MaM
Messaggio del 16 giugno 1987: Figli cari! Il mio cuore è pieno di grazia e di amore. Il mio cuore è il dono che offro a voi. Siate uniti! Pregate insieme! Amatevi l’un l’altro! Solo così realizzerete quello che Gesù vi chiede. E’ necessario che preghiate e che riconosciate Gesù in tutto ciò che succede attorno a voi. In questi giorni voi state aspettando qualcosa, come il passaggio dalla prima alla seconda classe. Cari figli, finora vi ho istruito io. D’ora in poi cercherete voi di testimoniare me con la vostra vita. Pregate affinchè Gesù vi doni la pace che illuminerà i vostri volti e l’amore che porterete agli altri. Io vi benedico.

Mi credete?

13/06/2022    436     Testimonianze su Medjugorje    Suor Emmanuel 
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Lo scorso 27 aprile, un uomo partecipa alla Messa in francese a mezzogiorno. Si chiama Giovanni, vive nell’isola della Riunione (Oceano Indiano). La sera prima aveva fatto una testimonianza di conversione al suo piccolo gruppo di pellegrini e tutti ne erano rimasti sconvolti. Bisogna precisare che dopo aver ucciso un uomo, Giovanni era appena uscito di prigione. Ecco la storia: pur essendo di famiglia cattolica, Giovanni aveva abbandonato la pratica religiosa a 14 anni. Comincia con la droga, l’alcool, le cattive compagnie. Vive con la sua compagna, Jessica. Nel 2003, nel corso di un litigio violento con Gilberto, si sente minacciato e lo colpisce troppo forte. Gilberto muore sul colpo. Giovanni é condannato a 12 anni di prigione. Da parte sua, la compagna Jessica viene a Medjugorje nel 2008, e ne esce convertita. Al suo ritorno, insegna a Giovanni – che é sempre in prigione – la recita del Rosario. Durante i suoi anni di carcere, Giovanni si aggrappa al Rosario, non sempre facile per lui. Ma persevera e si rende conto che “la recita del rosario lo guarisce dai dolori che ha nel cuore ed in testa” (sue proprie parole). Diventa un assiduo lettore della Bibbia . Un’altra persona gli parla del Rosario e di Medjugorje. Esce di prigione il Venerdì Santo, 6 aprile 2012 e la prima cosa che fa é di confessarsi, dopo 17 anni di lontananza dallaChiesa. Poi chiede di far celebrare una Messa per il riposo dell’anima di Gilberto. Il suo più grande desiderio é di andare a Medjugorje. Alcune brave persone gli offrono il viaggio ed il 27 aprile scorso, Giovanni é fra noi alla Messa di mezzogiorno. Solo i pellegrini del suo gruppo lo conoscono e sanno da dove viene. Durante l’omelia, il celebrante fa qualche cosa di insolito: chiama Giovanni al microfono e gli domanda di illustrare con la sua testimonianza il racconto della conversione di San Paolo, che diventò cieco, fu guarito della sua cecità e aderì a Cristo. Giovanni dice qualche semplice parola e torna al suo posto. E succede la cosa più impensabile: in questa piccola cappella a 10.000 kilometri dall’isola della Riunione, quello stesso giorno, alla medesima ora, si trova anche la famiglia di Gilberto, l’uomo che Giovanni aveva ucciso! Vedendo Giovanni al microfono, come non riconoscerlo! Immaginate lo choc! Quel giorno lì, una volta ancora, il cielo si é aperto a Medjugorje, perché dopo la Messa, Giovanni e la famiglia di Gilberto si sono abbracciati e riconciliati piangendo. Piangevano di emozione e di gioia di aver riconosciuto Gesù e Maria che li avevano fatti uscire dall’inferno! Se non fossi stata presente a quella Messa, non avrei creduto a quanto é successo!

Fonte: https://sremmanuel.org/newsletter/15-maggio-2012/