MaM
Messaggio del 19 maggio 2017:Cari figli, anche oggi desidero in particolare invitarvi a pregare in questo tempo per le famiglie. Pregate, cari figli, per le famiglie: per la comunione nelle famiglie, per la pace nelle famiglie. Intercedo per tutti voi presso mio Figlio e prego per tutti voi. Siate perseveranti nella preghiera! Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata.

Messaggi di altre apparizioni

Maria Valtorta

23 aprile 1943. Mattina del Venerdì Santo

   Dice Gesù:
   «La prima volta mio Padre per purificare la Terra mandò un lavacro d’acque[3], la seconda mandò un lavacro di sangue, e di che Sangue! Né il primo né il secondo lavacro sono valsi a fare degli uomini dei figli di Dio. Ora il Padre è stanco, e a far perire la razza umana lascia che si scatenino i castighi dell’inferno, perché gli uomini hanno preferito l’inferno al Cielo, e il loro dominatore: Lucifero, li tortura per spingerli a bestemmiarCi per farne dei suoi completi figli.
   Io verrei una seconda volta a morire, per salvarli da una morte più atroce ancora… Ma il Padre mio non lo permette… Il mio Amore lo permetterebbe, la Giustizia no. Sa che sarebbe inutile. Perciò verrò soltanto all’ultima ora. Ma guai a quelli che in quell’ora mi vedranno avendo eletto a loro signore Lucifero! Non vi sarà bisogno di armi nelle mani dei miei angeli per vincere la battaglia contro gli anticristi. Basterà il mio sguardo.
   Oh! se gli uomini sapessero ancora volgersi a Me che sono la salvezza! Non desidero che questo e piango perché vedo che niente è capace di fare loro alzare il capo verso il Cielo da dove Io tendo loro le braccia.
   Soffri, Maria, e di’ ai buoni di soffrire per sopperire al mio secondo martirio che il Padre non vuole Io compia. Ad ogni creatura che si immola è concesso di salvare qualche anima. Qualche… e non è a stupirsi siano poche le concesse ad ogni piccolo redentore se si pensa che Io, il Redentore divino, sul Calvario, nell’ora dell’immolazione, di tutte le migliaia di persone presenti al mio morire sono riuscito a salvare il ladrone, Longino[4], e pochi, pochi altri…»
   Riflessione su un discorso che mi viene riportato, in cui è detto che molto si conta sulle mie preghiere per ottenere, avendo riconosciuto che ciò che ho chiesto si è avverato.
   “Non me ne viene nessun orgoglio, ma una più profonda gratitudine a Dio che è tanto buono da permettere che io sappia [ottenere] la felicità d’altri cuori. Ma a questi cuori voglio dire - e lo dirò specie a quello che stamane m’ha fatto sapere il suo pensiero - che non è per mio merito che ciò avviene. Tutti potrebbero arrivare alla stessa capacità se volessero. Non v’è un metodo o uno studio speciale per arrivare a questa potenza d’impetrazione. L’importante è di fare del proprio cuore una greppia di Betlemme per accogliervi Gesù infante e di se stessi una croce per portare Gesù Redentore. Quando lo portiamo così: indissolubilmente, noi non diveniamo che un complemento di Lui, e Lui solo è il vero protagonista di ogni cosa. Il segreto per avere tutte le grazie, che il prossimo attribuisce ai nostri meriti inesistenti, è unicamente questo nostro annullamento nel Cristo, così completo da dissolvere la nostra personalità umana e da obbligare Gesù ad agire Lui solo in ogni evento. Noi non facciamo che portare a Lui le voci dei singoli, unite a un bacio d’amore. Il resto lo fa Lui”.

[3] lavacro d’acque, come si narra in Genesi 6-7; lavacro di sangue, come in Ebrei 9, 11-14.
[4] Longino è il nome attribuito al soldato che gli colpì il fianco con la lancia, come si legge in Giovanni 19, 34.

1 maggio 1943 Sabato, ore 11

Dice Gesù:
   «Te ne addolori? Io pure. Poveri bimbi! I pargoli che Io amavo tanto e che devono morire così! Ed Io che li carezzavo con una tenerezza di Padre e di Dio che vede nel pargolo il capolavoro, non ancora profanato, della sua creazione! I bambini che muoiono, uccisi dall’odio e fra un coro di odio.
   Oh! i padri e le madri non profanino, con le loro imprecazioni, l’olocausto innocente dei loro fiori stroncati! Sappiano i padri e le madri che non una lacrima dei loro piccini, non un gemito di questi innocenti immolati resta senza eco nel Cuore mio. A loro si apre il Cielo, ché non differiscono per nulla dai loro lontani fratellini, uccisi da Erode[7] in odio a Me. Anche que- sti sono uccisi dai biechi Erodi, custodi di un potere che Io ho dato loro perché lo usassero in bene e di cui mi dovranno rendere conto.
   Per tutti Io verrei. Ma specie per questi, testé nati alla vita, dono di Dio, e già strappati alla vita dalla ferocia, dono del demonio. Però sappiate che per lavare il sangue contaminato che insozza la Terra, che è versato con astio e maledizione in astio e maledizione di Me che sono l’Amore, ci vuole questa rugiada di sangue innocente, l’unico che ancora sappia sgorgare senza maledire, senza odiare, così come Io, l’Agnello, versai il mio sangue per voi. Gli innocenti sono i piccoli agnelli dell’èra nuova, gli unici il cui sacrificio, raccolto dagli angeli, sia completamente gradito al Padre mio.
   Dopo vengono i penitenti. Ma dopo. Poiché anche il più perfetto fra essi trascina nel suo sacrificio scorie d’imperfezioni umane, di odii, di egoismi. I primi nella schiera dei nuovi redentori sono i pargoli i cui occhi si chiudono fra un orrore per riaprirsi sul mio Cuore in Cielo.»

[7] uccisi da Erode, come si narra in Matteo 2, 16-18.

19 maggio 1943 Sera

Dice Gesù:
   «Questa è la punizione della vostra superbia umana. Troppo avete voluto e così perdete anche quello che vi avevo concesso di avere. Le opere del genio e dell’ingegno umani, doni miei, delle quali siete tanto superbi, vanno in polvere per ricordarvi che Io solo sono Eterno, che Io solo sono il Dio, che Io solo sono Io.
   Ma quello che è mio resta. Né l’uomo né il demonio lo possono distruggere. Nessun attentato, nessuna astuzia vale a distruggere quello che Io feci e che sarà, uguale sempre, finché Io vorrò. Il mare, il cielo, le stelle, i monti, i fiori dei colli e le verdi foreste. Intoccabili i primi come Me stesso, risorgenti i secondi da ogni labile morte portata loro dall’uomo come Io risorsi dalla breve morte che l’uomo mi diede. E le piante stroncate, le erbe calpestate dalla guerra torneranno a vivere come Io le feci il primo giorno.
   Le vostre opere no. Non le opere d’arte. Non torneranno mai più a vivere le chiese e le cupole, i palazzi e i monumenti dei quali vi gloriaste, fatti nei secoli e periti in un attimo per vostro castigo. E le opere del progresso cadono lo stesso in briciole insieme al vostro stolto orgoglio che si crede un dio, solo perché le inventò, e vi si rivoltano contro aumentando la distruzione e il dolore.
   Ma la mia creazione resta, e resta più bella perché nella sua immutabilità, che nessun ordigno scalfisce, parla ancora più forte di Me.
   Tutto ciò che è vostro crolla. Ma ricordatevi, poveri uomini, che è meglio per voi rimanere senza nulla avendo Me, al vivere fra i fastigi dell’arte e del progresso avendo perduto Me. Una sola cosa è necessaria all’uomo: il regno dello spirito dove Io sono, il Regno di Dio.»

28 maggio 1943 Venerdì mattina

Dice Gesù:
   «Questa è una lezione tutta per te.
   Io sono il tuo Maestro e tu lo riconosci. Questo tuo riconoscimento mi dà gioia. Ma voglio che tu riconosca tutta la profondità di quello che faccio in te. Molte cose ti ho insegnato e molte ancora te ne insegnerò perché sei ancora molto lontana dall’essere come Io ti vorrei.
   Una delle ultime cose insegnate è stata la potenza del silenzio. Te l’ho fatta capire mostrandoti Me che taccio davanti ai miei accusatori di ora e di un tempo, davanti a Pilato e ai Pilati, che non mi accusano e umanamente non mi vogliono male, ma che non mi difendono per paura. Ho visto che tu hai capito quella lezione e che eri desiderosa di imitarmi, pure riconoscendo che da te sola non ci saresti mai riuscita.
   Questo tuo desiderio e questa tua umiltà mi hanno indotto ad operare. Io opero sempre quando vedo la disposizione di uno ad essere operato. Non sono soltanto Maestro; sono anche Medico e so, come medico, che nessuna visita e nessuna diagnosi sono sufficienti a guarire se il malato si rifiuta di assoggettarsi al medico. Non è la parola che salva: è l’opera. Allora Io ti ho operato stringendoti al mio Cuore.
   Ama il mio Cuore, Maria, perché è desso quello che ti ha sanata da uno dei tuoi principali difetti: quello della veemenza, della resistenza, della mancanza di pieghevolezza alle cose di ogni ora. Noiose, urtanti, ingiuste, è vero. Ma che occorre far divenire utili, giuste, amate, pensando alla vita eterna dove le ritroverete. Stretta sul mio Cuore, e tu sai in che mattina, esso ti ha non soltanto parlato, ma ti ha purificata con le sue fiamme. Onde la tua umanità si è mutata, perdendo molto dell’umanità - potrei dire: della ferinità - vostra e acquistando molto dell’umanità mia.
   Altre cose opererò in te, se ti vedrò sempre volonterosa e umile, come altre ne ho operate per renderti più gradita al Padre nostro. Di molte ti sei accorta d’essere guarita e da Chi. Di altre non te ne sei accorta tanto la mia mano è stata lieve.
   Ma pensa questo, per non sbagliare, quando ti guardi con stupore vedendo che le tue braccia mettono penne mutandosi in ali: tutto il bene che vedi essere nato dove prima erano erbacce e bronchi di male è mio, te l’ho donato Io. Da te non avresti potuto nulla, nonostante il tuo buon volere.
   Di quest’ultima cosa operata in te, per cui sei diventata la mia imitatrice nel silenzio che è prudenza, che è carità, che è sacrificio, e che mi piace più di un incenso, me ne hai dato lode proclamando che Io avevo fatto la grazia. Questo riconoscimento mi spinge ad operare di più.
   Sono Maestro e Medico, ma sono anche Padre. E se non fossi l’Uomo-Dio vorrei dire: sono Madre per voi tutti perché come una madre Io vi porto, vi nutro, vi curo, vi istruisco, piango su voi, di voi mi glorio. L’amore di un padre è già diverso. L’amore di una madre è l’amore degli amori, dopo quello di Dio. È per questo che sulla croce vi ho dati alla Mamma mia[22]. Non vi ho affidati al Padre, dal quale, morendo, vi riscattavo. Vi ho dati alla Mamma perché eravate informi o appena nati e vi era bisogno di un seno di Mamma per voi.
   Siate, sii per me una figlia che riconosce le cure date alla sua puerizia spirituale. Osserva i nati di donna: poche luci nel pensiero rudimentale di un neonato, ma tu lo vedi sorridere e accarezzare la mammella da cui gli viene il latte. Osserva i nati delle bestie: amano il grembo materno che li nutre, amano l’ala che li copre.
   Tu, donna figlia di donna, tu, creatura fatta a somiglianza di Dio, non essere inferiore ai nati degli animali. Riconosci sempre il seno mio che ti alleva, nutre e istruisce, e amalo di un amore che mi compensa e mi spinge a sempre più curarmi di te. Non ti stancare di amare. Tu sai che voglio dire. Non ti stancare di amare se non vuoi che Io mi stanchi di operare.
   Va’ in pace, ora. Ricorda, ascolta e ama. Sai cosa voglio dire. Così mi farai contento. Sono Gesù, il Gesù che è il Salvatore.»

[22] vi ho dati alla Mamma mia nella persona del discepolo prediletto, come si legge in Giovanni 19, 26-27.

31 maggio 1943 Immediatamente dopo la S. Comunione

Dice Gesù:
   «Sai perché ti impressioni anche di una inezia e non vorresti commetterla? Perché Io sono in te. Dove sono Io non vi può sussistere nulla che abbia neppure le più lontane parentele coll’impuro. La sensibilità di un’anima data a Me è tale che la più esigua ragnatela di male le è pesante, insopportabile, ripugnante più di un mare di fango a chi non è con Me.
   Ma questo non per merito dell’anima. Unicamente perché là sono Io. Il merito dell’anima, se mai c’è, è uno solo: quello della sua buona volontà di tenermi e tenersi in Me. Ricordalo ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

1 giugno 1943

Dice Gesù:
   «Per essere salvati, o poveri uomini che tremate di paura, basterebbe che voi, come veri figli e non come bastardi di cui Io sono Padre soltanto di nome mentre il vero padre è l’altro, sapeste rapire al mio Cuore una scintilla della mia Misericordia. E non desidererei che di farmela rapire.
   Sto col petto aperto perché possiate giungere più facilmente al mio Cuore. Ho dilatato la ferita della lancia nel mio Cuore perché voi possiate entrare in esso. E non giova. Ho fatto servire le vostre infinite offese come coltello di sacrificatore per sempre più riaprirla perché l’Amore sa fare questo. Anche il male lo fa divenire bene, mentre voi, di tutto il bene che vi ho dato - sinanche Me stesso vi ho dato che sono il Sommo Bene - ve ne servite in modo così osceno che diventa per voi strumento di male.
   Sto col mio Cuore aperto che goccia sangue, come dai miei occhi gocciano lacrime. E cadono, sangue e pianto, inutilmente sulla Terra. La terra è più benigna di voi al suo Creatore. Apre le sue arene per ricevere il Sangue del suo Dio. E voi, invece, mi chiudete il vostro cuore, unico calice dove Esso vorrebbe scendere per trovare amore e dare gioia e pace.
   Guardo il mio gregge... Mio? Non più mio. Eravate le mie pecorelle e siete uscite dai miei pascoli... Fuori avete trovato il Maligno che vi ha sedotti e non vi siete più ricordati che a prezzo del mio Sangue Io vi avevo radunati e salvati dai lupi e dai mercenari che vi volevano uccidere. Sono morto Io per voi, per darvi la Vita e la Vita piena come Io l’ho nel Padre. E voi avete preferito la morte. Vi siete messi sotto il segno del Maligno ed esso vi ha mutato in selvatici caproni. Non ho più gregge. Il Pastore piange.
   Solo qualche agnella fedele m’è rimasta, pronta ad offrire il collo al coltello del sacrificatore per mescolare il suo sangue, non innocente ma amante, al mio innocentissimo, ed empire il calice che sarà alzato nell’ultimo giorno, per l’ultima Messa, prima che siate chiamati al tremendo Giudizio. Per quel Sangue e per quei sangui, all’ultima ora, Io potrò mietere la mia ultima messe fra gli ultimi salvati. Tutti gli altri... Serviranno da strame per i riposi dei demoni e per ramaglia nell’incendio eterno.
   Ma le mie agnelle saranno con Me. In un posto scelto da Me per il loro beato riposo dopo tanta lotta. Diverso il posto loro da quello dei salvati. Per i generosi vi è un posto speciale. Non fra i martiri e non fra i salvati. Sono meno dei primi e molto più dei secondi e stanno in mezzo, tra le due schiere.
   Perseverate, voi che mi amate. Quel posto merita ogni presente fatica perché è la zona dei corredentori, a capo dei quali è Maria, mia Madre.»

   Dice ancora Gesù:
   «Credono che la Penitenza sia una cosa inutile, sorpassata, una quieta manìa. Non c’è che Penitenza e Amore che abbiano peso agli occhi di Dio per arrestare gli avvenimenti e deviarli.
   Avete bisogno più di amore che di pane. Ma per il pane vi arrabattate a procurarvelo, rubandovi il tozzo l’uno con l’altro come cani affamati, e siete poco dissimili, in realtà, da essi, pronti come siete a dilaniarvi per un pugno di terra e per un fumo d’orgoglio. Mentre per acquistare e possedere l’amore non fate nulla. Non ve ne curate.
   Ma sapete, o disgraziati, cosa fate trascurando l’amore? Perdete Dio, il suo aiuto in Terra, la sua vista in Cielo. Cosa devo fare per farvi capire questo se i miei flagelli non bastano, se le mie bontà non servono? Come devo fare scendere il Paraclito, in quale forma, perché vi investa e vi salvi? Se il globo di fuoco portato dal vento veloce scendesse, per una nuova Pentecoste, su ognuno di voi - non dividendosi in fiammelle che furono bastanti, allora[23], su dei poveri pescatori, rozzi e ignoranti ma amanti di Me - scendesse pieno su ognuno di voi, non basterebbe lo stesso ad accendervi di Dio. Prima dovreste sgombrare l’anima dai vostri falsi dèi, e non lo volete fare perché li preferite a Me, Dio vero.
   Siete perduti, se un miracolo non si compie. Volgetevi e pregate l’Amore.»

[23] allora, nel racconto di Atti 2, 1-4.

2 giugno 1943

 Dice Gesù:
   «In questo mese dedicato al mio Cuore e che quest’anno raduna le solennità che sono altrettanti attestati d’amore di Noi, Trinità divina, che fate voi? È un mese d’amore e voi ne fate un mese di inferno che odia. E così per il mese di Maria, mia Madre, e così per l’aprile in cui Io morii, or sono 20 secoli, e che vi riporta la mia Pasqua. Per voi è sempre così.

   L’amore, la bontà, la volete solo da Dio e in Dio. Ma voi non volete amarci, amarvi, esser buoni. Sì. Non volete amarci. Le vostre preghiere ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

3 giugno 1943

 Dice Gesù:

   «Molti mi chiedono un segno. Quale segno? Segno dell’ora o segno della mia potenza?

   Il segno dell’ora lo avete già. Ripeto: “Io non sono venuto a mutare la Legge”. Siete voi che l’avete mutata. E Io non muto la mia Parola. Quello che ho detto ho detto. Tutto quanto doveva avvenire, dal momento che Io parlavo, Uomo fra gli uomini, sino al momento in cui Io verrò, Dio figlio di Dio, a giudicare gli uomini, è contenuto nel mio Vangelo.

   Siete voi, stolti che avete la testa piena di mille rumori inutili e di pensieri perversi, che non capite più quanto Io ho detto. Non siete forse salati col fuoco, con quel fuoco che salerà in eterno i miei nemici? Questo che vi arde ora, e che scende su voi per distruggervi e condurvi sempre più alla bestemmia e al­l’eresia, non è che un anticipo di quello che sarà il fuoco di cui Io parlo, destinato agli scandalosi che non si convertono. E voi siete di questi. Solo del corpo e delle ricchezze inique vi preoccupate, e calpestate coscienze e altari, e profanate tutto quanto toccate, e uccidete in voi Me stesso una seconda volta.

   Ecco i doni che vi sa dare Lucifero sotto il cui segno vi siete messi. La Bestia soffia dalla sua bocca il fuoco dopo avervi sommersi nel male della corruzione. Sono i suoi doni. Non può darvi altro. Mentre Io vi avevo dato, insieme a Me stesso, tutti i tesori della grazia.

   Volete un segno della mia potenza? Ma sono venti secoli che vi do questo segno! A che è giovato? Ho aperto su di voi i torrenti delle mie grazie e dal Cielo li ho fatti scendere sulla Terra in mille e diecimila miracoli. Ho sanato i vostri malati, ho sedato le vostre guerre, ho prosperato i vostri affari, ho risposto ai vostri dubbi, anche su cose di fede, perché so la vostra debolezza che non crede se non vede, sono venuto a ripetere la mia dottrina, ho mandato mia Madre perché con la sua dolcezza vi piegasse a penitenza e ad amore. A che ha giovato?

   Mi avete trattato come uno scemo, sfruttando la mia potenza e la mia pazienza, convinti che Io, dopo avere fatto il miracolo, non me ne ricordassi più. No, figli del mio dolore. Tutto è segnato nel gran libro della mia Intelligenza e non è usato inchiostro per scrivere in essa, ma il carbone acceso dell’Amore. E tutto viene ricordato.

   Avete sfruttato la venuta di mia Madre per scopi umani, ne avete fatto oggetto di risa e di commercio. Non sapete che Maria è il mio Tempio, e il mio Tempio è casa di orazione e non spelonca di ladri?

Le sue parole, così affettuose, così supplici, così piene di pianto, per voi che le avete ucciso il Figlio e neppure sapete fare frutto di tanto sacrificio, vi sono suonate come canzone inutile. Avete continuato la vostra strada di perdizione.

   I miei messi, le anime che vivendo come dovreste vivere tutti sono divenute le mie banditrici per ripetere una volta ancora la parola del mio Cuore, li avete trattati da “pazzi” e da “ossessi” e qualche volta li avete uccisi, tormentati sempre. Anche Io, dalla generazione adultera e omicida del mio tempo mortale fui detto: “pazzo ed ossesso”.

   Il segno! Il segno lo avete e non serve a ridarvi la mia Paternità. Altro segno che questo non vi sarà dato. Cercatelo nella mia parola e nella vostra coscienza, se pure riuscite ancora a ritrovarla viva sotto l’ammasso di libidini, adulteri, fornicazioni, furti, omicidi, invidie, bestemmie e superbie sotto le quali l’avete lapidata.

   È l’Ascensione. Prima di ascendere Io benedissi[31] mia Madre e i miei discepoli. Non avevo altri da benedire poiché gli altri mi avevano respinto e maledetto. Anche ora benedico i miei discepoli poiché gli altri non mi vogliono e bestemmiano sulla mia benedizione.»

4 giugno 1943

Dice Gesù:
   «Amo tutte le anime. Amo quelle dei puri che vivono come il mio Cuore desidera per vostro bene, dei miti come mite sono Io, dei generosi che espiano per tutti e continuano la mia Passione, dei misericordiosi che mi imitano nei rispetti dei loro fratelli. Amo i peccatori perché è per loro che Io divenni Redentore e salii in croce. I loro peccati mi dànno dolore ma non estinguono il mio amore per loro, non estinguono il desiderio di stringerli al mio seno pentiti. Amo le piccole anime che non sono prive di imperfezioni ma che sono ricche ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)

5 giugno 1943 Ore 12

Dice Gesù:
   «Vorreste che Io venissi e mi mostrassi per terrorizzare e incenerire i colpevoli. O miseri! Non sapete quello che chiedete!

   Purtroppo verrò. Dico: “Purtroppo”, perché la mia sarà venuta di Giudizio e giudizio tremendo. Avessi a venire per salvarvi non direi così e non cercherei di allontanare i tempi della mia venuta, ma anzi mi precipiterei con ansia per salvarvi ancora. Ma il mio secondo avvento sarà avvento di Giudizio severo, inesorabile, generale, e per la maggior parte di voi sarà giudizio di condanna.

   Non sapete quello che chiedete. Ma se anche Io mi mostrassi, dove è nei ... (CLICCA QUI PER LEGGERE IL RESTO)