MaM
Messaggio del 2 agosto 2010:Cari figli, oggi vi invito a cominciare insieme a me nei vostri cuori a costruire il Regno dei Cieli, a dimenticare ciò che è personale e, guidati dall’esempio di mio Figlio, a pensare a ciò che è di Dio. Che cosa Lui desidera da voi? Non permettete a satana di aprirvi le strade della felicità terrena, strade in cui non c’è mio Figlio. Figli miei, sono false e durano poco. Mio Figlio esiste. Io vi offro la felicità eterna e la pace, l’unità con mio Figlio, con Dio, vi offro il Regno di Dio. Vi ringrazio.

Jelena Vasilj: Vergine, madre e donna feconda

20/06/2016    2123     Jelena Vasilj    Jelena Vasilj  Madonna 
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La contemplazione di Maria è il frutto dell'incontro con la Madre di Gesù, con la persona umana. Meditare su di lei non rappresenta unicamente la scelta di un tema di particolare rilevanza per la nostra vita spirituale, bensì la ricerca da parte del cuore umano di esprimere ciò che è nato nell'animo dopo averla accettata come madre propria. In quanto persona Maria è un mistero che Dio ci pone dinanzi come inesauribile e perciò richiede la nostra umiltà e fede per poterne fare parte.

Maria ci è stata rivelata nel suo essere come madre e vergine ed è di questa verità che il nostro cuore si nutre nell'incontrarla, e sulla sua persona deve essere basata ogni spiritualità di tipo mariano. Oggi c'è il rischio che la devozione mariana ci porti ad un numero di azioni esterne senza mai contemplare l'interiorità di Maria, ed in base ad essa essere i suoi figli nella somiglianza dell'anima, ciò nella nostra integrità della fede e nella fecondità. Cos'è la fecondità di Maria e cos'è la nostra fecondità? Maria è caratterizzata da due tipi di fecondità, quella fisica, che si attua offrendo della sua sostanza materiale dal momento dell'incarnazione di Dio, durante la sua passione e fino alla sua risurrezione. Però l'affidamento che Maria ha fatto di sé non è solo esterno e dato una volta, visto che la madre non è madre solo nel momento del parto ma continua a nutrire il suo al figlio anche dopo il parto; ma questo gesto esterno è soprattutto accompagnato da un gesto interiore molto più importante per noi dato che non tutti sono disposti alla maternità fisica. Questo atteggiamento interiore di Maria è il fondamento di una spiritualità al femminile. Un atteggiamento non solo riservato alle donne ma, in un certo qual modo, tutti siamo chiamati ad essere la Madre di Dio (cf. Lc. 8,21). Maria ha portato nel grembo Gesù ma nel suo cuore ha portato la Parola. Con la sua fecondità esterna la Madonna è un esempio di chi partorisce in maniera fisica ma soprattutto di chi deve partorire nella sua interiorità. Quindi tutti siamo invitati ad essere gravidi della Parola di Dio, ad essere pieni di grazia. (cf. Lc. 2,51). Cosa è questa maternità in senso pratico, come si attua? Il verbo greco diatereo di s. Luca ci illumina a tale proposito; il suo significato è "tenere con cura come un tesoro", quindi lasciare che la Parola sia un tesoro nel nostro cuore. Nel battesimo Dio ha seminato nel nostro cuore il Verbo, il seme che richiede la nostra cura, il nostro si quotidiano perché Egli possa portare frutto nella nostra anima. Un si alla stessa vita di Dio in noi non solo ad un compito specifico della mia missione, ma un si che sarà alla base di una qualsiasi azione; è un si soprattutto all'Eucaristia, a quello stesso Gesù che Maria ha portato nel suo cuore, ai sacramenti, alla parola di Dio mediante la lettura quotidiana; un si non solo presente nei gesti ma attraverso la fede. La fede è la adesione necessaria interiore che purifica il cuore dalle nostre parole dalle nostre fantasticherie su Dio e quella che ci conserva integri nella interiorità e vergini nel nostro cuore.

La distinzione tra interiorità e esteriorità non deve dare l'idea che i nostri gesti esterni non hanno importanza. L'analisi, la separazione ci deve far comprendere come l'esteriorità e l'interiorità lavorano insieme. Se volessimo dare importanza solo allo spirito ci sfuggirebbe il mistero della incarnazione stessa. Ed è la spiritualità mariana che ci ripropone un tale equilibrio ed una spiritualità umana dato che non solo è un dono portarlo nella interiorità ma per Maria lo è stato anche nella esteriorità. Lo stesso avviene per noi nel mistero dell'Eucaristia, la portiamo anche fisicamente per circa 10 minuti nel nostro corpo però ci è di beneficio solo se la portiamo nella nostra interiorità, e perciò Elisabetta disse a Maria "beata perché hai creduto" (cf. Lc. 1,45).

Fonte: Eco di Maria nr.157