MaM
Messaggio del 9 marzo 1985:Io non ho bisogno di cento o duecento Padre Nostro. E’ meglio pregarne uno solo ma col desiderio di incontrare Dio. Dovete cercare di fare tutto con amore!

Madre Pierina Micheli - 25 novembre 1941

La notte dal 25 al 26, presi spavento. Sento come toccarmi a una spalla. Mi sveglio e vedo fiamme e fumo. Balzo dal letto, strappo la coperta che si bruciava, la getto nel bagno per spegnerla. Riflettendo poi, fui presa da un senso di paura e il nemico mi suggeriva di pren­dere un modo di vivere diverso, allontanarmi dalla direzione del Pa­dre, dall'amare S. Silvestro, per dar fine a tanta lotta, e vivere in pace. Invocai il mio caro Santo, che venne subito a me, e con dolcezza infinita mi disse: Perché mi sei stata fedele vieni, riposati qui, e mi strinse al cuore. Che passò? non si può dire. Era il Paradiso. LE ANIME COSTANO SANGUE, disse, MA NON TEMERE, IO NON TI ABBANDONERÒ. AVRAI QUALCHE TREGUA, MA CI SARÀ ANCORA MOLTO DA LOTTARE E SOFFRIRE -.

Com'era dolce sentire parlare di sofferenza fra le braccia di S. Silvestro! mi disse poi, che tutta l'ottava della sua festa, doveva farla per la Congregazione. Io domandai: Per la mia Congregazione o per la Tua? e mi rispose: Per la mia che è anche la tua. Che gioia! In queste parole la conferma di quanto passò il 17 sera del mese di giugno, nella Chiesa dell'Eremo.

Il ricordo di ieri, festa dei mio caro Padre S. Silvestro, mi riempì di commozione. Mi sono sentita come schiacciata, sotto il peso di tante grazie! Al mattino prestissimo sono andata con le Suore alla Chiesa dei Padri, e ho recitato Lodi e Prima coi Monaci, in una pace di Paradiso. Alla Messa delle 7, ci siamo accostate a ricevere Gesù. Quando fu nel mio cuore, fui come rapita, e vidi la gloria di San Silvestro! Quando mi riebbi non potevo capacitarmi d'essere ancora sulla terra... anche il fisico risentì, e il cuore pareva cedere. O mio caro Padre S. Silvestro, fa che possa come Te soffrire e amare, quaggiù, per essere un giorno Tua corona e gloria in Paradiso! Come sento il mio nulla e la mia miseria di fronte a tante grazie! Al canto delle ore quando i Monaci cantarono Sante Pater Sil... la figura del Santo, so­pra l'altare, prese vita, s'inchinò e benedisse tre volte. Mentre il Padre stava seduto e i Monaci cantavano, San Silvestro si avvicina, e Gli dà un abbraccio prolungato. Quale consolazione, quale emozione pro­vai! se in quei momenti si potesse agire, guai! Invece mi succede d'essere come rapita, uso questa parola, perché non so come spiegar­mi. Alla sera si andò al Vespero; quando il Padre salì il pulpito, la figura di S. Silvestro si voltò verso di Lui e Lo benedisse. Che gioia! Mentre il Padre parlava del Santo, con tanto calore e affetto, io provavo tale godimento e tale ardore soave, che veramente sentivo di essere di S. Silvestro interamente. Giornata di santa emozione. Che farò io? come mostrerò al Santo la mia gratitudine? Nell'ubbidienza al Padre, nella generosità a tutto accettare, a tutto dare... nell'unifor­mità al Divino Volere.