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Messaggio del 2 febbraio 1999:«Milioni di bambini continuano a morire a causa dell’aborto. La strage degli innocenti non è avvenuta soltanto dopo la nascita di mio Figlio. Si ripete ancora oggi, ogni giorno».

Gli esorcismi

10/04/2023    905     Don Gabriele Amorth    Don Gabriele Amorth  Esorcismo  Inferno 
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"Coloro che crederanno in me, nel mio nome scacceranno i demoni" Marco 16,17: questo potere che Gesù ha conferito a tutti i credenti conserva in pieno la sua validità. È un potere generale, basato sulla fede e sulla preghiera. Può essere esercitato da singoli e da comunità. È sempre possibile e non richiede nessuna autorizzazione. Precisiamo però il linguaggio: in questo caso si tratta di preghiere di liberazione, non di esorcismi.

La Chiesa, per dare più efficacia a tale potere conferito da Cristo e per salvaguardare i fedeli da imbroglioni e maghi, ha istituito un apposito sacramentale, l'esorcismo, che può essere amministrato esclusivamente dai vescovi o dai sacerdoti quindi mai da laici che hanno ricevuto dal vescovo specifica ed espressa licenza. Così stabilisce il Diritto Canonico can. 1172 che ci ricorda anche come i sacramentali si avvalgano della forza d'impetrazione della Chiesa, a differenza delle preghiere private can. 1166, e come essi debbano essere amministrati osservando accuratamente i riti e le formule approvate dalla Chiesa can. 1167.  Ne consegue che solo al sacerdote autorizzato, oltre al vescovo esorcizzante magari ce ne fossero! spetta il nome di esorcista. E un nome oggi inflazionato. Tanti, sacerdoti e laici, si dicono esorcisti mentre non lo sono. E tanti dicono di fare esorcismi, mentre fanno solo preghiere di liberazione, quando non fanno addirittura magia...

Esorcismo è solo il sacramentale istituito dalla Chiesa. Trovo equivoche e fuorvianti altre denominazioni. È esatto chiamare esorcismo semplice quello inserito nel Battesimo ed esorcismo solenne il sacramentale riservato agli esorcismi. Così si esprime il nuovo Catechismo. Ma trovo errato chiamare esorcismo privato o esorcismo comune una preghiera che non è affatto un esorcismo, ma solo una preghiera di liberazione, e che così deve essere chiamata. L'esorcista deve attenersi alle preghiere del Rituale. C'è però una differenza, rispetto agli altri sacramentali. L'esorcismo può durare pochi minuti come può protrarsi per varie ore. Perciò non è necessario recitare tutte le preghiere del Rituale, mentre invece se ne possono aggiungere tante altre, come il Rituale stesso suggerisce. Lo scopo dell'esorcismo è duplice. Si propone di liberare gli ossessi; tale aspetto viene messo in luce in tutti i libri sull'argomento. Ma, prima ancora, ha uno scopo diagnostico; e questo scopo viene troppo spesso ignorato.

È vero che l'esorcista, prima di procedere, interroga la persona stessa o i familiari per rendersi conto se esistono o no le condizioni per amministrare l'esorcismo. Ma è anche vero che mediante l'esorcismo ci si può rendere conto con certezza se c'è o no intervento diabolico. Tutti i fenomeni che si presentano, per quanto strani o apparentemente inspiegabili, possono trovare in realtà una spiegazione naturale. Anche l'assommarsi di fenomeni psichiatrici e parapsicologici non è un criterio sufficiente per la diagnosi. Solo per mezzo dell'esorcismo si ha la certezza di trovarsi di fronte a un intervento diabolico o no. A questo punto è necessario addentrarci un po' in un tema che, purtroppo, non è neppure accennato nel Rituale ed è sconosciuto da tutti coloro che hanno scritto su tale argomento. Abbiamo affermato che l'esorcismo ha, prima di tutto, un effetto diagnostico, ossia di accertare la presenza o meno di una causa malefica dei disturbi o una presenza malefica nella persona. In ordine di tempo questo scopo è il primo che viene raggiunto e a cui si mira; in ordine d'importanza il fine specifico degli esorcismi è quello di liberare dalle presenze malefiche o dai disturbi malefici. Ma è molto importante tener presente questa successione logica prima la diagnosi e poi la cura, per valutare rettamente i segni su cui l'esorcista si deve basare. E diciamo subito che rivestono molta importanza: i segni prima dell'esorcismo, i segni durante l'esorcismo, i segni dopo l'esorcismo, lo sviluppo dei segni nel corso dei vari esorcismi.  

Ci pare che, sia pure indirettamente, il Rituale tenga un po' conto di questa successione dal momento che dedica una norma n. 3 a mettere in guardia l'esorcista affinchè non sia facile a credere ad una presenza demoniaca; ma poi dedica varie norme per mettere in guardia l'esorcista stesso dai vari trucchi che il demonio pone in atto per nascondere la sua presenza. A noi esorcisti pare giusto e importante che si stia attenti a non farsi gabbare da malati psichici, da fissati, da chi in sostanza non ha nessuna presenza demoniaca e nessun bisogno di esorcismi. Ma segnaliamo anche il pericolo opposto, che oggi è assai più frequente e quindi più da temere: il pericolo di non saper riconoscere la presenza malefica e quindi di omettere l'esorcismo quando invece è richiesto. Mi sono trovato concorde, con tutti gli esorcisti da me interpellati, nel riconoscere che mai un esorcismo non necessario ha fatto del male la prima volta e nei casi incerti, tutti facciamo uso di esorcismi assai brevi, pronunciati sottovoce, che possono essere confusi con semplici benedizioni. Per questo motivo non abbiamo mai avuto motivi di pentimento. Mentre invece abbiamo dovuto pentirci di non aver saputo riconoscere la presenza del demonio e di avere omesso l'esorcismo in casi in cui la presenza del demonio è emersa più tardi, da segni evidenti e quando tale presenza era assai più radicata. Ripeto perciò, circa l'importanza e il valore dei segni: ne bastano pochi e incerti perché si possa procedere all'esorcismo.

Se durante l'esorcismo si avvertono già altri segni, logicamente ci si dilungherà quanto si riterrà necessario, anche se il primo esorcismo viene amministrato con relativa brevità. È possibile che durante l'esorcismo non si manifesti nessun segno, ma che poi il paziente riferisca di averne avuto effetti in genere sono effetti benefici di sicura rilevanza. Allora si prende la decisione di ripetere l'esorcismo; e se gli effetti continuano, accade sempre che, prima o poi, si manifestino dei segni anche durante l'esorcismo. È molto utile osservare lo sviluppo dei segni, seguendo la successione dei vari esorcismi. Alle volte tali segni sono progressivamente in diminuzione: è un segnale di avviata guarigione. Altre volte i segni seguono un crescendo e una varietà del tutto imprevedibile: significa che sta affiorando interamente il male che prima rimaneva nascosto, e quando è affiorato tutto, solo allora incomincia a retrocedere.

Dalle parole dette si capirà quanto è sciocco attendere a fare l'esorcismo che ci siano segni sicuri di possessione; ed è altrettanto frutto di totale inesperienza aspettarsi, prima degli esorcismi, quel tipo di segni che il più delle volte si manifesta soltanto durante gli esorcismi, o dopo di essi, o in seguito a tutta una serie di esorcismi. Ho avuto dei casi in cui sono stati necessari anni di esorcismi perché il male si manifestasse in tutta la sua gravita. È inutile voler ridurre la casistica in questo campo a modelli standard. Chi ha più esperienza conosce sicuramente le forme più varie di manifestazioni demoniache.

Ad esempio: è capitato a me e a tutti gli esorcisti che ho interpellato un fatto significativo. I tre segni indicati dal Rituale come sintomi di possessione: parlare lingue sconosciute, possedere una forza sovrumana, conoscere cose occulte, si sono sempre manifestati durante gli esorcismi e mai prima. Sarebbe stato del tutto da stolti pretendere che si verificassero quei segni in antecedenza, per poter procedere agli esorcismi. Aggiungiamo anche che non sempre si arriva a una diagnosi certa. Possono esserci casi di fronte a cui si resta perplessi. Anche perché, e sono i casi più difficili, talvolta ci si trova di fronte a soggetti che hanno contemporaneamente mali psichici e influenze malefiche.

In questi casi è molto utile che l'esorcista sia coadiuvato da uno psichiatra. Più volte P. Candido chiamò il prof. Mariani, primario di una nota clinica romana di malattie mentali, ad assistere ai suoi esorcismi. E altre volte fu il prof. Mariani a invitare P. Candido nella clinica da lui diretta, per studiare ed eventualmente collaborare per certi suoi degenti. Mi fanno ridere certi saputelli teologi moderni, che affermano come una grande novità il fatto che certe malattie mentali possono essere confuse con la possessione diabolica. E così certi psichiatri o parapsicologi: credono di aver scoperto l'America con simili affermazioni. Se fossero un po' più istruiti saprebbero che i primi esperti a mettere in guardia da questo possibile errore sono state le autorità ecclesiastiche. Fin dal 1583, nei decreti del Sinodo di Reims, la Chiesa aveva messo in guardia da questo possibile equivoco, affermando che alcune forme di sospetta possessione diabolica potevano essere semplicemente delle malattie mentali. Ma allora la psichiatria non era nata e i teologi credevano al Vangelo. Oltre alla diagnosi, l'esorcismo ha scopo curativo, di liberare il paziente.

E qui incomincia un cammino che spesso è difficile e lungo. È necessaria la collaborazione dell'individuo, e questi molte volte ne è impedito: deve pregare molto e non ci riesce; deve accostarsi spesso ai sacramenti e molte volte non ce la fa; anche per recarsi dall'esorcista a ricevere il sacramentale deve talvolta superare impedimenti che sembrano insormontabili. Per cui ha molto bisogno di essere aiutato e invece, nella maggioranza dei casi, non è compreso da nessuno. Quanto tempo ci vuole per liberare uno colpito dal demonio? Questa è proprio una domanda a cui nessuno sa rispondere. Chi libera è il Signore, che agisce con divina libertà, anche se certamente tiene conto delle preghiere, specie se rivolte con l'intercessione della Chiesa. In generale possiamo dire che il tempo occorrente dipende dalla forza iniziale della possessione diabolica e dal tempo intercorso tra questa e l'esorcismo.

Mi è capitato il caso di una ragazza di 14 anni, colpita da pochi giorni, che sembrava furiosa: calciava, mordeva, graffiava. È bastato un quarto d'ora di esorcismo per liberarla completamente; in un primo tempo era crollata a terra come morta, tanto da far venire in mente l'episodio evangelico in cui Gesù liberò quel giovane che gli apostoli non erano riusciti a liberare. Dopo pochi minuti di ripresa, correva per il cortile, giocando con un suo fratellino. Ma i casi così sono rarissimi, oppure si verifica nò se l'intervento malefico è molto leggero. Il più delle volte l'esorcista ha a che fare con situazioni pesanti. Perché ormai all'esorcista nessuno pensa più. Sottopongo un caso tipico. Un bambino manifesta segni strani; i genitori non approfondiscono, non ci danno importanza, pensano che crescendo tutto si metterà a posto. Anche perché i sintomi, inizialmente, sono lievi. Poi, con l'aggravarsi dei fenomeni, i genitori incominciano a rivolgersi ai medici: ne provano uno, poi un altro, sempre senza risultati.

È venuta da me una ragazza di 17 anni che era già stata visitata nelle principali cliniche d'Europa. Infine, dietro il consiglio di qualche amico o sapientone, nasce il sospetto che non si tratti di un male dovuto a cause naturali, e viene suggerito il ricorso a qualche mago. E da questo momento il danno iniziale viene duplicato. Solo per caso, in seguito a chissà quale suggerimento quasi mai dovuto a sacerdoti..., si ricorre all'esorcista. Ma intanto di anni ne sono passati parecchi e il male si è sempre più "radicato". Giustamente il primo esorcismo parla di "sradicare e mettere in fuga" il demonio. A questo punto di esorcismi ce ne vogliono molti, spesso per anni, e non sempre si giunge alla liberazione. Ripeto però: i tempi sono di Dio.

Giova molto la fede dell'esorcista e la fede dell'esorcizzato; giovano le preghiere dell'interessato, della sua famiglia, di altri suore di clausura, comunità parrocchiali, gruppi di preghiera, in particolare quei gruppi che fanno preghiere di liberazione ; giova moltissimo l'uso degli appositi sacramentali, opportunamente usati per gli scopi indicati dalle preghiere di benedizione: acqua esorcizzata o almeno benedetta, olio esorcizzato, sale esorcizzato. Per esorcizzare acqua, olio, sale, non occorre un esorcista, ma basta un qualunque sacerdote. Bisogna però cercare uno che ci creda e che sappia che nel Rituale esistono queste specifiche benedizioni. I sacerdoti che sanno queste cose sono mosche bianche; i più non le conoscono e ridono in faccia al richiedente. Ritorneremo a parlare di questi sacramentali. Di fondamentale importanza la frequenza ai sacramenti e una condotta di vita conforme al Vangelo. Si tocca con mano la potenza del rosario e, in generale, del ricorso a Maria Vergine; molto potente l'intercessione degli angeli e dei santi; utilissimi i pellegrinaggi ai santuari, che spesso sono i luoghi scelti da Dio per la liberazione preparata dagli esorcismi. Dio ci ha elargito in sovrabbondanza i mezzi di grazia: dipende da noi farne uso. Quando i vangeli narrano le tentazioni di Cristo ad opera di Satana, ci dicono come sempre Gesù controbatta il demonio con una frase della Bibbia.

La Parola di Dio è di grande efficacia; ed è di grande efficacia la preghiera di lode, sia quella spontanea, sia in particolare quella biblica: i salmi e i cantici di lode a Dio. Pur con tutto questo, l'efficacia degli esorcismi impone all'esorcista tanta umiltà, perché gli fa toccare con mano il suo niente: chi opera è Dio. E sottopone sia l'esorcista sia l'esorcizzato a dure prove di scoraggiamento; i frutti sensibili sono spesso lenti e faticosi. In compenso si toccano con mano grandi frutti spirituali, che aiutano in parte a comprendere perché il Signore permetta queste dolorosissime prove. Si procede nel buio della fede, ma consapevoli di camminare verso la luce vera. Aggiungo l'importanza protettiva delle immagini sacre, sia sulla persona, sia nei luoghi: sulla porta di casa, nelle camere da letto, nella stanza da pranzo o nel luogo più usuale in cui si riunisce la famiglia. L'immagine sacra richiama non l'idea pagana di un porta fortuna, ma il concetto di imitazione della figura rappresentata e di protezione che si invoca.

Oggi mi capita spesso di entrare in case in cui sulla porta d'ingresso campeggia un bel cornetto rosso e, girando per benedire ogni stanza, di immagini sacre ne incontro ben poche. È un grave errore. Ricordiamo l'esempio di S. Bernardino da Siena che, a conclusione e ricordo delle sue missioni popolari, convinceva le famiglie a porre sulla porta di casa un medaglione con la sigla del nome di Gesù JHS, ossia: Jesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli Uomini. Più volte ho toccato con mano l'efficacia delle medagliette portate addosso con fede. Se parlassimo anche solo della medaglia miracolosa, diffusa nel mondo in molti milioni di esemplari, dopo le apparizioni della Vergine a S. Caterina Labourè avvenute a Parigi nel 1830, e se parlassimo delle grazie prodigiose ottenute da quella semplice medaglietta, non finiremmo più.

Vari libri ne trattano direttamente. Uno degli episodi più noti di possessione diabolica, riportato in vari libri per la documentazione storicamente esatta che ci ha tramandato i fatti, è quello riguardante i due fratelli Burner, di Illfurt Alsazia, che furono liberati con una serie di esorcismi nel 1869. Ebbene, un giorno, tra i tanti gravissimi dispetti del demonio, si sarebbe dovuta rovesciare la carrozza che trasportava l'esorcista, accompagnato da un monsignore e da una suora. Ma il demonio non potè attuare il suo proposito perché, al momento della partenza, era stata data al cocchiere una medaglia di S. Benedetto, a scopo protettivo, e il cocchiere se l'era messa devotamente in tasca.

Ricordo infine i quattro paragrafi che il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica agli esorcismi. Letti di seguito, offrono uno svolgimento ben collegato. Il n. 517, parlando di Cristo Redentore, ricorda le sue guarigioni e i suoi esorcismi. Il punto di partenza è ciò che Gesù ha fatto. Il n. 550 afferma che l'avvento del Regno di Dio segna la sconfitta del Regno di Satana; vengono riportate le parole di Gesù: "Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il Regno di Dio". È questo lo scopo finale degli esorcismi: con la liberazione degli indemoniati si dimostra la totale vittoria di Cristo sul principe di questo mondo. I due paragrafi seguenti richiamano il duplice sviluppo seguito dagli esorcismi: come una componente nel Battesimo e come potere di liberazione degli ossessi. Il n. 1237 ci ricorda che, poiché il Battesimo libera dal peccato e dalla schiavitù di Satana, in esso viene pronunziato uno o più esorcismi sul candidato, che esplicitamente rinunzia a Satana. Il n. 1673 afferma che, con l'esorcismo, la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influenza del Maligno e sia sottratto al suo dominio.

L'esorcismo mira a scacciare i demoni o a liberare dalle influenze demoniache. Rilevo l'importanza di questo paragrafo, che colma due lacune presenti nel Rituale e nel Diritto Canonico. Infatti non parla solo di liberare le persone, ma anche gli oggetti termine generico, che può comprendere case, animali, cose, conforme alla tradizione. Inoltre applica l'esorcismo non solo alla possessione, ma anche alle influenze demoniache.


Fonte: libro Un esorcista Racconta