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Messaggio del 19 giugno 1986:Cari figli, in questi giorni il mio Signore mi ha permesso di ottenervi molte grazie. Per questo, cari figli, desidero invitarvi di nuovo a pregare. Pregate continuamente, così vi darò la gioia che il Signore dona a me. Con queste grazie, cari figli, desidero che le vostre sofferenze diventino gioia. Io sono vostra Mamma e desidero aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

“Il mio viaggio in cielo accanto alla Madonna”. Il desiderio della piccola Sara Matteucci

04/12/2023    579     Testimonianze su Medjugorje    Testimonianze 
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Tutta la breve vita di Sara Matteucci (1978-1985) è caratterizzata da un legame privilegiato con la Madonna, verso la quale si sente fortemente attratta.

Lo racconta Roberto Mazzoli in “Sara Matteucci – Il mistero della fede bambina” (Edizioni San Paolo).


L’affidamento alla Vergine del Pelingo

Quello tra la bambina di Padiglione di Tavullia (Pesaro), morta in odore di santità, a soli 7 anni per un cancro, e la Vergine, è un amore evidentemente reciproco, come spiegano i genitori di Sara, Anìce e Angelo.

Infatti, al compimento dei suoi tre mesi, mamma e papà decidono di ringraziare il Signore per il dono della figlia, recandosi a pregare nel santuario della Vergine della Misericordia del Pelingo, nei pressi di Urbino. Entrati in chiesa depongono la piccola sull’altare per affidarla alla protezione della Madonna.

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Quella “confessione” a mamma Anice

Sara ha una predilezione speciale per la Madonna, che lei mette prima di tutto e di tutti, perfino prima di sua mamma Anìce. «Un giorno siamo sole in casa e parliamo di Gesù; a un tratto Sara mi chiede: “mamma, lo sai che io ti voglio tanto bene; ma se ti dico che ne voglio un po’ di più alla Madonnina che a te, ti offendi?”. No amore» rispondo, «no di certo, perché tutti dobbiamo volere più bene alla Madonna che è la mamma di tutti noi! A queste parole negli occhi di Sara si accende una luce bellissima di gioia: era la risposta che voleva sentire…».

“Ha sempre in mente il suo viaggio in cielo”

È talmente grande l’amore che Sara ha per la Madonna che Anìce arriva a scrivere:

    «Ha sempre in mente il suo viaggio in cielo, il suo posto accanto a Maria e spesso non riesco più a sentirla completamente come figlia mia, nel senso di possesso, come la maggior parte delle mamme fanno. Io che stravedo per questa bimba, che è tutta la mia gioia di vivere, eppure a volte ho la sensazione di dividerla con colei che è la Mamma di tutti e spesso non oso chiedere la grazia della sua guarigione, perché non sono sicura che questa deliziosa creatura ci appartenga. Mi sembra quasi di fare violenza a lei che desidera così tanto il cielo. Mi sembra di chiedere troppo alla Madonna, perché Sara è una sua creatura e a noi l’ha solo prestata».

L’incontro con Maria al Trebbio di Montegridolfo

La piccola si reca spesso all’ospedale Sant’Orsola di Bologna per le cure. Ogni volta che lo fa, chiede di poter iniziare il viaggio con una sosta al santuario della Madonna delle Grazie al Trebbio di Montegridolfo, un paesino già in Romagna, ma ad appena tre minuti di auto da casa sua.

Qui si conserva la macina da frantoio con l’impronta dei piedi della Madonna dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria si posò scendendo dal cielo per apparire a due umili persone nel 1548.

A Sara piace tanto incontrare la sua Madonnina in questo piccolo santuario e il suo passaggio qui si fa talmente frequente che il parroco, don Carlo Emidio Bilancioni e la perpetua Fermina, diventano suoi amici e spesso sostano davanti al Santissimo a pregare insieme a lei.

I pellegrinaggi alla Santa Casa di Loreto

Anche dopo la sua morte, una piccola foto di Sara, su richiesta di don Emidio, rimarrà sempre nel santuario accanto all’altare maggiore, proprio sotto l’immagine della Madonna.

Un altro luogo molto caro a Sara è la santa Casa di Loreto, da sempre meta di pellegrinaggio della famiglia Matteucci.

Ogni volta che entra nella grande basilica lauretana si commuove dalla felicità: «È bello pregare qui perché questa è proprio la casina dove è nata la Madonnina».

L’ultima speranza: il miracolo

L’ultima estate è quella del 1985. Sara la trascorre quasi tutta all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove appare sempre più evidente che le cure hanno fallito. Anìce ricorda che ormai, con le altre mamme, l’argomento di conversazione riguarda solo la preghiera e l’ultima speranza possibile rimasta: il miracolo.

«Un giorno» racconta, «stiamo parlando dei luoghi dove la Madonna è apparsa e siccome le bimbe stanno peggiorando, una mamma dice che avrebbe scelto di recarsi a Lourdes, perché è più vicino». Ma Sara prontissima ribatte: «Vorrei andare dove la Madonnina appare ora, in questo momento, non dove è già stata».

La tappa finale: Medjugorje

In quel periodo si sentiva molto parlare dei fenomeni mariani a Medjugorje, e se pure tra molte difficoltà a causa delle condizioni di salute di Sara, i genitori riuscirono a portarla in pellegrinaggio in quel luogo, dove la Madonna «sta in questo momento».

In realtà mentre Sara aveva il desiderio di entrare in contatto con la Madonna, Anice e Angelo speravano in un miracolo. Sono due gli incontri con i veggenti a cui partecipa Sara. Breve quello alla presenza di Mirjana, più lungo e intenso quello con Vicka.

«L’autista prende Sara nostra figlia in braccio ed entra in casa di Vicka, l’apparizione dura oltre cinque minuti, un tempo un po’ eccezionale in quel periodo, e noi non sappiamo cosa può essere successo. All’uscita l’autista ha cambiato completamente atteggiamento, tanto che, chiede a Sara due corone del rosario per le sue due bambine e non esita a metterne una allo specchietto del pullman… non si può immaginare la gioia di Sara». Forse per lui è avvenuto il miracolo della conversione? Per la famiglia Matteucci invece la tanto sospirata richiesta di guarigione non arriva anche se «né io né Angelo riusciamo esplicitamente a domandare quella grazia per la quale siamo partiti con tanta speranza» ricorda Anìce, «e ci sentiamo turbati e strani».

Il disegno di Dio

Sono giorni particolari, caratterizzati da sentimenti molto forti e coinvolgenti. Proprio a Medjugorje i genitori di Sara si ritrovano a comprendere che la loro bambina è un dono di Dio e che appartiene a lui.

Un disegno che va al di là dei loro progetti e che deve essere rispettato ma che necessita della stessa fiducia che ha avuto Abramo di fronte alla richiesta del sacrificio di Isacco. Nella prova più difficile Anìce ed Angelo intuiscono il progetto di bene che Dio ha per Sara. Ora si sentono accompagnati dalla Madonna che li prende tutti e tre per mano come figli.


Fonte: https://it.aleteia.org/2020/06/01/sara-matteucci-cancro-madonna/