MaM
Messaggio del 2 novembre 2011:Cari figli, il Padre non vi ha lasciato a voi stessi. Il suo amore è immenso, l’amore che mi conduce a voi per aiutarvi a conoscerlo, affinché tutti, per mezzo di mio Figlio, possiate chiamarlo “Padre” con tutto il cuore e affinché possiate essere un popolo nella famiglia di Dio. Ma, figli miei, non dimenticate che non siete in questo mondo solo per voi stessi e che io non vi chiamo qui solo per voi. Coloro che seguono mio Figlio pensano al fratello in Cristo come a loro stessi e non conoscono l’egoismo. Perciò io desidero che voi siate la luce di mio Figlio, che voi illuminiate la via a tutti coloro che non hanno conosciuto il Padre - a tutti coloro che vagano nella tenebra del peccato, della disperazione, del dolore e della solitudine - e che mostriate loro con la vostra vita l’amore di Dio. Io sono con voi! Se aprite i vostri cuori vi guiderò. Vi invito di nuovo: pregate per i vostri pastori! Vi ringrazio.

PRIMI STUDI MEDICI

29/06/2016    1996     Dossier scientifici    Dossier  Veggenti 
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INDAGINI MEDICHE DURANTE L'APPARIZIONE Dr. Maria Federico Magatti

I cinque veggenti di Medjugorje, sono stati esaminati da parecchi medici, con l'intento di capire, dal punto di vista scientifico, il fenomeno delle apparizioni.
Anch'io pur timorosa e conscia della mia limitatezza umana e scientifica, quando ho potuto essere presente nella cappella delle apparizioni, non ho esitato a sottoporre i cinque ragazzi ad una indagine neurologica necessariamente rapida e sommaria, data la brevità dell'apparizione.
Bisogna ricordare che i riflessi della sensibilità generale sono indispensabili alla nostra vita di relazione. Da un lato si ha la coscienza lucida con l'integrità riflessica, dell'individuo vigile, completamente funzionante e, all'estremo opposto, come negli stati di perdita di coscienza (il coma) si ha la totale perdita di contatto con il mondo e l'estinzione di tutta l'attività riflessa normale.
Questa rapida premessa, strettamente medica, ci è utile per capire il significato di quanto ho voluto valutare. Usando un termine non perfettamente scientifico, il momento della visione può essere descritto come un'estasi, quindi come una perdita completa di rapporti con il mondo che li circonda. E' quindi interessante valutare la sensibilità, durante questa transitoria "assenza", e ciò è stato fatto.
Durante le apparizioni del 3 e 4 febbraio e del 22 marzo 1984, ho personalmente sottoposto i "veggenti" ad una indagine clinica, per valutare la loro sensibilità e la loro reattività a stimoli sensori, tattili, luminosi e dolorifici.
I ragazzi sono stati perciò stimolati in vario modo: pizzicati, chiamati, toccati, senza però che essi manifestassero alcuna risposta allo stimolo, anche di tipo doloroso.
Si deve tuttavia rilevare l'integrità e la conservazione del riflesso dell'ammiccamento poiché i ragazzi, durante i momenti del colloquio con la Vergine, ammiccano spontaneamente.
Dati significativi si sono ottenuti studiando il tono muscolare e la postura: durante l'apparizione i ragazzi sono in ginocchio con le mani giunte ed il volto e lo sguardo fisso ad un medesimo punto. Sollevando l'arto superiore di uno dei ragazzi (Ivan per la precisione) si osserva assenza di resistenza, ma quando l'arto viene abbandonato, anziché cadere pesantemente, torna nella posizione di partenza, come per un movimento volontario.
La stessa osservazione, ancor più significativa è stata fatta sollevando il piccolo Jakov che stava inginocchiato durante l'apparizione. Gli arti inferiori hanno assunto la posizione verticale, come «a penzoloni», quasi senza controllo muscolare. Quando poi lo abbiamo appoggiato nuovamente sul pavimento, il bambino ha spontaneamente riacquistato la posizione genuflessa.
Durante l'apparizione non si osserva né sudorazione né lacrimazione.
La sola attività motoria spontanea, e quindi «volontaria», presente in quei momenti è il movimento delle labbra, che rivela il colloquio in atto fra la Vergine ed i veggenti.
Da tutti questi dati si deduce la assoluta normalità di atteggiamento dei veggenti, nonostante la completa mancanza della coscienza relazionale, ovvero della possibilità di stabilire rapporti con il mondo esterno.

I TRE SINCRONISMI - Dr. Luciano Cappello

Sono stato personalmente presente a Medjugorje nella stanzetta dove avvengono abitualmente le apparizioni, nei giorni 5-6 febbraio e 23 marzo 1984.
Ho avuto modo di osservare il comportamento di Ivan, Jakov e Marija per 3 volte distinte, di Vicka per 2 volte, e di Ivanka per una volta sola.
Posso in coscienza affermare di non aver riscontrato alcuno stato di agitazione psichica e tanto meno motoria. Non ho rilevato alcun segno di condizionamento psichico se non quello che i veggenti riferiscono conseguente alla visione dell'Apparizione. In particolare i ragazzi sono entrati nella cappella normalmente e semplicemente, come per qualsiasi altra attività della loro vita quotidiana, riconoscendo e salutando con tratto assolutamente spontaneo e familiare alcuni di noi che precedentemente avevano incontrato e conosciuto; con disinvoltura maggiore (Vicka) o minore (Marija e Ivan), in conformità al loro naturale temperamento.
Così pure al termine dell'apparizione si sono accomiatati con molta semplicità da chi si avvicinava loro per salutarli.
Durante l'apparizione ho avuto modo di constatare la pressoché assoluta estraneità dall'ambiente esterno di Vicka a cui ho rilevato il polso, risultato appena più frequente, ho controllato il respiro (normale), ho tastato la fronte che è apparsa fresca. Durante tale rilevazione Vicka non ha dato il minimo segno di reazione a quanto le veniva fatto.
Sempre durante la stessa apparizione, ho sollevato da terra in maniera improvvisa, afferrandolo sotto le ascelle il piccolo Jakov, per un'altezza di circa 15 cm., Jakov non ha offerto la minima resistenza, se non quella imposta dalla gravita, non ha avuto reazione di ricerca dell'equilibrio sia all'inizio del sollevamento che al riposizionamento in ginocchio, quasi che tale posizione fosse per lui quella di suo massimo rilassamento e secondo gravita. L'atteggiamento esteriore ed il comportamento non mi sono parsi tradire alcun condizionamento imposto di recente o da lunga data.
In tutti i veggenti non ho riscontrato alcun tipo di frustrazione o di ricerca di secondo fine. Mi sono invece sembrati discreti, ordinati, composti, puliti, accurati nel loro modo di vestire, di procedere, di parlare, in assoluto rispetto dell'ambiente nel quale erano ospitati.
Ho poi potuto colloquiare indirettamente (cioè attraverso il traduttore) con Jelena, ragazza di circa 11 anni, e Marjana di 12 anni, che hanno ricevuto il dono della «locutio interna».
L'allineamento con giovani della loro età mi è sembrato totale.
Presenziando a più riprese alle apparizioni di Medjugorje come avvengono oggi nella cappellina adiacente all'altare maggiore della chiesa parrocchiale, ho potuto evidenziare «tre sincronismi» che hanno una certa importanza per una valutazione razionale dei fatti.




Il primo sincronismo: i ragazzi cadono in ginocchio.



Il primo sincronismo si realizza quando i ragazzi, dopo aver iniziata la preghiera del «Padre nostro», senza alcun comando percepibile dall'esterno - comando che potrebbe essere un segno luminoso, un segnale acustico, un cenno di intesa - tutti contemporaneamente cadono in ginocchio.
Inizia così la fase del «black-out» sonoro: mentre infatti prima le loro preghiere erano percepibili acusticamente, da quel momento non si odono più, benché i ragazzi continuino a pregare. Si ha cioè la perdita dell'effetto acustico della parola, pur conservandosi l'effetto mimico della parola nel senso che i ragazzi continuano a muovere le labbra e ad atteggiare il viso conformemente a sentimenti di gioia o di tristezza. L'unico effetto sonoro che si percepisce in questa fase è lo sciacquio delle labbra, che risulta bene evidente in una registrazione su videocassetta fatta da dei tecnici di Legnano.
Volendo analizzare a fondo questo sincronismo possiamo dire che, teoricamente, potrebbe essere il frutto di una intesa tra i ragazzi, nel senso che essi si sarebbero potuti accordare sulla parola con la quale cessare la recita del «Padre nostro».

Secondo sincronismo: la ripresa dell'effetto sonoro.


Il secondo sincronismo - che ha decisamente molta importanza -consiste nella contemporanea ripresa dell'effetto sonoro.
Esso è importante, perché segue ad un intervallo di tempo che varia da apparizione ad apparizione, un intervallo cioè di durata non costante, per misurare il quale ci sarebbe bisogno di un cronometro. Contemporaneamente, e senza nessun comando che derivi dall'esterno, i ragazzi riprendono l'effetto sonoro della parlata sempre con le parole: «... che sei nei cieli»; essi infatti dicono che, quando la Madonna inizia da sola la recita del «Padre nostro», essi lo continuano con Lei, dicendo: «che sei nei cieli, ecc.». Di questo secondo sincronismo non si vede proprio quale possa essere la causa naturale, essendo di fatto impossibile ai ragazzi prendere un accordo previo.

Il terzo sincronismo: i ragazzi salutano la Madonna.

Il terzo sincronismo si ha quando i ragazzi, dopo un intervallo di tempo che varia da apparizione ad apparizione, tutti insieme salutano la Madonna che - come essi dicono - sublima verso l'alto.
In questo momento tutti i ragazzi, con assoluto parallelismo dello sguardo, innalzano contemporaneamente gli occhi al ciclo, come se seguissero un punto, visibile solo a loro, che si leva in alto. Ripeto: non c'è uno sguardo che si innalza prima e uno che si innalza dopo ma, come si vede anche da videoregistrazioni, la contemporaneità e il parallelismo di questo gesto sono assoluti.
Qualche volta (ma non sempre) il levarsi degli sguardi in alto è accompagnato dalla parola «Ode!», «Se ne va!», pronunciata o da un solo veggente o da più veggenti insieme.
Riteniamo che la parola «Ode» non può fungere da segnale, perché talvolta manca e talvolta è detta contemporaneamente da più veggenti, e tale contemporaneità ha appunto bisogno di essere spiegata.

Conclusioni.

Se il primo sincronismo potrebbe essere (dico «potrebbe essere», non «è») spiegato con cause «naturali», il secondo e il terzo (specialmente il secondo) non sono spiegabili naturalmente e rimandano a cause da noi non percepibili, ma percepite solo dai ragazzi in stato di estasi.

TEST DI HOLTER - Dr. Mario Botta

Sono stato per la prima volta a Medjugorje i giorni 8 e 9 dicembre 1983 e ho potuto assistere a due apparizioni durante le quali ho potuto procedere ad alcuni esami medici.
Personalmente ho accertato sui veggenti Vicka, Marija, Ivan, Ivanka e Jakov, ad apparizione in atto, che la frequenza cardiaca si mantiene del tutto normale; il polso, valutato palpatoriamente, è normosfigmico e tali parametri non subiscono variazioni significative per tutta la durata della apparizione stessa.
Un particolare ritengo degno di nota: Ivan aveva le mani giunte verso il basso e il cinturino dell'orologio cadeva proprio sopra il punto del polso dove abitualmente si rilevano le pulsazioni della arteria radiale; ebbene io ho cercato di rialzare l'orologio, allontanandolo dalla mano, per farmi spazio così da poter palpare il polso. Nel fare ciò, io ho avuto netta sensazione che Ivan non avvertisse affatto questa mia manovra. Il ragazzo, veggente, era privo di ogni reazione, sembrava che io stessi facendo questa manovra (l'espressione è brutta ma rende) su un cadavere, tale era la sua insensibilità. Il polso però si manteneva regolare per l'età.

La seconda volta che fui a Medjugorje, il 5 e il 6 febbraio 1984, sono stato presente a due apparizioni. Una sola volta, il 6/2 (in quanto il 5/2 mi sono occupato di filmare il fatto) ho assistito con ottica medica e ho constatato nei veggenti, questa volta ancora con rilievi clinici, non strumentali, parametri cardiocircolatori praticamente sovrapponibili nella loro normalità, a quelli già osservati durante il mio primo viaggio; inoltre la stimolazione dolorifica (pizzicotto) non provocava reazioni, e normale appariva anche la frequenza respiratoria.

La terza volta sono stato a Medjugorje il 23 e 24 marzo 1984. Io ho presenziato ad una apparizione il giorno 23/3 in quanto l'indomani, giorno in cui aveva luogo la 999 apparizione, sono rimasto con mia moglie e mia figlia in Chiesa.
Mi premunii per questo viaggio di un apparecchio cardiocorder (mod. Cardioline) per eseguire su un veggente un test di Holter (registrazione in continuo nel tempo del ritmo cardiaco). D'accordo con il francescano Padre Tomislav Vlasic, che spiegò in croato al ragazzo la finalità documentativa dell'esame, io applicai l'apparecchio al veggente Ivan, circa 10 minuti prima dell'apparizione, in sacrestia, e lo staccai al termine della Santa Messa (non più tardi, come io avrei invece voluto, in quanto il ragazzo mi disse che così desiderava, dovendosi recare la notte sul monte della Croce a pregare). Il tracciato, che qui viene riprodotto, documenta la presenza, prima, durante e dopo l'apparizione, di un ritmo sinusale; la frequenza cardiaca, come si può desumere dalla intera registrazione, è variabile fra 74 e 110 battiti/minuto. P-Q 0,12.



STUDIO ESEGUITO IL 15 APRILE 1984 - Prof. Dr. Anna Maria Franchini

Il 5 aprile 1984 a Medjugorje - Bosnia Erzegovina - Jugoslavia - nella chiesa parrocchiale di San Giacomo Ivan Dragicevic, Vicka Ivankovic, Marija Pavlovic e Jakov Colo entrano nella cappella antistante la sagrestia, poco prima delle 19, ora legale. Ivan solleva il braccio destro in un gesto di leggero disappunto. Tutti i ragazzi hanno un'espressione raccolta ed attenta ed i loro occhi non divagano. Si mettono in piedi di fronte al crocifisso, sul quale converge il loro sguardo.
Recitano delle preghiere in croato. Poco dopo si inginocchiano simultaneamente, con uno scarto di decimi di secondo l'uno dall'altro, in un movimento rapido ed armonico di entrambe le ginocchia, e guardano con la massima attenzione verso il crocifisso, senza alcuna deviazione di sguardo.
E' il momento della «apparizione». Vicka sorride con un movimento complesso dei muscoli del viso; anche Jakov sorride e le loro labbra si muovono rapidamente senza emettere alcun suono udibile. Infine sollevano lo sguardo più in alto (Jakov alza anche il mento) e dicono in croato «ode» (se ne va). Poi subito si rialzano e ritornano in chiesa a pregare con molta intensità.
La mia impressione è stata di un gruppo dove ciascuno è indipendente ed assume atteggiamenti propri, ma tutti sono intensamente attratti verso un oggetto esterno, che polarizza la loro attenzione ed il loro interesse ad un livello di intensità che non ho ' mai visto prima e che caratterizza secondo me la singolarità dell'esperienza. La autentica semplicità dei ragazzi la rende evidente. Su tutto rimane il sigillo del segreto, il mistero dell'inconoscibile.