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Messaggio del 25 agosto 2003:Anche oggi con gioia vi invito: io oggi vi ho dato un messaggio, iniziate a viverlo con gioia. Grazie, cari figli, per aver risposto alla mia chiamata!

Le apparizioni di Maria Rosa Mistica: la giovinezza di Pierina Gilli (1911-1944)

15/09/2016    5737     Maria Rosa Mistica    Apparizioni  Fontanelle  Montichiari  Pierina Gilli  Rosa Mistica 
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Pierina Gilli nacque il 3 agosto 1911 a Montichiari (Brescia), in località S. Giorgio e morì quasi ottantenne il 12 gennaio 1991 ancora a Montichiari in località Boschetti.

Il padre, Gilli Pancrazio, era contadino. La madre, Bartoli Rosa (morirà nel 1962) allevò nella povertà e nel timor di Dio nove figli avuti da un primo (tre figli) e da un secondo matrimonio dopo la morte del primo marito nel 1918 in conseguenza della prima guerra mondiale.

Scrive Pierina nel suo diario:

"Io fui la prima di nove figli, io la prima a godere la gioia, la felicità, le carezze dei miei genitori. Il giorno 3 agosto 1911 fu l'alba della mia venuta terrena, e battezzata il 5, festa della Madonna della Neve; in detto giorno la mamma mi consacrò alla vera Mamma del Cielo. affinché la sua materna protezione mi conservasse bianca e pura come la neve. Quante volte la mia cara mamma me lo ripeteva, per spronarmi ad essere buona e a non fare capricci, che io ero stata consacrata alla Madonna e perciò dovevo amarla tanto".

Nulla di straordinario nella fanciullezza di Pierina. Tuttavia apparteneva alla categoria delle anime privilegiate dal carisma di rivelazioni private; anime caratterizzate dalla semplicità, dalla povertà e dalla sofferenza.

Sofferenze che per Pierina furono dapprima connesse con la povertà e la salute cagionevole, e poi divennero laceranti, pagando in prima persona per il messaggio affidatole da Maria "Rosa Mistica": preghiera, sacrificio, sofferenza.

La prima grande sofferenza fu quando a sette anni vide tornare il padre stremato dalla prigionia alla fine della prima grande guerra. Era tornato non per essere la gioia della famiglia, ma per morire poco dopo all'ospedale.

Dal 1918 al 1922 visse nell'Orfanotrofio delle Ancelle della Carità dove a otto anni ricevette la prima S. Comunione. A undici anni, pur continuando a frequentare la quarta elementare, dovette tornare in famiglia: la madre per responsabilità verso i figli si era risposata ed un nido di bimbi aveva bisogno delle cure della sorella maggiore.

Quando Pierina aveva dodici anni la povertà costrinse la famiglia a traslocare in un altro cascinale in coabitazione con un'altra famiglia. Fu qui che la sua purezza fu esposta ad insidie che la fecero immensamente soffrire, ma che superò per un intervento evidente della grazia divina.

Il padre dell'altra famiglia quando trovava sola la ragazza ormai dodicenne le usava attenzioni che ben presto rivelarono le sue vere intenzioni. Pierina non voleva dirlo alla mamma per non provocare discordie tra le due famiglie. Dall'altra parte la mamma con i bambini nei pomeriggi restava nella stalla a sferruzzare e a cucire come usavano i contadini, e mandava Pierina in cucina ad accendere il fuoco e a preparare la cena.

La povera figliola da una parte temeva d'incontrare da sola quell'uomo, e dall'altra parte non volendo obbedire si esponeva a rimproveri e anche a busse, passando per disubbidiente e ostinata. Un giorno, credendo che l'uomo fosse lontano, si portò in cucina cantando le litanie della Madonna, quando improvvisamente si sentì afferrata alle spalle e gettata a terra. Con uno sforzo sovrumano e invocando la Madonna riuscì a svincolarsi e a fuggire, mentre si sentiva minacciare: "Se parli ti uccido!"

Ancora terrorizzata disse tutto alla mamma che la baciò in fronte, come a riparazione per averla trattata da disubbidiente, e per l'avvenire s'impegnò a vigilare, evitando a Pierina le incombenze in cui si sarebbe trovata sola. Fu in quell'occasione che a Pierina per la prima volta nacque il proposito di farsi suora. Ma l'adolescenza non è l'età delle decisioni definitive. Pierina nel suo diario descrive con semplicità la crisi che ebbe ad attraversare verso i diciassette anni, quando frequentava lo stabilimento. La preghiera non era più l'intima sua consolazione; trascurava le pratiche di pietà. Specialmente era dominata dalla vanità, illudendosi di essere ammirata per il vestito e il portamento. Una collana di corallo bianco regalatale da una zia, dopo essere stata lo sfoggio di una giornata di festa, fu l'occasione di un profondo rimorso. Aiutata dai consigli severi del confessore, superò quella crisi. La collana trasformata in corona del rosario rimase per tutta la vita di Pierina il ricordo dell'impegno di essere tutta del Signore.

Ma un'altra prova l'aspettava. A diciotto anni fu impiegata all'Asilo Comunale come assistente dei bambini. Il lavoro era abbastanza stimato e dopo qualche tempo Pierina ebbe una proposta di matrimonio da parte di un giovane onesto e ben intenzionato. Il confessore volle mettere alla prova Pierina, affermando che quella era la sua strada. Per Pierina furono due mesi di intimo tormento, perché sentiva di non essere fatta per il matrimonio e che il Signore la voleva tutta per se. Finalmente il confessore le disse il suo vero pensiero, confermandola nella sua vocazione.

A vent'anni Pierina stava per coronare il proprio desiderio ed essere accettata tra le postulanti delle Ancelle della Carità, quando fu colpita da pleurite, seguita da lunghi mesi di convalescenza. Dopo di che non era in condizione di poter entrare fra le postulanti, alle quali era richiesto un lavoro impegnativo. Trovò invece un lavoro adatto alle sue forze a Carpenedolo come domestica del sacerdote, Don Giuseppe Brochini che aveva la mamma ottantenne e cieca. Rimase in quel servizio fino all'età di 26 anni (dal 1931 al 1937). Furono per lei anni sereni, unita al sacerdote e all'anziana madre nella preghiera, nella meditazione, nella lettura spirituale.

Alla morte della madre del sacerdote, volle licenziarsi per seguire la sua vocazione. Ma ancora non fu possibile per la malferma salute.

In seguito rimase per due anni come inserviente a Brescia nella Casa di Cura "Villa Bianca" con le Suore della Carità di S. Antida Thouret.

A 29 anni, non sentendosi adatta al servizio nel reparto degli uomini, si licenzia ed ottiene di essere assunta all'Ospedale Civile di Desenzano del Garda, dove prestano servizio le Ancelle della Carità. Vi passa quattro anni, gli anni della guerra, in relativa serenità.


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Fonte: Maria Rosa Mistica Madre della Chiesa. Le apparizioni della Madonna a Fontanelle Montichiari. (Enrico Rodolfo Galbiati) ed. Ares