MaM
Messaggio del 11 agosto 1984:Cari figli, pregate, perché satana persiste nel voler mandare a monte i miei progetti. Pregate con il cuore, e nella preghiera offrite voi stessi a Gesù.

Notizie dai giornali cattolici



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All'Angelus papa Francesco mette in guardia dal divenire "mondani" e "sale scipito". I "cristiani annacquati" sono come il vino annacquato: "non si sa se è vino o acqua". Leggere il vangelo tutti i giorni. Vangelo, eucarestia, preghiera ci aiutano a conservare la novità di Gesù. Domani la Giornata per la custodia del creato.
La mamma di Gabriele, bambino con sindrome di Down, augura a Richard Dawkins che "nasca in lui il desiderio di avere un privilegio: vivere un periodo insieme a uno dei tanti Gabriele sparsi per il mondo"
Rileggendo e meditando in estate l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, pubblicata da papa Francesco il 24 novembre 2013, Festa di Cristo Re, ho “scoperto” due numeri sull’aborto, che sono nello stile di questa lettera pastorale (non Enciclica dottrinale), facile da leggere e comprensibile a tutti. Nel dare orientamenti pastorali alla Chiesa, Francesco rivela tutto se stesso, racconta quasi la sua esperienza di cristiano, di prete e di vescovo. È un testo che bisogna conoscere per entrare in sintonia con Francesco, con l’uomo e il suo programma, poterlo capire e accompagnare con la nostra vita e la nostra preghiera.
Oltre un milione e 600 mila rimasti senza casa. Intanto l'Isis compie nuove atrocità e attacca un contingente di caschi blu sul Golan, tra i quali c'è anche un prete
Oggi inizia la Novena per la natività della Beata Vergine Maria.
Carissimi, ecco quanto Ivan ci ha riferito dell’apparizione da lui avuta stasera, venerdì 29 agosto 2014, sul Podbrdo alle ore 22:00:

«Dopo questo incontro con la Madonna, vorrei avvicinarvi e descrivervi brevemente ciò che è più importante dell’incontro di stasera. Anche stasera la Madonna è venuta a noi gioiosa e felice ed all’inizio, come sempre, ci ha salutato tutti col suo materno saluto: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”. Poi ha steso le mani ed ha pregato per un periodo di tempo su tutti noi, ha pregato in particolare su voi malati qui presenti. Poi la Madonna ha pregato per un tempo prolungato per la pace, per la pace nel mondo. Poi ci ha benedetto tutti con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto ciò che avete portato perché venisse benedetto. Io ho raccomandato anche tutti voi, tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie ed, in particolare, tutti voi malati presenti. Poi la Madonna ha continuato a pregare su tutti voi per un periodo di tempo ed in questa preghiera se n’è andata nel segno della luce e della croce, col saluto: “Andate in pace, cari figli miei!”.

Vorrei evidenziare in modo particolare che anche stasera, durante l’incontro, la Madonna ha pregato per un tempo prolungato per la pace. Grazie!”».
Prosegue e sconfina in Camerun l’offensiva dei terroristi islamici africani, determinati a seguire le orme dello Stato islamico in Iraq. La testimonianza di don Gideon Obasogie
Il Futurismo celebrava il principio delle parole in libertà. Scrivere liberi da vincoli formali, grammaticali, semantici e di senso. Alcuni giudici oggi hanno fatto propria questa ricetta e paiono futuristi in toga che emettono sentenze ed ordinanze le quali si ispirano al principio dei “diritti in libertà”, diritti slegati da ciò che dicono le leggi e dalla verità sull’uomo.
Le atrocità del “Califfato islamico” in Iraq e Siria hanno scosso l’Occidente, che nella sua crisi politico-economica-religioso-morale diventa sempre più indifferente a quanto succede in paesi a noi vicini e alle migliaia di profughi disperati (circa 100.000 dall’inizio dell’anno) che la nostra Italia accoglie. Da quando il nascente Isis (Califfato islamico del Levante e dell’Oriente) conquista in Siria e Iraq una vasta base territoriale, affermandosi con violenze orrende e demoniache contro chi non si converte all’islam sunnita, costringendo Stati Uniti e alcuni paesi europei ad intervenire, pare che l’opinione pubblica occidentale prenda coscienza di quanto odio animi quei fantasmi da incubo che sventolano una bandiera nera; odio non solo anti-cristiano, ma contro l’Occidente e il nostro modo di vivere, che vedono come nemico mortale dell’islam, perché distrugge i fondamenti della religione coranica: sviluppo economico-liberale e benessere, democrazia e diritti dell’uomo e della donna, scienze e tecniche, alfabetizzazione universale, libertà di stampa e di costumi, ecc.
Madre Cristiana Piccardo, monaca cistercense della stretta osservanza, è l’autrice del libro presentato al Meeting di Rimini dal titolo “La storia, maestra di Fede, di Speranza, di Carità (edizioni Lindau). Racconta in soli quattro capitoli tutto quanto ha visto e vissuto quando era badessa a Vitorchiano, monastero trappista in Lazio, e in seguito a Humocaro in Venezuela, partendo dagli anni che precedono il Concilio Vaticano II. A presentare il volume è stato chiamato don Gianluca Attanasio della Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo. Attanasio è un prete milanese inviato come missionario a Torino e conosce il monastero di Vitorchiano ormai da più di venticinque anni.
«Dobbiamo portare alla gente l’amore del Signore morto e risorto che scalda il cuore e cura le ferite. Questa non è una frasetta da ripetere ma il metodo e il cambiamento a cui papa Francesco sta chiamando tutta la Chiesa, specie quella italiana». Se Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, già missionario per 28 anni in Brasile, ha scritto il libro La forza del fascino cristiano e l’ha presentato ieri al Meeting, è solo per un motivo, come riassume don Stefano Alberto: «Ricordare che il cristianesimo non si diffonde mai per proselitismo o per una posizione ideologica, ma per attrazione».
Rimini. «Non sappiamo da dove viene questa gente, probabilmente dall’inferno perché neanche i diavoli saprebbero trovare modi più terribili per far tanto male alla gente». Non usa mezzi termini il vescovo ausiliare di Baghdad dei caldei, Shlemon Warduni, che al Meeting spiega a tempi.it di essere molto preoccupato per la sorte degli iracheni e dei cristiani, cacciati dalle loro case di Mosul e della piana di Ninive dai terroristi dello Stato islamico. Inoltre, afferma, è deluso perché «finora la comunità internazionale e anche i cristiani non hanno fatto niente di pratico per aiutarci».
Probabilmente nessuno dei lettori avrà sentito nominare il Dr. Parker. Nemmeno io avevo la minima conoscenza del soggetto, almeno fino a ieri quando mi sono imbattuto nella sua storia. Due volte a settimane vola da Chicago, dove vive, in Mississippi per andare a lavorare. Nato a Birmingham, penultimo dei sei figli di una ragazza madre, cresciuto coi buoni pasto in una casa senza luce e col bagno all'esterno. Dopo un periodo in cui ha lavorato come giovane predicatore in alcune parrocchie battiste, dopo essere diventato il primo rappresentante degli studenti di colore in una scuola quasi tutta di bianchi, il futuro Dr. Parker è stato ammesso nel tempio della cultura universitaria americana: Harvard. Lì ha seguito tutta la trafila professionale fino ad arrivare all'apice di docente di ginecologia ed ostetricia, facendo venire al mondo, con la coscienza integra, migliaia di bambini. Poi un giorno sentì, come la chiama lui, "la chiamata di Gesù". E da quel giorno lasciò ogni onore per seguire la nuova vocazione: fare aborti.
"Vergogna, scandalo, ma soprattutto suicidio. Suicidio culturale, suicidio giuridico, suicidio di una civiltà. È questa la prospettiva con cui va letta l’incredibile vicenda del “processo” a Magdi Cristiano Allam per “islamofobia” da parte dell’Ordine nazionale dei Giornalisti. In breve il fatto: nel giugno 2012 l’associazione Media&Diritto presenta un esposto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio per alcuni articoli pubblicati da Magdi Cristiano Allam su Il Giornale tra il 22 aprile e il 5 dicembre 2011 che, secondo l’accusa, sarebbero stati «caratterizzati da islamofobia, in contrasto con quanto stabilito dalla Costituzione italiana all’articolo 19 primo comma e dalla Carta dei doveri del giornalista». "
Esteri Siria. Chi dà rifugio ad anziani e handicappati musulmani rimasti senza casa? Il Vicariato di Aleppo Tweet Invia per Email Stampa agosto 28, 2014 Redazione il vicario apostolico racconta che se la città cadesse nelle mani dei jihadisti sarebbe «una carneficina». «Gli orrori di cui si parla solo ora li abbiamo più volte denunciati all’Onu senza che nessuno ci ascoltasse» siria-aleppo-cristiani-islam1Se Aleppo cadesse nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico sarebbe «una carneficina». Risponde così ad Avvenire Georges Abou Khazen, vicario apostolico di Aleppo in questi giorni al Meeting di Rimini. «Gli orrori di cui si parla in queste ore – dice facendo riferimento al rapporto Onu che parla dei bambini addestrati dai miliziani – li abbiamo denunciati da tempo alle Nazioni Unite senza che nessuno ci ascoltasse. I cristiani vivono tutti in città e non hanno alcuna possibilità di fuga, servono sei ore per scappare a Homs, chi poteva se ne è già andato. Restano i poveri e restano i musulmani, che sono la maggioranza e che non sono tutti fondamentalisti. L’islam siriano, per lo più, è moderato e i suoi esponenti sanno che in caso di vittoria dell’Is saranno i primi ad essere scannati». Quanti sono i cristiani rimasti? Ieri, come riportato dall’agenzia Zenit, durante la conferenza stampa il vescovo ha ammesso che è difficile fare un calcolo preciso: «Non ci sono statistiche di cristiani che hanno abbandonato la Siria». Tuttavia, prima della guerra, essi erano circa 250 mila su una popolazione di circa 4,5 milioni di persone. «Oggi, invece, circa il 60% dei cristiani è andato via».
Metti una sera a cena a Wesport, Connecticut, con Erica Jong, la femminista di Paura di volare, quella che da una sveltina, la celebre zipless fuck (la “scopata senza cerniera”), mise al mondo milioni di femministe. Era il 1973, Henry Miller saluterà il libro della ribelle ragazza newyorkese come l’equivalente femminile di Tropico del Cancro, ma lei riuscì a moltiplicarlo per 27 milioni di copie vendute. Oggi la bad girl ha 72 anni, un matrimonio che dura da 24 (ha da poco festeggiato le nozze d’argento), una figlia e tre nipoti. Ma è soprattutto una tranquilla signora ultra snob che ha cambiato idee e costumi sulla vita e sui mariti. Allora, quando ancora aveva paura di volare, Erica aprì il suo libro con attacco fatto apposta per scandalizzare borghesi e bigotti: «Bigamia vuol dire un marito di troppo, monogamia pure». Oggi si pente di quelle baggianate e confida scoperte imbarazzanti alla stupita giornalista del Corriere della Sera che la incontra in un sciccoso ristorante sul Long Island Sound. «Ho detto tante cose terribili, ma ero giovane e cinica», confessa. «Il matrimonio? Adesso lo so: è prezioso». Insomma, dopo tanti voli in picchiata libera, ecco un atterraggio ultra soffice sui vecchi sentieri della tradizione. Però, ne è passata di acqua sotto i ponti di New York.
Lo chiameremo don Califfo. A volte le migliori intenzioni sono causa di gaffe. Così anche essere buonisti può ingenerare più di un problema. A Reggio Emilia è comparso nei giorni scorsi uno striscione inquietante: “Cristiani buoni solo da morti”. Frase pericolosa, anche a causa della sua collocazione. Era attaccata con dei fermagli a 4 metri da terra sulla recinzione dei campi da calcio di proprietà della Diocesi, dove si allena anche la Reggiana. Significa che l'autore si è preso la briga di portarsi con una scala molto alta e compiere l'impresa. Il tutto nel silenzio della notte e al riparo da occhi indiscreti (la zona non è presidiata da telecamere).
Bande organizzate di bruti hanno rapito, violentato e talvolta anche rivenduto 1400 minorenni. Succede a Rotherham, nell’Inghilterra settentrionale. Un rapporto pubblicato ieri, a firma della professoressa Alexis Jay, a conclusione di un'indagine indipendente commissionata dal comune, parla chiaro e non cela i dettagli. Descrive storie di minorenni, soprattutto ragazzine fra gli 11 e i 16 anni di età, cosparse di benzina e minacciate di essere date alle fiamme, minacciate con pistole e fatte assistere a stupri brutali, minacciate di essere le prossime se ne avessero parlato con qualcuno. Bambini venduti in altre città e usati come oggetti sessuali. Altre ragazzine violentate in modo seriale, tanto da dichiarare, una volta fuori dall’incubo, che ormai “lo stupro di gruppo era diventato un modo di vivere”. Tutto questo è avvenuto per 16 anni, dal 1997 al 2014, senza che nessuno intervenisse. Eppure le autorità inglesi locali ne erano perfettamente al corrente. Prima dell’attuale rapporto Jay, erano stati redatti altri tre rapporti. Tutti cestinati. Nel primo caso, le autorità non avevano creduto ai dati. Gli altri due rapporti erano stati semplicemente accantonati. A loro avviso i dati erano “esagerati”. In effetti, 1400 vittime minorenni di abusi in una cittadina con nemmeno 120mila abitanti è una cifra immensa, assurda nella sua sproporzione. E, fra l’altro, si tratta ancora di una stima conservativa, perché in questi 16 anni le vittime potrebbero risultare molte di più.
A Bkerke, in Libano, presso la sede del Patriarcato maronita, si è tenuta ieri, 27 agosto, una riunione che ha visto coinvolti i capi delle Chiese orientali e gli ambasciatori di diversi Paesi. Nel corso dell’incontro i Patriarchi hanno sottolineato “la necessità di porre fine a organizzazioni terroriste e fondamentaliste”, aggiungendo che la comunità internazionale non può rimanere indifferente dinanzi all’esistenza dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis).
Le violenze sanguinarie e spettacolari dell'Esercito islamico trovano tiepide condanne o silenzi nel mondo musulmano. Fra le cause: un sistema educativo che bandisce la critica ed esalta la memorizzazione; una religione che paralizza la ragione e l'intelligenza (secondo gli stessi musulmani). Le orribili crudeltà dell'ex Isis vanno contro il Corano e la vita di Maometto. Ma sono l'humus in cui la violenza "in nome di Dio" sembra giustificata. E' necessario ripensare l'islam in profondità, trasformando pure il metodo educativo.
Le violenze sanguinarie e spettacolari dell'Esercito islamico trovano tiepide condanne o silenzi nel mondo musulmano. Fra le cause: un sistema educativo che bandisce la critica ed esalta la memorizzazione; una religione che paralizza la ragione e l'intelligenza (secondo gli stessi musulmani). Le orribili crudeltà dell'ex Isis vanno contro il Corano e la vita di Maometto. Ma sono l'humus in cui la violenza "in nome di Dio" sembra giustificata. E' necessario ripensare l'islam in profondità, trasformando pure il metodo educativo.
Immaginate di passeggiare per le vie della città in cui siete nati. Una città che ha sperimentato una grande immigrazione nel corso degli anni che ha portato a una forte presenza islamica. All'improvviso, vedete una marcia di protesta, con donne ricoperte dal burqa e uomini che portano bandiere nere con scritte in arabo. Le persone stanno scandendo degli slogan in cui maledicono il proprio Paese e la polizia. Si tratta di un gruppo di musulmani sunniti appartenenti ad una scuola giuridica fondamentalista, il wahabismo, che si è affermata soltanto nel Novecento, grazie all’appoggio delle grandi potenze occidentali alla monarchia saudita, e che oggi si sta diffondendo in tutto il mondo musulmano. Ai loro occhi, tutti gli altri musulmani (Sunniti, Sciiti, Alawiti, Drusi...) e no sono miscredenti e devono essere combattuti. Dalle sue frange più estreme è nata la rete di Al Quaeda.
L’ex ministro pachistano e fratello di Shahbaz, ucciso per la sua fede, ha raccontato il colloquio avuto oggi col Pontefice. «La sua vicinanza è di grande incoraggiamento per tutti quanti»
All'udienza generale Francesco ricorda la preghiera di Gesù per l'unità dei cristiani, che sono ancora divisi. "Quanto si chiacchiera nelle parrocchie!". "Ma, questa non é la Chiesa, eh? Questo non si deve fare! Non dobbiamo fare, non dobbiamo farlo! Non vi dico che vi tagliate la lingua, no, no, tanto no... Ma, chiedere al Signore la grazia di non farlo!".
Dal 1° al 28 settembre 2014 si svolgerà l'Assemblea generale del Movimento dei Focolari, dopo quella del 2008 tenutasi in seguito alla morte della fondatrice Chiara Lubich. Al Centro Mariapoli di Castelgandolfo, Roma, sono attesi 494 delegati dei Focolari in rappresentanza del centro internazionale e delle diverse aree geografiche del mondo, espressione della pluralità che caratterizza il Movimento: laici e consacrati, adulti e giovani, uomini e donne. Inoltre, ad accompagnare i lavori dell’Assemblea vi saranno 49 invitati, di cui 15 persone di Chiese cristiane diverse da quella cattolica, di religioni non cristiane e di culture non religiose appartenenti ai Focolari. L’evento è stato preparato con un’ampia partecipazione delle comunità dei Focolari, concretizzatasi in migliaia di riflessioni e proposte per un’Assemblea che sarà chiamata a esprimersi su argomenti fondamentali per la vita dell’intero Movimento. Secondo il preambolo dei suoi Statuti generali, "la norma delle norme, la premessa di ogni altra regola" è l’amore scambievole, quale fondamento all’agire dello Spirito Santo: è questa la “logica” che ha guidato tali consultazioni nel mondo.
L’atteggiamento di chi vuole impedire la parità scolastica con forme oblique di ostracismo economico va denunciato per quello che è: antiliberale e intollerante. Lettera Stefano Morri, cittadino italiano e presidente di scuola cattolica
Oggi inizia la Novena a Madre Teresa di Calcutta.
Appena saputo della morte di Adelaide Roncalli, mi è balzato alla mente il titolo dell’ultimo libro di Costanza Miriano, Obbedire è meglio, solo che con una piccolissima postilla: il punto interrogativo. Ma obbedire è davvero meglio? Se anche tra molti cattolici il nome di Adelaide Roncalli è sconosciuto, è perché questa donna, ha vissuto così come è morta: nell’obbedienza più totale alla Chiesa, e saldamente ancorata alla verità che quella stessa Chiesa ancora oggi non riconosce. Com’è stato possibile?
Dall’Isis, il Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi, giungono di continuo racconti e filmati di violenze estreme, inaudite: persone crocifisse, sepolte vive, mutilate, sequestrate e vendute, decapitate a coltellate, torturate a morte, costrette a scavare la propria fossa prima di essere uccise. Una brutalità selvaggia, esibita, compiaciuta ne è diventata il tratto distintivo. Come spiegare tanto spietato e sanguinario accanimento?
La Chiesa messicana prende sul serio il demonio e ci tiene alla formazione dei suoi opponenti. Prova ne è il “Seminario di Formazione Specifica”, organizzato dal Coordinamento degli esorcisti dell’arcidiocesi del Messico e l’obiettivo dichiarato dell’incontro com’è riportato sul sito ufficiale dell’Arcidiocesi: dotare i sacerdoti degli strumenti necessari per aiutare le persone afflitte da “insopportabili situazioni di sofferenza spirituale” riconducibili a pratiche di satanismo. Scendendo nel dettaglio, il sacerdote Guillermo Barba Mojica, coordinatore degli esorcisti ed organizzatore dell’evento, spiega che lo scopo del corso che si è da poco terminato era quello insegnare agli esorcisti ad “evangelizzare con la verità, in un modo più vicino e fraterno” a chi è attaccato dal demonio o pensa di esserlo.
Degli anglicani si parla spesso. Soprattutto perché negli ultimi anni molti di loro si sono finalmente convertiti al cattolicesimo, spinti spesso dalle inaccettabili posizioni dottrinali assunte dalla Chiesa d’Inghilterra e dalla Comunione Anglicana in genere.
Non ci sono solamente i reclutatori di jihadisti in Europa o in Italia. Ci sono anche i reclutatori di combattenti per la difesa dei cristiani sotto assedio. Lo rivela il giornale svizzero SonntagsZeitung. Un suo reporter ha visitato alcuni centri di addestramento del Syriac Military Council (SMC), gruppo armato di autodifesa siriano composto da cristiani caldei e assiri, con un migliaio di effettivi, incontrando giovani e meno giovani partiti dalla Confederazione elvetica per il fronte siro-iraqeno.
È ormai evidente che ai cristiani iracheni, insieme ad altre minoranze, è stato inferto un colpo mortale al cuore delle loro vite e della loro esistenza, attraverso la cacciata di centomila cristiani con la forza, o rubando i loro possedimenti, i soldi, i documenti, o occupando le loro case. E questo solo per essere cristiani! Ho visitato i campi profughi nelle province di Erbil e Dohok e quello che ho visto e ascoltato è oltre ogni immaginazione! Dal 6 agosto a oggi non si è vista ancora una soluzione concreta immediata per la crisi che abbiamo di fronte. Non solo: continua il flusso di fondi, armi e combattenti per lo Stato Islamico. Malgrado stiamo vivendo una campagna organizzata di eliminazione dall’Iraq, la coscienza del mondo non è ancora pienamente consapevole della gravità della situazione.
L'aggressione delle milizie dell'Isis (Stato Islamico dell'Iraq e della Grande Siria), guidate dal sedicente califfo Abu Bakr al-Baghdadi contro la minoranza turcomanna di religione sciita, la terza a essere esposta a un rischio di genocidio, dopo i cristiani e gli yezidi, rappresenta sia una svolta nel conflitto in Iraq, sia un'occasione per comprendere meglio l'ideologia dell'Isis ed evitare errori di prospettiva. Una svolta, perché per la prima volta il Califfato sunnita massacra altri musulmani, sciiti, e massacra una popolazione di origine e lingua turca, provocando inevitabili reazioni sia in Turchia sia in Germania, il Paese europeo che ospita la maggiore comunità turca e il cui governo ha immediatamente reagito iniziando a inviare armi alle milizie curde che combattono l'Isis.
Un pezzo di storia bergamasca ma anche italiana che se ne va. È scomparsa l’altra notte Adelaide Roncalli, la veggente delle apparizioni di Ghiaie di Bonate, la cosiddetta “Fatima italiana”. Aveva 77 anni. Giusto 70 anni fa, nel maggio del 1944, a soli 7 anni, sostenne di aver avuto 13 apparizioni di Maria e della Santa famiglia.
All’iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale hanno partecipato vescovi, sacerdoti, suore e laici cattolici e protestanti. Fra i relatori esperti di anti-terrorismo e studiosi di religione e società. Ingiustizie sociali, povertà e propaganda alimentano l’estremismo. Servono figure musulmane moderate di primo piano, sul modello dell’ex presidente “Gus Dur”.
Visitando i campi profughi di Erbil e Dohok, Mar Sako parla di situazione “al di là di ogni immaginazione”. Egli si appella alla comunità internazionale e al mondo musulmano “che non hanno ancora compreso la gravità della situazione”. I miliziani sequestrano una bambina cristiana di tre anni, due uomini morti in casa di fame. Baghdad e Teheran per un piano congiunto di azione.
L’ultima volta che la cicogna è passata dalla famiglia Anania, per via Fleres a Catanzaro, è stata l’anno scorso, il 29 giugno, quando ha portato Paola: la sedicesima figlia della famiglia più numerosa d’Italia. Oltre a Paola, Rita e Aurelio sono genitori, nell’ordine, di Marta, 19 anni, Priscilla, 18, Luca, 17, Maria, 16, Giacomo 15, Lucia, 14, Felicita, 12, Giuditta, 11, Elia 10, Beatrice, 9, Benedetta 8, Giovanni 6, Salvatore, 5, Bruno, 4 e Domitilla, 3. Quasi un figlio all’anno, persino in tempi di recessione economica. Al rientro delle vacanze, Aurelio continua a ripetere, con la sua voce pacata e quasi divertita, dello stupore che suscitano gli Anania: «Non siamo anormali, né straordinari. Dico sempre che noi siamo una famiglia straordinariamente normale».
Soltanto il 24 agosto 1935, malgrado le gravi condizioni di salute che lo avevano segnato fisicamente nei nove precedenti anni di detenzione, il fondatore del Partito Comunista Italiano, Antonio Gramsci, fu trasferito nella clinica “Quisisana” di Roma. Ormai allo stremo delle forze, passerà in una camera di questa struttura (a parte alcuni periodi di libertà) gli ultimi tre anni della sua vita, fino a morire a causa di un’emorragia celebrare.
Venerdì 22 agosto è morto a L'Aquila Adel Smith, uno degli italiani convertiti all'islam più noti al mondo dei media. Figlio di un padre di origini scozzesi e di una madre egiziana, aveva fondato a Ofena (L’Aquila) un’associazione islamica, che voleva essere insieme un partito politico, denominata Unione dei Musulmani d’Italia, da non confondere con l’Unione Musulmani in Italia dell'imam torinese Abdulaziz Khounati, peraltro nata dopo l’iniziativa di Smith. Smith era regolarmente attaccato, su Internet e altrove, come esponente di una di quelle associazioni microscopiche che riescono a ingannare giornalisti confusi dai nomi apparentemente «ufficiali» delle loro organizzazioni.
I "Giuristi per la Vita" e l’associazione "Pro Vita Onlus" hanno inoltrato un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma contro un’asserita “opera d’arte” esposta al MAXXI, Museo delle arti del XXI secolo, di Roma, firmata da Jake e Dino Chapman, artisti noti per la loro dedizione a rappresentare figure adolescenziali alle prese con organi genitali maschili ed altre visioni pedopornografiche. L’opera denunciata, in particolare, è quella intitolata “Piggyback”, avente per oggetto l’immagine di due bambine, una delle quali adagiata sulle spalle dell’altra dalla cui bocca fuoriesce un membro maschile. L’esposto-denuncia è stato inoltrato per conoscenza anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Roma, alla Questura di Roma, all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo.
Per dieci anni a partire dal 2001, la scultura in bronzo del Cristo Risorto alto dietro la chiesa di San Giacomo a Medjugorje ha trasudato. Considerata una reliquia dai pellegrini raccolgono le gocce su fazzoletti. Nel giugno di quest’anno ha svolto un ruolo significativo in ciò che sembra aver dato la guarigione istantanea da un tumore al seno per Julie Quintana di Los Angeles, racconta ...
Il piccolo monastero di Sulaymaniyya, fondato da Paolo Dall’Oglio, apre le porte ai rifugiati cristiani. Il racconto del monaco della comunità
All'Angelus, papa Francesco ricorda la situazione di conflitto che genera "tanta sofferenza nella popolazione civile". La lettera di un vescovo al pontefice, in cui si "racconta questo dolore". Come per Pietro, Gesù si aspetta una fede "affidabile", su cui costruire la Chiesa. "Come va la tua fede? Ognuno trovi la risposta nel suo cuore. Cosa trova il Signore nei nostri cuori? Un cuore stabile come la pietra, o un cuore sabbioso, cioè incredulo, dubbioso, diffidente?". E fa ripetere per tre volte ai pellegrini la confessione di Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".
Jim, papà di un bambino affetto da trisomia 21, ha narrato la sue esperienza: «All’inizio avevamo paura, ma ci siamo fidati e le benedizioni ricevute sono molte più delle difficoltà affrontate»
Famiglie di musulmani che nascondo i cristiani perseguitati. Cristiani che accolgono sciiti, turcomanni o shabak in fuga dalle violenze. Esempi di coraggio popolare in un paese che l’Is «vuole trasformare in una giungla»
Che strana stagione, quest’estate milanese 2014! Il brutto tempo sembra essere diventato una costante ma ciò non rallenta la frequentazione del Centro di Aiuto alla Vita! Questa mattina, per esempio, nel corridoio che porta all’ascensore della scala B dove è dislocata la nostra sede, mi sento chiamare dalla mia amica Alessandra: «Ti sto mandando una donna che è seriamente intenzionata a interrompere la gravidanza e che è venuta per prenotarsi. Si tratta di un grave problema economico e, sicuramente, anche di progetti andati in frantumi». «Dille che l’aspetto! Grazie».Fuori è proprio una brutta giornata. Piove e tutto diventa disagevole. La nostra stanza dei colloqui è, però, sempre accogliente, con un leggero profumo e un clima rilassante.
Il Prefetto di Propaganda Fide, card. Filoni, è rientrato dalla missione umanitaria a Erbil e ha portato con sé "un decimo della somma. Il 75% dei soldi è andato ai cattolici, il resto agli yazidi. Fino a che anche solo un cristiano vivrà in Iraq, la Chiesa sarà con lui".
Il cardinale Filoni, di ritorno dall’Iraq, ha raccontato il suo viaggio. «Questa gente ha preferito abbandonare tutto, perdere tutto, anziché la fede e la tradizione religiosa che custodiscono da millenni».
Su twitter si presenta ritratto mentre indossa una maglietta con su scritto: «Religione. Insieme possiamo trovare la cura». Guida spirituale delle milizie ateiste, il biologo britannico Richard Dawkins non perde occasione per dimostrare cosa sia l’uomo che pretende di cancellare Dio dal proprio orizzonte. L’ultima uscita in ordine di tempo riguarda l’opportunità di abortire qualora dovesse essere diagnosticata al nascituro la sindrome di Down. Proprio in un tweet del 20 agosto, Dawkins scrive: «Apparentemente sono un orrido mostro per il fatto che raccomando cosa attualmente accade alla maggioranza dei feti con sindrome di Down. Vengono abortiti». Con uno stillicidio di post sul social network, il biologo e scrittore che dichiara di non gradire l’oscurantismo ribadisce il concetto e ne difende la ragionevolezza: «Quello che ho consigliato non è stravagante, ma la norma». E ancora, a chi gli chiede se è civiltà l’aver eliminato 994 esseri umani affetti da sindrome di Down nel 2012 solo in Inghilterra e Galles, Dawkins risponde affermativamente: si tratta di feti, per i quali la diagnosi arriva «prima che abbiano sensazioni umane».
Non era mai accaduto. In tutta la storia di Cuba non era mai successo che una legge, in votazione presso l’Assemblea Nazionale (il Parlamento cubano), ricevesse anche un solo voto contrario. Da sempre le leggi cubane, che vengono esaminate e licenziate due sole volte in un anno, hanno ricevuto il voto unanime di tutti i 612 membri del Parlamento. Un Parlamento dunque utile come le previsioni del tempo fatte per la giornata di ieri. Il record si è infranto il 20 dicembre scorso e la notizia si è sparsa solo in questi giorni, come prevede la buona prassi comunista che tiene al segreto tanto quanto al proletariato. Un parlamentare, anzi una parlamentare ha votato contro una legge del leader maximo Raul Castro, fratello del famigerato Fidel.
La speranza, dicono, è sempre l’ultima a morire, anche davanti al boia. E uno ci prova davvero a credere che l’islam e Allah non c’entrino niente con i sanguinari tagliagole dell’Isis, con quelli che filmano le decapitazioni e li mettono nella top ten di You Tube, accanto all’ultima versione del Gangnam style o del bimbo che morde il dito al fratellino. Sono davvero in tanti, anche in buonissima fede, a sperare che l’islam non sia quel jihadista mascherato e vestito di nero che offre ad Allah la testa mozzata dell’infedele, che tra i musulmani esista una differenza tra moderati e fondamentalisti, che ci possa e ci debba essere spazio per il dialogo interreligioso e la reciprocità tra fedi diverse.
26 anni, gioca nel Clan Catanzaro Rugby e sostiene vivamente San Paolo “Lo sport è un esercizio sia fisico sia spirituale. La chiesa non può che appoggiare questo tipo di cammino”
Una conversione dall'islam al cristianesimo avvenuta anche grazie alla musica di Johann Sebastian Bach. È l'esperienza del pianista iraniano Ramin Bahrami, che lo scorso anno ha suonato anche per papa Benedetto XVI nel concerto dedicato al pontefice “Musica e luce”, unico artista classico presente all'evento. “Anche se per 'ragioni di stato' ero musulmano, mi sono sempre sentito vicino al cristianesimo e ai suoi valori: la mia famiglia, con un padre di origine tedesca, era aperta a tutte le tradizioni tanto che da piccolo a Teheran festeggiavo il Natale”. Poi, qualche tempo fa, “in un momento di profonda depressione” in cui stava pensando di abbandonare le scene, la svolta: “Sono entrato in una chiesa di Venezia e lì ho sentito che il Signore mi cercava”, ha raccontato l'artista (Avvenire, 11 novembre). “Cristo l’ho sempre sentito presente nella mia vita. Una presenza che ho avvertito ancora più forte quel giorno. Da allora ho seguito quella voce e ho capito che non potevo più rimandare la mia risposta a questa chiamata”.
Papa Francesco ha incontrato oggi il cardinale Fernando Filoni, rientrato ieri dalla missione in Iraq come suo inviato personale. Filoni è rimasto oltre una settimana nel Paese, sia nel nord che nella capitale, per portare la solidarietà concreta del Papa agli sfollati iracheni, cacciati dalle loro case dalla violenza jihadista. I Papa "ha preso a cuore tutte le situazioni di cui gli ho parlato - ha detto il cardinale Filoni alla Radio Vaticana -: le attese dei nostri cristiani, le preoccupazioni e quelle che sono un po' le linee della Chiesa". Voleva "conoscere direttamente da me ciò che ho visto e ciò che ho sentito dopo aver visitato i nostri cristiani, gli yazidi", era "molto attento" e ha "preferito l'ascolto". "Il Papa ha voluto subito accogliermi appena ritornato e questo mostra la sua sensibilità", ha sottolineato Filoni.
Da Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda a Natuzza Evolo, una mistica italiana in attesa di beatificazione: spesso il percorso di un uomo di spettacolo prende strade diametralmente opposte. È il caso di Pippo Franco, che nella vita ha fatto praticamente di tutto prima di fossilizzarsi per anni sul Bagaglino: a 20 anni suonava in un complesso musicale per una giovanissima Mina, il decennio successivo ha recitato in diverse commedie sexy all'italiana, negli anni Ottanta è stato il re dei tormentoni musicali come Mi scappa la pipì, per poi condurre le numerose prime serate di comicità con Martufello, Leo Gullotta, tanti comici e uno stuolo di showgirl (addirittura otto in Bellissima, che nel 2009 è stato l'ultimo show tv del Bagaglino). Sparito dalla tv, l'anno scorso ricompare nella lista delle primarie di Fratelli d'Italia per la scelta del sindaco, ma raccoglie 203 voti. Il pubblico però gli preferì Giorgia Meloni, che non ha trascorsi televisivi ma in compenso ha fatto la baby sitter per la figlia di Fiorello tanti anni fa. Ebbene, nella giornata di Ferragosto il comico ha rilasciato un'intervista al magazine Papaboys 3.0 nella quale racconta l'importanza della veggente nella sua vita privata – la moglie dell'attore rischiava 28 anni fa di perdere il bambino – ma di essere sempre stato un cristiano anomalo..
“L’apertura alla Cina” è stata, a parere di molti, uno dei punti chiave del viaggio di Francesco in Corea del Sud. Ma quello del Papa appare attualmente solo un primo passo verso un traguardo difficile da raggiungere: un vero dialogo tra Pechino e la Santa Sede. Un dialogo auspicato già dai suoi predecessori e che Bergoglio vuole sia fraterno prima, poi politico. Un dialogo che si potrà realizzare solo quando cadranno certi muri calcificati nel tempo da paure e pregiudizi. E il trattamento che il governo cinese riserverà ai 300 giovani recatisi “illegalmente” alla Giornata della Gioventù asiatica sarà un banco di prova in tal senso. Di tutto questo ZENIT ne ha parlato con padre Bernardo Cervellera, direttore della nota agenzia Asia News, esperto di Asia ed Estremo Oriente, nella lunga intervista che riportiamo di seguito.
In occasione del bicentenario della nascita di san Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione Salesiana, Papa Francesco scriverà un apposito documento. Lo dichiara il Rettore maggiore dei Salesiani, p. Ángel Fernández, in un servizio di Aci Prensa ripreso da Il Sismografo, informando che probabilmente si tratterà di una lettera.
L’articolo di Roland S. Lauder sul New York times: «Chi difenderà i perseguitati? Perché nessuno fa niente? Noi non staremo in silenzio. Questa campagna di morte deve essere fermata»
«Wake up, svegliatevi!». Papa Francesco avrebbe dovuto estendere il suo appello per i giovani coreani ai governanti italiani ed europei. Basta dormire, datevi una mossa se non volete svegliarvi domani con una scimitarra alla gola. Messaggio che dovrebbe far tornare dal mondo dei sogni pure gli oltranzisti del dialogo con l’islam e dell’accoglienza a mani alzate. Troppo tardi: oggi, più che il Papa a dare una scossa alla nostra assopita Italia servirà il terribile video della decapitazione del reporter americano James Foley, messo in rete dagli stessi macellai dell’Isis. Nel video, il reporter è vestito di arancione, inginocchiato vicino a un uomo armato di coltello e vestito di nero. Il terrorista afferma di essere un membro dello Stato islamico, dice che l’esecuzione del giornalista è la risposta ai bombardamenti americani contro le postazioni Isis in Iraq. Dopo Foley toccherà a Steven Joel Sotloff, un secondo ostaggio americano, che verrà decapitato se Washington non fermerà i raid.
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
E' questa la verità: i frati e le suore sapevano di rischiare la vita, non erano ingenui. Ma hanno scelto di stare da cristiani ai piedi della Croce, fedeli al voto dell'Ordine dei Frati ospedalieri di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli) e al carisma della cura dei pazienti. Quando si è diffuso il virus Ebola, tutti gli ospedali liberiani hanno chiuso perché il personale aveva paura di contrarre la malattia; noi abbiamo continuato ad accogliere chi lamentava febbre e diarrea, possibili sintomi dell’ebola». Sono le parole commosse del frateo spedaliere Pascal Ahodegnon riportate da Famiglia Cristiana il 12 agosto. Lui è tornato a Roma dalla Liberia, insieme alla salma di un suo confratello, fra Georges Combey, 47 anni, morto l'11 agosto. «Frequentava Farmacia e come studente avrebbe potuto non seguire i pazienti. Invece piombava in reparto non appena finiva l’università».
Le statistiche sui divorzi nelle moderne società occidentali sono catastrofici. Esse mostrano che il matrimonio non è più visto come una nuova, indipendente realtà che trascende le individualità dei coniugi, una realtà che non può essere dissolta dalla volontà di un solo partner. Ma può essere dissolta dal consenso di entrambe le parti, oppure dalle disposizoni di un Sinodo o del Papa? La risposta è no, per ciò che Cristo stesso ha detto: l’uomo non divida ciò che Dio ha unito. Questo è l’insegnamento della Chiesa cattolica. La visione cristiana della vita buona ha la pretesa di essere valida per tutti. Anche i discepoli di Gesù furono molto colpiti dalle parole del Maestro: sarebbe meglio – replicarono – non sposarsi? Lo stupore dei discepoli sottolinea il contrasto tra la visione cristiana della vita e quella dominante nel mondo. Che si voglia o no, la Chiesa in occidente sta diventando una controcultura, e il suo futuro dipende primariamente dal fatto di essere in in grado – come sale del mondo – di mantenere il suo sapore senza essere messa sotto i piedi dagli uomini.
Si può risorgere dall’inferno della dipendenza alle droghe? Possono la preghiera e l’amore curare corpo e anime disperate? Come fa a credere nella preghiera uno che è schiavo delle droghe e che prova rancore verso il Creatore? E come si fa a convincere chi è schiavo della tossicodipendenza a offrire le proprie sofferenza per la salvezza delle anime? Chi è in grado di sciogliere cuori induriti, ridare il sorriso a genitori disperati, ristabilire relazioni di amore con chi ha tradito fino all’inverosimile? A queste e ad altre domande hanno risposto Suor Elvira e la Comunità Cenacolo, testimoniando con parole e azioni come sofferenza e servizio sono le strade su cui cammina la Misericordia di Dio, che libera e risuscita a vita nuova anche coloro che vivono nel buio più profondo tra freddo e disperazione. Rita Agnese Petrozzi, più conosciuta come Madre Elvira è una che si considera la più povera tra i poveri.
James Foley, il reporter americano ucciso dai terroristi islamici, apparteneva a una famiglia profondamente religiosa. Il rapimento di cui è stato vittima in Siria e che lo ha portato alla morte, non era il suo primo rapimento. Durante la rivolta anti Gheddafi in Libia infatti era stato arrestato dai militari governativi a Tripoli insieme a una collega donna. In una lettera aperta inviata alla sua ex università dopo quell'esperienza, Foley racconta come durante la prigionia si scoprì a recitare il Rosario, una preghiera, dice, che cominciò a dire perché sapeva che sua mamma e sua nonna al suo posto avrebbero detto anche loro. "Dicevo dieci Ave Maria dopo ogni Padre Nostro. Mi ci voleva un sacco di tempo, almeno un'ora, per contare tutte e cento le Ave Maria, cosa che mi aiutò a tenere la mia mente concentrata durante la prigionia". Lui e la collega, dice ancora, pregavamo insieme a voce altra: ci dava forza gridare insieme la nostra debolezza e le nostre speranze, dice, come se stessimo conversando con Dio invece che in silenzio e da soli.
Il nunzio di Baghdad: «È difficile poter pensare ad un negoziato; qui al momento si tratta di proteggere persone inermi affinché non vengano uccise». L’islam tace: «Sì, mi pare proprio di sì»
Mitsutoki Shigeta, giapponese di 24 anni, è stato a Bangkok 65 volte per alimentare il business della fecondazione. Ma la pratica della maternità surrogata è legale
Una giovane nelle mani dei jihadisti è riuscita a contattare l’emittente tv curda Rudaw: «Ci scelgono per i loro emiri. Vengono tre o quattro volte al giorno. Le ragazze li implorano di sparargli in testa e liberarle dalla miseria»
Il grande successo della visita di papa Francesco in Corea ci fa capire che ogni uomo ha bisogno di dare un senso alla propria vita. Le filosofie e le tradizioni popolari non riescono più a colmare questo vuoto
È l'indifferenza che uccide due volte i martiri. L'indifferenza generata dall'omertà. Lo sanno bene i cristiani dell'Iraq che vengono allontanati dalla loro terra dalle milizie islamiche dell'Isis. Un'indifferenza di cui l'Occidente si sta rendendo sempre più responsabile fino a rasentare la complicità. Eppure quello che sta accadendo alle vittime della barbarie del nuovo Califfato iracheno sembra ripercorrere, nello svolgimento, la stessa dinamica di tante altre vittime dell'odium fidei. Verrà un giorno in cui anche per i bambini e le donne irachene sarà riconosciuto l'appellativo di martire. Ma prima il loro ricordo dovrà cristallizzarsi fino quasi a scomparire come un seme, che poi, quando sarà il momento, potrà ridare nuovi frutti. È successo così anche per Rolando Rivi, il seminarista beato ucciso a 14 anni dai partigiani comunisti alle Piane di Monchio in provincia di Modena il 13 aprile 1945. Per la sua elevazione agli altari ci sono voluti 70 anni. 70 anni di silenzi, di omertà, di paure.
Elham Manea è una delle voci più coraggiose e brillanti dell’islam contemporaneo. Da anni si batte per una riforma dell’islam dall’interno che trova come punto di partenza una profonda dell’islam politico a favore di un islam del singolo e dell’essere umano. Elham Manea ha la doppia cittadinanza, yemenita e svizzera. È politologa, scrittrice e attivista per i diritti umani. Attualmente è professore associato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Zurigo e consulente del governo svizzero e di organizzazioni internazionali per i diritti umani. È una delle principali sostenitrici della causa del giovane blogger saudita Raif Badawi, condannato a dieci anni di carcere e a mille frustate per avere fondato un sito di intellettuali liberali nel proprio paese.
«In fratel Ettore nulla era folklore. Quanti, vedendolo con la statua della Madonna sempre in braccio avranno storto il naso? O vedendolo conciato peggio dei suoi poveri, tanto era stropicciata la sua veste e scalcagnate le sue scarpe, avranno sospettato qualche finzione. No, lui era esattamente quello che mostrava di essere. Lui era autentico». A dieci anni dalla morte questo ritratto del camilliano amico dei barboni, che suor Teresa Martino pennella sulle pagine del libro a lui dedicato, acquista verità e freschezza straordinarie. Non solo perché suor Teresa ha preso il posto di fratel Ettore alla testa del suo piccolo impero della carità, ma soprattutto perché la religiosa è la persona che più di tutti è rimasta vicino al camilliano negli ultimi anni di vita. L’ha accompagnato nella profetica missione in America Latina che ha aperto nuovi fronti all’inesausta opera di accoglienza e di aiuto agli ultimi, l’ha assistito nelle esplosive invenzioni umanitarie che caratterizzavano la sua radicalità evangelica, ha conosciuto una ad una le persone che a lui si rivolgevano per consiglio e assistenza.
Nella città siriana da poco liberata dopo l’occupazione degli islamisti, il 15 agosto hanno fatto ritorno un’antica icona mariana e la reliquia della Sacra Cintola della Vergine
A Makhmour (Iraq) con i soldati curdi che raccontano le battaglie con le milizie dello Stato islamico e che spiegano chi sono le vittime dei raid americani
Papa Francesco è rientrato a Roma, dopo la visita di cinque giorni in Corea del Sud. Il suo primo gesto è stato di andare alla basilica romana di Santa Maria maggiore, dove ha lasciato un bouquet di fiori avuto in dono da Mary Sol, una bambina coreana di sei anni, prima della partenza da Seul e ha recitato una preghiera di ringraziamento. Durante il viaggio ritorno Francesco ha incontrato i giornalisti. Gli è stato chiesto cosa pensasse dei bombardamenti americani sulle postazioni dell’Isis, i Jihadisti che stanno devastando l’Iraq e perseguitando cristiani, sciiti, yazidi ed altre minoranze. «In questi casi in cui c’è un’aggressione ingiusta», ha detto, «posso dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo fermare, non dico bombardare o fare la guerra, ma fermare. I mezzi con cui fermare dovranno essere valutati. Qualche volta, infatti, sotto questa scusa di fermare l’aggressore ingiusto, le potenze si sono impadronire dei popoli e hanno fatto una vera guerra di conquista. Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto. E’ all’Onu che si deve discutere come farlo. Fermare l’aggressore ingiusto è un diritto dell’umanità e anche un diritto dell’aggressore essere fermato, perché non continui a fare del male». Il Papa ha poi denunciato l'efferatezza delle guerre non convenzionali e che sia stato raggiunto «un livello di crudeltà spaventosa» di cui spesso sono vittime civili inermi, donne e bambini. «La tortura è diventata un mezzo quasi ordinario». Questi «sono i frutti della guerra, qui siamo in guerra, è una III guerra mondiale ma a pezzi». Francesco ha poi sottolineato di essere «disponibile ad andare nel Kuridstan iracheno». «Era una delle possibilità prese in considerazione di rientro dalla Corea, ma non era possibile».
Si può dire, scrivere e ridere di tutto e di tutti, cippirimerlare Papi, vescovi e politici e passare per coraggiosi anticonformisti, raccontare barzellette sui genovesi che sono più taccagni degli scozzesi o sui carabinieri che sono più imbecilli dei poliziotti. La satira è uguale per tutti, ma, come i maiali di Orwell, alcuni sono più uguali di altri. Giudici e islamici si sa: sempre meglio tenerli a debita distanza, ma oggi sono i gay a occupare quasi per intero il sacro recinto degli intoccabili, delle generalità protette per legge, anche se, a differenza di panda cinesi e orsi marsicani, questi non sono affatto in via d’estinzione.
Caro direttore, una mia amica mi ha chiesto di preparare la “torta di padre Pio”. In pratica, è una moderna catena di sant'Antonio, solo che invece di passarsi i messaggi, ci si passano gli impasti di farina. Tra l'altro, realizzare questa delizia pasticcera richiede molto impegno, perché bisogna lavorare il composto per ben 10 giorni, alla fine dei quali parte della “pasta madre” va donata a tre persone, che a loro volta prepareranno la torta e consegneranno ad altri tre amici il composto...So che si tratta d una superstizione, però non riesco a spezzare questa catena. Secondo lei, che cosa devo fare?
Trasferire quanti più profughi cristiani a Baghdad per evitare una catastrofe umanitaria. Il patriarca caldeo di Babilonia, Luis Raphaël I Sako, spiega ad Aleteia che sta lavorando in sinergia con il governo iracheno per portare a termine questa grande operazione umanitaria già nelle prossime ore. Attualmente la gran parte dei cristiani cacciati dai villaggi e dalle città nella piana di Ninive è in condizioni precarie in strutture d'accoglienza improvvisate, peraltro stracolme. Nella capitale, invece, sarebbero sotto un maggior controllo dal punto di vista igienico, per l'assistenza medica e la sicurezza personale. Il Patriarca è anche convinto che i raid aerei americani non siano sufficienti a fermare la pressione e l'avanzata delle milizie dell'Isis.
Lungo incontro di preghiera con il veggente di Medjugorje Ivan Dragicevic domenica nella chiesa di Santa Corona a Vicenza che, poco prima dell'apparizione, ha ricordato: "La Madonna ci sta svegliando dalla morte spirituale"
Nuovo telegramma di papa Francesco alla Cina. Ancora nessuna risposta, ma Xinhua ha pubblicato oggi un articolo sul viaggio. Il "ramo d'ulivo" del pontefice è sulla linea della missione di Matteo Ricci, dei missionari in Cina, dei papi precedenti. Nessuna enfasi sui rapporti diplomatici. Gli ostacoli di Pechino ai giovani cinesi della Giornata asiatica della gioventù. Una verifica del "nuovo corso" per la Cina: che i giovani non siano arrestati o perseguitati.
Essere accusati di «propagandare odio» per aver scritto sul proprio blog un articolo, ripreso da un settimanale poi costretto a scusarsi per la pubblicazione, nel quale si enunciano semplicemente i motivi per i quali un cristiano dovrebbe opporsi al matrimonio omosessuale. Accade in Canada, il settimanale è il Newfoundland Herald, l’autore del contributo incriminato risponde al nome di Matt Barber e gli accusatori sono i soliti attivisti per i diritti Lgbt.
Le persone con tendenze omosessuali sono poche e in cattiva salute. Questo in sintesi è il dato che emerge da un ricerca condotta dal Centro statunitense per il Controllo e la Prevenzione del Disagio (CDC) - l’istituto di monitoraggio della salute pubblica più rinomato negli USA e non sospetto certo di partigianeria – che ha interessato 34.557 persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni. L’indagine è stata condotta nel 2013 e i risultati pubblicati a fine luglio di quest’anno. Ecco i dati salienti.
Il cosiddetto “popolo del web” si mobilita per proteggere l’animale che ha aggredito un uomo. Il motivo? Ha dei cuccioli. Ma perché nessuno fiata per i “cuccioli di donna”?
Con il Califfato la verità ci è venuta a trovare. Riassunto del problema che abbiamo con il doppio nichilismo occidentale e che per anni ha dilagato dal Maghreb, alla Siria all’Iraq. Oggi, dopo gli appelli della Chiesa in Medio Oriente, è iniziato il contrattacco
Papa Francesco nel suo viaggio in Corea ha compiuto una visita al «Giardino dei bambini abortiti» a Kkottongnae, ovvero un cimitero simbolico formato da dozzine di croci bianche piantate nell’erba. Il senso di questo luogo e il motivo del gesto sono stati spiegati da Steven W. Mosher, presidente del Population Rsearch Institute.
C’è una novità nel giallo del “terzo segreto di Fatima”, una profezia che attraversa tutto il Novecento e sembra proiettata alla sua realizzazione finale. La novità è contenuta in una pubblicazione ufficiale del Carmelo di Coimbra, quello dove è vissuta ed è morta (nel 2005) suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente. S’intitola “Un caminho sob o olhar de Maria” ed è una biografia di suor Lucia, scritta dalle consorelle, con dei preziosi documenti inediti della stessa veggente. Prima di vederli bisogna ricordare bene qual è la storia di Fatima.
Il progetto era previsto da tempo, ma l’inaugurazione lo scorso 15 agosto fa pensare a un qualche disegno della Provvidenza. Si tratta di una statua della Vergine a Erbil, nel Kurdistan iraqeno, che svetta a dieci metri d’altezza. E’ posta su un basamento al centro di una fontana e gira su se stessa, come a proteggere con il suo abbraccio una terra che vive giorni di tragedia. E’ stata voluta dai cristiani locali al posto di una precedente statua che era giudicata poco visibile. Si trova a pochi passi dalla chiesa di San Giuseppe, i cui giardini ospitano attualmente un centinaio di famiglie in fuga dalla violenza dell’Isis, mentre sono 90mila i profughi a Erbil, molti di loro cristiani, ad un passo dall’avanzata dei Jihadisti.
La grande messa conclusiva della VI Giornata asiatica della Gioventù è l'occasione per Francesco di "scuotere" i ragazzi del continente: "Non dormite, avete con voi la consolazione dei martiri che hanno vinto sulla morte ma anche la responsabilità di portare Cristo sulla grande frontiera dell'Asia. Non siete soltanto una parte del futuro della Chiesa: siete anche una parte necessaria e amata del presente della Chiesa!". La prossima Giornata asiatica della gioventù, nel 2017, sarà in Indonesia.
Martedì pomeriggio. Equipe degli operatori terminata con il solito malessere accumulato per le varie dinamiche di gruppo, sempre così difficili da gestire. Mi hanno avvisato dalla segreteria che mi è stato fissato un appuntamento. Si rivelerà uno dei più complessi della storia. Operatori di un’altra associazione ci presentano Giulia, una donna di trentotto anni. È incinta ma la particolarità sta nel fatto che vive in strada. Strada nel vero senso della parola. Sono tre o quattro le persone che fanno gruppo con lei e… il suo cane da cui non vuole separarsi. È disponibile a portare avanti la gravidanza ma, in strada ...
Don Georges Jahola canta un Padre Nostro in aramaico, a Milano, al museo del Duomo. «Potrebbe essere una delle ultime volte che sentite questa lingua, prima che si estingua», avverte il pubblico. Georges Jahola, in Italia per completare gli studi del dottorato in Scienze Bibliche presso la Pontificia Università Lateranense, è un cristiano iracheno, probabilmente uno degli ultimi, nato e vissuto nella città di Qaraqosh. Caduta alla fine del mese scorso, questa città aveva dato ospitalità a tanti cristiani fuggiti da Mosul ed era considerata uno degli “ultimi rifugi sicuri”. Finché non sono entrate le milizie jihadiste dell’Isis. Abbiamo incontrato don Georges a Milano, in Piazza Duomo. In occasione della giornata di preghiera per i cristiani perseguitati in Iraq, infatti, la Scuola della Cattedrale di Milano, la Veneranda Fabbrica del Duomo, e il Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia, hanno organizzato un evento multi-confessionale. Hanno parlato ebrei, cristiani e musulmani, ciascuno con le proprie storie di persecuzioni passate e presenti, con il proprio messaggio di condanna contro la violenza commessa “nel nome di Dio”.
Il 15 agosto 2014 Papa Francesco ha continuato la sua visita in Corea del Sud, affrontando i problemi di una società opulenta ma disperata, da anni studiata dai sociologi per il suo tasso di suicidi che è di gran lunga il più elevato del mondo: 31,7 suicidi ogni centomila abitanti, oltre sei volte di più dell'Italia, dove il tasso è 6,3. La Corea del Sud conferma che non ci si suicida per povertà - i Paesi più poveri hanno di solito un tasso di suicidi molto basso - ma per disperazione. Quello della disperazione e del suicidio è un tema tabù, o riservato agli addetti ai lavori. Non se ne parla volentieri, perché si dovrebbe ammettere che una società ricca e secolarizzata è una società senza speranza. Papa Francesco ne ha parlato apertamente, collegando la disperazione a una «cultura della morte» che, in vari modi, oggi attacca la vita.
Nel santuario di Solmoe, luogo di nascita del primo sacerdote coreano, Francesco incontra per la prima volta i ragazzi giunti da tutto il continente per la Giornata asiatica della Gioventù. Una lunga riflessione a braccio (anche in inglese) sulla vocazione dei giovani, sulla riunificazione della Corea, sulla confusione e sullo sfruttamento. Ai giovani il Papa offre tre "regole di vita" per essere autentici testimoni del Vangelo: "Fate affidamento sulla forza che Cristo vi dona, pregate ogni giorno e fatevi guidare dalla verità". Il calore dei giovani asiatici "ci fa percepire la gloria di Gesù e la potenza dello Spirito Santo". Un ragazzo di Hong Kong: "Cosa possiamo fare per mostrare anche alla Cina l'amore di Cristo?".
Oltre 1 milione di persone affolla la piazza Gwanghwamun, "cuore" di Seoul, per partecipare alla beatificazione di Paolo Yun Ji-chung e i suoi 123 compagni. Nel tragitto verso l'altare, Francesco si ferma al picchetto dei familiari delle vittime del Sewol e parla con uno dei sopravvissuti. Durante l'omelia sottolinea l'importanza di ascoltare ancora oggi questi grandi testimoni: "Viviamo fra grandi ricchezze e abbiette poverta'". Alla preghiera dei fedeli, un sacerdote cinese chiede a Dio "liberta'" per la Chiesa del suo Paese.
«La convinzione della necessità di diventare cattolici è cresciuta lentamente, la decisione di compiere questo passo è arrivata piuttosto alla fine». A parlare è Ulf Ekman, il pastore pentecostale svedese che lo scorso marzo ha annunciato la sua conversione al cattolicesimo insieme alla moglie Brigitte. Una notizia dirompente perché Ekman, 64 anni, è stato – come ha detto di lui Stefan Gustavsson, segretario generale dell'Alleanza evangelica svedese – «il leader cristiano più dinamico e influente che abbiamo avuto in Svezia durante l'ultimo mezzo secolo». E una figura di grande prestigio in tutto il mondo pentecostale. La comunità che ha fondato, Livets Ord, o Word of Life in inglese, Parola di Vita, conta una scuola frequentata da un migliaio di alunni, diversi missionari attivi specialmente in Russia, Kazakistan e altre regioni ex sovietiche, nonché una Ong caritativa attiva in India. Ha dato vita alla più grande scuola di studi biblici dell’intera Penisola scandinava, i suoi libri sono tradotti in 60 lingue e i suoi sermoni televisivi hanno varcato i confini europei.
Monsignor Najim, procuratore della Chiesa caldea presso la Santa Sede: «Da anni che l’Iraq è stretto nella morsa del terrorismo: sono state bruciate chiese e sono stati uccisi in vari attentati molteplici cristiani»
«L’identità di un popolo si rafforza e si radica quando è legata a un pezzo di terra. Un diritto oggi negato alle comunità cristiane perseguitate in Iraq, sia da parte degli attori delle violenze sia da parte di chi, in tutto il mondo ma soprattutto nel mio Paese, sta in silenzio di fronte a quanto accade». Lo ha detto don Georges Jahola, sacerdote della chiesa siro-cattolica nella diocesi di Mosul, nato a Qaraqosh (Niniveh), ora in Italia, in occasione di un incontro giovedì 14 agosto presso la Sala delle Colonne del Duomo. L’appuntamento è stato organizzato dalla Scuola della Cattedrale di Milano e dal Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia.
L’Onu ha dichiarato il più alto livello di emergenza come crisi umanitaria in Iraq, nel momento in cui lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante prosegue la sua avanzata nel Nord del Paese. Gli ufficiali curdi hanno spiegato che la situazione è particolarmente critica nella città di Dohuk, dove si trovano 150mila rifugiati. Gli Stati Uniti hanno però dichiarato di ritenere improbabile una missione di salvataggio per aiutare le migliaia di profughi che stanno fuggendo attraverso i rilievi del Monte Sinjar. Ne abbiamo parlato con Toni Capuozzo, che nel 2003-2004 ha seguito la seconda guerra del Golfo per conto del Tg5.
Proponiamo la lettura dell’enciclica Memenisse iuvat - che qui riportiamo nei punti salienti - con la quale il Santo Padre Pio XII, che nel 1950 aveva proclamato il dogma dell’Assunzione di Maria Vergine al Cielo, invitava i cattolici a pregare l’Assunta in occasione della Sua festività, spiegandone le ragioni con ammonimenti che oggi possiamo definire altamente profetici e attuali.
«Associazioni vicine ai Cristiani d’Oriente e i Copti stessi, testimoniano di un aumento delle conversioni al cristianesimo. Determinarne il numero è impossibile in quanto coloro che si convertono rischiano procedimenti giudiziari o addirittura la morte se la loro conversione diventa pubblica». È quanto si legge in un articolo pubblicato sul sito del patriarcato latino di Gerusalemme sulla situazione dei cristiani in Egitto, che così continua:
L'incontro con i presuli coreani si è trasformato nel primo abbraccio del Papa con i fedeli accorsi per salutarlo. Nonostante una sicurezza asfissiante, il pontefice all'uscita scende dalla macchina e abbraccia e saluta i presenti. Ai presuli: "Custodite la memoria e la speranza, non lasciatevi schiacciare da criteri mondani di successo. Guai a noi se la Croce viene svuotata del suo potere di giudicare la saggezza di questo mondo!".
«Qui nelle strutture scolastiche e nei cortili della cattedrale caldea ci sono 600 famiglie, in tutto 3.060 persone (delle quali 500 bambini sotto i 14 anni)». Racconto e fotografie dell’inviato di Tempi
L'Isis sembra essere nato dal nulla e all'improvviso. Ma così non è. Infatti, l'esercito di jihadisti che ha espugnato un terzo dell'Iraq e sta compiendo un genocidio di cristiani e yezidi, è nato in anni di guerriglia siriana, finanziato da gruppi salafiti basati in Kuwait e nelle monarchie del Golfo. I pochi raid aerei ordinati dal riluttante Obama non serviranno a fermare il Califfato. Anzi: rischiano di rafforzarlo.
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
La vicenda della donna che aiutò a introdurre il cristianesimo nel paese che sarà meta del prossimo viaggio papale. Lo fece a costo della sua vita, resistendo alle torture fino alla morte
È morto don Pierino Gelmini. Sacerdote vulcanico e fondatore della Comunità Incontro di Amelia, in provincia di Terni (Umbria), aveva 89 anni ed era malato da tempo. Era nato il il 19 gennaio 1925 a Pozzuolo Martesana (Milano) e aveva dedicato tutta la sua vita agli sfortunati e al recupero dei tossicodipendenti, fondando la comunità Incontro. Figura carismatica, grazie al suo impegno e alla sua passione ha aiutato migliaia di giovani a recuperare un senso e una prospettiva nella vita.
Non basta piangere sulle decine di migliaia di cristiani costretti a fuggire dalle proprie case in Iraq; e bisogna pregare capendo bene la situazione, quali interventi siano necessari e quali siano le implicazioni (anche per noi europei) della tragedia in corso. È ciò che emerge dai ripetuti interventi in questi giorni dei vescovi iracheni e dei rappresentanti della Santa Sede. Proviamo a sintetizzare per punti.
Non ci si salva più neanche in vacanza. A Bardonecchia, popolare meta di montagna dei torinesi, le famiglie sono state invitate – nel programma ufficiale delle manifestazioni turistiche, e sulla stampa locale – ad assistere a uno spettacolo «consigliato a tutti, grandi e piccini»: La bella Rosaspina addormentata, presentata come una versione moderna della storia della bella addormentata, «pensata per i bambini e le famiglie» dalla premiatissima regista siciliana Emma Dante. Unica difficoltà per i bambini, avvertono i programmi, l’uso di un po’ di dialetto siciliano.
Appartiene al clero sotterraneo ed era stato già altre volte in prigione. E' libero senza alcuna condizione (iscrizione al clero ufficiale o all'Associazione patriottica). Vive da giorni insieme a mons. Francesco An Shuxin a Baoding. Nessun cambiamento della politica religiosa: il vescovo di Baoding e due sacerdoti sono ancora in prigione o scomparsi nelle mani della polizia.
È morto in ospedale a Madrid il missionario spagnolo Miguel Pajares, il primo europeo malato di Ebola. Il sacerdote, 75 anni, "è morto alle 9.28", ha detto una portavoce dell'ospedale La Paz-Carlos III di Madrid dove era stato trasferito dalla Liberia il 7 agosto. Aveva contratto il virus nell'ospedale Saint Joseph di Monrovia dove lavorava. Si tratta del quarto membro del personale dell'ospedale - chiuso il primo agosto dalle autorità liberiane - a morire in dieci giorni. Insieme a lui, era stata rimpatriata una suora che al momento risulta negativa al virus.
Dopo il 10 giugno 2014 la storia della cristianità dell’Iraq non sarà mai più come prima. In quella data la città di Mosul è stata invasa da gruppi jihadisti islamisti ultra-radicali. E la situazione si è nettamente deteriorata a partire dal 17 luglio, quando gli jihadisti hanno imposto alla popolazione una scelta: convertirsi all’islam, pagare l’imposta pro capite assegnata agli infedeli, o lasciare la loro terra. Da allora si assiste a un esodo senza precedenti, che riguarda tutte le località cristiane della provincia di Ninive (Qaraqosh o Bakhdida, Telkaif, Tel Eskof, Bartella, Qaramlesh, Bashiqa...). Ora siamo di fronte a una catastrofe umanitaria.
«Io non sopporto che si amino!». È stata questa la risposta chiara, immediata e rabbiosa che un demone ha dato a monsignor Sante Babolin, esorcista della diocesi di Padova, autorevole esperto del preternaturale, che aveva chiesto al maligno perché tormentava la sposa di un suo amico. Il fatto è stato raccontato dal sacerdote nei giorni scorsi in Messico - dove ha tenuto una serie di conferenze – al settimanale cattolico Desde La Fe.
Tempo fa una lettrice mi ha chiesto informazioni al riguardo del cosiddetto “matrimonio di San Giuseppe”, che è un vero matrimonio vissuto però in totale castità. Siccome è un tema che potrebbe interessare anche ad altre persone ed è difficile trovare in giro informazioni al riguardo, ho deciso di parlarne su questo blog.
Lucetta Scaraffia recensisce “Tu dentro di me” della scrittrice Emilia Costantini. Un libro del 2009 che porta a galla un problema di domani. E forse anche di oggi
Ignatius Kaigama, arcivescovo di Jos, torna alla kermesse di Rimini come testimone di libertà. «Boko Haram vuole islamizzare la Nigeria. Ma Cristo è ancora il numero uno, non ce la faranno»
L'ultima novità viene dall'Argentina, ad esser precisi da Buenos Aires. Si tratta della squadra mobile anti obiettori di coscienza, una specie di volante per il pronto intervento dell'aborto legale. La pensata è del dott. Alexander Collie, ministro della salute della Provincia, che ha detto di voler contribuire a rimuovere gli ostacoli all'accesso dei servizi sanitari. «Se tutti i medici di un ospedale provinciale faranno obiezione di coscienza – dice il ministro – cioè se si rifiutano di effettuare un aborto legale, ci penserà la squadra mobile», che si preoccuperà di praticare aborti a donne fino a 12 settimane di gestazione.
Con una benedizione impartita da don Claudio Paglia (tra l’altro ha seguito la beatificazione di Vincenzo Rosmini) si è inaugurato qualche giorno fa a Casasco d’Intelvi, un paesino a novecento metri d’altezza in provincia di Como, un nuovo centro sportivo municipale. Quindi pubblico, una struttura che il Comune ha messo a disposizione dei propri cittadini, un impianto polivalente per basket, pallavolo e soprattutto calcetto: grazie all’illuminazione si potrà giocare fino alle 23. Con spogliatoio, mini bar e punto ristoro. Insomma, un centro sportivo che potrebbe far concorrenza a quelli di una grande città.
«La gravità di ciò che dici mi sta spaventando... stanno decapitando bambini?» chiede lo sconcertato giornalista della Cnn, a Mark Arabo, uomo d’affari e leader cristiano protestante californiano. «Lo stanno facendo sistematicamente», ripete l'uomo scandendo le parole e precisando che «a Mosul esiste un parco dove sono stati decapitati bambini e le loro teste sono state infisse su dei bastoni... si tratta di crimini contro l'umanità. Stanno commettendo i più orrendi crimini che si possano immaginare», conclude, riferendo testimonianze fresche dall’Iraq. Si sa ancora poco di quel che avviene sotto la spada del Califfato islamico, che include tutto l’Iraq centro-settentrionale e le regioni orientali della Siria. Ma quel poco che si conosce è agghiacciante, anche se ancora difficile da verificare. Le ultime notizie, di fonte irachena, parlano di donne di religione yezida catturate come schiave e vendute agli jihadisti delle milizie dell’Isis. La notizia di ieri riguarda, invece, la scoperta di una fossa comune con 500 corpi, sempre appartenenti a minoranze religiose, cristiani e yazidi dunque. Molti di essi sarebbero stati sepolti vivi dai miliziani.
«Noi non possiamo tacere», è il titolo del comunicato con cui i vescovi italiani invitano a dedicare il 15 agosto, solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, alla preghiera per i cristiani perseguitati, in particolar modo per quelli dell’Iraq (clicca qui). È un appuntamento a cui aderiamo con convinzione: ciò che sta avvenendo è una tragedia probabilmente senza precedenti nella storia, se è vero che in queste settimane è stata cancellata in Iraq la presenza di una delle più antiche comunità cristiane che pure per quasi duemila anni aveva superato indenne (o quasi) tutti i marosi della storia. Peraltro è anche la comunità che parla ancora la stessa lingua di Gesù, l’aramaico, così che la cacciata assume anche un ulteriore valore simbolico.
All'Angelus, papa Francesco denuncia le "violenze di ogni tipo" subite dalle popolazioni di Mosul e Qaraqosh, che offendono "gravemente Dio e l'umanità". Un grazie a chi sta "portando soccorso a questi fratelli e sorelle". L'invio del card. Filoni in Iraq. Un minuto di silenzio e la preghiera per la pace, ricordando anche la guerra di Gaza. "Lontani da Gesù ci sentiamo impauriti e inadeguati, tanto da pensare di non potercela fare. Manca la fede. Ma Gesù è con noi, pronto a sostenerci". Il viaggio apostolico in Corea dal 13 al 18 agosto: "Accompagnatemi con la preghiera! Ne ho bisogno!".
La missionaria congolese Chantal Pascaline, una delle due suore che prestava le sue cure insieme ai due religiosi spagnoli affetti dal virus Ebola ed evacuati giovedì a Madrid, è morta oggi a Monrovia dopo essere stata colpita da questa febbre emorragica. Lo ha annunciato l'Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio per il quale lavorava. Dello stesso ordine religioso fa parte anche il prete spagnolo Miguel Pajares, primo malato infetto dal virus ad essere stato rimpatriato in Europa. Miguel Pajares, 75 anni, è arrivato in Spagna con un aereo sanitario militare insieme alla religiosa Juliana Bonoha, anche lei spagnola, che lavorava con lui in quest'ospedale della capitale liberiana, ma i test ai quali quest'ultima è stata sottoposta sono risultati fino ad oggi negativi. Miguel Pajares e Juliana Bonoha sono ora ricoverati sotto stretta sorveglianza all'ospedale Carlos III di Madrid. Le condizioni del sacerdote sono "stabili".
Due tubi d’acciaio uniti a formare una "t". Una croce improvvisata. Un patibolo per i traditori. Questa è la legge del Califfato. Su queste croci vengono appesi cristiani, yazidi, musulmani sciiti, sunniti accusati di combattere contro l’Isil. Una punizione che secondo la loro personale interpretazione del Corano va comminata a coloro che non rispettano la legge. Ma non è l’unico orrore che i militanti del Califatto nero si vantano di compiere diffondendo video e foto per propagandare quello che chiamano vittoria. Sono quotidiane esecuzioni pubbliche con taglio della gola di quelli che vengono definiti traditori del Profeta. Sgozzamenti eseguiti senza pietà su giovani, vecchi con coltellacci e scimitarre ripresi nei dettagli da un operatore che filma ogni istante soffermandosi sui volti delle vittime e compiacendosi del pubblico che appprova e riprende le scene con i telefonini. E ancora. Fucililazioni di massa di combattenti nemici e il computo maniacale di quanti soldati dell’esercito iracheno o di quello siriano di Assad vengono eliminati in questo modo barbaro.
Non raramente al Festival dei Giovani vengono intere famiglie: bambini e giovani con i loro genitori. Ne abbiamo incontrata una croata, la famiglia Nikoli?, proveniente da Zurigo. Il loro messaggio è “Venite a Medjugorje!”. Ljiljana Nikoli? è madre di quattro figli e viene a Medjugorje già da diversi anni. Ci ha detto brevemente: “Non è la mia prima volta al Festival, porto i miei figli ogni anno. Cerchiamo di trasmettere Medjugorje in famiglia, agli amici e sul posto di lavoro”.
Istituto tecnico Martino di Cagliari. Una insegnante di educazione fisica confida a quattro ragazze della stessa scuola i suoi pensieri su un suo alunno del secondo anno che è omosessuale: il ragazzo presenta «manifestazioni di peccato mortale e divino, contrarie a precisi dettati morali e religiosi». Ed aggiunge che «andrebbe curato da uno psichiatra». La confidenza arriva alle orecchie del Giudice di pace Maria Grazia Argiolas che ha condannato per diffamazione la docente ad una multa di 700 euro e al risarcimento delle spese processuali.
L’epidemia di ebola monopolizza l’attenzione con sviluppi sempre più allarmanti. Notizie recenti su altre malattie non lo sono da meno. Il 16 luglio, a Yumen, in Cina, nella provincia del Gansu, un uomo è morto di peste dopo aver scuoiato una marmotta trovata morta. Sembra essersi trattato di un caso di peste bubbonica: una malattia di cui, se presa in tempo, ormai si guarisce e che inoltre si contrae solo attraverso punture di pulci infette, morsi di roditori e contatti con animali ammalati. Invece la peste polmonare resta una delle malattie più mortali ed è inoltre molto contagiosa perché si trasmette anche da uomo a uomo, per via aerea. Perciò le autorità sanitarie cinesi, nell’attesa che fosse confermata la diagnosi di peste bubbonica, hanno deciso di isolare gran parte della cittadina e hanno posto 151 persone in quarantena.
Papa Francesco «rivolge il suo pressante appello alla Comunità internazionale, affinché, attivandosi per porre fine al dramma umanitario in atto, si adoperi per proteggere quanti sono interessati o minacciati dalla violenza». L'appello del Pontefice si riferisce al «Nord dell'Iraq» e non riguarda solo i cristiani, ce ne sono centomila in fuga, ma tutte le vittime della violenza. Il calvario dei cristiani della regione di Mosul è noto, e lo conoscono bene i nostri lettori. Ma alle stragi di cristiani si affiancano ora quelle dei seguaci di un'altra religione, gli Yezidi (leggi qui). La Chiesa Cattolica non apprezza particolarmente le visioni del mondo gnostiche, ma oggi è tra i pochi in Iraq a levare la sua voce contro il massacro di questa minoranza che si accompagna a quello dei cristiani.
“Davanti al crescente numero di conflitti armati in atto in tante parti del mondo e preoccupati soprattutto per il drammatico aggravarsi e spandersi degli scontri violenti nella regione del Medio Oriente, ci uniamo a quanti vivono queste tragedie in prima persona e facciamo un forte appello per chiedere di sbloccare il dialogo come via per la pace”. È questo l’inizio del comunicato diffuso dai giovani del Movimento dei Focolari per promuovere il loro appello Dialogue to unlock. L’azione, che parte il 15 agosto, punta al coinvolgimento mondiale di quanti vogliono aderire, là dove si trovano, attraverso una pagina su Facebook (https://www.facebook.com/dialoguetounlock), dove possono segnalare la propria adesione postando messaggi, foto e clip indossando un capo bianco.
"A nome del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa vogliamo esprimere la nostra grande preoccupazione per quanto sta accadendo in Iraq". Così inizia la Dichiarazione del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa sulle persecuzioni contro i cristiani in atto nel nord dell'Iraq. "In modo particolare - prosegue la Dichiarazione - desideriamo comunicare la nostra apprensione per le persecuzioni contro i cristiani in atto nel nord del Paese". I membri della CCEE si dicono “uniti alla preghiera del Papa e di tutti coloro che stanno soffrendo” e inoltre intendono “esprimere il sentimento dei nostri fedeli e della Chiesa Cattolica in Europa”. “Assicuriamo - proseguono - la nostra vicinanza spirituale e vogliamo ribadire l’appello alla comunità internazionale affinché possa fare ancora di più per fermare questa tragedia”. Infine affermano che “non possiamo non sperare che si fermino le armi al più presto e che torni l’ordine a portare speranza”. Il testo è firmato dal card. Péter Erd?, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente del CCEE, e dal card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, Vice Presidente del CCEE.
I timori sui crescenti rischi di derive eugenetiche in Francia sono stati appena ravvivati da una clamorosa decisione della principale authority di sorveglianza del sistema audiovisivo. Il Consiglio superiore per l’audiovisivo (Csa) ha espresso un parere negativo – e vincolante – a proposito della decisione di alcune grandi reti televisive nazionali private di trasmettere il filmato “Dear future Mom”, dedicato al riconoscimento e alla valorizzazione dell’umanità dei bambini e delle persone affette dalla trisomia 21, la più comune anomalia cromosomica nell’uomo, molto più conosciuta come “sindrome di Down”.
Per 10 euro Costanza, 17 anni, non è più considerata figlia a carico e ora la famiglia non potrà percepire assegni familiari, portare in detrazione spese mediche, sportive e tasse universitarie
Le ventidue meditazioni che il cardinale Giacomo Biffi propose agli esercizi spirituali tenuti nel 1989 alla curia romana: «U altro dono da chiedere è quello di restare sempre nella Chiesa»
Ma che fine ha fatto suor Cristina? All’ora del suo maggior trionfo mi chiedevo: riuscirà suor Cristina Scuccia da Comiso a evangelizzare il mondo dello spettacolo? Le auguravo di sì, anche se qualche addetto ai lavori dello showbiz si domandava se il suo successo mondiale fosse dovuto alle capacità canore o all’abito che portava. Certo, i precedenti non incoraggiavano. Ci fu a suo tempo, fra Cionfoli, terziario francescano, che addirittura calcò le passerelle di Sanremo. Anche allora, sorpresa, interviste, clamore. E lui, ieri come oggi, parlava di «dono», parola-talismano che, ieri come oggi, manda in solluchero i preti e li rende favorevoli senza se e senza ma pure all’espianto degli organi.
Il dramma dei cristiani irakeni nell’incontro dei patriarchi orientali cattolici e ortodossi nel nord del Libano. I tentacoli della piovra jihadista si allungano anche sul Libano. La battaglia di Arsal simbolo della ribellione al gioco islamista. Preoccupano i bubbi sulla capacità dell’esercito di Beirut di respingere la minaccia e l’impasse politica sull’elezione del presidente della Repubblica.
AsiaNews lancia una raccolta fondi per sostenere i fedeli nel mirino dello Stato islamico, dopo le richieste del Patriarca di Baghdad e il pressante appello di papa Francesco "a assicurare gli aiuti necessari, soprattutto quelli più urgenti, a così tanti sfollati, la cui sorte dipende dalla solidarietà altrui". Oltre 100mila persone sono state costrette a fuggire dalle loro case senza niente addosso, e ora non hanno di che vivere. Per aiutarli, bastano 5 euro al giorno: i fondi raccolti saranno inviati al Patriarcato di Baghdad, che provvederà a distribuirli secondo i bisogni di ogni famiglia.
Morirono tutte e sei, messe a letto dal contagio di Ebola che in tre mesi nel 1995 provocò la morte di 244 persone in Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo). Avevano scelto di rimanere tra quei malati fino all’ultimo le quattro religiose bergamasche e due bresciane delle Suore delle Poverelle, alle prese anche loro con quel male che sembrava incurabile e che all’epoca era poco conosciuto, presentatosi in una misura minore a quella che stiamo conoscendo in questi mesi, ma pur sempre minaccioso.
Suor Luigina delle Suore Caldee Figlie di Maria Immacolata: «I jihadisti del califfato sono arrivati in forze ieri sera alle 11 e con gli altoparlanti hanno imposto alla popolazione di abbandonare le loro case»
Il grave dramma che stanno vivendo le popolazioni cristiane del nord dell'Iraq, in particolare gli abitanti di Qaraqosh fuggiti precipitosamente dalle loro case nella notte per l'avanzata dei jihadisti dell'Isis, sono al centro dell'attenzione e della preghiera di Papa Francesco. Lo riferisce il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, che durante un briefing con i giornalisti ha letto il seguente messaggio.
Le persone da aiutare sono tante: 309. Ma le porte della chiesa dell’Annunciazione, una parrocchia di Affori nella zona Nord di Milano, si sono aperte per accogliere i profughi
Arcivescovo caldeo: «È una catastrofe, una situazione tragica. Decine di migliaia di persone terrorizzate vengono sfollate mentre parliamo, una cosa che non può essere descritta a parole»
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Nel giorno del giudizio "non avremo titoli, crediti o privilegi da accampare. Il Signore ci riconoscerà se a nostra volta lo avremo riconosciuto nel povero, nell'affamato, in chi è indigente ed emarginato, in chi è sofferente e solo... È questo uno dei criteri fondamentali di verifica della nostra vita cristiana".
In un momento drammatico per la storia del Paese, i membri delle due religioni si incontrano nella chiesa di san Giorgio per un momento comune di preghiera: "Non esiste un Iraq senza i cristiani". Mar Sako ricorda le sofferenze dei cristiani, in particolare a Mosul, e invita i cittadini a rimanere uniti e a mostrare solidarietà: "Servono azioni decise dai leader islamici".
Il cristianesimo rende degna di essere vissuta la vita presente. La coscienza di una nuova dignità morale acquista col cristianesimo la sicurezza garante di vittoria con cui il primo apologista latino, il martire Apollonio, affronta la morte. Minimizzando con una battuta scherzosa la scelta di un eroismo consapevole («Si può morire di febbre o di dissenteria: farò conto di essere stato ucciso da uno di questi malanni») conquistò Tertulliano ed influì in modo decisivo sul suo Apologetico, la cui stupenda conclusione ne porta l'impronta indelebile: «Diventiamo di più quanto più siamo mietuti da voi: perché il sangue dei martiri è seme di cristiani... Per questo ringraziamo quando ci condannate, perché, per quel contrasto che c'è sempre fra le cose umane e quelle divine, mentre voi ci condannate Dio ci assolve».
Nel 1983, il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan fece quello che nessun presidente ha mai fatto. Prese carta e penna per documentare al mondo la sua netta contrarietà all'aborto. Uomini politici così ne nascono di rado. Ricordarlo a 10 anni dalla scomparsa di quel presidente davevro univo è importante. Lo facciamo con alcune parole sue.
Oggi inizia la novena dell'Assunzione della Beata Vergine Maria.
L’ennesimo segno dell’orrore, l’ennesima dimostrazione di una ferocia che alle parole unisce, purtroppo, i fatti. E che non risparmia, nel suo delirio, nemmeno l’età dell’innocenza. Quaranta bambini della minoranza yazidi sono stati uccisi nell’attacco dei jihadisti nella regione settentrionale irachena di Sinjar e altri 25mila bambini rifugiati nelle montagne hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria. La denuncia è giunta ieri dall’Unicef, secondo cui i bimbi sono morti «per conseguenza diretta delle violenze, dello sfollamento e della disidratazione negli ultimi due giorni».
Purtroppo chi vuol farsi pubblicità a buon mercato utilizza anche la fede e la credulità popolare. La celebre cantata del primo atto della Tosca di Puccini recitava “Scherza coi fanti e lascia stare i Santi!” ma, siccome l’opera lirica è roba antica e poco frequentata, quello che era diventato un saggio monito popolare ormai è conosciuto e messo in pratica solo da chi ha un certa età. Medjugorje, lo sappiamo tutti, può facilmente diventare uno strumento di business o semplicemente di pubblicità personale. Perché se, saputa la buona novella, i primi che vi si sono recati rischiavano l’incolumità personale e potevano veramente definirsi dei pionieri un po’ incoscienti, oggi, caduto ormai il comunismo e finita l’epoca dei facili arresti e dei processi fondati su false accuse, la strada è spianata a tutti i tipi di avventurieri, compresi quelli informatici.
La giovane, 20 anni, è riuscita a fuggire e ha denunciato tutto alla polizia, con l'aiuto della famiglia. Tra gli aggressori anche l'imam di una madrassa (scuola coranica) dove la studentessa lavorava part-time come insegnante. Leader cristiano ad AsiaNews: "Fatto increscioso e allarmante".
Nelle parole di Arslan Shahyar il dolore per la terribile morte della giovane, incinta, nel rogo che ha distrutto la sua abitazione. A scatenare la follia estremista un presunto caso di blasfemia. La solidarietà dei cristiani. Ahmadi in piazza per chiedere giustizia. Ma in Pakistan continuano i casi di abusi e violenze contro le minoranze.
«Allah contali uno ad uno e uccidili tutti fino all’ultimo. Non risparmiarne neppure uno. Fai diventare il loro cibo veleno, trasforma in fiamme l’aria che respirano. Rendi i loro sonni inquieti e i loro giorni tetri. Inietta il terrore nei loro cuori». Queste parole, pronunciate in un sermone alla moschea di San Donà di Piave, sono costate all’imam marocchino Abd Al-Barr Al-Rawdhi l’espulsione dal territorio italiano.
Dopo la lettera pubblicata da tempi.it, Libero aveva intervistato Monica: «Noi non abbiamo più diritto a essere una famiglia, proprio negli anni in cui si discute di riconoscere le famiglie di fatto o le famiglie omosessuali»
Il 5 agosto 2014 Papa Francesco ha incontrato cinquantamila chierichetti tedeschi e ha risposto a tre domande da loro formulate relative al ruolo dei giovani nella Chiesa, alla funzione specifica dei chierichetti e al senso cristiano della libertà. Ai giovani il Pontefice ha offerto una lezione sulla libertà, che non è fare quello che si vuole ma rispettare le regole che Dio stesso ha stabilito proprio per renderci più liberi e sottrarli alla vera schiavitù, il peccato.
Nel corso della visita di Papa Francesco in Corea del Sud, che si terrà dal 14 al 18 agosto, era inizialmente prevista anche la presenza di una delegazione di cattolici della Corea del Nord. Avrebbero dovuto partecipare alla messa nella cattedrale di Myeongdong, a Seul, il 18 agosto. Ma ieri un comunicato della Associazione dei Cattolici Nordcoreani, ha respinto al mittente l’invito dell’arcidiocesi di Seul. L’Associazione, come motivo della sua mancata presenza, accusa il governo del Sud di “non aver cancellato le esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti, gesto che rende impossibile la visita”. Ma ci sono realmente dei cattolici, ufficialmente rappresentati, nella Corea del Nord?
A volte la realtà sorprende, irrompe e spazza gli equivoci della banalità e dello stupido superfluo con la forza più grande di un tornado. Così la realtà, ma anche una sua piccola scheggia, per chissà quale misterioso incrocio di circostanze, riesce a scuotere l’attenzione e colpire il cuore, destando a una commozione che ha del meraviglioso. Anche una foto, nell'essenzialità del bianco e nero, può bastare. Quella che vedete qui è una di quelle: due anziani, marito e moglie, che si danno la mano prima di uscire di scena stremati dall’età e dalla malattia verso l’ignoto. Oppure no, verso una meta accettata e sperata. Don e Maxine Simpson, 90 anni lui e 87 lei, di Bakersfield, California, sono stati sposati per 62 anni e se ne sono andati mano nella mano, lo stesso giorno. Roba da “romantic movie”, perfetto per l’happy end di una fiction al miele. Invece no, è una storia vera seppure incredibile, raccontata dalla nipote che ha diffuso sul web le immagini dei nonni.
La cronaca degli ultimi mesi ha visto un’escalation impressionante della persecuzione contro i cristiani in vari Paesi del mondo. Monsignor Athanasius Schneider, dal 2011 vescovo ausiliare di Astana, capitale del Kazakhstan, è uno di quei sacerdoti che ha vissuto la persecuzione contro i cristiani sulla pelle quando da piccolo viveva nella difficile situazione di una famiglia cattolica all’interno dell’Unione Sovietica. A margine di un convegno organizzato a Cracovia, monsignor Schneider ha commentato per “La Nuova Bussola quotidiana” i recenti fatti di persecuzione anticristiana, paragonandoli al “martirio silenzioso” di quei cristiani che nei Paesi occidentali vengono derisi perché difendono la propria fede. Monsignor Schneider non ha dubbi: questa è l’ora dei laici.
Abbiamo parlato recentemente della profezia di sant’Edoardo il Confessore e dei segni di un avvicendamento in corso tra Chiesa cattolica e “Chiesa” anglicana, come principale presenza cristiana nel Regno Unito. Il Tablet, storico settimanale del cattolicesimo progressista, fornisce alcuni dati interessanti a riguardo: su 3.000 sacerdoti diocesani in attività in Inghilterra e Galles, ben 389 sono ex sacerdoti anglicani, più di uno su dieci. E 87 fanno parte dell’ordinariato di Nostra Signora di Walsingham creato da Benedetto XVI.
I fiocchi venivano giù stupiti anch'essi d'esser precipitati sulla terra in un giorno che non avrebbe mai potuto vedere la neve. Era il 5 agosto infatti, era notte e cadeva la neve sull'Esquilino. Ma nascosta dietro a quei fiocchi silenziosi v'era la Vergine Maria; aveva deciso infatti che era su quel colle di Roma che voleva le fosse dedicato un santuario. E lo comunicava con quanto di più le assomiglia, la neve candida. Così da quel giorno il 5 agosto è diventato una memoria di Maria carissima alla Chiesa, la Madonna della neve. E su quel Colle sorge ora una delle più belle Basiliche di Roma, la più antica in Occidente dedicata a Maria.
In una lettera a Papa Francesco, ai Patriarchi d’oriente e ai presidenti delle Conferenze episcopali di tutto il mondo, Mar Sako auspica una “presa di coscienza” della comunità internazionale e “azioni concrete”. A rischio la “sopravvivenza” della minoranza, serve una “presa di posizione vigorosa” - anche - dei musulmani. Appello per aiuti e solidarietà. ?
Secondo Aina, inoltre, da quando lo Stato islamico ha conquistato Mosul lo scorso 10 giugno, tutte le 45 chiese della città sono state o occupate o trasformate in moschee
Il Sistema sanitario spenderà solo quest’anno 250 mila euro di fondi pubblici perché «la domanda da parte di coppie omosessuali e donne single sta crescendo in modo esponenziale»
La nuova legge del governatore democratico Patrick è peggiore della precedente, perché prevede anche multe che vanno dai 500 ai 50 mila dollari per «chi ostruisce il passaggio»
Intervista a Nicola Orsini, responsabile Avsi in Sierra Leone: «Si sono diffuse “voci”: la gente pensava che non ci fosse nessuna epidemia ma che le persone venissero ricoverate perché fossero loro espiantati gli organi»
I parlamentari libici eletti il 25 giugno scorso si riuniscono come carbonari in un hotel a Tobruk, i Fratelli Musulmani che avevano quasi conquistato la maggioranza nel vecchio parlamento si riuniranno presto a Tripoli mentre a Bengasi e i qaedisti di Ansar al-Sharia hanno sconfitto i militari del generale Khalifa Haftar e proclamato l’Emirato. Basterebbe questa rapida fotografia della situazione libica per sintetizzare Il disastro in atto nella nostra ex “quarta sponda”. Sul fronte politico, dopo la riunione informale del 2 agosto, si è tenuta ieri a Tobruk, in Cirenaica, la prima seduta ufficiale del nuovo Parlamento libico eletto lo scorso 25 giugno. In realtà solo 188 deputati su 200 sono stati eletti perché in 12 circoscrizioni non si poté votare a causa delle violenze in atto e alla seduta inaugurale erano presenti 160 parlamentari.
L'Associazione dei cattolici nordcoreani ha inviato una lettera in cui accusa il governo di Seoul: "Non avete cancellato le esercitazioni militari con gli Usa, la visita è impossibile". Un funzionario della Conferenza episcopale: "Significa che trovano la questione difficile da gestire".
Non solo in medio Oriente. Anche in altri Paesi va avanti, magari in modo più soft e strisciante, la persecuzione dei cristiani. In Cina, monsignor Vincenzo Zhu Weifang, vescovo di Wenzhou, ha denunciato il governo dello Zhejiang per le demolizioni forzate delle chiese e la distruzione delle croci dalle chiese protestanti e cattoliche della provincia. Il vescovo, riferisce AsiaNews, ha diffuso una lettera pastorale con la data del 30 luglio dicendo ai suoi fedeli "di non temere ma di avere fede". E il 31 luglio, anche i suoi sacerdoti hanno chiesto alle autorità di fermare la campagna che va avanti ormai da mesi. Fedeli cristiani, sia protestanti che cattolici, sono stati feriti nel tentativo di fermare la polizia mentre distruggeva chiese e croci.
Il virus dell'ebola ha ucciso a Monrovia, in Liberia, fra Patrick Nshamdze, religioso dei Fatebenefratelli e direttore del locale nosocomio. Aveva 52 anni e da 23 faceva parte dell'ordine ospedaliero San Giovanni Di Dio. Lo rende noto il San Giovanni.
Tra gli eroi che hanno dato la vita per gli altri, in questo caso per curare i malati di Ebola, ci sono anche sei donne, sei donne eccezionali, coraggiose e generose, missionarie delle Poverelle di Bergamo. Fecero tutto per amore dei più poveri, nei quali vedevano Cristo. Fino a dare la vita. Per loro il 25 gennaio 2014 si è chiuso il processo diocesano di beatificazione.
Tra le realtà austriache più interessanti degli ultimi anni va annoverato sicuramente l’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa. Fondato a Vienna dalla professoressa Gudrun Kugler nel 2006 con l’obiettivo di monitorare sistematicamente, avvalendosi di un apposito centro di archivio e documentazione, i vari tipi di persecuzione che incontrano i credenti nel Vecchio Continente, pubblicamente oramai apostata dalle proprie radici religiose, ogni anno stampa un Rapporto che raccoglie in ordine cronologico tutti i casi di cui si ha notizia, denunciati dalle vittime o comunque testimoniati da terzi. L’ultimo è stato presentato proprio nelle scorse settimane e ha fatto registrare, cifre alla mano, un significativo aumento dell’emergenza "cristianofobica" certificata. Se nel 2012 erano stati infatti 133 gli episodi accertati, l’anno scorso la cifra è quasi raddoppiata, balzando a 241.
Qualche settimana, ogni sabato a partire dalle 23, presso la chiesa di San Giovanni Battista di Grottammare si recita il rosario in onore di “Maria che scioglie i nodi”. Molti fedeli si ritrovano in chiesa per pregare e cantare insieme. Il momento più suggestivo avviene quando fra il terzo e il quarto mistero i fedeli si mettono in fila per deporre ai piedi dell’immagine di Maria un nastrino con un nodo. La devozione a Maria che scioglie i nodi è stata introdotta a Grottammare dal signor Mimmo Cuzzilla con l’aiuto del parroco don Giorgio Carini. Il signor Cuzzilla si è avvicinato alla devozione a Maria che scioglie i nodi la notte del 21 ottobre 2005, quando si è ritrovato a recitare il rosario nella chiesa di Sant’Anastasia a Roma. Nella stessa chiesa ha conosciuto colei che poi sarebbe diventata sua moglie. Il signor Cuzzilla ha un sogno nel cuore, quello di costruire la prima chiesa in Italia interamente dedicata a Maria che scioglie i nodi. Ma qual è l’origine dell’immagine di Maria che scioglie i nodi e della devozione ad essa legata? Questa immagine è stata dipinta nel 1700 dal pittore tedesco Johann Georg Schmidtner per la chiesa di San Pietro, nella città di Augusta, su commissione del facoltoso prelato Hieronymus Ambrosius Langenmante.
Una coppia australiana, non riuscendo ad avere figli, chiede ad una donna thailandese di 21 anni, Pattharamon Janbua, di “affittarle” il suo utero su pagamento al fine di far nascere il bimbo che era stato concepito attraverso fecondazione in vitro. La donna, la cui famiglia è in serie difficoltà economiche, accetta di prestare il suo utero allo scopo. Tre mesi dopo che il medico ha iniettato l'ovulo fecondato della donna australiana nel suo utero, la madre surrogata scopre però di aspettare due gemelli. I medici, durante i controlli di routine, si accorgono successivamente che uno dei due bambini che la donna thailandese ha in grembo ha la sindrome di Down. Alla notizia che uno dei piccoli sarebbe stato portatore di trisomia 21, la coppia australiana ne richiede l'aborto. Pattharamon, profondamente buddhista, rifiuta di abortire per motivi religiosi e porta a termine la gravidanza. Ma dopo che i gemelli vengono alla luce all'ospedale di Bangkok, la coppia committente porta con sé la bimba sana in Australia ed abbandona invece il piccolo Gammy, nato con sindrome di Down. Gammy, che ora ha sei mesi, ha una seria patologia cardiaca congenita e dovrà affrontare, per salvarsi, una serie di interventi urgenti e cure mediche costose che Pattharamon, la madre surrogata, non può permettersi.
L’Associazione dei medici canadesi, che rappresenta tutti i dottori del paese, ha diffuso i risultati di un sondaggio condotto tra i suoi membri su eutanasia e suicidio assistito. Il 71,5% ha dichiarato di essere contrario alla legalizzazione di entrambi, il 25,8% si è detto a favore mentre il 2,6% non si è pronunciato.
Ho fatto un sogno. Mi trovavo in un paese mediorientale dalle strade polverose, sotto a un cielo color piombo. Sulla porta della mia casa qualcuno nella notte aveva tracciato un segno con il gesso. Quel segno significava che dovevamo andarcene. Partire, scappare anzi, subito, o morire. Nel sogno avevo una grande famiglia, genitori anziani, fratelli […]
Per capire davvero che cosa significa vivere in mezzo alla guerra e essere un cristiano in Siria oggi bisogna ascoltare la testimonianza di Saadi (nome di fantasia per ragioni di sicurezza), che ha accettato di raccontare la sua storia a tempi.it. La sua famiglia vive in un villaggio cristiano vicino ad Hama, minacciato dall’avanzata dei jihadisti che si sono fermati ad appena 15 chilometri di distanza. Il padre è stato rapito da uomini alawiti protetti dal regime di Assad, sua zia è una delle 13 suore di Maloula sequestrate e poi rilasciate da membri di Al Qaeda, un altro suo parente è stato prelevato dai jihadisti e nessuno ha più avuto notizie di lui.
L’obiezione di coscienza in tema di interruzione volontaria della gravidanza continua a rappresentare la vera bête noire della potente lobby abortista. Gli attacchi giungono da tutti i livelli anche in Italia. Ne è un caso il decreto emanato dal Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, nella sua qualità di Commissario ad acta per la sanità della medesima regione. Già il titolo di quel provvedimento manifesta il consueto velo di pelosa ipocrisia che usualmente ammanta gli atti giuridici in tema di aborto. Basta leggere: «Rete per la Salute della Donna, della Coppia e del Bambino: ridefinizione e riordino delle funzioni e delle attività dei Consultori Familiari regionali». Il grado di ipocrisia non è molto dissimile dall’incipit del titolo della stessa legge 194/78, quella che regola la procedura di aborto in Italia: «Legge per la tutela sociale della maternità (…)».
Anche Papa Francesco, come tanti parroci e sacerdoti nelle loro omelie della domenica, nell'Angelus del 3 agosto ha commentato il Vangelo del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mt 14,13-21). «Gesù - ha ricordato il Papa - lo compì lungo il lago di Galilea, in un luogo isolato dove si era ritirato con i suoi discepoli dopo aver saputo della morte di Giovanni Battista. Ma tante persone li seguirono e li raggiunsero; e Gesù, vedendole, ne sentì compassione e guarì i malati fino a sera. Allora i discepoli, preoccupati per l’ora tarda, gli suggerirono di congedare la folla perché potessero andare nei villaggi a comperarsi da mangiare». Ma Gesù risponde: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mt 14,16): è il momento famoso in cui si fa portare cinque pani e due pesci, li benedice e comincia a spezzarli e a darli ai discepoli, che li distribuiscono alla gente. Tutti mangiano a sazietà, anzi addirittura ne avanza.
Il 15 agosto si svolgerà in Italia una giornata di preghiera per i cristiani perseguitati nel mondo. Lo ha deciso la Conferenza episcopale italiana. «Un autentico Calvario – si legge nel comunicato con cui la Presidenza della Cei annuncia l’iniziativa – accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l'umiliazione gratuita dell'emarginazione e dell'esilio fino all'uccisione. Le loro chiese sono profanate: antiche reliquie, come anche statue della Madonna e dei Santi, vengono distrutte da un integralismo che, in definitiva, nulla ha di autenticamente religioso. In queste zone la presenza cristiana – la sua storia più che millenaria, la varietà delle sue tradizioni e la ricchezza della sua cultura – è in pericolo: rischia l'estinzione dagli stessi luoghi in cui è nata, a partire dalla Terra Santa».
Giusto un anno fa l’Irlanda varava una nuova legge sull’aborto, The Protection of Life During Pregnancy Act, legge che ampliava i casi in cui si poteva ricorrere all’aborto. Non più solo se la vita della madre era in pericolo, ma anche nel caso in cui la donna dichiarava che si sarebbe uccisa non potendo sopportare l’onere di crescere un figlio. Come avevamo già appuntato l’anno scorso , il caso dell’annunciato “suicidio” sarebbe diventato facile pretesto per chiedere l’aborto sempre e comunque. Una rivoltella caricata a salve da puntare contro i medici per ottenere l’aborto.
Voci e storie da un esodo di proporzioni bibliche. In Kurdistan non c’è più spazio: «Facciamo appello a tutti i paesi di tradizione cristiana e non solo, affinché le famiglie di Mosul, Ninawa e Qaraqosh non vengano sradicate dalla loro terra»
Gabriele Mangiarotti su queste stesse pagine ha riferito dell’avanzata della “cultura” Lgbt pure nella romita rocca di San Marino (della serie: non si butta via nulla) e del politico locale che ha affermato, in un inciso: «considerando il dato Istat secondo cui in Italia la popolazione omosessuale è attorno al 7%». Chissà dove l’ha visto questo «dato Istat». E va già bene, perché la fola ripetuta fino allo sfinimento è anche superiore: il 10% della popolazione mondiale di ieri, oggi e domani è stata, è e sarà costituita da omo. Ma davvero gli omosessuali sono il dieci per cento della popolazione mondiale?
Continuiamo la pubblicazione delle conversazioni (questo è l'undicesimo appuntamento) che Diego Manetti tiene ogni primo sabato del mese a Radio Maria, alla scoperta dei santuari più importanti dedicati alla Vergine. Ancora una volta, cari amici, ci poniamo “sulle tracce di Maria” per seguire, passo dopo passo, il cammino della Vergine tra gli uomini, ripercorrendo alcune delle più importanti tracce che Ella ha lasciato nel mondo, ovvero i santuari a Lei dedicati, intesi come risposta umana all’iniziativa di Maria di rivolgersi all’umanità con apparizioni o messaggi in precisi momenti della storia. La traccia mariana che questa volta andiamo a esaminare è quella costituita dal Santuario di Monte Berico, presso Vicenza, dove Maria è venerata quale Madre di Misericordia. La scelta di questo santuario risponde un po’ all’esigenza di rendere il giusto omaggio alla devozione della terra veneta che, nei secoli, ha saputo intrecciare le proprie vicende storiche con una incrollabile fede nella protezione materna della Vergine.
La Conferenza episcopale italiana annuncia una Giornata di preghiera per i battezzati di Paesi come Iraq e Nigeria, che "vivono un autentico Calvario, marchiati per la loro fede e oggetto di continui attacchi terroristici". La visita del Papa in Corea e i martiri asiatici "scuotano questa nostra Europa, distratta e indifferente, cieca e muta".
All'Angelus papa Francesco sottolinea i "tre messaggi" contenuti nel "segno" della moltiplicazione dei pani: compassione, condivisione, eucaristia. Compassione è "immedesimarsi nella sofferenza altrui fino a caricarsela addosso. Così è Gesù: soffre insieme a noi, soffre per noi". "Quante volte noi giriamo lo sguardo da un'altra parte per non vedere i poveri. E questo è un modo in guanti gialli per dire: Arrangiatevi da soli! Questo è egoismo". Andare all'eucarestia "con i sentimenti di Gesù".
Francesca Vecchioni, figlia del noto cantautore Roberto Vecchioni, si è lasciata dalla sua compagna Alessandra. La Vecchioni ha avuto due gemelle con la fecondazione artificiale eterologa. Ovociti suoi, ma spermatozoi di un donatore olandese. Ora sul web è tutto un fiorire di proteste delle comunità gay perché la Vecchioni e le figlie, che ora hanno due anni, non sono tutelate in nessun modo dalla legge, quella stessa legge che Francesca infranse allorché si decise per l’eterologa, pratica allora vietata dalla legge 40.
Squillo imperioso del telefono: «Ciao mamma Paola!». La voce simpatica di Amina mi giunge da Milano mentre tento di fare un po’ di vacanza al mare. Amina è una di quelle donne che, arrivate al Centro di Aiuto alla Vita decise a interrompere la gravidanza, per le strane alchimie dell’animo umano, portano avanti la maternità anche grazie al nostro progetto di aiuto. Era un luglio molto caldo, quella volta di tre anni fa, quando nella mia stanza entrò Amina, tutta avvolta in abiti neri e con tanto di velo. Non volle sedersi sul divano di fronte a me ma si costrinse sul pouf che sta vicino alla mia poltrona. Non riusciva a parlare, impedita da un raffreddore potente e dalle lacrime che quasi la soffocavano. Non faceva che piangere.
C'è un problema di incomunicabilità tra il Papa preso quasi alla fine del mondo, argentino e latinoamericano, e la realtà statunitense. Non c'entra solo il fatto che Bergoglio in America del Nord non ha mai messo piede e che l'inglese non lo parla. E' un problema di cultura, totalmente diversa. Per rendersene conto, è sufficiente scandagliare le rassegne stampa dell’ultimo anno e mezzo per trovare analisi di più o meno dotti commentatori che danno al Papa dell'anticapitalista e (senza troppe prove a sostegno della tesi urlata da qualche frequenza radiofonica del profondo Sud) del "comunista".
Mar Sako ringrazia Francia e Bahrain per la proposta di facilitare il visto ai cristiani irakeni, ma chiede il sostegno per "una soluzione politica" perché la popolazione non lasci l'Iraq. Necessari aiuti per l'emergenza profughi e per costruire alloggi.
LA GRANDE STORIA, ANTICIPAZIONI PUNTATA 1 AGOSTO 2014 Questa sera, giovedì 1° agosto 2014, alle 21.05 su Rai Tre andrà in onda una nuova puntata de “La grande storia”. Nel corso della serata dedicata alla “Religione” verranno presentati due film-documentari: “Travolti dalla fede” e “Medjugorje. La Storia e la Fede”, introdotti e commentati da Paolo Mieli. Il primo documentario “Travolti dalla fede”, di Filippo Anastasi, verranno messi in parallelo Natuzza Evolo e Padre Pio. Partendo da Paravati in Calabria e San Giovanni Rotondo sul Gargano, in Puglia, verranno raccontate le storie di persone la cui vita è cambiata dopo aver incontrato la mamma mistica e il Santo di Pietrelcina. Dall'aspirante sacerdote che vuole fuggire di dal seminario dove sta subendo ogni tipo di violenza e che viene bloccato “in sogno” da Natuzza, al professpre Francesco Lotti che Padre Pio costringe a diventare medico per aiutarlo nel progetto della Casa Sollievo della sofferenza. O ancora quella del piccolo miracolato Matteo Pio, che racconta la sua improvvisa guarigione grazie a Padre Pio. Il secondo film-documentario “Medjugorje. La Storia e la Fede”, di Fania Petrelli, racconta la storia di uno sconosciuto paesino di 3000 abitanti in un angolo della Bosnia Erzegovina, a partire dal 24 giugno del 1981 quando sei ragazzi e ragazze affermano di aver visto e parlato con la Madonna.
Marianna Madia, ministro della Pubblica Amministrazione, si confessa a Sette, magazine del Corriere della Sera: la vacanza più bella di sempre è quella all'insegna della spiritualità, Medjugorje, località nota in tutto il mondo per le presunte apparizioni della Vergine Maria. La rivelazione - Marianna Madia si racconta a Vittorio Zincone, niente può battere quella vacanza del 2000, anno del Giubileo, a Medjugorje. Un momento di pura fede per la parlamentare di 33 anni:"Quando sei lì, in realtà non ti interessa capire se è vero o no quel che si racconta. Non ti poni il problema di quanto siano attendibili le apparizioni" spiega la cattolica del Pd. Quello che l'ha toccata nel profondo è l'esperienza introspettiva:"Entri in una dimensione di fede più forte, di consapevolezza profonda"
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui». E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
«Perché si stanziano fondi pubblici per chi vuole avere figli con la fecondazione assistita eterologa e non per chi li adotta?». Quella dell’associazione Scienza & Vita «vuole essere ovviamente una provocazione, dato che si tratta di due cose diametralmente opposte», e a illustrarne le ragioni a tempi.it è il presidente dell’associazione Paola Ricci Sindoni (foto sotto a sinistra), docente di etica e morale all’Università di Messina. Che oltre alla stranezza della copertura statale per le tecniche di procreazione eterologa, vede diversi altri problemi nel decreto legge sulla materia presentato martedì scorso alla commissione Affari sociali della Camera dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Eletto in una lista locale vicina al Partito socialista, fautore della laicità alla francese, musulmano e algerino di origine: sono queste le caratteristiche identitarie e politiche di Ali Kismoune, il primo consigliere comunale francese che ha deciso di devolvere una mensilità della sua indennità al fondo dell’arcidiocesi di Lione destinato agli aiuti per i cristiani dell’arcidiocesi caldea di Mosul, Iraq. «Ci tenevo ad assicurarvi tutto il mio sostegno nella vostra iniziativa di fronte a questa tragedia che subisce questa minoranza religiosa», ha scritto Kismoune nella lettera di accompagnamento dell’assegno di 910,10 euro indirizzata all’arcivescovo cardinale Barbarin, che ha gemellato la sua arcidiocesi con quella di Mosul e ha recentemente visitato i profughi cristiani nella città curda di Erbil insieme ad altri vescovi francesi.
Il 4 aprile 2014, nella sua omelia di Santa Marta, Papa Francesco ha affermato: «Oso dire che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi, perché a questa società mondana, a questa società un po’ tranquilla, che non vuole i problemi, dicono la verità, annunziano Gesù Cristo: ma c’è la pena di morte o il carcere per avere il Vangelo a casa, per insegnare il Catechismo, oggi, in alcune parti! Mi diceva un cattolico di questi Paesi che loro non possono pregare insieme. È vietato! Soltanto si può pregare soli e nascosti. Ma loro vogliono celebrare l’Eucaristia e come fanno? Fanno una festa di compleanno, fanno finta di celebrare il compleanno e lì fanno l’Eucaristia, prima della festa. E quando vedono che arrivano i poliziotti, subito nascondono tutto e continuano con la festa. Poi, quando se ne vanno, finiscono l’Eucaristia. Così devono fare, perché è vietato pregare insieme. Oggi».