Fulton Sheen: Un grande apostolo del Rosario e la corona a cinque colori
La devozione mariana del venerabile era ardente, illuminata, tenera ed
apostolicamente efficace. Leggendo i numerosissimi suoi pensieri
mariani, pare di ritrovare l’entusiasmo di S. Bernardo e dei grandi
Dottori mariani. Nei suoi libri parla sempre di due cose: la pace e
Maria SS. Fulton Sheen fu un grande apostolo del Rosario negli Stati
Uniti d’America; lo indicò come la preghiera idonea anche per le tante
persone che, nei tempi moderni, hanno difficoltà a concentrarsi.
Scriveva: «Il difficile, per gli spiriti tormentati, è che la
concentrazione è impossibile quando la loro mente è turbata da pensieri
che si accavallano, migliaia di immagini sommergono la mente; si è
distratti e sviati. Nell’angoscia mentale i mille pensieri non trovano
alcun ordine o sollievo. Il Rosario è la terapia migliore per questi
distratti, per queste anime paurose e deluse, perché implica l’uso
simultaneo di tre facoltà: fisica, vocale e spirituale. Le dita,
toccando i grani, ci ricordano che questi piccoli grani vanno usati per
la preghiera; le labbra si muovono all’unisono con le dita e così la
volontà seguirà ben presto e la preghiera terminerà per coinvolgere il
nostro cuore. I grani aiutano la mente a concentrarsi. Sono un po’ come
l’accensione di un motore: dopo un po’ di giri e di sforzi l’anima
comincia a muoversi».
Il grande apostolo del Rosario, aveva
ideato una corona a cinque colori, ancora molto in uso: una decina di
grani verdi, per ricordare le lussureggianti foreste dell’Africa; una
decina di grani rossi per l’America, abitata un tempo dai Pellirossa;
una decina di grani bianchi per l’ Europa, in omaggio alla veste del
Papa; una decina di grani azzurri per l’Oceania, immersa nell’azzurro
dell’Oceano Pacifico; una decina di grani gialli per l’immenso
Continente asiatico, abitato fra gli altri dai ‘gialli’ della Cina…
Così, sencondo il suo pensiero, alla fine della corona, si abbraccia
tutto il mondo.
Maria Valtorta - 25 Agosto 1953. Ore 19
Dice Maria Ss.:
«Metti
nel medaglioncino d'oro con la stella, che è di Marta, un pezzetto del
lino miracoloso: una perla di bene sotto la perla che è nella stella, e
che Marta lo porti più che può. E tu poniti al collo la corona di
Gerusalemme. Quegli ulivi superstiti sono stati molte volte toccati e
benedetti da mio Figlio, e da Me, e dagli Apostoli e discepoli, e da
molti Consacrati, nei secoli. Hanno bevuto il Sangue di Gesù, il suo e
mio pianto. E ciò li fa santi e potenti contro Satana e ogni altro male.
Più
userai quella Corona e più sarai benedetta e mi darai gioia, e la darai
al mio Gesù... Hai avuto un dono d'infinito valore spirituale.
Amalo,
preferendolo, benché così rozzo, e scabro, e povero, ad ogni altra
Corona, meno quella di Mr. Fulton Sheen che veramente sarebbe bene che
tu facessi, per questo povero mondo così in pericolo in tutti e cinque i
continenti».