MaM
Messaggio del 25 marzo 1993:Cari figli, oggi come mai prima d'ora vi invito a pregare per la pace: la pace nei vostri cuori, la pace nelle vostre famiglie e la pace nel mondo intero; perché satana vuole la guerra, vuole la mancanza della pace e desidera distruggere tutto ciò che è buono. Perciò cari figli pregate, pregate, pregate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Majcino selo - Villaggio della Madre

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“Nella semplicità, ognuno di voi diventerà simile ad un bambino, che è aperto all’amore del Padre.” Dal messaggio del 25.07.1996 Anni fa, al tempo della guerra civile in Bosnia-Erzegovina, Padre Slavko Barbaric diede vita al progetto "Majcino selo - Villaggio della Madre". L'idea originaria di Padre Slavko era di costruire a Medjugorje un villaggio per i bambini orfani di guerra. A quei tempi riuscì a destare l'entusiasmo di molti per questa idea e le prime case furono solennemente inaugurate e aperte già nel giugno 1985. Dobbiamo ringraziare la lungimiranza di Padre Slavko che già allora vide il futuro di questo progetto non isolato dall'educazione e dalla vita di questi orfani, tanto che oggi essi sono pienamente integrati nella vita del villaggio. Nella zona del villaggio del fanciullo furono aperti un asilo e un ambulatorio a cui hanno accesso tutte le persone della zona di Medjugorje. Così, a volte i bambini di Medjugorje frequentano l'asilo insieme ai bambini che sono accolti nel villaggio del fanciullo. Con gli anni i problemi dei bisognosi sono un po' cambiati.

Nel Villaggio della Madre, come già il nome fa capire, si può avvertire la presenza della mamma. In questo caso ci si riferisce in primo luogo alla Madonna. Ancora oggi, nel Villaggio della Madre molte persone ricevono un rapido aiuto. Il Villaggio si è ulteriormente sviluppato ed oggi è un'istituzione che funziona bene, guidata dai Padri della Provincia dell'Erzegovina.

Padre Svetozar Kraljevic è attualmente incaricato della guida del Villaggio della Madre. Gli abbiamo rivolto la seguente intervista



Padre Svetozar, qual’è secondo Lei il significato del Villaggio della Madre?
Ci troviamo qui nel Villaggio della Madre e non dobbiamo dimenticare che c'è alla base un grande lavoro iniziato da Padre Slavko. Quando parlo del Villaggio della Madre, voglio soprattutto sottolineare che fa parte della parrocchia di Medjugorje. Questo villaggio è sorto per iniziativa di Padre Slavko ed è stato fin dall'inizio sotto la protezione della provincia francescana dell'Erzegovina.

Sono orgoglioso di questo posto e del fatto che la Parrocchia di Medjugorje abbia un tale centro. Il nostro desiderio è poter offrire aiuto alle persone che cercano rifugio da noi. Se erano infelici, devono diventare felici, e se finora non avevano un rifugio, ora devono trovarne uno. Vogliamo che coloro che si sentono abbandonati e svantaggiati trovino qui tutto quello di cui c'è bisogno per una vita normale. Qui nel villaggio non cerchiamo di essere un padre o una madre. Non ho questa illusione, perché so che sono figure insostituibili. Ma per me è molto importante rendere possibile per queste persone una vita in cui si sentano bene e siano felici.

Lei ha aiutato Padre Slavko in questo progetto. È coerente con quello che Padre Slavko voleva realizzare?
Penso spesso come sarebbe se Padre Slavko venisse qui, e che cosa direbbe. Penso che sarebbe orgoglioso di noi e noi siamo orgogliosi di lui. Il Villaggio della Madre è stato un grande passo profetico. Questo passo è stato il primo e il più difficile, perché si sono dovute abbattere alcune barriere intellettuali. Ha dato a questa parrocchia una nuova dimensione di lavoro.

La parrocchia si preoccupa in modo particolare di annunciare agli uomini il Vangelo, con l'aiuto dei messaggi che riceviamo dalla Madonna tramite i veggenti.

Padre Slavko ha affidato alla parrocchia qualcosa di più, e cioè la preoccupazione per i poveri, per gli abbandonati, per coloro che devono ancora nascere, per quelli che sono feriti dal peccato. E in questo modo ha abbracciato l'essere umano nella sua totalità, così come la Chiesa si è sempre preoccupata dell'uomo nella sua totalità. Questo significa dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati e annunciare il Vangelo ai poveri. Proprio quello che accade qui. Qui il Vangelo viene annunciato a tutto il mondo. Il figlio più gravemente ferito trova qui benedizione e protezione.

Nel Villaggio della Madre, per quel che riguarda l'età, c'è una svariata molteplicità: dai bambini ai vecchi.
A proposito di questo progetto, Padre Slavko pensava che dovesse essere una famiglia in cui ci fossero bambini, anziani, padri e madri.

La parrocchia stessa, in questo progetto, è rappresentata al meglio attraverso i bambini. 170 bambini frequentano l'asilo. Qui abbiamo anche bambini che per diverse circostanze hanno vissuto la disgregazione della loro famiglia. C'è una famiglia con otto figli e una madre. Questa donna ha avuto diverse gravidanze gemellari e il bambino più grande ha solo otto anni. Il padre si è gravemente ammalato ed erano senza casa. Questa famiglia era disperata. Abbiamo deciso di accoglierla nel Villaggio della Madre ed ora ci occupiamo di loro. Abbiamo anche un'altra famiglia di cinque bambini senza padre e senza madre. Alcune famiglie hanno due o tre figli. Accogliamo anche ragazze madri con bambini, e donne e ragazze che hanno problemi in famiglia.

Avete anche ex drogati?
Da noi alloggiano 16 giovani che sono stati in contatto con la droga e che hanno ricominciato a vivere una vita normale. In alcune persone, dopo la dipendenza dalla droga, rimane un grande vuoto. Questo vuoto è un momento critico e perciò consigliamo loro di restare qui almeno un anno.

Per loro è molto difficile vivere qui nella comunità seguendo delle regole. Ma è l'unica possibilità che hanno per rafforzare la propria personalità e poi riuscire ad affrontare la vita di ogni giorno. Sono molto contento che possiamo offrire anche a questi giovani la possibilità di imparare, in una sorta di terapia, a vivere senza droga. Vedo continuamente, e me ne rallegro, con quanto entusiasmo lavorano e portano a termine tutto quello che viene loro assegnato. Riescono a colmare il vuoto lasciato dalla droga con lavori ricchi di significato. Oltre al lavoro, ogni giorno recitano tutti insieme il Rosario. Questa comunità nel Villaggio della Madre si chiama "Comunità del Padre misericordioso".

Che cosa pensa di questa istituzione, che fa grandi cose per l'uomo moderno ferito?
Tutto sommato posso dire che qui si verificano miracoli ogni giorno e posso paragonare tutto questo ad una pietra. Se la pietra non viene lavorata, non ha valore. Ma se alla pietra viene data l'opportunità di mostrare tutto il suo splendore, la sua bellezza e la sua ricchezza, dalla pietra viene fuori un qualcosa di completamente diverso. Se succede così con una pietra, quanto più questo vale per gli uomini! Questi ragazzi con tante dipendenze, che hanno conosciuto tanto male e che hanno anche causato tanto male, sono stati un olocausto per sé stessi e per gli altri. Non hanno reso infelici solo le loro famiglie, ma anche coloro che li circondano Una volta che un processo diabolico inizia, è molto difficile fermarlo. Ma se i giovani entrano qui, cominciano i miracoli. Già dal primo giorno capiscono che possono alzarsi alle sei, che possono rifarsi il letto, che possono pregare insieme ... Anche chi era lontano da una tale disciplina e dalla preghiera, già dal primo giorno capisce che può farcela.

Qui non facciamo nulla di speciale, eppure siamo in un certo senso degli eroi. Come possa accadere che qui le persone diventano migliori, è un qualcosa che va al di là del nostro intervento; possiamo solo dire che questa istituzione ha una grande importanza. Ringraziamo Dio e Padre Slavko per averla concepita così.

In questo progetto sono coinvolti anche dei pellegrini, che vi aiutano affinché possiate portare avanti quest'opera buona?
Qui non chiediamo offerte a nessuno dei pellegrini. Sono convinto che partecipiamo ad un progetto divino in cui ognuno di noi ha un suo compito affidatogli da Dio e lo svolge. Perciò non penso di dover fare qualcosa di speciale affinché un pellegrino ci porti un'offerta, ma credo che sia qualcosa che avviene tra quel pellegrino e Dio. lo ho solo la responsabilità davanti a Dio di utilizzarla per il bene di questa comunità. Insieme ai pellegrini siamo una squadra che porta avanti questo grande progetto e non dobbiamo avere paura perché non è stata una nostra iniziativa, ma è un progetto di Dio che Lui stesso dirige - con il nostro aiuto.

Per concludere, vorrei sottolineare ancora una sola cosa: ogni volta che vedete qualcuno che va per la strada sbagliata, non giudicatelo! Spesso non è colpa sua. Se mai vogliamo fare qualcosa di buono, allora dobbiamo creare un ambiente umano, cristiano, religioso e culturale in cui Dio possa dare all'uomo la possibilità di essere uomo. È un nostro dovere di Cristiani. Qui nel Villaggio della Madre cerchiamo di fare proprio questo. Cercano di farlo i pellegrini ed anche la parrocchia. Ognuno deve avere la possibilità di nascere, crescere e giungere alla pienezza della grazia di Dio.

Fonte: “Medjugorje Un invito alla preghiera Maria – Regina Della pace” n. 61