Gesù invita i suoi discepoli a giudicare da sé (Lc 12,57) e a discernere «i segni dei tempi» (Mt 16,3) e aggiunge un criterio sicuro: «Dai loro frutti li potrete conoscere» (Mt 7,20). Ciò che Gesù intende contestare è la passività o l’indifferenza di fronte a possibili eventi salvifici della storia che interpellano alla decisione e alla salvezza.
Come da richiesta di Sua Eccellenza mons. Girolamo Grillo, svolgo una breve e sintetica relazione della vicenda giudiziaria che ha visti protagonista Fabio Gregori e la Madonnina. L’attività professionale di avvocato nel campo penale comporta, alcune volte, l’affrontare vicende di particolare gravità o complessità. Per conseguenza, al fine di rispettare il giuramento effettuato all’inizio della professione forense, consistente nell’adempiere ai doveri professionali con lealtà, onore e diligenza per i fini della giustizia e per gli interessi superiori della Nazione, l’avvocato deve, nel rispetto dell’impegno alla difesa del proprio Assistito e pure nel pieno rispetto delle norme deontologiche, essere in grado di utilizzare le sue conoscenze in materia giuridica senza farsi influenzare da agenti esterni quali l’opinione pubblica, con dignità e con decoro, come si conviene all’altezza della funzione che è chiamato ad esercitare nell’amministrazione della giustizia. Purtuttavia, la vicenda della Madonnina di Civitavecchia seppure «prima facie» scevra di qualsiasi elemento che consentisse di definirla grave o complessa, comportò, invece, non solo la necessità di approfondimenti nella materia squisitamente giuridica ma anche nel campo della medicina-legale.
Da quando la Madonnina pianse 14 volte, a partire dal 2 febbraio 1995, dinanzi a centinaia di testimoni e nel mese di marzo nelle mani dello stesso Vescovo, la devozione del popolo e di numerosi pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo non ha cessato di manifestarsi nella chiesa di S. Agostino dove la statua è stata collocata. La gente sosta volentieri dinanzi al cristallo che protegge la Madonnina ed entra in un dialogo intimo e personale con lei. Ma lì non è possibile penetrare poiché tutto rimane custodito nel segreto dei cuori di Maria e dei fedeli. Ed è forse l’esperienza più profonda e duratura.
Il 17 giugno 1995 la piccola statua che da molti testimoni e dal VESCOVO diocesano era stata vista piangere lacrime di sangue, veniva consegnata alla parrocchia di S. Agostino per essere esposta alla pubblica venerazione dei fedeli. Il pellegrinaggio era cominciato fin dai giorni delle lacrimazioni di febbraio 1995; la chiesa parrocchiale di Pantano si era preparata ad accogliere già dal venerdì santo di quell’anno l’immagine di Maria con i segni dell’amore e del dolore; noti eventi avevano fatto rinviare fino a quella data la consegna della Madonnina. Imprese locali, associazioni e privati aveva
Ero parroco della chiesa di S.Agostino, a Civitavecchia, quando accadde il fatto straordinario. Senza raccontare quanto è successo, adesso riferisco l’assetto pastorale in cui si è venuta a trovare la Parrocchia, a partire dalle lacrimazioni (2 febbraio 1995) fino a quando la lasciai per motivi di salute (novembre 1995). Ritengo che il segno delle lacrime a Civitavecchia sia stato una specie di «spartiacque» per molte persone; certamente è stato per la mia vita. Solamente Dio conosce i cuori; ma sta di fatto che davanti alle lacrime molti lontani si sono istintivamente avvicinati, così come altri, che sembravano membra sicure della comunità, si sono automaticamente dileguati. Penso che non sia finita la cernita.
Si è molto parlato della Commissione teologica istituita per indagare e valutare l’evento della lacrimazione della Madonnina. È opportuno presentare, in maniera sintetica, l’opera da essa svolta e le conclusioni a cui è pervenuta dopo attento esame circa il fenomeno di lacrimazione. Dopo i primi accertamenti che facevano ritenere l’evento delle lacrimazioni meritevole di attenta considerazione, è stata istituita dal Vescovo, dopo essersi consultato con i vertici della Chiesa, una Commissione teologica per studiare il fenomeno. Per consentire una sua legittima autonomia di indagine è stato nominato un Presidente e un Segretario.
I testimoni hanno giurato di dire la verità e si sono prestati liberamente all’interrogatorio. Non essendoci secondi fini è da presumere che la loro testimonianza sia vera e riferisca ciò che hanno sperimentato. Tutti hanno visto le lacrime formarsi e scendere o, come minimo, in movimento. Tutti manifestano la certezza che nessuno stava manomettendo la statua. In particolare, coloro che conoscono i Gregori ritengono che essi siano persone serie, oneste e incapaci d’inganno.rn
Il problema del DNA ricorre continuamente quando si parla della vicenda della Madonnina di Civitavecchia. La domanda che tanti si pongono è la seguente: perché i Gregori hanno rifiutato l’esame del DNA? Si vede un tale rifiuto come indice di qualcosa da nascondere. Si insinuano, così, ombre e dubbi circa la loro onestà. Ebbene al riguardo occorre sapere come stanno realmente le cose. Innanzitutto è necessario dissipare ogni dubbio affermando che la famiglia Gregori si è sempre dichiarata disponibile a sottomettersi all’esame per la comparazione del sangue.
Protagonista della vicenda della Madonnina è la famiglia Gregori, la quale al tempo delle lacrimazioni, era composta da quattro membri: i coniugi Fabio e Annamaria, e i due figli Jessica e Davide; in seguito nascerà un terzo figlio, Manuel Maria. Il matrimonio era stato celebrato il 20 marzo 1988, nella chiesa di S. Gordiano, da don Giuseppe Papacchini20. È una famiglia normale, come ne esistono tante in Italia e in Europa. Ne ha fatto una buona presentazione il parroco dicendo, tra l’altro: «Li ritengo, insomma, una famiglia buona, sana e sincera. Più che una piccola famiglia, direi, una famiglia di piccoli». È un ritratto che corrisponde a verità.
Il fatto delle lacrimazioni suscita una serie di reazioni e di eventi che cerchiamo di esporre in maniera ordinata e sintetica. Il giorno immediatamente seguente la prima lacrimazione il parroco di S. Agostino, don Pablo Martín, informa dell’evento il Vescovo, e il giorno dopo (4 febbraio) gli consegna una lunga e dettagliata relazione. Comincia un grande afflusso di curiosi e visitatori.
Essendo trascorsi dieci anni dagli eventi della Madonnina di Civitavecchia appare opportuno presentare, sinteticamente, il succedersi delle lacrimazioni e dei fatti connessi a tale vicenda. È questo un dovere verso tutti quei fedeli desiderosi di conoscere la verità dei fatti per poter esprimere, così, la propria devozione verso la Madonna con maggiore consapevolezza. I fatti di cronaca che intendiamo narrare sono accaduti nel periodo compreso tra il 2 febbraio 1995, inizio degli eventi, e il 17 giugno, giorno in cui la statuina è stata portata nella Chiesa di S. Agostino per essere esposta alla venerazione dei fedeli. Tutto comincia il 2 febbraio 1995, giorno destinato a sconvolgere la vita di una semplice e normale famiglia, ma anche a mettere in agitazione la Chiesa locale e diocesana fino ad interessare i vertici della Chiesa in Vaticano. Il fatto suscita grande interesse anche presso i mezzi di comunicazione sociale: televisione, giornali, periodici, tutti ne parlano e la notizia valica i confini nazionali suscitando interesse e curiosità in tutto il mondo. L’evento, come ogni grande accadimento, divide l’opinione pubblica tra quelli che credono e quelli che non credono, e lo scontro è talmente profondo da raggiungere perfino le aule di Tribunale.
Io sottoscritta Jessica Gregori, figlia di Gregori Fabio e Accorsi Annamaria, sorella di Davide e Manuel Maria Gregori, nata a Civitavecchia il 21/03/1989, trascorsi dieci anni dalla lacrimazione della Madonnina da me vista il giorno 02/02/1995, nel giardino dove abito, riconfermo tutto ciò.