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Messaggio del 18 giugno 1985:La vostra umiltà deve essere orgogliosa. Il vostro orgoglio deve essere umile. Se cioè avete ricevuto un dono da Dio dovete esserne contenti e fieri: però non dite che è per merito vostro, ma riconoscete che è solo e tutto un dono di Dio.

FENOMENI MISTICI NELLA CHIESA - CRITERI TEOLOGICI

29/06/2016    2486     Dossier scientifici    Dossier 
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Per poter riuscire a vedere e comprendere l'intervento del soprannaturale nella storia degli uomini dobbiamo persuaderci che non è per mezzo delle sole facoltà concettuali che vi riusciremo. Nella dottrina di Sant'Agostino risulta chiaramente che senza l'amore retto non si può giungere ad una conoscenza vera. L'apostolo che Gesù amava ci trasmette il messaggio eterno con la sua grande semplicità: «Colui che ama è nato da Dio e conosce Dio, colui che non ama non conosce Dio perché Dio è amore» (1 Giov. 4, 7-8).
Parlare della Carità oggi è divenuto banale nella Chiesa e nel mondo. Perciò succede che spiriti elevati e di cuore puro diffidino di questo vocabolario. Questo non è completamente ingiustificato perché in nome della predominanza dell'Amore si trascura la Verità; e d'altro canto molto spesso parlando dell'Amore della Verità, dell'Amore di Dio, e dell'Amore Fraterno si fanno infiltrare dottrine assolutamente estranee alla Verità, di conseguenza all'Amore stesso. Ma, malgrado tutti questi timori giustificati di falsa semplicità, c'è una Verità che rimane inalterabile: Dio è Carità. Perciò il grado di comprensione che, non solo ogni teologo, ma ogni uomo potrà avere dell'intervento del soprannaturale nella storia della Chiesa, è intimamente legato alla Sua Carità. Ciò che consideriamo vero per fede può rimanere oscuro per la nostra intelligenza che da sola è impotente a cogliere il mistero del mondo soprannaturale. Ma la Carità, come amore incondizionato della Verità, fa che sappiamo, mediante la nostra Fede stessa, che ci sarà un giorno in cui il Mistero nascosto ci sarà svelato.

1) Le apparizioni e la rivelazione di Dio

Dall'apparizione di Dio ad Abramo (1) fino alle visioni di San Giovanni nell'Apocalisse (2), la Sacra Scrittura racconta queste manifestazioni di Dio agli uomini. La Chiesa nascente stessa, «Stefano..., pieno di Spirito Santo, mirando al Cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù che stava alla sua destra» (3). Poi Pietro (4), Paolo (5), nei Padri Apostolici (6), narrano questi interventi di Dio nel tempo della Chiesa pellegrina.
«Le apparizioni occupano uno spazio considerevole nella Bibbia». Le apparizioni sono continuate sino ai nostri giorni con modalità diverse». (7)
Innumerevoli sono i santi che hanno avuto apparizioni durante la loro vita. (8).
Dopo la Rivoluzione Francese ci sono state delle Apparizioni Mariane che incontestabilmente hanno marcato la pietà e la vita del Popolo di Dio tutt'intero. La rue du Bac a Parigi, poi la Salette, Lourdes, e Fatima per citare solamente i più grandi in Europa, rimangono a vent'anni dal Concilio Vaticano Secondo luoghi di pietà, di conversione, di penitenza e di grazia, i più frequentati ed anche i più efficienti nell'ordine delle grazie. Nessun movimento ecclesiale, nessun congresso religioso è capace di fornire la l'esima parte di conversione e di grazie soprannaturali che si effondono in questi luoghi della pietà popolare, senza che il tempo e i secoli ne appiattiscano il fervore.
L'Autorità ecclesiastica dal secolo scorso a questa parte si mostra più diffidente a questo riguardo. Ciò malgrado, queste apparizioni mariane riconosciute dall'Autorità Apostolica, con il tempo, entrano nel Magistero ordinario della Chiesa. (9).
«Il popolo di Dio, mosso dalla Fede, per cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore, che riempie l'universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio. La Fede infatti tutto rischiara di una luce nuova, e svela le intenzioni di Dio sulla vocazione integrale dell'uomo, e perciò guida l'intelligenza verso soluzioni pienamente umane.» (10).
Le più alte conoscenze della più alta realtà, per quello che riguarda Dio, non sono state e non saranno mai possibili senza una assoluta armonia intimamente vissuta dei due principi seguenti:
1 - «Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana attraverso le cose create». (11)
2 - «Deve essere attribuito alla Divina Rivelazione il fatto che ciò che nelle cose divine non è di per sé inaccessibile all'umana ragione, possa, anche nella presente condizione del genere umano, essere conosciuto da tutti pubblicamente, con ferma certezza e senza mescolanza di errore.» (12)
«Con la Divina Rivelazione Dio volle manifestare e comunicare se stesso e i decreti eterni della sua volontà riguardo alla salvezza degli uomini, per renderli partecipi dei beni divini, che trascendono assolutamente la comprensione della mente umana.» (12).
E' evidente che, senza una sintesi che per misericordia divina lo Spirito Santo opera nella Chiesa, queste sentenze stesse sulla conoscenza di Dio da parte dell'uomo sembrerebbero contraddittorie e rimarrebbero incomprensibili. Chi può pretendere che, per la luce detta naturale della ragione, l'uomo possa distinguere la frontiera, la linea di demarcazione tra ciò che egli può conoscere di Dio con questa luce stessa attraverso le cose create e ciò che trascende assolutamente la comprensione del suo spirito?». (13).


2) Metodologia abituale per il discernimento teologico in casi di presunte Manifestazioni soprannaturali.

A) Discernimento degli Spiriti.
Questo problema è stato trattato dall'inizio del Cristianesimo da S. Giovanni: «Diletti non crediate ad ogni spirito, ma provate gli Spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori dal mondo. Da questo conoscete lo Spirito di Dio: Ogni Spirito che confessa Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio». (14). Poi S. Antonio Eremita patriarca dei monaci, (15) S. Bernardo nel sermone 33, il Cardinale Bona nel suo «De discretione spiritum», S. Ignazio di Loyola e tanti altri hanno precisato una metodologia che si può giustamente definire oggi universale.

B) Tre sono le forze che possono muovere lo Spirito dell'uomo.
1) Lo Spirito della Natura.
2) Lo Spirito del demonio.
3) Lo Spirito di Dio.
E' evidente che esiste quasi sempre una mescolanza dell'influenza di questi Spiriti, un po' come la combinazione dei registri dell'organo. E' quindi necessaria una grande perspicacia spirituale per determinare la direzione principale verso la quale, la convergenza di «queste forze» spinge l'uomo.
Lì si arriva al criterio fondamentale dato da Cristo stesso: «Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti... Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei Cicli, ma chi fa la Volontà del Padre mio che è nei Cicli». (16) Sono quindi i frutti spirituali che permettono di determinare con certezza l'identità dello spirito che muove l'uomo.

C) Il Magistero della Chiesa ha dato delle indicazioni precise per l'applicazione di questo discernimento: da Benedetto XIV alle norme della S. Congregazione per la dottrina della Fede del 1978. (17).
1) I fatti devono essere giudicati secondo alcuni criteri positivi e negativi.
2) Secondo l'esito del primo giudizio si possono permettere con prudenza alcune manifestazioni di culto e di devozione.
3) Alla luce del tempo trascorso specialmente con l'esame dei frutti spirituali che possono provenire da questa nuova devozione si potrà esprimere un giudizio sulla Verità e il carattere soprannaturale di questi fatti.
Questi criteri riguardano:
1°) I fatti.
2°) I protagonisti.
3°) Gli effetti.
Il teologo dovrà arrivare alla certezza morale sui seguenti punti:
1) Certezza che non si tratta di inganno per ciò che riguarda «i fatti soprannaturali», ossia la sincerità da parte di tutti i protagonisti coinvolti direttamente in questi fenomeni.
2) Certezza dell'equilibrio e della salute mentale dei «veggenti» ossia scartare ogni possibilità di patologia capace di provocare questi fenomeni.
3) Certezza sulla vita morale, religiosa, e spirituale dei protagonisti dopo i fenomeni. (18). Nonché la loro docilità verso l'autorità ecclesiastica.
4) Dopo la cessazione di questi fenomeni con quale naturalezza tornano alla vita «normale» della Fede.
5) Certezza che non scaturisca da questi fenomeni un insegnamento che sia in contraddizione con la Fede o la morale Cristiana, anche se alcuni elementi umani si possono mescolare. (19).
6) La certezza della perseveranza dei frutti spirituali, come lo spirito di preghiera, le conversioni, la pratica dei sacramenti, il progresso nelle virtù morali etc.
N.B. Non è lecito ritenere come effetti negativi per esempio atti immorali, ricerca di guadagno, bugie gravi etc. se non sono connessi con il fatto stesso e soprattutto se non sono avvenuti dopo la manifestazione di questi fatti soprannaturali. Abbiamo nella storia della chiesa delle apparizioni a grandi peccatori che appunto hanno ricevuto queste grazie per la loro conversione.

3) Verifica dei criteri sopracitati sui fatti di Medjugorje.

E' necessario ricordarsi che: «Nella Chiesa cattolica ogni mistica cristiana sottosta al criterio della mistica della Rivelazione biblica,... e va giudicata in base a tale criterio. Ogni mistica cristiana genuina è per colui che la media al servizio della parola di Dio; essa non è perciò in primo luogo «esperienza» o «stato», bensì trasmissione di una Verità e messaggi contenutistici e oggettivi indipendentemente dall'uomo e, quindi non enucleabili da alcuno stato né identificabili con alcun stato». (20).
Le seguenti conclusioni sono state tratte dopo tre anni di studi sui fatti, i protagonisti e gli ambienti di questi ultimi. Tutte le conclusioni sono documentabili, sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista medico, sia dal punto di vista pastorale.
1) Le indagini psicologiche permettono di escludere con certezza la frode e l'inganno da parte di tutti i veggenti.
2) Secondo gli esami medici si può escludere con certezza che si tratti di allucinazioni patologiche.
3) Secondo le indagini psicologiche e mediche si deve escludere una spiegazione puramente naturale di questi fenomeni.
4) Secondo le osservazioni documentabili non è possibile ritenere una spiegazione di questi fenomeni che sia di ordine preternaturale ossia di origine diabolica.
5) Secondo le osservazioni sempre documentabili c'è corrispondenza sia sotto l'aspetto medico che l'aspetto pastorale con i fenomeni descritti abitualmente nella teologia mistica.
6) Secondo informazioni sicure si può parlare con certezza di progressi spirituali e morali per i «veggenti» dall'inizio di questi fenomeni sino ad oggi.
7) Non si può trovare un insegnamento scaturito da queste «rivelazioni» che sia in contraddizione con la Fede o la morale cristiana.
8) Dopo più di quattro anni nessuno può negare i frutti spirituali buoni su tutto il popolo di Dio coinvolto in questi fenomeni.
9) Non si può ritenere che sia nato intorno a questi fenomeni qualche movimento nella Chiesa che sia in contraddizione con la Fede o la morale cristiana.
10) Quindi secondo la prassi abitualmente usata in casi simili nella Chiesa non si può rifiutare per adesso il «nihil obstat» alle devozioni e alle manifestazioni pubbliche di culto osservando con grande cautela e prudenza pastorale l'evolversi della situazione in modo da poter arrivare, una volta terminati questi fenomeni, alla conclusione sulla Verità e il carattere soprannaturale di cedesti fatti.



DISPOSIZIONI DEL MAGISTERO SULLE APPARIZIONI DI PAPA BENEDETTO XIV

1. Il veggente ha desiderato avere delle visioni? Ha cercato di provocarle? (questo prima dell'inizio dei fenomeni)
2. Ha ricevuto dal suo direttore spirituale consigli di comunicare con delle persone colte e pie? Ha parlato a tutti, senza discernimento?
3. Ha praticato l'obbedienza verso i suoi maestri spirituali? Ha fatto progresso nell'amore di Dio e nell'umiltà?
4. Gode normalmente di pace e di serenità di coscienza? Ha il desiderio di perfezione?
5. Sceglie le persone credulone o quelle che lo contraddicono? Ama le persone che lo adulano?
6. Le sue guide spirituali hanno da rimproverare un vizio palese? In particolare la vanagloria?
7. Ha ricevuto da Dio la promessa che le sue richieste ragionevoli e legittime saranno esaudite? Ha ottenuto grandi grazie dopo averle chieste con fiducia e certezza?
8. Quelli che lo avvicinano, supponendo che la loro perversità non sia un ostacolo all'azione della grazia, sono incoraggiati ad amare Dio e la virtù?
9. Queste visioni hanno luogo dopo preghiere ferventi o dopo la Santa Comunione? Hanno fatto desiderare di soffrire per la gloria di Dio?
10. Il veggente fa penitenza nel suo corpo? E' felice spiritualmente delle prove? Nella contraddizione e nell'amore di Dio?
11. Ama essere in disparte? Sfugge la società mondana? Si sta spogliando dei vincoli naturali?
12. I Teologi non hanno trovato niente in queste visioni che fosse contrario alle regole della Fede? O che fosse reprensibile sotto un altro aspetto?

Questo capitolo è la sintesi teologica fatta in collaborazione con l'assistente spirituale dell'A.R.PA. su rapporti di docenti universitari e presuli di oltre 10 nazioni.
Non ha altro scopo che mettere i risultati di questi studi a disposizione del magistero autentico della Chiesa, in piena docilità filiale e fiduciosa, senza voler fare pressione su nessuno, e confidando in Maria Madre della Chiesa.

NOTE:

(l) (Gen. 18/1)
(2) (22/6 s.)
(3) (Alt. 7/55)
(4) (Att. 11/5)
(5) (AH. 16/9)
(6) (Pastore di Erma)
(7) (Rene Laurentin in Nuovo dizionario di Mariologia Ed. Paoline 1985, art. Apparizioni)
(8) (Santa Brigida, San Tommaso d'Aquino, S. Ignazio di Loyola, S. Teresa D'Avila, S. Giovanni della Croce, S. Caterina da Siena, S. Giovanna d'Arco, S. Margherita Maria etc.).
(9) (Es. Enc. Fulgens corona di Pio XII 1953, Enc. Le Pélerinagede Lourdes, Pio XII, 1957, viaggi a Fatima e Lourdes di Paolo VI, e Giovanni Paolo II).
(10) (Gaudium et Spes, n° 11, Con. Val. II).
(11) (Con. Val. I. D.S. 3004 - Con. Vat. II. Dei Verbum, n°6)
(12) (Con. Vat. I. D.S. 3005 - Con. Vat. II Dei Verbum, n° 6)
(13) (Regola d'Oro della Dottrina della chiesa, Ed. Ftà SS. V. Maria ROMA - 1985).
(14) (1 S. Giov. 4, 1 s.)
(15) (C.F. S. Atanasio «Vita di S. Atanasio» P.G. 26)
(16) (S. Mat. 7,15 e s.)
(17) (Benedetto XIV «De Servorum Dei Beatificatione 1, III. C. not, n° 12).
(18) («Secondo tutti gli autori di Trattati sulla vita mistica, soprattutto nei casi di grazie «gratis datae», bisogna che si verifichi un indirizzo generale buono il quale evidentemente non esclude le piccole mancanze e i difetti naturali della persona. » Garrigou - Lagrange «Les Trois Ages de la Vie Intérieure» T. II pag. 755 Ed. CERF Parigi 1938)
(19) («Non è impossibile che qualche errore si mescoli poiché i santi stessi possono attribuire allo Spirito Santo ciò che procede dal loro proprio essere o interpretare male il senso di una rivelazione divina». Come l'insegna S. Tommaso d'Aquino -11° Ilae. q. 173 a. 4,e. -Garrigou- Lagrange O.P; Cit. pag. 756).
(20) (Hans Urs von Balthasar in «L'Apocalisse» di Adrienne Von Spyr Ed. Jaca Book Milano 1983 pag. 12).