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Messaggio del 21 dicembre 1984:Cari figli! Desidero che siate come un fiore che sboccia a Natale per Gesù, un fiore che non appassirà e che non cesserà di fiorire anche quando il Natale sarà passato. Desidero che i vostri cuori siano come i pastori di Betlemme davanti alla mangiatoia di Gesù

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita - Benvenuto nel sito Maria a Medjugorje


Cari figli! Sono con voi per dirvi che vi amo e vi esorto alla preghiera perché satana è forte e ogni giorno la sua forza è sempre più forte attraverso coloro che hanno scelto la morte e l’odio. Voi, figlioli, siate preghiera e le mie mani d’amore tese per tutti coloro che sono nelle tenebre e cercano la luce del nostro Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.


Cari figli, io sono con voi grazie all’amore misericordioso di Dio. Ed è per questo che, come madre, vi invito a credere nell'amore. L'amore che è comunione con mio Figlio. Con amore aiutate gli altri ad aprire i loro cuori per conoscere mio Figlio e per amarLo. Figli miei, l'amore fa sì che mio Figlio illumini i vostri cuori con la Sua grazia, cresca in voi e vi doni la pace. Figli miei, se vivete l'amore, se vivete mio Figlio, avrete la pace e sarete felici. La vittoria è nell'amore. Vi ringrazio!


"Non hanno più vino!" Quello che avviene a Cana di Galilea, avviene in ogni matrimonio. Esso comincia con entusiasmo e nella gioia, ma col passare del tempo questa gioia, questo amore, si consuma e - come il vino di Cana - viene meno. Ogni sentimento umano tende a bruciarsi e ad esaurirsi: l'abitudine è quel mostro che riduce in polvere tutte le cose belle. E sulla famiglia cala come una nebbia di tristezza e di noia. Come rimediare? Bisogna invitare il Signore nel proprio matrimonio. A Lui si può ricorrere quando comincia a mancare il vino, cioè l'entusiasmo e il sentimento. Gesù saprà  trasformare "l'acqua stagnante della routine" in vino nuovo, migliore di prima: più profondo e più duraturo, fatto di rispetto, di affetto, di comprensione e di perdono.

Don Nikola Vucic


Questo è quanto dobbiamo imparare bene sin dal­l'inizio: ascoltare la voce di Dio nel nostro cuore, per­ché, allora, nel silenzio del cuore, Dio parla. Poi, dal­la pienezza dei nostri cuori, la nostra bocca deve far scaturire la parola. Questo è il legame. Un Fratello della Parola deve essere tutto questo. Nel silenzio del cuore, Dio parla e voi dovete ascoltare. Poi, nella pie­nezza del vostro cuore, che è, infatti, pieno di Dio, pieno di amore, pieno di compassione, pieno di fede, la vostra bocca annuncerà . Questo è un vero Fratello della Parola. Ascoltate in silenzio, perché se il vostro cuore è pie­no di altre cose non potete ascoltare la voce di Dio. Ma quando avrete ascoltato la voce di Dio nella quie­te del cuore, allora il cuore sarà  pieno di Dio come la Madonna era piena di grazia. E poi, da quella pie­nezza del cuore la bocca trarrà  le parole.

Madre Teresa di Calcutta

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Articoli e Video

Omelia di fra Jozo Zovko - (Tihaljina, 8/12/1988)

"Non c'è nessuno di voi che non sia stato invitato alla Cena del Signore. Ma qualcuno di voi, forse, è tentato di comportarsi da ateo, di rimanere triste: "Non voglio sentire, sapere, ascoltare...". Ecco l'incontro che può guarirti, ecco la sorgente a cui puoi bere. Tu hai portato a Medjugorje il tuo cuore distrutto, rovinato, disordinato. Non conosciamo Gesù: Lui non desidera essere per noi un estraneo che ci accompagna verso casa, Lui desidera essere il Signore che apre i nostri occhi, Lui può darci quello che ha dato ai discepoli di Emmaus. La Chiesa vive da 2000 anni della sorgente dell'Eucaristia: oggi questo Mistero della Fede sarà celebrato su migliaia di Altari, la Chiesa vive di questo Pane, vive di queste mani che portano e offrono Gesù! Non c'è nessun cristiano che sia riuscito ad avere la fede, a ottenere la pace senza questo dono.

Ultime notizie

Entrambi ricordati dalla liturgia il 25 aprile, entrambi ressero la Chiesa di Alessandria. Tutto nacque da un incontro casuale tra l'evangelista e l'artigiano che portò l'allievo a seguire il maestro in vita e in morte. Fino a Venezia.
Guccini, Scanzi e Paolo Hendel nel 25 aprile di Loro Ciuffenna. Si canta "Dio è morto" e "Bella ciao". Un comizio contro la destra e contro la Meloni condito da volgarità. Ma il "teatro" è la Pieve di Gropina concessa dalla diocesi al Comune piddino senza riguardi per il culto. Cronache di una "messa civile" chiamata 25 aprile che usa la libertà per calpestare il sacro sotto gli occhi del vescovo.
12 aprile 1947, una grotta presso le Tre Fontane, a Roma: Maria appare all'eretico Bruno Cornacchiola, presentandosi come la Vergine della Rivelazione. È l’inizio di una mariofania straordinaria, non ancora riconosciuta dalla Chiesa, che tuttavia ha permesso il relativo culto.
Cinquant'anni dopo la denuncia dello scrittore russo riecheggia nelle parole del cardinale africano. Un monito contro la tentazione di assecondare l'ateismo "fluido", penetrato nella Chiesa, anche in vista del prossimo Sinodo.
Giovedì 11 aprile al Parlamento europeo è previsto il voto sulla risoluzione che intende includere l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. La cui modifica richiede però l’accordo di tutti gli Stati membri. Una mossa, dunque, per accattivarsi il favore delle lobby abortiste e che giunge al culmine di una lunga serie di risoluzioni per imporre l’aborto in tutta l’Ue.
Oggi inizia la novena alla Divina Misericordia.
Volgendo il pensiero all'eternità il cardinale tedesco morto venerdi scorso ripercorreva gli eventi della sua vita, vedendo nelle persone e nelle circostanze la mano benevola del Padre.
Di san Giuseppe il Vangelo non ci trasmette nessuna parola, ma ci parla dei suoi sogni, delle sue decisioni e azioni, compreso quel «lo chiamò Gesù». Dire quel nome ha significato accogliere il Figlio di Dio, servendo la sua missione di salvezza.
Dopo il voto dell’Assemblea Nazionale, pure il Senato francese dà il via libera all’inserimento del diritto all’aborto nella Costituzione. Esultano Macron e gruppi abortisti. E i vescovi lamentano l’attacco alla vita.
Nel Vangelo di questa domenica c’è il chiaro avvertimento che la verità di Cristo non s’incontra contando sul potere della ragione, ma nel farsi suoi umili discepoli. Seguendolo sulla via della croce, come tanti cristiani nei secoli.