Nel sogno mi (si) presentò Don Bosco con Domenico Savio al fianco. Salivano le nostre scale per entrare in casa a farci visita; nel mentre io e mia sorella scendevamo, e c'incontrammo. Loro due venivano sù, noi due, con mia sorella, andavamo giù.
Don Bosco, appena ci vide, si fermò e, sorridendo e mettendo la mano nella spalla a mia sorella, disse: Cattivona, non ti sei scritta fra le mie cooperatrici! Scriviti. Hai dato il nome di tua sorella, ed il tuo no, cattivella!, toccandole sempre la testa.
E noi gli dicevamo: Venga sù. - No, no, un'altra volta.
Dica, io dissi: Don Angelini è buono; ed Angelo e Monsign. Vitali?
- Buoni figli, anzi anime sante. Fra i Salesiani ne ho tanti, anzi moltissimi, santi.
E noi:
- Venga sù.
- No, un'altra volta.
Domenico Savio, sorridendo, ci rispose: Io verrò a farvi visita fra poco; mi ci manda Pietro Ricardone.
Così dicendo mi svegliai.
La mattina raccontai il sogno a mia sorella: Che sogno, dissi, ieri sera! Ma non bisogna credere ai sogni, replicai io.
Meraviglia! Dopo pranzo arrivò una lettera con dentro un libretto di Domenico Savio, ossia la fotografia e biografia ed una lettera ove diceva di averla inviata Pietro Ricardone da Torino.