MaM
Messaggio del 2 dicembre 2017:Cari figli, mi rivolgo a voi come vostra Madre, la Madre dei giusti, la Madre di coloro che amano e soffrono, la Madre dei santi. Figli miei, anche voi potete essere santi: dipende da voi. Santi sono coloro che amano immensamente il Padre Celeste, coloro che lo amano al di sopra di tutto. Perciò, figli miei, cercate di essere sempre migliori. Se cercate di essere buoni, potete essere santi, anche se non pensate questo di voi. Se pensate di essere buoni, non siete umili e la superbia vi allontana dalla santità. In questo mondo inquieto, colmo di minacce, le vostre mani, apostoli del mio amore, dovrebbero essere tese in preghiera e misericordia. A me, figli miei, regalate il Rosario, le rose che tanto amo! Le mie rose sono le vostre preghiere dette col cuore, e non soltanto recitate con le labbra. Le mie rose sono le vostre opere di preghiera, di fede e di amore. Quando era piccolo, mio Figlio mi diceva che i miei figli sarebbero stati numerosi e che mi avrebbero portato molte rose. Io non capivo, ora so che siete voi quei figli, che mi portate rose quando amate mio Figlio al di sopra di tutto, quando pregate col cuore, quando aiutate i più poveri. Queste sono le mie rose! Questa è la fede, che fa sì che tutto nella vita si faccia per amore; che non si conosca la superbia; che si perdoni sempre con prontezza, senza mai giudicare e cercando sempre di comprendere il proprio fratello. Perciò, apostoli del mio amore, pregate per coloro che non sanno amare, per coloro che non vi amano, per coloro che vi hanno fatto del male, per coloro che non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio. Figli miei, vi chiedo questo, perché ricordate: pregare significa amare e perdonare. Vi ringrazio!

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Medjugorje: gli anni 90

Febbraio 1996: UN PO' DI NASTRO E MOLTO AMORE

Veronica D., 40 anni, vuole suicidarsi, è decisa. "Ne ho abbastanza di soffrire così, la vita è troppo crudele!" Con il morale sotto zero, costeggia lentamente una fila di automobili parcheggiate al bordo di un marciapiede. Nota un pezzo di carta incollato a un vetro e si avvicina. "Messaggio della Madonna a Medjugorje" legge, e le sembra di essere caduta su un altro pianeta.

Marzo 1996: IL MINISTERO DI COLETTE

"Cancro al seno, molto avanzato...!" Il professor Joyeux ripone i risultati delle analisi di Colette e avvisa Cristiano, suo marito, che deve essere operata con la massima urgenza. Un colpo per tutta la famiglia e per la Comunità della Beatitudini alla quale appartiene, perché Colette è una donna dinamica, piena di vita, giovane, bella... Dopo l'operazione, comincia per Colette una lunga Via Crucis perché le metastasi si estendono ad altri organi; si indebolisce di giorno in giorno. Nel gennaio 1994, Cristiano e lei decidono di fare una pazzia: vengono a Medjugorje, malgrado le condizioni critiche di Colette che si regge appena in piedi. Una forte angina si aggiunge al tutto così che Colette dovrà rimanere a letto sei dei suoi otto giorni a Medjugorje. Lei che sognava di poter pregare sulle montagne e di andare da Vicka! Offre tutto a Maria senza lamentarsi. Una sorpresa l'attende: hanno avvertito Vicka che accorre al capezzale di Colette e prega su di lei a lungo, con la solita semplicità. Mentre mormora le benedizioni in croato le sorride con aria incoraggiante. Lasciandola la bacia e le dice: - Non aver paura, la Gospa è sempre con te! - Sempre ignari dei piani di Dio sulle nostre vite, molto più belli dei nostri, attendiamo tutti la guarigione di Colette e veniamo a sapere con disappunto che le cose non fanno che peggiorare a gran velocità. Le sofferenze di Colette diventano intollerabili, nonostante tutti i trattamenti della medicina moderna.

Aprile 1996: UN FRUTTO DI COLETTE

"Peccatore mi ha concepito mia madre" si ripete Fabiana, "ma mia Madre è stata concepita Immacolata". Ha sentito questa frase a Lourdes nell'ottobre 1994 durante una conferenza, e da allora non cessa di ripeterla nel suo cuore. Sente confusamente che una grande verità e un'àncora di salvezza per lei si nascondono in questa breve frase. A 25 anni Fabiana non ne può più di soffrire. Il suo malessere interiore non la lascia mai in pace. Non ha trovato la sua identità, ha l'impressione penosa di essere un'usurpatrice e la sua terribile insicurezza le rovina tutti i rapporti con gli altri. Ha paura dei loro sguardi e la sua timidezza morbosa altera il suo comportamento. "Una vera selvaggia!" si dice con amarezza. Fabiana ha fatto la diagnosi giusta: si è murata in sè stessa. La sua conoscenza con Colette avviene a tappe e, alla prima preghiera, Fabiana si meraviglia: perché Colette le parla di San Gerolamo? Chi era costui? - San Gerolamo - le dice Colette - aveva dato tutto al Signore, salvo il suo peccato. - Come mai un Santo non ha potuto confessare il suo peccato...? - Si domanda Fabiana imbarazzata, non vedendo il legame con il suo problema... Spinta da Colette, Fabiana decide di andare a Medjugoije. Al ritorno, tutto precipita...

Maggio 1996 SI. MA SE FACCIO UN PECCATUCCIO?

Sono fiera dei bambini perché quando la Gospa invita a offrire preghiere o sacrifici sono i primi a rispondere, e con che impegno! Nell'aprile 1992, quando ho sospettato che esistessero campi di concentramento nel paese, non potevo star ferma. Volevo andarci, gridare a tutto il mondo l'orribile scandalo... ma questo non avrebbe fatto che un morto in più. Ho chiesto quindi alla Gospa di servirsi di me in un altro modo. Non è andata per le lunghe!

Giugno 1996: LEI NON E' FORSE DI GERUSALEMME?

Il paese di Medjugorje potrebbe trovarsi nei dintorni di Safed o di Cana tanto i suoi paesaggi assomigliano alla Galilea. Stessa flora, stessa luce bianca e splendida che rischiara i paesi mediterranei, le stesse dolci vallate dove si fiancheggiano, pieni di spine, fichi, melograni, vigne e poi gli inevitabili sassi, incubo che ossessiona ancora oggi i contadini israeliani. La Santa Vergine di Nazareth non rischia di essere spaesata come lo sarebbe in Norvegia!

Luglio 1996: UN GIOCATTOLO IRRESISTIBILE

Per girare una mia trasmissione televisiva sui messaggi, Marija e Paolo ci avevano lasciato la loro casa. Con l'equipe americana super professionale di Mark Chodzo e di Denis Nolan, avevamo installato lo studio nella cappellina dove Marija ha le apparizioni quotidiane, quando soggiorna a Medjugorje. La luce accecante dei faretti ha sostituito momentaneamente la dolce luce celeste e increata che accompagna Maria quando visita questa "camera alta".

Agosto 1996: IL BARATTO DI TERESA

Immaginatevi una donnina bretone di 53 anni, fattoressa, credente ancor prima di nascere, che viene a Medjugorje a fare il viaggio della sua vita: questa è Teresa. C'è voluto un caso di forza maggiore per prelevarla dal suo paesino e gettarla ai piedi della Gospa. In effetti Teresa ha un dispiacere grande com'è grande il suo cuore di madre. Da tre anni suo genero fa costantemente la guerra a sua figlia Vera e alla famiglia di lei che giudica "bigotta".

Settembre 1996: MYRIÀM, TU SEI COME ME!

Inverno 1991. Stadio terminale. Eugenia si torce dal dolore nel suo letto. Le continue chemioterapie l'hanno spossata ma non hanno potuto circoscrivere il cancro ai polmoni che la corrode senza misericordia. Nella casetta della Vai d'Oise, i suoi figli e i suoi nipoti continuano la loro vita, mentre per lei l'incontro con il Dio dei suoi padri si avvicina a grandi passi. E lei non lo apprezza per niente!

Ottobre 1996: E' L'ALBERO CHE HA PAGATO

Ci è voluto il fatto di New York per meglio rendersi conto della potenza straordinaria della virtù dell'umiltà. Già il Curato D'Ars l'aveva esaltata un giorno in cui gli avevano domandato quale fosse la virtù più grande: L'umiltà - aveva risposto subito. E la seconda? - L'umiltà -E la terza? - L’umiltà OK, ma dobbiamo fare degli esempi concreti. Ce n'è uno che non posso ricordare senza cadere in ginocchio.

Novembre 1996: LA MESSA DEL PICCOLO MARIO

Seduta sul bordo del nostro divano a Medjugorje, Rita Delbon piange a calde lacrime e a mala pena riesce a raccontarmi la sua incredibile Via Crucis. Modesta e riservata di natura, avrebbe preferito tacere, ma le ho promesso che il suo racconto avrebbe aiutato altre coppie. Allora, per puro amore, ripercorre ogni tappa del suo passato. Rita era una solida fiamminga del paesino di Brasschaat in Belgio, affettuosa, bella e mai malata fino al giorno in cui ha atteso un bambino. "Il mio primo bambino è nato morto, a otto mesi di gravidanza - spiega. - Quando l'ho saputo il mio cuore si è lacerato dal dolore, tanto più che non ho potuto nemmeno vedere la mia bambina che pesava solo un chilo. Dato che le mie amiche avevano anche loro partorito, vedevo costantemente foto di lattanti e io non avevo niente, nemmeno una foto, nemmeno un ricordo! I medici avevano diagnosticato un'insufficienza placentare e molti altri problemi".

Dicembre 1996: ANCHE DIO GIOCA A NASCONDINO!

A Medjugorje i veggenti attendono con impazienza la sera di Natale perché possono rivedere il Bambino Gesù. Ogni anno interrogo l'uno o l'altro per avere notizie del "Piccolo". Quest'anno Marija ci ha spiegato che il Bambino riposava nelle braccia di sua Madre "tutto tranquillo" e la contemplava con amore. Com'è vestito? A dire il vero non è vestito, è avvolto nel velo dorato della sua Mamma. In alcune apparizioni di Natale il Bambino Gesù dorme con i pugnetti chiusi, ma in altre è ben sveglio e guarda con stupore, a turno, ogni persona presente all'apparizione. "E' normale, - dice Vicka - scopre il mondo come tutti i bambini!".

Gennaio 1997: LA PROVVIDENZA FUNZIONA ANCORA?

Per quel che riguarda il futuro, ho una dritta! La santa Provvidenza è "La Divina" per eccellenza, molto più di Greta Garbo! La Provvidenza ha le sue abitudini personali e, secondo me, i suoi attributi principali sono "Amore" e "Umorismo". Se c'è qualcuno che ce ne fa vedere di tutti i colori, questa è la Provvidenza! E' talmente meravigliosa nel trattare i suoi amanti, che ognuno di loro ritiene, con ragione, di essere il più felice degli uomini. Come si spiega che ne abbia così pochi? Il problema è che sono rari quelli che conoscono il suo indirizzo, ancora più rari quelli che ci abitano. Volete sapere qual'è il trucco?