MaM
Messaggio del 11 marzo 1985:Figli cari! Come vi ho già detto, io desidero solo che mi tendiate la vostra povera mano. In questo si racchiudono tutti i miei desideri. Quando la vostra mano è tesa voi siete vicini a me e a Gesù. Perciò impegnatevi a tendere la vostra mano: poiché essa è debole e povera, è necessario che qualcuno vi aiuti!

Le prime "benedizioni"

25/06/2023    755     Don Gabriele Amorth    Don Gabriele Amorth  Esorcismo  Satana 
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È utile usare un linguaggio eufemistico con questo tipo di pazienti. Gli esorcismi li chiamo sempre benedizioni; le presenze del maligno, una volta accertate, le chiamo negatività. Ed è un vantaggio che le preghiere siano in latino. Tutto questo perché non si debbono usare linguaggi allarmistici, che potrebbero essere controproducenti, causando suggestioni ingannevoli. Ci sono di quelli che hanno la mania di avere un demonio; si può stare quasi sicuri che non hanno niente. Per la loro mente confusa, il fatto di ricevere un esorcismo può diventare una prova sicura che hanno un demonio; e nessuno glielo caverà più dalla testa. Quando non conosco ancora bene le persone, insisto nel dire che do una benedizione, anche se faccio un esorcismo; molte volte do semplicemente la benedizione del Rituale sui malati.

Il sacramentale completo comprende ampie preghiere d'introduzione seguite da tre esorcismi veri e propri: sono diversi, complementari, e seguono una successione logica verso la liberazioNe. Non m'importa l'epoca in cui sono stati scelti nell'anno 1614; è un fatto che sono frutto di esperienza diretta, molto prolungata

Chi li ha scritti Alcuino li ha ben sperimentati, soppesando la ripercussione che ogni frase aveva su persone indemoniate. C'è qualche piccola lacuna, a cui P. Candido ha subito rimediato; ed io con lui. Ad esempio, manca un richiamo mariano. In ognuno dei tre esorcismi lo abbiamo aggiunto, servendoci delle parole usate nell'esorcismo di Leone XIII. Ma sono inezie, dato che risalgono per lo più al IX e al X secolo.

Ho già detto che l'esorcismo può durare pochi minuti o varie ore. La prima volta che si esorcizza una persona, anche se ci si accorge fin dall'inizio che presenta negatività, è meglio essere brevi: qualche preghiera introduttiva e uno dei tre esorcismi; in genere scelgo il primo, che da anche l'opportunità della sacra unzione. Il Rituale non ne parla, come non parla di tante altre cose che diremo; ma l'esperienza ci ha insegnato ispirandoci all'unzione che si fa nel rito del battesimo che è molto efficace l'uso dell'olio dei catecumeni alle parole: "Sit nominis lui signo famulus tuus munitus". Il demonio cerca di nascondersi, di non essere scoperto, per non essere cacciato via. Per cui può accadere che le prime volte manifesti poco o nulla della sua presenza. Ma poi la forza degli esorcismi lo costringe a uscire allo scoperto. E ci sono vari modi per stuzzicarlo; anche l'unzione.

Il Rituale non precisa la posizione che deve assumere l'esorcista: c'è chi sta in piedi e chi seduto, chi alla destra e chi alla sinistra dell'ossesso, o dietro. Il Rituale precisa solo che, fin dalle parole: "Ecce crucem Domini", si ponga un lembo della stola sul collo del paziente e che il sacerdote gli tenga la mano destra sul capo. Noi abbiamo visto che il demonio è molto sensibile sui cinque sensi "entro da lì", mi disse una volta e soprattutto sugli occhi. Allora siamo soliti, P. Candido e i suoi allievi, di tenere leggermente due dita sugli occhi e alzare le palpebre in determinati momenti delle preghiere. Quasi sempre capita che, nei casi di presenza malefica, gli occhi si presentino interamente bianchi; si vede appena, e qualche volta occorre l'aiuto dell'altra mano, da quale parte stanno le pupille: se in alto o in basso.

La posizione delle pupille è significativa circa la specie dei demoni e circa i disturbi. Nei molti interrogatori, sempre i demoni si sono classificati secondo una duplice ripartizione, ispirata al capitolo 9 dell'Apocalisse: se le pupille sono in alto si tratta di scorpioni, se sono in basso si tratta di serpenti. Gli scorpioni hanno a capo Lucifero nome forse extra biblico, ma radicato nella tradizione; i serpenti hanno a capo Satana, che comanda anche a Lucifero ma potrebbe essere lo stesso demonio e a tutti i demoni. Faccio notare che la parola "diavolo" nella Bibbia non ha un senso generico, come demonio, ma indica sempre e solo Satana; altro nome di Satana è Beelzebul.

Per molti anche Lucifero è sinonimo di Satana; non mi soffermo ad approfondire questa questione; per la mia esperienza si tratta di due diversi demoni.

I demoni sono molto restii a parlare; occorre costringerli e parlano solo nei casi più gravi, quelli di vera e propria possessione. Talvolta sono spontaneamente molto ciarlieri: è un trucco per distrarre l'esorcista dalla necessaria concentrazio ne e poi per non rispondere alle domande utili, quando vengono interrogati. Nell'interrogatorio è molto importante attenersi alle regole del Rituale: non fare domande inutili o di curiosità, ma chiedere il nome, se ci sono altri demoni e quanti, quando e come il maligno è entrato in quel corpo, quando ne uscirà. Se la presenza del demonio è dovuta a maleficio, si interroga in che modo tale maleficio è stato fatto. Se la persona ha mangiato o bevuto cose malefiche, deve vomitarle; se è stata nascosta una qualche fattura, occorre farsi dire dove si trova per bruciarla con le dovute precauzioni.

Durante il corso degli esorcismi, se c'è una presenza malefica, questa emerge poco per volta o, in certi casi, con esplosioni improvvise. L'esorcista acquisterà sempre di più la cognizione della forza e della gravita del male: se si tratta di possessione, di vessazione, o di ossessione; se è male di poco conto o se è fortemente radicato. È difficile trovare testi che diano chiare spiegazioni su tale terreno. Io uso questo criterio: se una persona, durante gli esorcismi si noti che è questo il momento in cui il demonio è più obbligato ad uscire allo scoperto, quando è costretto dalla forza dell'esorcismo; egli può assalire la persona anche in altri momenti ma, generalmente, in modo meno grave se, dicevo, la persona va completamente in trance, per cui se parla è il demonio che parla con la sua bocca, se si dimena è il demonio che si serve delle sue membra, e alla fine dell'esorcismo l'individuo non ricorda nulla di quanto è avvenuto, allora si tratta di possessione diabolica, ossia la persona ha un demonio dentro, che ogni tanto agisce con le sue membra.

Se invece una persona, durante gli esorcismi, pur avendo qualche reazione che rivela l'assalto demoniaco, non perde del tutto conoscenza e alla fine ricorda anche vagamente quello che ha sentito o fatto, allora è vessazione diabolica: non c'è un diavolo fisso, dentro il corpo della persona; ma c'è un diavolo, che ogni tanto, l'assale e le provoca dei disturbi fisici e psichici. Ma non sempre è così. Non mi fermo qui a parlare della terza forma oltre alla possessione e alla vessazione, che è l'ossessione diabolica: pensieri ossessivi invincibili, che tormentano soprattutto di notte, ma talvolta in modo permanente. Si noti che in tutti i casi la cura è la stessa: preghiera, sacramenti, digiuno, vita cristiana, carità, esorcismi.

Mi fermo piuttosto a considerare alcuni disturbi di carattere generale, che possono indicare una causa malefica, anche se non sempre si tratta di questo male: non sono sufficienti a una diagnosi, ma possono aiutare a formularla.

Le negatività, ossia i demoni, tendono ad attaccare l'uomo su cinque punti, in modo più o meno grave a seconda della gravita della causa: sulla salute, sugli affetti, sugli affari, sul gusto di vivere, sul desiderio di morire.

Sulla salute. Il maligno ha il potere di causare mali fisici e psichici. Ho già fatto cenno ai due mali più comuni, alla testa e allo stomaco. In genere questi mali sono mali stabili. Altri mali sono passeggeri, spesso durano anche solo durante l'esorcismo. Si tratta di bubboni, trafitture, lividi... Il Rituale suggerisce di farvi sopra il segno della croce e aspergere con l'acqua benedetta. Molte volte ho visto l'efficacia anche solo di porvi la stola sopra e premere con una mano. Varie volte mi è capitato il caso di donne venute da me afflitte perché in prossimità di dover essere operate di cisti alle ovaie: così risultava dai dolori e dall'ecografia. Dopo la benedizione, cessavano i dolori; dopo una nuova ecografia, non comparivano più le cisti e non si parlava più di operazione. P. Candido ha vissuto una ricca casistica di gravi mali scomparsi con le sue benedizioni; anche tumori al cervello, di cui i medici si sentivano sicuri. Naturalmente queste cose possono accadere solo a quelle persone che hanno delle negatività e per le quali c'è da sospettare che il male dipenda dal maligno.

Sugli affetti. Il maligno può dare dei nervosismi insopprimibili, specie verso le persone da cui si è più amati. Così rompe matrimoni, tronca fidanzamenti; suscita litigi con urla e strepiti in famiglie in cui in realtà tutti si vogliono bene; e sempre per motivi futili. Tronca le amicizie; da alla persona colpita l'impressione di non essere gradita in nessun ambiente, di essere scansata, di doversi isolare da tutti. Incomprensione, non amore, vuoto affettivo totale, impossibilità a sposarsi. Anche questo è un caso molto comune: tutte le volte che si incomincia un rapporto d'amicizia che potrebbe sfociare in amore, o anche quando c'è stata un'aperta dichiarazione, di colpo tutto sfuma, senza motivo.

Sugli affari. Impossibilità a trovar lavoro, anche quando si giunge alla quasi certezza di un posto; i motivi sono introvabili o assurdi. Oppure persone che il lavoro lo trovano, ma poi per motivi sciocchi lo lasciano; a fatica trovano un altro lavoro, ma poi o neppure si presentano o lasciano anche questo, con una leggerezza che ai familiari sembra incoscienza o anormalità. Ho visto famiglie agiatissime cadere nella più nera miseria, per motivi umanamente inspiegabili. Talvolta si è trattato di grossi industriali a cui di colpo e per motivi inspiegabili tutto è incominciato ad andare a rotoli; altre volte grandi imprenditori hanno iniziato, di getto, a compiere errori grossolani, tali da farli rimanere con un sacco di debiti; altre volte commercianti che gestivano negozi affollatissimi, tutt'a un tratto hanno visto che nessuno più metteva piede nel loro esercizio. In sostanza si è trattato o dell'impossibilità di trovare un qualsiasi lavoro, oppure del passaggio dalla normalità economica alla miseria, da un intenso lavoro alla disoccupazione. E sempre senza motivi ragionevoli.

Sul gusto di vivere. E logico che i mali fisici, l'isolamento affettivo, il fallimento economico spingono ad un pessimismo per cui la vita è vista solo in senso negativo. Subentra una specie di incapacità all'ottimismo o almeno alla speranza; la vita appare tutta nera, senza possibilità di sbocchi, insopportabile.

Sul desiderio di morire. È il punto finale che il maligno si prefigge: far giungere alla disperazione e al suicidio. E ci tengo a dire subito che quando uno si pone sotto la protezione della Chiesa, anche con una sola benedizione, questo quinto punto viene escluso. Pare di rivivere quanto il Signore permise al demonio riguardo a Giobbe: "Eccolo in tuo potere! Soltanto risparmia la sua vita" Giobbe 2, 6. Potrei raccontare una serie di episodi in cui, con interventi che hanno del miracoloso, il Signore ha salvato certe persone dal suicidio.

Molti, quando esponevo questi cinque punti, ci si trovavano in pieno, anche se con gradi diversi di gravità. Ci tengo a ripetere che questi mali possono essere conseguenza di una presenza malefica, ma possono avere altre cause: non bastano da soli a concludere che una persona è posseduta o infestata dal maligno. Sul quinto punto, desiderio di morire e tentativi di suicidio, essendo l'aspetto più grave, vorrei riportare almeno due esempi.

Mi è capitato il caso di un'infermiera professionale che, in fase di crisi acuta, non potendone più, ha fatto un ragionamento del tutto sconclusionato. Doveva eseguire una trasfusione di sangue. Ha pensato: "Inietto un altro gruppo sanguigno; l'ammalato muore, io vengo arrestata e così mi rifugio in prigione". Fece quanto si era proposta, ben sicura di avere usato per la trasfusione un altro gruppo sanguigno. Si recò nella sua cameretta, in attesa d'essere arrestata. Ma le ore passavano invano. La trasfusione era andata benissimo non si sa come e l'infermiera pensò solo a pentirsi della sua stupidità.

Giancarlo, un bel giovanotto di 25 anni, sembrava pieno di salute e di vivacità. Aveva invece un "inquilino" che lo tormentava in modo atroce. Gli esorcismi gli davano un po' di sollievo, ma troppo poco. Una sera decise di farla finita, come già aveva tentato altre volte. Camminò lungo i binari di un'importante linea ferroviaria, giunse a un'ampia curva e si stese sulle rotaie di uno dei due binari. Con il solo aiuto di un sacco a pelo, ha resistito in quella scomoda posizione per 4 5 ore. Passarono vari treni, in entrambe le direzioni; ma tutti sull'altro binario. E nessun macchinista o ferroviere si accorse della sua presenza.

Questo è il fatto; mi è impossibile darne una spiegazione naturale.
Ho chiesto a P. Candido se, nella sua così lunga esperienza, aveva avuto dei casi mortali in persone che benediceva. Ne ha avuto uno solo e me lo ha raccontato. Una ragazza di Roma, ridotta in gravi condizioni da una possessione totale del maligno, aveva iniziato ad andare da lui per essere esorcizzata. Incominciava già ad avere qualche vantaggio, anche se faceva assai fatica a combattere le tentazioni di suicidio. Pure sua madre andò un giorno da P. Candido; era una donna che credeva che sua figlia fosse una "fissata" e le muoveva continui rimproveri. Di fronte alle spiegazioni di P. Candido si dimostrò convinta, ma in realtà non era così. Un giorno, mentre la figlia confidava alla madre le sue continue tentazioni di suicidarsi, questa madre indegna le fece una delle sue solite scenate: "Sei una fissata, non sei buona a niente, non sai neppure ucciderti. Prova!", e nel dire questo spalancò la finestra. La figlia si buttò e morì sul colpo. Questo è l'unico caso di suicidio capitato a P. Candido, da parte di una persona che stava benedicendo. Ma è più che evidente la colpa della madre, che già aveva altre colpe per la condizione in cui si trovava la figlia.

Abbiamo accennato alla durata degli esorcismi e alla imprevedibilità del tempo che ci vuole per giungere alla liberazione. E molto importante la collaborazione attiva del soggetto; ma talvolta, nonostante questa, si giunge solo a dei miglioramentì, non alla guarigione. Un giorno P. Candido stava esorcizzando un giovanotto grande e grosso, di quelli che fanno sudare l'esorcista perché richiedono anche un grande sforzo fisico. Sembra talvolta di fare una vera e propria lotta. Fin dall'inizio quel giovane aveva detto al Padre: "Non so se sia bene che lei oggi mi esorcizzi; ho l'impressione che le farò del male". Infatti ci fu una vera lotta tra i due, con esito incerto su chi avrebbe prevalso. Poi, di colpo, quel giovane crollò e per un po' di tempo anche P. Candido gli crollò addosso. Mi diceva sorridendo: "Se qualcuno fosse entrato in quel momento, non avrebbe capito chi era l'esorcista e chi l'ossesso". Poi il Padre si riprese e portò a termine l'esorcismo. Dopo non molti giorni P. Pio gli mandò a dire: "Non perda tempo e forze con quel giovane. È tutta fatica sprecata". Con la sua intuizione che veniva dall'alto, P. Pio aveva capito che in quel caso non si sarebbe ottenuto nulla. E i fatti comprovarono le sue parole.

Vorrei aggiungere un'osservazione: la possessione diabolica non è un male contagioso, ne per i familiari, né per chi vi assiste, né per i luoghi in cui vengono fatti gli esorcismi. È importante dirlo chiaro, perché spesso noi esorcisti incontriamo grandi difficoltà a trovare luoghi in cui poter amministrare questo sacramentale. E molti rifiuti dipendono proprio dalla paura che il locale resti "infestato". È necessario che almeno i sacerdoti sappiano che la presenza degli ossessi e gli esorcismi fatti su di loro non lasciano nessuna conseguenza sui luoghi e sulle persone che vi abitano. Dobbiamo invece temere il peccato; un peccatore incallito, un bestemmiatore, può danneggiare la sua famiglia, gli ambienti di lavoro, i luoghi che frequenta.

Riporto alcuni casi che scelgo non tra i fatti più clamorosi che mi sono capitati, ma tra quelli tipici più comuni.

Una ragazza di 16 anni, Anna Maria, era angustiata perché da qualche tempo non riusciva negli studi in passato non aveva mai avuto difficoltà e udiva in casa strani rumori. Venne da me accompagnata dai genitori e dalla sorella. L'ho benedetta, notando qualche piccolo segno di negatività. Poi ho benedetto la madre, che accusava qualche disturbo. Come le misi le mani sul capo, essa diede un grande urlo e scivolò per terra, dalla sedia su cui era seduta. Feci uscire le due sorelle e continuai l'esorcismo, assistito dal marito; notai una negatività ben più forte che nella figlia. Per Anna Maria bastarono tre benedizioni: era proprio un caso debole e subito rimediato. Per la madre ci vollero alcuni mesi, col ritmo di una benedizione alla settimana, e guarì interamente, molto prima di quello che avessi potuto prevedere dalle reazioni alla prima benedizione.

Giovanna, una signora sui 30 anni, madre di tre figli, mi fu indirizzata dal confessore. Accusava mali dì testa, di stomaco, svenimenti. Per i medici era sanissima. Poco per volta venne fuori il male, ossia la presenza di tre demoni, ciascuno dei quali era entrato in lei in seguito a fatture, in tre ricorrenze diverse della sua vita. La fattura più forte le era stata fatta da una ragazza che, prima del matrimonio di Giovanna, aspirava fortemente a sposare il fidanzato di Giovanna. Era una famiglia di intensa preghiera e così gli esorcismi furono facilitati; due demoni uscirono abbastanza presto, mentre il terzo fu più duro. Ci sono voluti quasi tre anni di benedizioni, col ritmo di una per settimana. Dietro appuntamento, entrò da me Marcella, una ragazza biondissima di 19 anni, dall'aria spavalda. Soffriva per mali di stomaco lancinanti e per un comportamento che non riusciva a dominare, né in casa né sul lavoro: dava risposte offensive, acide, senza potersi frenare. Per i medici non aveva niente. Come le misi le mani sulle palpebre, all'inizio della benedizione, mostrò gli occhi interamente bianchi, con le pupille appena percettibili in basso, e scoppiò in una risata ironica. Ebbi appena il tempo di pensare che quello era Satana, che subito mi sentii dire: "Io sono Satana", con una nuova risata. Un po' per volta Marcella intensificò la vita di preghiera, divenne costante nella comunione e nel rosario quotidiano, nella confessione settimanale la confessione è più forte di un esorcismo!. Ebbe un progressivo miglioramento, salvo qualche passo indietro quando rallentava il ritmo di preghiera, e guarì dopo soli due anni.

Giuseppe, di 28 anni, venne da me accompagnato dalla madre e dalla sorella. Vidi subito che era venuto solo per fare un piacere ai suoi cari. Puzzava fortemente di fumo; si drogava, spacciava droga, bestemmiava. Inutile parlare di preghiera e di sacramenti. Cercai di disporlo alla meglio, perché accettasse con buona volontà la mia benedizione. Questa fu brevissima: il demonio si manifestò subito in modo violento, e troncai immediatamente. Quando dissi a Giuseppe quello che aveva, mi rispose: "Lo sapevo già e sono contento così; col demonio ci sto bene". Non l'ho più rivisto.

Suor Angela, benché giovane, quando venne da me era già ridotta in condizioni pietose: quasi non riusciva a parlare, tanto meno a pregare. Soffriva evidentemente in tutto il corpo, non c'era parte in lei che non dimostrasse sofferenza. Le rintronavano in testa continue bestemmie e spesso si udivano rumori strani, che anche le altre suore sentivano. All'inizio di tutti i guai, c'era stata la maledizione e forse la fattura di un sacerdote indegno; suor Angela offriva ogni sofferenza per il bene della sua congregazione. Dopo molte benedizioni, da cui trasse qualche giovamento, fu trasferita in altra città. Spero che abbia trovato un altro esorcista a proseguire l'opera di liberazione.

Tra i casi tremendi di fatture su un'intera famiglia, ne descrivo uno. Il padre, commerciante avviato ottimamente, si è visto di colpo senza richieste, per motivi inspiegabili. Aveva i magazzini pieni di mercé; ma nessun cliente si faceva più vivo. Una volta, che era riuscito a piazzarne un certo quantitativo, il camion incaricato di ritirare la mercé si guastò ripetutamente, senza giungere a destinazione, per cui il contratto andò a monte.

Un'altra volta, che con grande fatica era riuscito a combinare una vendita, arrivò il camion, ma nessuno fu in grado di aprire la saracinesca del magazzino; anche quell'affare andò in fumo. Una figlia sposata, nello stesso periodo, fu abbandonata dal marito e l'altra figlia, alla vigilia delle nozze, quando era già pronta la casa completamente arredata, fu lasciata dal fidanzato senza che dicesse il perché. Aggiungo disturbi di salute e rumori in casa, come quasi sempre succede in questi casi. Sembrava di non sapere da che parte incominciare. Anche qui, oltre alle consuete raccomandazioni circa la preghiera, la frequenza ai sacramenti, una vita cristiana coerentemente vissuta, ho incominciato a benedire tutti i membri della famiglia. Poi ho esorcizzato e celebrato la messa nell'abitazione e nei luoghi di lavoro del padre. I risultati hanno incominciato ad essere evidenti dopo un anno e hanno proseguito con costanza, anche se al rallentatore. Sono proprio dure prove di fede e di perseveranza!

Antonia, una ragazza ventenne, mi fu accompagnata dal padre, che faceva il pasticciere. Quasi contemporaneamente, la figlia aveva assunto l'aspetto di una veggente: sentiva voci strane, non riusciva né a dormire né a lavorare; il padre aveva incominciato a soffrire di dolori allo stomaco, che i medici e le medicine non riuscivano a calmare. Quando benedissi la figlia, vidi che si trattava di una leggera negatività; le dissi che se la poteva cavare con poche benedizioni, salvo sorprese. Quando invece benedissi il padre, questi andò completamente in trance, anche se rimase muto e non fece nessuna smania. Al risveglio, vidi che lui non si era accorto di nulla. Raccomandai allora alla figlia di non dire al padre quello che gli era successo, per non spaventarlo, ma di ritornare tutti e due. A casa la figlia non seppe trattenersi dal dire tutto; il padre si spaventò per essere andato in trance e andò... da un mago. So, attraverso la persona che me li aveva indirizzati, che stanno male tutti e due, ma da me non sono più venuti. Mi è capitato altre volte di persone che, scoraggiate dalla lentezza della guarigione, si sono rivolte a maghi, con pessime conseguenze. Dio ci ha creati liberi; siamo anche liberi di rovinarci. A conclusione di questo capitolo ci tengo a precisare un fatto: ogni esorcista ha le sue esperienze che talvolta sono irrepetibili, ossia che non hanno riscontro da parte di altri esorcisti. Non mi stupisce se alcuni esorcisti sono rimasti perplessi soprattutto su quanto ho esposto nella prima parte: circa la posizione degli occhi, il male di testa o di stomaco; avrei potuto riportare altri fatti che a me accadono costantemente.

Sono reazioni avvertite sempre o quasi sempre da P. Candido e che continuano a ripetersi con i suoi allievi. Restano vere anche se non hanno riscontro nell'esperienza di altri esorcisti.

Penso che si debba guardare con molto rispetto ai diversi metodi e alle diverse esperienze. Non resta sminuita la verità di un fatto, o di un tipo di reazione, o l'efficacia di un metodo, anche se si tratta di una particolarità legata ad un determinato esorcista e non riscontrabile da altri.


Fonte: libro Un esorcista Racconta