MaM
Messaggio del 12 settembre 1985:Cari figli, in questi giorni (Novena per la festa dell'Esaltazione della Croce) voglio invitarvi a porre al centro di tutto la Croce. Pregate in particolare davanti alla Croce, da cui derivano grandi grazie. In questi giorni fate nelle vostre case una consacrazione speciale alla Croce. Promettete di non offendere Gesù e la Croce e di non arrecargli ingiurie. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Santa Felicissima di Sorano (Gr)

18/04/2024    1467     Vita Cristiana    Santa Felicissima di Sorano  Santi 
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Nota: questo che si vede nella foto, non è il suo corpo originale. S. Felicissima è morta crocifissa in un età intorno ai 14-17 anni,  prima del 313 d.c. Dai suoi resti, tramite un sistema di riconoscimento facciale, è stato ricostruito il suo volto e questo è il risultato. La teca è esposta nella parrocchia di San Nicola a Sorano (Grosseto).

Per i soranesi S.Felicissima è la santa più venerata e amata, forse anche più dello stesso patrono S.Nicola di Bari. La ragione sta sicuramente nel fatto che il popolo è possessore e custode del venerato corpo della martire. In questo articolo ho ritenuto interessante far conoscere la storia relativa alla traslazione delle sacre spoglie della martire da Roma a Sorano e di come il popolo di Sorano è venuto in possesso della Reliquia. La prima idea di dotare la Chiesa parrocchiale di una reliquia come il corpo di un martire, sembra sia stata del sig. Giuseppe Leandri, intorno al 1770. Il progetto fu subito condiviso da Antonio Magnani, un compaesano che si trovava a Roma e lavorava come cameriere al servizio dei principi Ruspoli, ed allo stesso che spetta il merito principale di aver portato a termine l’impresa.

Il Leandri ed il Magnani avanzarono alle autorità ecclesiastiche, a nome dell’Arciprete di Sorano, una prima richiesta senza però avere nessun esito. Il Magnani, che aveva conoscenze nella nobiltà romana, rinnovò la richiesta tramite la sua padrona, interessando il Cardinal Colonna. Questa volta grazie alla intercessione della nobildonna presso cui prestava servizio, veniva concessa una pregevole reliquia: uno stinco di san Costanzo martire, che a spese del Leandri fu racchiuso in una elegante custodia ed è tutt’oggi custodito presso la nostra Chiesa parrocchiale. Il Leandri e il Magnani, poco soddisfatti di quanto ricevuto, avanzarono una ulteriore richiesta al Cardinale Vicario e questa volta l’esito risultò favorevole perché ottennero il corpo della martire S.Felicissima.

A questo punto sorgeva la necessità di vestire e ricomporre in modo decoroso il corpo della Santa. A tal proposito, per meglio inquadrare il problema credo sia interessante riportare integralmente una lettera del Magnani che da Roma così scriveva: “Ho provato somma consolazione nel sentire che tutti codesti signori abbiano avuto piacere nella nostra Santa; ma non sono niente contento di sentire le proposte che mi fate, cioè che vorreste vestire ed unire il Corpo, il Sacro Corpo costà. Per tutte le ragioni che mi portate che ci sia codesto signor dottore che unisca assieme lo credo che sia capacissimo, ma non va bene, perché quel risparmio che posso fare io qui in Roma non lo potete fare costì, tanto per gli abiti, tanto per le guarnizioni; e tutto quel che ci vuole qui lo posso avere con molto risparmio.

Io di già ho fatto i patti con l'artista e li ho trovati tutti onesti per riguardo della Casa Ruspoli e tanto mi favorisce Tindoratore con molta abilità. Per circa il porto costà credo che con poco lo farò venire e faremo così, quando sarà a ll’ordine mi manderete due uomini con due cavalli da soma.

L ’urna non sarà con molto intaglio, ma sarà una cosa bella e ben dorata, e allora ci vuole tanto; perciò io faccio il mio conto che il peso dell’urna sarà circa 500 libbre; però sarà facile a portarsi.

Mi avete dato tante notizie, ma una che mi preme non me la date; desidero sapere dove avete pensato di collocarla, quando sarà venuta costà, sotto che altare pensate, io lo voglio sapere. Circa a quello che desiderate sapere se il nome della santa sia il nome di natura o pure che il Papa l ’abbia battezzata ora vi dirò che nel mese di marzo furono cavati due santi corpi nelle Catecume di Ciriaco; e quando trovarono la nostra Santa, trovarono una lapide di sasso come peperino, ma mezza lacerata dal nitro della terra e vera scritto le seguenti parole: HIC JACET CORPUS S.FEL.

Questa è la frazione della lapide che fu trovata nel muro dove stava il benedetto corpo. Io volevo unirla assieme ma non fu possibile perché era di cinque pezzi, e siccome non vi era altro che quelle lettere, perciò mi dice il Sagrista, assieme con il custode, che sta in dubbio se sia il vero nome perché potrebbe dire Santa Felicita, ma questo dice Monsignor Sagrista che non importa, o sia l’uno o sia l’altro tutte hanno sparso il loro sangue pel nostro Signor Gesù Cristo.

Perciò signor Giuseppe le veda di trovare le limosine più che puole e le mandi a me perché io credo di avere anche qualche cosa in dono da una dama mia buona padrona. Di mia borsa ho speso ancora qualche cosa ma di questo non se ne parla; io non posso di più che altrimenti vorrei fare vedere a codesti signori soranesi di mandare la Santa bella e vestita a conto mio ma le forze mie non arrivano. Circa le limosine per la festa non ci dovete pensare adesso; lasciate che sia venuta la Santa costà nella Chiesa di San Pietro, vedrete che il popolo si infervorerà e poi il signor Arciprete ricordi in Chiesa e dica che la Santa non si potrà levare da S.Pietro portarla dentro il paese se non si porta in pompa e allora farete le limosine. Io per altro da tutti gli artisti che saranno pagati da me gli farò fare le ricevute e poi le manderò costì acciocché vedino come opero da galantuomo. Perciò veda un poco se si potesse mettere assieme una ventina di scudi per adesso acciò possa fare qualche cosa come sarebbe la cassa dell 'urna e farla dorare. Eccovi significato il mio sentimento ”.

La tesi del Magnani prevalse e pertanto il corpo della santa fu vestito e ricomposto in Roma a cura dello stesso, mentre il Leandri riuscì a raccogliere pochi fondi (10 scudi) per le prime spese subito inviati al Magnani.
Quest’ultimo nel frattempo si era procurato l’autorizzazione a ritirare il corpo di santa Felicissima e il giorno 25 gennaio del 1772 lo trasportò presso la propria abitazione in Roma. Qui iniziarono le operazioni di allestimento dell’urna e di vestizione della Santa.

Intanto il Leandri proseguiva in Sorano la raccolta di fondi necessari al trasporto. La vestizione fu terminata nell’agosto del 1772 e il corpo della Santa fu posto all’interno della propria urna presso la casa Ruspoli dove destò l’ammirazione di tutti. Il Magnani, orgoglioso e fiero della riuscita dell’impresa scrive al Leandri: "Vi giuro che se arriva in salvamento non avete visto cosa più bella di questa benedetta Santa, muove la devozione a chi la vede e sono tre settimane che il palazzo viene in concorso continuo di ogni ceto e tutti lodano la bella opera... ” In una lettera del 5 settembre del 1772 il Magnani manda a Sorano una prima nota di spese e fra queste figurano:

- scudi 6 e baiocchi 50 per l’urna

- scudi 3 l’indoratore

- scudi 1 e 80 baiocchi stoffa per il manto

- scudi 1 viatico al segretario del Cardinal Vicario

- baiocchi 30 per maschera fatta alla Santa.

Essendo ormai tutto pronto il Magnani sollecitò il trasporto della Santa a Sorano stabilito per i giorni 14 e 15 settembre a cura del vetturale Giuseppe Fattorini di Sorano e di suo cugino Pietro Sarti i quali avevano accettato detto incarico per pochi soldi. Il trasporto fu però rimandato anche perché il Magnani, sentito il consiglio dei suoi padroni sconsigliò il trasporto a mezzo vetturale per non rovinare il prezioso corpo della Santa durante il viaggio. A quel punto, avendo il signor Pagni anticipato i soldi necessari al trasporto, si decise di effettuare lo stesso a spalla a mezzo di uomini. Fumo trovati undici forti e robusti giovani che la mattina del 29 settembre 1772 partirono a piedi per Roma a prendere le spoglie della Santa. Il giorno 10 ottobre la Santa entrava in paese in solenne processione annunciata da spari e suoni di campane a festa. Il corpo fu tenuto in esposizione tre giorni, per essere venerato dal popolo.

Dopo la festa dell’introduzione in paese, che si svolse in paese come si è visto 1’11 ottobre 1772, fu fatta la prima festa annuale il 17 agosto 1773 che fu celebrata con grande pompa. Dopo il 1775 fu stabilito di effettuare la festa ogni 3 anni. Il libro delle memorie così descrive la festa del 1778: "Per compimento della solenne festa, circa all'una di notte si vidde comparire una decorosa illuminazione per tutte le contrade del paese terminando con dimostrazione di fuochi artificiali. Fu organizzata una corsa di cavalli che fu vinta dal barbero Di Felice Baffetti di San Giovanni ”. La solenne festa fu ripetuta anche nel 1781 e di questa esiste traccia scritta dopodiché la festa venne tralasciata.




Fonte: La voce del Capacciolo anno 1997