Il Kerigma
A Pasqua abbiamo celebrato la Festa Principale della Fede Cristiana. La Risurrezione di Gesù è l’evento principale della nostra fede: il kerigma, cioè, il nucleo, il cuore della predicazione apostolica. La Buona Notizia, il ‘Vangelo’, che Pietro e gli Apostoli hanno annunciato dal mattino di Pentecoste in poi è stata questa: Gesù di Nazareth, crocifisso e morto sulla Croce, è stato risorto dal Padre. Questo è appunto il contenuto del Kerigma o annuncio proclamato dagli Apostoli fin dall’inizio.
In seguito i cristiani, che non avevano incontrato né conosciuto Gesù, hanno chiesto di saperne di più e hanno chiesto: ‘chi è Gesù di Nazareth? che cosa ha detto? che cosa ha fatto?’ E allora sono nati i Vangeli, prima predicati e ascoltati, poi tramandati a memoria nelle varie comunità cristiane e infine scritti dagli Evangelisti. In questi Vangeli notiamo certamente delle diversità e delle particolarità, dovute alle differenti comunità alle quali ciascuno si rivolgeva.
Così Matteo che si rivolgeva agli Ebrei presenta Gesù come il nuovo Mosè, autore del Pentateuco, che pronunzia i cinque discorsi (Discorso della montagna, Discorso sulla missione, Discorso in parabole, Discorso sulla comunità o ecclesiale, Discorso escatologico o della fine del mondo), come fossero altrettanti cinque libri, intercalati dai suoi dieci miracoli. Egli dimostra che Gesù è il Messia atteso dal popolo Ebreo, che sarà rifiutato e ucciso ma che risorge, come era stato predetto da Mosè, dai Profeti, nei Salmi e dallo stesso Gesù.
Marco, che non ha conosciuto Gesù ma che ha sentito parlare di Lui, si rifà alla predicazione di Pietro e per questo è probabilmente il più antico dei Vangeli annunziato. Il Vangelo di Marco si sviluppa attorno alla grande domanda: chi è Gesù? chi è Costui? Seguono tante risposte, che raggiungono l’apice nelle parole del Centurione: “Veramente costui era Figlio di Dio!” Marco dimostra che Gesù è veramente Figlio di Dio, che muore come tale e che come tale non subisce la corruzione del sepolcro ma risorge immortale..
Luca, il medico che fa ricerche accurate, sviluppa il suo Vangelo sulle strade che Gesù percorre da Nazareth a Gerusalemme, dove muore e risorge. Il Vangelo di Luca è molto particolare. Luca è il confidente di Maria, l’Evangelista della compassione e della Misericordia, della Preghiera, molto attento ai particolari e sensibile ai valori umani. Luca mostra Gesù in viaggio da Nazareth verso Gerusalemme, dove muore, risorge, appare, e da lì, asceso al Cielo, attraverso gli Apostoli, riprende il cammino per tutte le strade del mondo fino a noi, per realizzare il grande progetto del Padre. Dall’ascolto nasce la fede, dalla fede l’annuncio e la testimonianza, che rende Suoi discepoli tutti i cuori che si aprono a Lui. Non dimentichiamo che Luca scriverà gli Atti degli Apostoli dopo aver narrato la Vita di Cristo, non come appendice ma come continuazione della Missione del Cristo, in sintonia con la predicazione di San Paolo, di cui è stato ‘compagno di lavoro.’
Giovanni scrive un Vangelo diverso da quello dei primi tre, che sono detti ‘Sinottici’ per le analogie dei loro contenuti. Egli scrive quando le Comunità incontravano le prime divisioni interne, i primi errori dottrinali e le prime eresie. Il Suo Vangelo, ultimo ad essere composto, si sviluppa attorno ai sette grandi ‘Segni’ o Miracoli, da Cana a Betania, intercalati dalle crescenti dispute con i capi, che lo porteranno all’arresto, ai processi, alla condanna a morte, e poi all’incredibile Risurrezione.
Vediamo che tutto ruota dunque attorno al Kerigma di Morte e Risurrezione di Gesù di Nazareth.
Sappiamo anche che dall’incontro di Pasqua nasce subito l’annuncio e la missione.
Come per le donne nell’alba di Pasqua, come per Giovanni, così anche per noi la memoria amorosa del Vangelo, amare molto la sua Parola, l’ascolto della Parola è il principio della fede. Seguono i tempi dell’incontro, dell’intimità, dell’esperienza, della conoscenza esperienziale nel quale la fede cresce e si sviluppa per diventare poi testimoni del Risorto. Comprendiamo le parole del Beato Paolo VI: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni.”
Maria si pone a Medjugorje sulla stessa linea, invitandoci all’ascolto della Parola, all’incontro, all’intimità, al cambiamento profondo, alla comunione e alla testimonianza.
Noi che abbiamo celebrato la Pasqua del Signore nei segni liturgici, nei segni sacramentali, siamo chiamati a interiorizzarli per essere trasformati in veri testimoni del Risorto con la nostra vita e con la nostra gioia.
Il Signore aiuti oggi anche noi a vivere in pienezza questo tempo pasquale.
Vi benedico.
P. Armando
Fonte: ML Informazioni da Medjugorje