a Loreto 40 giovani, le cui candidature sono state selezionate dal Comitato Nazionale RnS sulla base della valutazione dei requisiti inseriti nei curricula dei ragazzi.
Tra le tantissime suggestioni del libro di Messori Ipotesi su Maria un tema mi ha intrigato, tanto da riprenderlo nei miei Medjugorje. Il cammino del cuore e Le lacrime di Maria (sorta di seguito), entrambi Mondadori. Si tratta delle “vite” della Madonna scritte dai mistici. Anzi, dalle mistiche, dal momento che sono quasi tutte donne. Messori parte da un lavoro del mariologo Laurentin, che ne mette in fila sette. Per me è stato obbligatorio farvi riferimento perché, dovendo occuparmi di Medjugorje, sapevo che era (ed è ancora) in arrivo un’ottava “vita” scritta, anche questa da una donna, la bosniaca Vicka, la quale la pubblicherà quando –dice- la Gospa gliene darà il permesso.
Il 12 dicembre il Gambia, uno dei più piccoli stati africani, con una popolazione per circa il 90% di fede musulmana, è diventato una Repubblica islamica, come l’Iran, l’Afghanistan, il Pakistan e la Mauritania. Lo ha stabilito il presidente Yahya Jammeh che, nel darne annuncio, ha spiegato di aver deciso il nuovo nome, Repubblica islamica del Gambia, nel rispetto «dell’identità e dei valori religiosi del Paese» e al fine di evidenziare in maniera netta la rottura con il passato coloniale: «dal momento che i musulmani sono la maggioranza», ha detto, «il Gambia non può permettersi di mantere l’eredità coloniale».
«Degli uomini incappucciati sono entrati nel monastero di Mar Elian e mi hanno prelevato assieme ad un nostro volontario, Boutros. Ci hanno obbligati a salire in macchina e ci hanno lasciato in mezzo al deserto per quattro giorni, bendati e incatenati. Poi ci hanno portati a Raqqa: capitale dello Stato Islamico». Comincia così il racconto di padre Jacques Mourad, religioso siriano rapito da Isis il 21 maggio e liberato il 10 ottobre scorso. In una conferenza stampa organizzata dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, il monaco appartenente alla comunità fondata da padre Paolo Dall’Oglio, Deir Mar Musa, ha raccontato per la prima volta i lunghi giorni del suo sequestro.
Ogni volta che i terroristi fanno qualche strage in Occidente, i sessantottini non ce la fanno proprio a condannare i terroristi senza qualche “ma”, “se”, “però”
Una lobby anti-religione ha ottenuto l’annullamento della natività tradizionalmente installata nel parco di Wadena, Minnesota. Ma la gente si è ribellata
Per la nuova religione non è vero ciò che è vero, ma ciò che si riesce a far apparire tale. Il nemico non è un’altra religione ma il pensiero stesso. Chi pensa è un potenziale nemico
Domenica 13 dicembre 2015 in tutto il mondo sono state aperte le Porte Sante per il Giubileo nelle diverse diocesi cattoliche. Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della diocesi di Roma a San Giovanni in Laterano, affermando che il Giubileo è una chiamata alla conversione, che vale anche per i politici, e che sperimentare la conversione è sempre fonte di gioia.
Nel Kurdistan iracheno, a una trentina di chilometri da Mosul dominata dallo Stato Islamico, il monastero di Mar Matta resiste. La zona è ormai disabitata, ma quattro monaci restano e si rivolgono al Papa
In tema di figli e coppie gay la nostra magistratura ci aveva già fatto assaggiare alcune specialità. Nel 2013 il Tribunale dei minori di Bologna affida una bambina di tre anni ad una coppia gay. Stesso copione l’anno dopo, ma ad interpretarlo è il Tribunale di Palermo e vittima è un ragazzo di 16 anni, anch’egli affidato ad una coppia omosessuale. E poi ci sono casi a Napoli, Bologna, Catanzaro e Nicosia dove un ex coniuge chiede l’affido esclusivo del figlio perché la sua ex dolce metà ha messo in piedi una relazione omosessuale. Tutte richieste respinte al mittente.
Ci sono luoghi nel nord del mondo che in questo periodo dell’anno non vedono mai, o quasi mai, la luce del giorno e se la notte si dirada è solo per una manciata di ore. A illuminare le tenebre il 13 dicembre è santa Lucia, la giovane martire di origini siciliane, che nei Paesi nordici è particolarmente amata e celebrata proprio perché porta la luce in questo buio che avvolge ogni cosa.
Avevamo avuto modo di ascoltare e raccontare le azioni di Gigi De Palo, da assessore alla Famiglia a Roma tra il 2011 e il 2013, poi consigliere capitolino, sempre in prima linea nella difesa delle famiglie e dei loro diritti con la campagna “Io sto coi passeggini“. Al centro del suo impegno la concretezza della Dottrina Sociale della Chiesa che si era messo ad insegnare dentro e fuori il Grande Raccordo Anulare. Già presidente delle Acli di Roma, da poche settimane è diventato il nuovo presidente nazionale del Forum delle Famiglie. E’ sposato ed ha quattro figli.
Si chiama Karim Mokhtari. Avrebbe potuto ingrossare le fila dei giovani immigrati francesi, di seconda o terza generazione, che sacrificano la propria vita sull’altare di un presunto jihadismo. Avrebbe potuto far esplodere la sua rabbia dovuta all’emarginazione sociale impugnando il Corano e con l’altra mano un’arma da fuoco. Avrebbe potuto, ma non l’ha fatto. O meglio, ha conosciuto il traviamento ma vi si è sottratto prima che fosse troppo tardi. Karim Mokhtari si è immerso nelle viscere della colpa e ha saputo risalire la china della redenzione.
San Shrestha Sharma ha deciso di convertirsi al cristianesimo perchè “tra i cattolici ho trovato molti più amici rispetto alla mia famiglia e ai miei parenti”; Sonika B.K. vuole essere battezzata insieme a sua madre “perché la religione cattolica mi rispetta e apprezza di più rispetto alla tradizione culturale dell’induismo, dove le classi povere non possono sollevare la testa e sono soggette a ogni tipo di odiosa discriminazione”. San Shrestha e Sonika sono due giovani nepalesi, di 26 e 22 anni, che hanno deciso di diventare cristiani e attendono il rito del battesimo con ansia e trepidazione. Con loro, un’altra decina di ragazzi celebrerà il proprio ingresso nella comunità cristiana durante la notte di Natale. Tutti loro sono entusiasti di poter “diffondere il messaggio di Dio in tutto il Paese con ruolo attivo”.
Vangelo Lc 3,10-18: E noi che cosa dobbiamo fare?,
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Il Corriere della sera ha pubblicato lunedì 7 dicembre una bella foto familiare per sminuire l’impatto sull’opinione pubblica dell’appello delle femministe di “Se non ora quando” firmato da decine di intellettuali, attori, politici di sinistra contro la pratica dell’utero in affitto che sfrutta la miseria e la disperazione di donne costrette a vendere il frutto della loro gravidanza, il loro figlio, alle ricche coppie gay dell’occidente.
Sconcezze da Correttore di bozze sulla maternità surrogata come «atto di civiltà». E sulla pazzia dell’uomo che ha fatto una strage in una clinica per aborti Usa
In caso di crisi cardiorespiratorie, i medici inglesi del Queen Elizabeth the Queen Mother Hospital di Margate, Kent, avevano deciso di non rianimare il 49enne Andrew Waters perché «ha la sindrome di Down, non è in grado di deglutire, è allettato e ha difficoltà cognitive». Per questa decisione, presa nel 2011 senza comunicarlo alla famiglia, si sono finalmente scusati dopo che i parenti di Waters hanno fatto causa all’ospedale.
Ieri la chiesa dell’Immacolata concezione di Aden, importante città portuale dello Yemen e sede del governo, è stata fatta saltare in aria. Nessuno ha rivendicato ufficialmente il crimine, ma solo pochi giorni prima lo Stato islamico era riuscito ad assassinare il governatore.
Era il settembre del 2014, quando nove tedeschi di religione islamica venivano arrestati a Wuppertal. Avevano organizzato un servizio di ronde di quartiere, per far rispettare le regole della sharia, la legge coranica. Ora il tribunale di primo grado ha emesso la sentenza di assoluzione: a quanto pare, con il loro servizio di ronde islamiche, non avrebbero infranto alcuna legge. La pubblica accusa ha fatto ricorso in appello.
È nell’ossigeno cristiano della famiglia che i figli diventano cristiani. Per questo, è necessario che i genitori vivano la fede cattolica, conoscano la dottrina cristiana, si accostino ai sacramenti, leggano con i figli la Parola di Dio, coltivino la morale cattolica e preghino con i figli in casa. San Paolo ha detto ai romani che “la fede dipende dalla predicazione”. “Come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?” (Rm 10, 14-17). È ascoltando gli insegnamenti cristiani dei genitori che i figli si indottrinano nella fede. È tra le braccia della madre e del padre che i figli imparano a credere in Dio, a rispettare tutto ciò che è sacro, a recitare il Rosario, ad amare la Vergine, gli angeli e i santi. È con i genitori che i figli devono imparare la verità della nostra fede, il Credo, i sette sacramenti, i dieci comandamenti e il modo corretto di vivere la vita come cristiani.
Questo Natale sarà molto diverso per le vedove e i figli dei copti assassinati dai terroristi dell’Isis in Libia all’inizio di quest’anno. Ancora rabbrividiamo ricordando le immagini dei 21 cristiani vestiti con abiti arancioni accanto al mare. Quel pellegrinaggio verso il martirio è rimasto inscritto nella memoria degli egiziani e di tutti i cristiani. Una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre ha visitato di recente i loro figli nella sede episcopale del vescovo di Samalut, monsignor Paphnutius, 250 chilometri a sud del Cairo. Il vescovo ha chiesto di parlare ai bambini. La prima cosa che ha richiamato l’attenzione è stata la serenità, la tranquillità con cui parlavano dei loro padri. Il volto si rattristava ricordandoli, ma questi orfani, alcuni dei quali hanno solo cinque anni, sono orgogliosi di quello che hanno fatto i loro papà. I più piccoli non hanno quasi parlato, guardando i fratelli maggiori e il vescovo. Riuscivano solo ad annuire con la testa. Poi ha preso la parola Ingry Tawadros, di 14 anni, seduta accanto ai due fratelli minori.
"Non mi importa di essere francese o algerino; sono un cittadino del cielo"
Supplica alla Madonna di Loreto
Trasmissione da Radio Maria.
Dal 2 al 6 febbraio del 1995, a Pantano di Civitavecchia, una statuina della Madonna raffigurante la Regina della Pace lacrima sangue per tredici volte. Pianse ancora sangue il 15 marzo nelle mani del vescovo Girolamo Grillo. Da quel giorno altri eventi soprannaturali si sono succeduti: una seconda Madonnina, identica alla precedente, dono del cardinale Deskur, ha incominciato a effondere un olio profumato durante alcune feste religiose o di fronte a persone riunite in preghiera; la Vergine stessa è apparsa a una famiglia e ha dato i suoi messaggi. Prima destinataria e strumento di queste manifestazioni della Madonna è la famiglia Gregori: padre, madre e tre figli, tutti resi partecipi di tante grazie e segni straordinari. In questo libro, agile come una guida del pellegrino, si raccontano tutti i fatti salienti della vicenda; comprese le analisi scientifiche, che hanno escluso truffe e manipolazioni, e l’indagine della Chiesa, che, a livello diocesano, si è conclusa positivamente con l’erezione a Santuario della Parrocchia di Sant’Agostino a Pantano.
Esce nelle librerie per i tipi di Edizioni Messaggero Padova, il libro Faustina Kowalska. Il volume è un’antologia del Diario della mistica polacca curata da Claudia Koll, affermata attrice romana che ha compiuto negli ultimi anni un cammino di conversione alla fede cattolica. È la stessa artista ad aver scelto e a presentare i testi confluiti in questo libro, che vuole essere una sorta di guida per accompagnare la riflessione spirituale di ogni credente nell’anno santo del Giubileo inaugurato ieri.
Quasi due milioni di fedeli, secondo le stime della polizia, si sono riuniti tra lunedì 7 e martedì 8 dicembre, intorno alla Basilica di Nostra Signora dei Miracoli di Caacupé, Patrona del Paraguay, circa 50 chilometri ad est di Asuncion. La Messa principale della festa è stata presieduta dal vescovo di Caacupé, mons. Catalino Claudio Giménez Medina, alla presenza del Presidente del Paraguay, Horacio Cartes, accompagnato dai suoi collaboratori. Nell’omelia mons. Giménez ha condannato la corruzione, la violenza armata nel nord, gli attacchi contro le donne e l'aborto.
L’avevano già fatto in Francia, pochi mesi fa: molti tra i più illustri esponenti della gauche, femministe, intellettuali, socialisti, atei, avevano firmato un manifesto pubblicato su Libération per «esprimere la nostra inquietudine a riguardo delle donne e dei bambini sfruttati dalla maternità surrogata» e chiederne «il divieto».
«L’intercomunione non è consentita tra cattolici e non cattolici. È necessario confessare la fede cattolica. Un non-cattolico non può ricevere la comunione. Questo è molto, molto chiaro. Non è una questione che riguarda la libertà di coscienza». Risponde così il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione del Culto Divino, a coloro che hanno visto un’apertura all’intercomunione tra cattolici e luterani in una risposta data da Papa Francesco ad una luterana durante la sua recente visita alla comunità luterana di Roma. «Noi diamo la comunione ai cattolici», dare la comunione a tutti è «una sciocchezza», dice il Cardinale africano.
«È ormai di dominio pubblico, ma non per questo noto a tutti che, a Pantano di Civitavecchia, alle lacrimazioni di sangue e alle trasudazioni d’olio di due statue identiche raffiguranti la Madonna si sono accompagnate apparizioni e messaggi della Vergine. Il dato è stato confermato sia da Jessica – la figlia dei Gregori, proprietari delle due sacre immagini –, in una dichiarazione scritta per il dossier pubblicato dalla rivista diocesana di Civitavecchia dal titolo “Non dimenticare il gemito di tua madre” (2005), sia da suo padre Fabio, sia dall’allora vescovo Girolamo Grillo nello stesso documento. Il vescovo ha poi confermato queste dichiarazioni dando alle stampe un suo memoriale. E io stesso ho dedicato un capitolo all’argomento nel mio libro La Madonna di Civitavecchia. Lacrime e messaggi».
Chiedono precisazioni sul POF e il loro bambino viene depennato dalla scuola. Può essere riassunta così la nuova puntata triestina del divieto ai genitori di sapere con precisione cosa si voglia insegnare a loro figlio nella scuola pubblica. Ripeto: con precisione, perché quanto a belle frasi, spesso in sociologese e in pedagogese, i dirigenti e gli amministratori pubblici ne dicono tante. Però non chiariscono quanto deve essere chiarito, non escludono quanto deve essere escluso, non garantiscono quanto deve essere garantito. Gli argomenti eticamente sensibili aumentano ma i genitori preoccupati e impegnati non trovano risposte. A Trieste, la scorsa primavera, Amedeo Rossetti era andato nella scuola di suo figlio, aveva preso il suo bambino in braccio e se l’era portato a casa. Il fatto aveva assunto rilievo nazionale e sicuramente molti lo ricorderanno. Il motivo era che il comune, la dirigente e le insegnanti volevano realizzare un progetto dal titolo “Il Gioco del rispetto” senza averlo minimamente spiegato ai genitori, al punto che Rossetti lo aveva saputo per puro caso. Queste sono cose vecchie, che però non muoiono, evidentemente, perché ad inizio del nuovo anno scolastico 2015/2016 il contrasto famiglia Rossetti-scuola comunale si è ripetuto.
Lo scorso 28 aprile eravamo stati facili profeti, titolando un articolo «La Chiesa si prepara ad accettare il controllo delle nascite». L’affermazione nasceva da dichiarazioni e convegni promossi dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace alla vigilia della pubblicazione dell’enciclica Laudato Si’, in cui il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio di cui sopra, faceva professione di adesione completa all’ideologia dello “sviluppo sostenibile”, peraltro entrata a pieno titolo nell’enciclica stessa.
In una riforma auspicata, Papa Francesco, rischia di ottenere “successo”: avere una Chiesa povera. La percezione che questa riforma sia perseguita ed avrà successo, la si deduce dai recenti avvenimenti: l’enfasi provocata su Vatileaks II, cioè sulla fuga e pubblicazione di documenti, vari riferimenti alla corruzione in Vaticano, l’elenco delle 15 malattie della curia (13° e 15° soprattutto). Si direbbe che quasi si auspichi una diffidenza verso l’utilità ed opportunità di dare l’otto per mille alla Chiesa, di fare elemosine o donazioni e indirettamente si incoraggi le istituzioni preposte a rivedere le stesse modalità di attribuzione dell’otto per mille alla Chiesa cattolica.
Su Youtube c’è un video caricato il 9 maggio 2014 in cui compare François Hollande che afferma: «Se si crede, come nel mio caso, nella Repubblica, arriva il momento in cui bisogna passare per la massoneria». Vedere per credere e apprezzare. Sto in Francia in uno dei seminari in cui insegno storia della Chiesa. La mattina devo fare un percorso in macchina e sento la radio. Il 7 dicembre c’era la notizia della vittoria del Fronte Nazionale di Marie Le Pen e un coro di commentatori affermava con sicurezza che la Repubblica e la democrazia erano in pericolo. Di fronte a questo “pericolo” alcuni candidati socialisti facevano appello alla destra di Sarkosy per unire le proprie forze contro gli antirepubblicani.
Guida del monastero di Mar Elian e della parrocchia di Qaryatayn, vicino Palmira, padre Jacques Mourad è stato rapito dai membri dello Stato Islamico il 21 maggio 2015. È rimasto nelle loro mani per quattro mesi e venti giorni, più di 140 giorni, prima di tornare, il 10 ottobre, al “mondo libero”. Minacciato varie volte di decapitazione se non si fosse convertito all’islam, frustato e soggetto a una falsa esecuzione, ha vissuto un’esperienza di prigionia che è stata una vera Via Crucis. In un’intervista rilasciata a L’Orient, Le jour ha raccontato quello che ha vissuto. “La prima settimana è stata la più difficile. Dopo essere stato tenuto per molti giorni in una macchina, la domenica di Pentecoste sono stato portato a Raqqa. Ho vissuto quei primi giorni di prigionia diviso tra paura, rabbia e vergogna”, ha affermato. L’ottavo giorno, un uomo vestito di nero è entrato nella sua cella. Il sacerdote pensava che la sua fine fosse ormai vicina, ma l’uomo ha avviato una conversazione. Padre Mourad ha chiesto perché era stato rapito. “Consideralo un ritiro spirituale”, ha risposto il suo carceriere.
Quando insegnavo alle scuole elementari a Miami per Teach for America, ho vissuto un momento difficile. Lavoravo in una scuola di un quartiere degradato, i miei allievi erano bel al di sotto della preparazione che avrebbero dovuto avere e io mi sentivo sopraffatta e perduta. Avevo acconsentito di insegnare per due anni, ma pensavo di andarmene dopo il primo anno. Ero emotivamente e fisicamente esausta. Mia madre mi inviò una citazione di Winston Churchill per incoraggiarmi: “Mai arrendersi, mai arrendersi, mai, mai, mai, in nessuna cosa, importante o insignificante, grande o piccola, MAI ARRENDERSI”. Questa citazione mi ha fatto andare avanti.
Dobbiamo adesso domandarci esplicitamente: la fede cristiana è anche per noi oggi una speranza che trasforma e sorregge la nostra vita? È essa per noi «performativa» – un messaggio che plasma in modo nuovo la vita stessa, o è ormai soltanto «informazione» che, nel frattempo, abbiamo accantonata e che ci sembra superata da informazioni più recenti? Nella ricerca di una risposta vorrei partire dalla forma classica del dialogo con cui il rito del Battesimo esprimeva l’accoglienza del neonato nella comunità dei credenti e la sua rinascita in Cristo. Il sacerdote chiedeva innanzitutto quale nome i genitori avevano scelto per il bambino, e continuava poi con la domanda: «Che cosa chiedi alla Chiesa?». Risposta: «La fede». «E che cosa ti dona la fede?» «La vita eterna».
La notte degli attentati di Parigi, all’iniziale sconcerto ha fatto posto la preghiera. A lungo non sono riuscito a distogliere lo sguardo dallo schermo per l’inquietudine di non sapere come sarebbe andata a finire, fino a che punto si sarebbe spinto quell’atto di guerra e a quale costo definitivo di vite umane. Quando, però, mi sono accorto che quella partecipazione passiva cedeva alla curiosità, ho pensato che avrei potuto portare un po’ d’acqua fino a Parigi spegnendo la Tv e chiedendo aiuto a Dio. E come il bambino piccolo, sconcertato di fronte a un problema più grande di lui, a un dolore fino a quel momento sconosciuto che lo rende inerme, sono corso fra le braccia di mia Madre. È per situazioni e tempi come questi che si verificano le apparizioni della Vergine: qualora non siamo capaci di vedere con gli occhi del cuore Lei, che è Madre, ci dà qualche segno della presenza di un Padre nei Cieli, oltre le coltri della nostra indifferenza.
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concenzione e Papa Francesco apre l’Anno Santo della Misericordia, la vita di Madre Speranza incarna quell’esemplare di beatitudine evangelica cha ha trovato una illuminata ispirazione dalla della Beata Vergine Maria, Madre di misericordia, e da Gesù Cristo, il volto misericordioso di Dio Padre.
All’Angelus, papa Francesco sottolinea che Maria è “la prima salvata” dalla misericordia di Dio. Celebrare la sua festa significa anche “diventare a nostra volta artefici di misericordia”, vincendo “il nostro egoismo” e rendendo “più lieta la vita dei nostri fratelli… asciugando qualche lacrima e donando un po’ di gioia”. Oggi pomeriggio Francesco si reca in Piazza di Spagna per l’omaggio alla Madonna e poi in Santa Maria Maggiore. L’applauso per papa Benedetto XVI.
Papa Francesco recita una preghiera a Maria, da lui composta per l’occasione. Un ricordo delle famiglie, dei bambini, degli anziani e degli ammalati e carcerati. Il saluto alle personalità di Propaganda Fide. In silenzio davanti all’immagine in Santa Maria Maggiore.
Prima di recarsi in pellegrinaggio a Piazza di Spagna per l’annuale omaggio alla Madonna, l’8 dicembre 2015 Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della Misericordia in Piazza San Pietro, in una solenne cerimonia cui ha partecipato anche il pontefice emerito Benedetto XVI. Francesco ha invitato tutti a meditare sulla speciale relazione che intercorre fra l’Immacolata Concezione e la misericordia. Chi guarda Maria, ha detto, scopre che un mondo nuovo è possibile.
Se non ora quando libere, movimento di donne definibile femminista, certamente non collocato a destra né su posizioni confessionali, pubblica un appello critico verso l’utero in affitto. L’appello reca le firme di personaggi dello spettacolo e della cultura, di intellettuali come Dacia Maraini, Beppe Vacca, Giuseppe Caldarola, dell’ex presidente di Arci gay Aurelio Mancuso. In esso si può leggere: «noi rifiutiamo di considerare la maternità surrogata un atto di libertà e di amore. In Italia è vietata, ma nel mondo in cui viviamo l’altrove è qui: “committenti” italiani possono trovare in altri Paesi una donna che “porti’” un figlio per loro».
Nei giorni scorsi è scoppiata una guerra sul Natale nelle scuole. Ma il problema non è il presepe, è l’ignoranza e il dominio del “secondo me”. Carlo Giovanardi ha giustamente ricordato un fatto dimenticato da tutti: “Il 25 dicembre, Natale, è una festività cattolica di precetto come tale riconosciuta dallo Stato anche agli effetti civili sin dal tempo dell’Unità d’Italia (decreto 17 ottobre 1860, n. 5342)”. Faccio presente che il governo del Regno d’Italia a quel tempo era fatto di politici che erano in guerra con la Chiesa e una guerra molto dura, dopo le leggi Siccardi e quelle sulla soppressione degli ordini religiosi: uno scontro che portò anche alle scomuniche. Eppure quella legge riconosceva la festa del Natale, la nascita dell’Uomo-Dio, come festa dello stato laico risorgimentale. Dopo il Regno d’Italia arriva la Repubblica e il Natale (che per la Chiesa è “la Gloria del Cielo che si manifesta nella debolezza di un bambino”), viene riconosciuto come festa: in base alla legge della Repubblica 27 maggio 1949 n. 260, il 25 dicembre è “giorno festivo con l’osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici”. Cioè – spiega Giovanardi – lo Stato laico riconosce la festività cattolica del Natale come sua festa civile. Esattamente come istituì la festa nazionale del 4 novembre (oggi soppressa), la festa della Repubblica il 2 giugno o il 25 aprile come festa della Liberazione e il 1° Maggio come festa dei lavoratori.
La recente strage di San Bernardino negli Stati Uniti ha confermato che non è indispensabile ricevere un ordine ben preciso e istruzioni dettagliate per compiere una strage in nome di un’ideologia o di una affiliazione allo Stato Islamico o a una qualsiasi altra organizzazione terroristica.
Era il 1983 quando monsignor Alessandro Maggiolini (1931-2008), appena nominato vescovo di Carpi, dava alle stampe un libro curiosamente intitolato “Apologia del peccato”. Nei tempi moderni, sosteneva monsignor. Maggiolini, un buon vescovo si trova a dover difendere il peccato, perché senza una cosciente categoria di peccatori un povero pastore può chiudere bottega.
Poiché il papa in Uganda non ha rimbrottato il presidente Yoweri Museveni per le leggi “omofobe” vigenti del Paese africano, l’inglese Guardian se ne è lamentato, e per bacchettare Francesco si è affidato a una sua firma dal cognome inequivocabile: Alon Mwesigwa. «Nonostante le speranze degli attivisti Lgbt», cita testuale l’agenzia Zenit.org. Ma se gli attivisti Lgbt fossero non po’ più colti saprebbero che il Papa ha fatto anche di peggio: ha prestato omaggio con gran pompa al santuario dei ventidue martiri dell’Uganda, il primo gruppo di sub-sahariani canonizzato dalla Chiesa e il cui grande santuario di Namugongo è sempre affollatissimo di pellegrini. Quei martiri ugandesi non furono tanto uccisi perché cristiani bensì perché, in quanto cristiani, si rifiutavano di accondiscendere alle voglie lubriche del loro re Mwanga II. Erano tutti maschi e pure il re, perciò si trattava di voglie omosessuali.
Vittorio Messori torna alla carica con nuove «Ipotesi su Maria». Il fortunato volume pubblicato da Ares per la prima volta nel 2005, approda in libreria in una veste tutta nuova, in edizione interamente rivista dall’Autore e ampliata di 13 capitoli (150 pagine in più, per un totale di 672, al prezzo di 21,50 euro). Di seguito riportiamo, in anteprima, alcune spigolature tratte dal penultimo capitolo, in cui lo scrittore difende la veridicità di Fatima dalle critiche avanzate dal teologo Enzo Bianchi sulla scorta del padre domenicano Jean Cardonnel.
Il cardinale Mauro Piacenza chiede alla Madonna “la custodia del Santo Padre”, “una grande e rinnovata primavera vocazionale” e “la conferma di Fatima, con il trionfo del Suo Cuore Immacolato”,
Due giovani francescani polacchi e un sacerdote bergamasco di mezza età. Uccisi nel 1991 a pochi giorni di distanza gli uni dagli altri; colpiti da un'ideologia che non accettava concorrenti tra i poveri delle Ande. È il profilo di don Sandro Dordi e dei padri Miguel Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski, i missionari uccisi dalla guerriglia maoista di Sendero Luminoso che oggi a Chimbote in Perù salgono all'onore degli altari con il solenne rito di beatificazione presieduto dal prefetto della Congregazione per le cause dei santi, il cardinale Angelo Amato.
La nostalgia ha il sapore degli involtini di foglie di vite. Anderious Oraha ne va ghiotto, ma qui in Italia, dove si trova dal 2007 come rifugiato politico, il sapore non è quello del formaggio di pecora «il migliore di tutto l’Iraq» che mangiava nella sua Al Qosh. É qui, nella “valle del monastero”, fertilissimo lembo di terra oggi ad appena 5 km da Isis che si infrangono i ricordi di Oraha. In Italia Anderious è pressoché sconosciuto, nonostante le origini greche del suo nome, Andrea, lo dovrebbero rendere famigliare. Così come sono volti sconosciuti il milione e passa di profughi cristiani che hanno lasciato l’Iraq e la Siria dopo che le bandiere nere del Califfo hanno iniziato a sventolare in una delle culle del cristianesimo mediorientale.
“Ti dispiace se, invece che a casa mia, ti invito al ristorante? – mi chiese gentile l’amica che, in una tiepida domenica d’inverno, era venuta a prendermi alla stazione della metropolitana – Sai, mio marito è in ospedale e siamo noi due sole. Ma non preoccuparti – mi rassicurò prima che potessi farle delle domande – è ricoverato solo per dei normali controlli.” Mi condusse a passo veloce nei pressi della sua abitazione, fino alla porta di un locale che a stento avresti chiamato pizzeria per la mancanza totale di arredi che rimandassero alla sua funzione, salvo una gran quantità di tavoli coperti da semplici tovagliette bianche.
“Alex ha sempre le idee chiare su ciò che vuole essere: i giorni pari è maschio e i giorni dispari è femmina, dice. Ma oggi è diverso: è innamorato, per la prima volta, e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco, o i dinosauri”. Avete letto bene, non vi siete sbagliati: i giorni pari è maschio e i giorni dispari è femmina. E’ un passaggio della presentazione di uno spettacolo teatrale vincitore di un premio infanzia (link) andato in scena a Palermo le scorse settimane ed in questi giorni a Torino con tanto di partnership e sostegno istituzionale del Comune, della Regione, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di altre autorevoli fondazioni ed enti istituzionali (dal sito casateatroragazzi link spettacoli e partners), prossimamente in tournee in altre città d’Italia.
Ha fatto il giro del mondo il video in cui Putin rimbrotta il Papa di non aver baciato la Valdimir'skaya, l'icona mariana protettrice della Santa Russia.Quella stessa icona, nel 1941, sorvolò più volte su un aereo militare Leningrado assediata dai nazisti. Su ordine di Stalin. Com'era successo che il peggior sradicatore del cristianesimo avesse preso quest'iniziativa sconcertante? Lo narra Vittorio Messori in uno dei tredici capitoli inediti della nuova edizione del suo Ipotesi su Maria (Ares, pagg. 672, euro 21,50).
Sawako Inae era una dirigente della Caritas giapponese quando il disastro del 2011 ha cambiato il Paese e la sua vita. A 50 anni, davanti alle devastazioni, sente la chiamata del Signore e si unisce alle Sorelle della Carità di Ottawa. Ad AsiaNews racconta la sua vita, la sua scelta e dice: “In un Paese come il Giappone, dove tanti si sentono soli e senza aiuto, noi cattolici dobbiamo portare a tutti l’amore e la vicinanza di Gesù”.
In questo momento in cui siamo chiamati a difendere il valore della famiglia possiamo correre il rischio di perdere però di vista la bellezza di ciò per cui stiamo combattendo, di dimenticare di riflettere e testimoniare a tutti il grande dono che è il matrimonio cristiano. Un antidoto a questo rischio viene dall’ultimo libro di Andrea Torquato Giovanoli, Non più due (Gribaudi 2015), un libro che, come si legge nella prefazione di Raffaella Frullone, non è quello che sembra.
«Cara ministra, per questo Natale vorrei essere ricevuto insieme agli altri rappresentanti delle associazioni che il 20 giugno hanno riempito la piazza più grande di Roma, per poterti raccontare che cosa c'è che non va con tante attività proposte e svolte nelle scuole dei nostri figli e nipoti su temi molto intimi e delicati». Inizia così la lettera che "Generazione Famiglia" ha indirizzato al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per chiedere un confronto sul comma 16 della legge Buona Scuola, recante l’obbligo per le scuole di ogni ordine e grado di integrare i piani triennali dell’offerta formativa con attività sul contrasto alla discriminazione e alla violenza di genere.
Anche quest’anno, con l’avvicinarsi delle feste natalizie, è tornata la polemica sui presepi nei luoghi pubblici, soprattutto nelle scuole. Si sono verificati molti casi di sospensione di questa tradizione, ove fosse ancora presente, insieme con la sospensione di canti religiosi ispirati alla Natività. Il nostro Osservatorio desidera fare, a questo proposito, alcune riflessioni.
Inizieranno l’otto dicembre, nel giorno della solennità dell’Immacolata in cui inizia anche l’Anno santo della Misericordia, le trasmissioni via web in lingua araba dell’emittente radiofonica Radio Maria
Nel 2008, trent’anni dopo il suo primo libro (Ipotesi su Gesù) divenuto subito un best e long seller mondiale, Vittorio Messori pubblicava, presso le edizioni Ares, Ipotesi su Maria. Un volume che, come tutti quelli (ormai più di 20) dell’Autore è stato accolto dai lettori con grande favore, ha esaurito molte ristampe, è stato tradotto in diverse lingue ed è tuttora «vivo» nel catalogo dell’editore milanese. Ma la ricerca mariana di Messori è proseguita in questi anni. Così, l’Ares presenta ora non una nuova ristampa, bensì una nuova edizione di Ipotesi su Maria, arricchita di 13 capitoli inediti, caratterizzati come sempre da quello stile che ha determinato il successo di Messori: la vivacità e la chiarezza del giornalista professionista unite alla solidità dello studioso esperto, dalla documentazione aggiornata e sicura. Inoltre, anche in questi nuovi capitoli, vi è la consueta, vivace scorribanda tra dogma e aneddoto, tra teologia e devozione spirituale, tra esegesi biblica e apparizioni. Dunque, si amplia ancora, nella nuova edizione, quella carrellata in un mondo luminoso e al contempo spesso sconosciuto, guidati da uno scrittore che non nasconde affatto la sua fede ma è allergico alla retorica mielosa di certo devozionalismo. Un autore che apprezza il sentimento, ma è lontano da un sentimentalismo che rischia di allontanare i nostri contemporanei da Colei che non a caso la Tradizione chiama «Madonna», cioè «Nostra Signora».
Bellissima catechesi di don Fabio Rosini a Salerno.
Il Papa firma la prefazione di una edizione della Bibbia destinata ai ragazzi. E sottolinea: "In mano avete qualcosa di divino. Non si può farla sparire tra gli scaffali o venderla al mercatino"
In agosto 1991 Giovanni Paolo II si trovava a Cracovia per la GMG e proprio in quei giorni entusiasmanti gli arrivò la drammatica notizia dell’assassinio avvenuto il 9 agosto in Perù dei due francescani polacchi Zbigniew Strza?kowski e Micha? Tomaszek per mano dei membri di Sendero luminoso, l’organizzazione armata d’ispirazione maoista. Commentando questo fatto il Papa disse: “Sono i nuovi santi martiri del Perù”. La profezia del Pontefice si è verificata 24 anni dopo la loro morte: il 3 febbraio quando la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto il martirio dei Servi di Dio Zbigniew e Micha? e Papa Francesco ha autorizzato la a promulgare il decreto riguardante il loro martirio.
Diceva Caterina da Siena: «Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi. Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia»
In Francia vige il più rigido laicismo ed è ovviamente vietato cantare a scuola per Natale motivi tradizionali come Il est né le divin enfant o Douce Nuit, sainte nuit. Però, è consigliato «intonare inni, fare canti e opere musicali» ispirati alla «laicità». Il 9 dicembre, infatti, sarà il 110mo anniversario della legge del 1905 sulla separazione tra Chiesa e Stato e bisogna «celebrarlo in modo solenne».
La Chiesa: «Uccidere intenzionalmente un bambino non può mai essere considerato un atto umano. Come fa l’Alta corte a decidere che una vita è più meritevole di un’altra»?
Si chiama “Ente cattolico di formazione professionale”, nella sua sede di Monza sfoggia crocifissi in tutte le aule e «una vistosa statua della Madonna in fondo al corridoio di ingresso», come osserva il Corriere della Sera, ma non offre agli alunni la possibilità di partecipare a una Messa di Natale: il rito infatti non verrà celebrato. La decisione, concordata con il coordinatore delle scuole parrocchiali don Marco Oneta, è stata presa «per non discriminare gli studenti di altre fedi», per dirla con le parole del preside Adriano Corioni che l’ha comunicata ai docenti mercoledì.
L’ultima moschea è stata chiusa ieri, a 25 chilometri dal centro di Parigi. Uno degli imam «che dirigono» la moschea è stato portato al commissariato e detenuto, aveva in casa una pistola
Nell'udienza generale del mercoledì Papa Francesco ha ripercorso le tappe e i temi del suo recente viaggio apostolico in Africa, una terra che lo ha toccato nel profondo. «Che bella è l'Africa! Rendo grazie al Signore per questo suo grande dono, che mi ha permesso di visitare tre Paesi: dapprima il Kenia, poi l'Uganda e infine la Repubblica Centrafricana», ha esordito, ricordando la ricchezza spirituale, ma anche l'entusiasmo e la gioia con cui è stato accolto a Nairobi, a Kampala e a Bangui.
Papa Francesco ha così sintetizzato lo scopo dell’Anno Santo della Misericordia di Dio (8 dicembre 2015 - 20 novembre 2016): «affinché la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia di Dio». Parole che richiamano quelle di Giovanni XXIII l’11 ottobre 1962 quando apriva il Concilio Vaticano II, orientandolo in senso pastorale: «Oggi la sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece che imbracciare le armi del rigore... Così la Chiesa cattolica ... vuole mostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna, mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei separati». Papa Francesco non indice un altro Concilio, ma riforma la Chiesa in senso pastorale, missionario, con la Misericordia di Dio e la condivisione verso i lontani, i più poveri in tutti i sensi.
Vangelo Lc 3,1-6 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesa­re, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea. Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Primo giorno.
La rete internazionale Talitha Kum riunisce circa 1.100 religiose che agiscono in 80 Paesi per combattere il traffico di esseri umani e la schiavitù. Il gruppo, creato nel 2004 dal banchiere e filantropo John Studzinski, calcola che l’1% della popolazione mondiale sia oggetto di qualche forma di traffico. Stiamo parlando di 73 milioni di persone, ovvero l’equivalente dell’intera popolazione di Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile e Bolivia. Il 70% delle persone trafficate nel mondo è costituito da donne, la metà delle quali di 16 anni o meno.
A solo due anni e mezzo, a Casen Broussard è stato diagnosticato un neuroblastoma, una forma di cancro infantile che “si sviluppa dalle cellule nervose immature”, di solito nelle ghiandole surrenali. Da allora, racconta l’emittente televisiva americana WLBT, la sua vita è stata tutt’altro che normale. Cure, corse in ospedale a Memphis, paura di non farcela. Ma non solo. C’è un ulteriore episodio che rende ancora più anomala la storia di Casen. In questo calvario, che ora sembra volgere verso il meglio, il piccolo avrebbe dialogato con Gesù.
Era ancora in corso il viaggio in Africa di Papa Francesco e dal sito web dei vescovi tedeschi arrivava una curiosa reprimenda alla Chiesa africana. Dopo aver ricordato la tirata d'orecchi che il Papa ha recentemente riservato ai vescovi tedeschi in visita ad limina, Björn Odendahl, autore del pezzo, si lancia in una spericolata analisi della Chiesa africana. «Naturalmente la Chiesa sta crescendo in Africa», deve riconoscere l'autore del post su katholisch.de, ma «cresce, perché la gente è socialmente dipendente e spesso non ha nulla a parte la propria fede. Cresce, perché la situazione sul fronte dell’educazione si colloca, in media, a un livello alquanto basso e la gente accetta risposte semplici alle domande difficili sulla fede. Risposte, come quelle date dal cardinale Sarah della Guinea. Compreso il crescente numero di sacerdoti, anch’essi risultato non solo dello zelo missionario, bensì anche delle scarse possibilità di contare su di una sicurezza sociale nel Continente nero».
Lo yoga è compatibile con il cristianesimo? Se fosse solo una ginnastica sì. Il problema è che non lo è
Quello tra il Papa e l’Africa è stato un “bell’incontro” e gli africani sono stati “perfettamente a loro agio” nell’incontrare e nel ricevere il Pontefice. Lo ha riferito padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, in un intervista alla Radio Vaticana. Lombardi si è quindi soffermato sulla sempre più ricorrente abitudine del Papa a parlare a braccio durante i suoi viaggi, specie con i giovani. “Lui ama molto questo modo spontaneo – ha commentato - questo modo dialogico, questo modo coinvolgente, facendo anche rispondere e parlare le persone presenti in modo tale che si senta e si veda che sono parte attiva di un processo di dialogo e di impegno”. Pertanto “il carisma di comunicazione spontanea, di gesto e di espressione totale che il Papa ha, riesce a superare anche le differenze linguistiche”, risultando particolarmente efficace in Africa, così come lo era stato in Asia. In merito alla storica decisione di aprire la prima Porta Santa a Bangui, il portavoce vaticano ha parlato di un gesto “tutt’altro che locale, ma veramente universale”, in cui il Pontefice ha voluto privilegiare l’attenzione “alla periferia della Chiesa, ai poveri, alle persone che soffrono”. L’evento di Bangui è comunque soprattutto il segno che “la misericordia di Dio si può incontrare dappertutto”.
Il viaggio di Papa Francesco in Africa, iniziato il 25 novembre scorso, ha toccato Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana, Paesi che assommano in vario modo i volti, le potenzialità e le sfide di quel Continente. In un succedersi intensissimo di incontri con immense masse umane e con singoli protagonisti, Francesco ha lanciato messaggi molto forti. Vorrei evidenziarne quattro: l’attenzione alle periferie, l’impegno per la giustizia, il valore del dialogo ecumenico e interreligioso e le priorità per l’azione della Chiesa, africana e non solo. L’attenzione alle periferie, centrale nelle parole e nell’azione del Papa “venuto dalla fine del mondo”, si è espressa in maniera perfino toccante venerdì 27 novembre nella visita al quartiere poverissimo di Kangemi a Nairobi.
Mentre iniziamo questo periodo di preparazione, contemplazione e blande pratiche penitenziali, è bene prendere in considerazione Maria e Giuseppe, che stanno per così dire viaggiando con noi sulla via che porta a Betlemme. Ecco quattro modi per invitare la Madre di Dio e il suo sposo silenzioso ma forte nell’intimità dell’Avvento.
Il Canonico Andrew White, vicario anglicano di Baghdad, ha dovuto lasciare la capitale irakena. Vi offriamo alcune frasi di una sua intervista allo Spectator , che gettano una luce chiara anche se molto poco corretta politicamente – ed ecclesialmente – sui problemi di base dei rapporti con l’Islam, e sul grado di sofferenza e di martirio dei cristiani in Medio Oriente.
Mille chiese sono state chiuse in Indonesia, nella regione di Aceh, dal 2006 ad oggi. Secondo una notizia di “Christian Today” , un’organizzazione evangelica che si occupa di monitorare e aiutare le confessioni cristiane nel mondo, nel Paese musulmano più popoloso del pianeta è in corso un’operazione tesa a limitare i diritti delle libertà religiose.
Per recitare bene il Rosario bisogna recitarlo digne, attente, devote. Digne (degnamente) vuol dire dire in stato di grazia o almeno non con l'intenzione di rimanere nel peccato. «La prima e migliore disposizione per rendere efficaci le nostre preghiere è di essere in stato di grazia, o non essendovi, almeno desiderare di rimettersi in tale stato» (Catechismo maggiore di S. Pio X).
Nel 1985 il grande attore Aldo Fabrizi lesse su Rete4 una sua poesia scritta nel Natale del 1970. In quelle strofe raccontò lo stato d’animo di un fedele di fronte al clima di contestazione e di dissacrazione di quegli anni che toccò anche la Chiesa. E di quando, una notte di Natale, di fronte allo spettacolo di una Messa “bitte”, una Mesa beat chiassosa e sguaiata, si inginocchiò commosso in casa di fronte all’altarino devozionale di sua madre: «Perdoneme Gesù, si pregherò quassù».
Primo giorno.